• Non ci sono risultati.

qualora il risultato della fase 4 fosse negativo o inferiore a quello della Fase 2 si

ricalcola il reddito netto di impresa attribuendo a ciascun imprenditore il pro-capite risultante dalla Fase 2;

Fase 6 - si somma al valore aggiunto dell’impresa, la differenza tra il risultato della Fase5 ed il

risultato della Fase 3.

A partire dal modello generale sono state proposte diverse varianti, a seconda della tipologia di imprese sottoposte a rivalutazione e dei metodi per realizzare le diverse fasi. Di seguito, viene presentato il nuovo metodo adottato, definito come metodo del “reddito massimo pro capite da

lavoro per strato”, evoluzione di quello applicato in contabilità nazionale dalla revisione

generale del 1987.20

La nuova versione del metodo Franz è basata sugli studi e le analisi effettuate per la revisione generale del 2005, che hanno evidenziato, nella realtà economica italiana, la possibilità di applicarlo con successo anche alle imprese con più di 19 addetti, con il vincolo sul numero di indipendenti prima ricordato. Infatti si è potuto constatare che in molte imprese con più di 19 addetti gli indipendenti prestano per intero il loro tempo lavorativo all’attività dell’impresa e ciò è particolarmente vero se vengono considerate le “società non di capitali” (delle quali le tipologie principali sono: Imprese individuali e familiari, Liberi professionisti, Società semplici o di fatto, Società in nome collettivo, Società in accomandita semplice, Studio associato). Si noti che le Cooperative, a causa delle difficoltà di identificazione dei dipendenti e degli indipendenti, sono escluse dall’universo delle imprese da rivalutare.

Il pro-capite della fase 2 (reddito da lavoro dipendente pro-capite rivalutato) è calcolato per strato e non per singola impresa come nel metodo utilizzato fino alla revisione del 2005. Inoltre, viene considerato il valore massimo tra il reddito pro-capite della qualifica “dirigenti/quadri/impiegati” e della qualifica “operai/commessi” e non un generico valore medio relativo ai lavoratori dipendenti nel loro insieme, come avveniva in precedenza.

Lo strato è definito dalla combinazione dell’attività economica (Ateco 3 digit), della classe di fatturato (fino a 500.000 euro, tra 500.000 e 5.000.000 euro, superiore a 5.000.000 euro), della forma giuridica (Società di Capitale e Società non di Capitale), degli anni di vita dell’impresa (0-3, 4-6, 7-9, 10-19, 20 e oltre anni), e dalla ripartizione territoriale. Le variabili di stratificazione sono state scelte in base alle seguenti considerazioni:

• la scelta del gruppo di attività economica (primi 3 digit dell’Ateco) garantisce robustezza alle stime dei valori medi, per il congruo numero di imprese mediamente rilevato dall’indagine;

19 Per quanto riguarda gli ammortamenti, è opportuno precisare che si considera l’importo dichiarato dall’impresa che, come è noto, può non coincidere con le definizioni seguite nei conti nazionali. Tale scelta è dettata dal fatto che, in questa procedura, non si è interessati tanto alla reale quantificazione del fenomeno economico, quanto alla verifica della coerenza interna dei dati di bilancio dichiarati.

20 Il metodo, definito del “reddito medio pro-capite da lavoro dipendente della singola impresa” , era applicato alle imprese da 1 a 19 addetti. Il pro-capite della fase 1 (reddito da lavoro per dipendente), era calcolato per ogni impresa sulla base dei suoi dipendenti, considerando la media tra dirigenti, quadri, impiegati, operai e commessi. La rettifica per tenere conto del diverso orario di lavoro dei dipendenti e degli indipendenti (fase 2), era ottenuta moltiplicando il pro-capite della fase 1 per un coefficiente orario, dato dal rapporto tra la media delle ore lavorate dagli indipendenti e dai dipendenti, in base ai dati dell’indagine sulle Forze di Lavoro per ramo di attività economica. Qualora nell’impresa non fossero presenti lavoratori dipendenti, il reddito teorico dell’indipendente veniva confrontato con il reddito medio da lavoro dipendente rettificato, calcolato per dominio di appartenenza dell’impresa a livello di attività economica (Ateco 3 digit), ripartizione territoriale e classe di addetti (1-5, 6-9, 10-19 addetti) (cfr. Metodologie di stima degli aggregati di contabilità nazionale a prezzi correnti – Italia – Inventario Sec95, Istat, Metodi e Norme n.21, 2004) .

• le classi di fatturato sono coerenti con le soglie scelte dalla Agenzia delle Entrate negli

Studi di Settore;21

• le modalità scelte per la forma giuridica sono coerenti con l’universo delle imprese sottoposte a valutazione;

• la variabile “anni di vita” è stata introdotta per rendere omogenee le imprese rispetto al diverso stadio di sviluppo;

• infine, è stata considerata la ripartizione territoriale per tenere conto delle diverse realtà locali.

Nella tavola 3.2. sono presentati i risultati ottenuti sui dati dell’indagine Pmi, anno 2000, applicando il metodo di rivalutazione precedente ed attuale. I coefficienti di rivalutazione sono riferiti al valore aggiunto, calcolati sia sui dati campionari (“Campione”) che sui dati riportati all’universo.

Tavola 3.2 - Coefficiente di rivalutazione del valore aggiunto (Indagine Pmi 2000)

Metodo precedente Metodo attuale

Campione

Coefficiente di rivalutazione 8,9% 14,6%

Valore aggiunto per addetto rivalutato (migliaia di euro) 38,0 39,9 Dati riportati all'universo

Coefficiente di rivalutazione 23,80% 27,2%

Valore aggiunto per addetto rivalutato (migliaia di euro) 33,4 34,3

- Rettifica della produzione, del fatturato e dei costi

Effettuata la rivalutazione del valore aggiunto (VA), per mantenere la coerenza di tutti gli aggregati contabili si pone il problema di rettificare anche “Fatturato”, “Produzione” e “Costi”.

Per quanto concerne “Fatturato” e “Costi”, la rettifica si basa sulla seguente ipotesi: l’indipendente che evade, è stato reticente nel dichiarare i ricavi, oppure ha gonfiato i costi (confronta Pisani, 2000). A partire da questa ipotesi, vengono definiti due indicatori, rispettivamente del fatturato e dei costi intermedi:

(I_fatt)ij = (K*)j / (K)ij (13)

(I_cost)ij = (C)ij / (C*)j (14)

dove

Kij = fatturato per addetto dell’impresa i-esima sottodichiarante appartenente allo strato J K*j = fatturato per addetto medio delle imprese non sottodichiaranti appartenenti allo strato j Cij = costi intermedi per addetto dell’impresa i-esima sottodichiarante appartenente allo strato J

21 Gli Studi di Settore sono stati istituiti, a partire dai risultati d’esercizio del 1998, dall’Agenzia delle Entrate, per valutare la capacità di produrre ricavi dalle singole attività economiche. Detti studi sono realizzati attraverso la raccolta sistematica di dati di carattere fiscale e di numerosi altri elementi “strutturali” che caratterizzano l’attività economica delle imprese (con fatturato non superiore a 10 miliardi delle vecchie Lire). La logica che sottostà agli Studi di Settore, è quella di definire delle soglie sotto le quali viene posta in essere una procedura di accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate. L’algoritmo utilizzato dagli Studi di Settore si basa in buona parte su tutta una serie di indicatori non rilevati dalle indagini dell’Istat sulle imprese.

C*j= costi intermedi per addetto medio delle imprese non sottodichiaranti appartenenti allo strato j

J = indice dello strato: Ateco 2 digit, classe di addetti, ripartizione geografica, classe di avviamento, forma giuridica, classe del valore aggiunto rivalutato.

I due indicatori mettono in relazione la situazione, in termini di fatturato e costi, dell’impresa sottodichiarante con i valori medi delle imprese non sottodichiaranti. Nel caso di sottodichiarazione del fatturato è ipotizzabile che (I_fatt)ij sia significativamente maggiore di 1, mentre qualora le dichiarazioni mendaci riguardino i costi è ipotizzabile che sia (I_cost)ij ad essere fortemente maggiore di 1.

Il modello proposto si basa sulle seguenti assunzioni, coerenti sia con l’andamento empirico

dei due indicatori osservato sulle imprese sottodichiaranti, sia con le teorie degli esperti che

ritengono più frequente il caso di dichiarazione mendace dei ricavi piuttosto che dei costi:

• la probabilità che le imprese sottodichiaranti agiscano sul fatturato è circa 4 volte superiore alla probabilità che le imprese agiscano sui costi;

• è verosimile attribuire la rivalutazione del valore aggiunto al fatturato, a meno di non avere evidenze sufficientemente significative che l’impresa abbia agito sui costi.

La traduzione operativa delle due assunzioni è:

• se vale il sistema di disequazioni che segue si rettificano i costi intermedi,

diminuendoli di un ammontare uguale all’entità di rivalutazione del valore aggiunto

(I_cost)ij>(I_fatt)ij

(I_cost)ij > 2

• in tutti gli altri casi si rettifica il fatturato, aumentandolo di un ammontare uguale all’entità di rivalutazione del valore aggiunto.

Per quanto concerne la rettifica della Produzione, vale la seguente relazione:

riv(Prod) = riv(VA) - aggiustamento(Costi) (15)

dove

riv(VA)>= 0 è la differenza tra il valore aggiunto eventualmente rivalutato ed il valore aggiunto prima dell’eventuale rivalutazione;

aggiustamento(Costi) >=0 è l’ammontare dell’eventuale rettifica effettuata sui costi intermedi; riv(Prod)>=0 è l’ammontare attribuito alla produzione nel caso di rettifica del fatturato (la dimostrazione è contenuta sempre in Faramondi, Foschi, Puggioni, 2006).

Nella tavole che seguono sono riportati i coefficienti di rettifica del fatturato, dei costi intermedi e della produzione, e altri parametri caratteristici, sempre in riferimento all’indagine Pmi 2000, sia rispetto ai dati campionari che ai dati riportati all’universo.

Tavola 3.3 - Impatto del metodo sui dati rilevati dell’indagine Pmi

Rivalutazione % del fatturato = 2,28

Rettifica % dei costi = -0,5

Rivalutazione % della produzione = 3,1

Fatturato/costi %

- IMPRESE NON SOTTODICHIARANTI = 200,34

- IMPRESE SOTTODICHIARANTI

prima della rivalutazione = 191,34

dopo la rivalutazione = 220,06

- SULL’INTERO CAMPIONE

prima della rivalutazione = 198,58

dopo la rivalutazione = 204,12

Tavola 3.4 - Impatto rispetto all’universo delle imprese fino a 99 addetti

Rivalutazione % del fatturato = 5,23

Rettifica % dei costi -0,93

Rivalutazione % della produzione = 7,41

Fatturato/costi %

prima della rivalutazione =224,22

dopo la rivalutazione = 238,17

Valore aggiunto/produzione % = 40,62

Se indichiamo con ΔRI l’effetto del metodo di rivalutazione del valore aggiunto dichiarato dalle imprese in rapporto all’occupazione dichiarata, allora questo tipo di integrazione in termini formali può essere definito come

ΔRI = (Vprc-Vpc) • ULAreg

dove: la differenza Vprc-Vpc misura l’entità della rivalutazione.

E’ evidente che il tipo d’integrazione, a livello di aggregati di branca, ha un effetto diverso sulla produzione e sul valore aggiunto: sulla produzione di branca si cumulano le modifiche intervenute, a livello micro, sul fatturato delle singole imprese (e quindi sulla loro produzione); rispetto al valore aggiunto di branca, all’effetto di rivalutazione della produzione, si aggiunge quello relativo all’abbattimento dei costi.

Una ulteriore integrazione è imputabile al lavoro irregolare. In questo caso si formula l’ipotesi che l’imprenditore non dichiari né i costi né il valore aggiunto generati utilizzando l’occupazione cosiddetta “in nero”. Se indichiamo questa posta con ΔNOR, allora, l’entità della modifica ci è data da

ΔNOR = VAprc • ULAnor

dove ULAnor sono le unità di lavoro non regolari.

Per ultimare le stime iniziali dell’offerta delle imprese market è necessario anche modificare la definizione degli aggregati economici. Per stimare gli aggregati di contabilità nazionale, infatti, si rende necessario considerare delle poste che non sono rilevate direttamente, e a volte non rilevabili, tramite le indagini condotte sulle imprese (a proposito si veda paragrafo 3.3). Questa posta è frutto di una elaborazione specifica inserita successivamente all’interno dei dati

dell’offerta. Il totale di tali integrazioni viene indicato con ΔSEC.

Per quanto attiene il valore aggiunto, alle integrazioni finora enunciate, si aggiunge quella

relativa alla correzione dei costi intermedi a livello macro, che indichiamo con ΔCI, cui si

accennava nella parte introduttiva del par 3.6 e che sarà più approfonditamente trattata nel paragrafo 3.28.

Infine, come è stato già illustrato nella parte introduttiva del par 3.6, le stime preliminari vengono sottoposte alla procedura di bilanciamento all’interno di uno schema supply e use. Ciò

provoca delle ulteriori correzioni che indichiamo con ΔQUA, dove ΔQUA può assumere sia

valori positivi, nel caso in cui le stime preliminari dell’offerta siano inferiori a quelle della domanda, che negativi, quando l’offerta supera la domanda.

In sintesi, il processo generale di integrazioni per trasformare i dati dell’indagine in informazioni di contabilità nazionale (cn), può essere rappresentato tramite la seguente formula generale, per quanto riguarda la produzione:

Per quanto riguarda il valore aggiunto la formula generale va modificata nella seguente: CN = IND + ΔCLA + ΔRI + ΔNOR + ΔSEC +ΔCI +ΔQUA

nella quale è inserita la rettifica ΔCI, relativa ai costi intermedi.

3.7 - Agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A) 3.7.1 - Quadro di riferimento

Rispetto al precedente inventario Sec95, nulla è mutato in relazione al quadro di riferimento, in quanto l’Istituzione responsabile e l’organizzazione delle attività non sono cambiate.

L’Istituzione responsabile delle elaborazioni relative alla branca agricoltura sia per i conti nazionali (Cn), noto come Quadro centrale (Qc), sia per i Conti economici dell’agricoltura (Cea) è l’Istat ,ed in particolare la Direzione centrale di contabilità nazionale (Dccn) – Servizio OBS - Unità Cea.

Questa organizzazione delle attività legate al settore agricolo assicura la ottimale relazione esistente tra i conti del Qc ed i conti dei Cea, che si estrinseca attraverso l’elaborazione di una Tavola ponte annuale.

Di concerto con l’Unità dei conti agricoli e nell’ambito dei conti nazionali, ha operato attivamente per tutto il periodo preparatorio della revisione generale un gruppo di lavoro Istat specifico su “Stime benchmark branca agricoltura”.

3.7.1.1 - La revisione 2005 nella branca agricoltura

Anche il settore agricolo al pari degli altri settori economici, è stato interessato alla revisione delle stime dei principali aggregati vale a dire produzione, consumi intermedi e valore aggiunto presentati in questa nota specifica per l’aggiornamento dell’inventario. Nuove e più accurate stime delle unità di lavoro sono state prodotte nell’ambito dei conti nazionali a partire dai dati censuari e dai dati dell’indagine Rea. Questi e altri aspetti specifici verranno illustrati nei prossimi paragrafi.

La nuova ricostruzione, ha consentito anche alla luce di nuove indagini ed ai risultati dei nuovi censimenti di migliorare la qualità delle stime prodotte, sia dal lato della produzione che dei costi intermedi fermo restando l’impianto metodologico già consolidato con la prima elaborazione delle stime secondo il Sec95 e che qui riportiamo per meglio focalizzare alcuni concetti chiave.

Le novità introdotte con l’adozione del Sec95 alla metodologia di base dei conti economici dell’agricoltura sono riconducibili essenzialmente: alla scelta dell’unità di base, Unità di attività economica locale (Uael), a cui far riferimento, che per la branca agricoltura è rappresentata dall’azienda agricola; alle nuove definizioni di produzione e di consumi intermedi, alla contabilizzazione dell’attività secondaria, all’adozione della Nace rev. 1.1; alla valutazione ai prezzi di base. L’adattamento a queste novità, ha comportato un notevole lavoro di revisione metodologica dei vecchi conti, al fine di renderli coerenti con il Quadro centrale dei conti nazionali. Con l’introduzione del Sec95, e la realizzazione del nuovo manuale Eurostat dei Cea, l’agricoltura a partire dallo scorso anno è analizzata secondo un doppio criterio: il primo aderente ai concetti del Sec95, il secondo è aderente ai criteri di costruzione di un Conto satellite. Le linee operative, legate alla costruzione dei due conti si sono sviluppate lungo due direttrici fondamentali: la prima tesa a garantire la coerenza metodologica con il Quadro centrale dei conti nazionali, con l'obiettivo principale di rendere più aderenti i conti dell’agricoltura agli

altri settori economici; l’altra finalizzata a sviluppare un sistema di conti più analitico meglio noto come Conto satellite, che ampliava il tradizionale concetto di produzione fin qui utilizzato, estendendo l’analisi all’attività secondaria dell’azienda agricola.

In questa nota metodologica, sono essenzialmente descritte le modifiche apportate alla vecchia serie, secondo il Quadro centrale dei conti nazionali. È stato abbandonato il tradizionale concetto di “Azienda agricola nazionale”, che escludeva il calcolo dei reimpieghi e le vendite tra aziende agricole. I conti del Quadro centrale includono, infine, oltre ai reimpieghi, anche la stima dei Servizi annessi e di alcune attività secondarie delle aziende agricole. Tale inclusione cambia notevolmente i coefficienti tecnici ed i rapporti esistenti tra produzione, consumi intermedi e valore aggiunto e migliora di conseguenza l’analisi settoriale. È opportuno chiarire, in questo contesto, il contenuto e le differenze metodologiche dei due conti. La branca di attività agricola, cosi come è descritta nei Cea, presenta alcune divergenze con la branca di attività agricola stabilita per il Quadro centrale dei conti nazionali. Il manuale dei Cea prevede la costruzione di una tavola ponte di collegamento che consente di stabilire il legame tra i conti agricoli ed i conti nazionali. Il primo tipo di conto, quello del Quadro centrale, segue le indicazioni del Sec95, ed è perfettamente integrato nello schema generale di valutazione degli aggregati agricoli del Prodotto interno lordo (Pil), soprattutto per quanto concerne la perfetta aderenza alla Classificazione delle attività economiche (Ateco 2002 o Nace rev. 2). Il secondo tipo di conto, il Conto satellite dell’agricoltura, si basa su una metodologia molto prossima al Sec95, ma necessita di un certo numero di adattamenti per tenere conto delle specificità proprie del mondo agricolo. In particolare i Cea, descrivono l’agricoltura professionale, con l’azienda agricola considerata come Unità di osservazione. Le differenze tra il Quadro centrale ed il Conto satellite in entrambi i casi sono molto limitate ed influiscono sul risultato finale in misura molto contenuta.

Prospetto 3.3 - Differenze Quadro centrale – Conto satellite

AGGREGATI Quadro centrale Sec95 (revisione 2005) Conto satellite Cea

Produzione

Vino Solo vino prodotto da uve proprie Compreso il vino prodotto dalle cooperative Olio prodotto da olive proprie Solo olio di pressione Compreso l’olio di pressione, prodotto dalle cooperative

Orti familiari inclusi esclusi

Piccoli allevamenti familiari inclusi esclusi

Sementi per ricerca, certificazione e sperimentazione incluse escluse

Alberi di natale e altri esclusi inclusi

Produzione piccolissime aziende(a) inclusa esclusa

Attività connesse di cui:

Manutenzione e creazione di parchi e giardini inclusa esclusa

Esercizio e noleggio di macchine agricole per conto terzi, con personale

(contoterzismo puro) inclusa esclusa

Attività secondarie: inclusa inclusa

Trasformazione: di latte, di frutta ed altro

Agriturismo inclusa inclusa

Consumi Intermedi

Spese per energia, concimi, mangimi, antiparassitari, altri beni e servizi (per le piccolissime aziende)

incluse escluse Spese per la trasformazione di vino e olio (cooperative), latte, frutta ed altro escluse incluse

Agriturismo Incluse Incluse

Nel prospetto successivo sono sintetizzati invece i cambiamenti metodologici effettuati in occasione del passaggio al Sec95 e nel corso della recente revisione 2005. È stato abbandonato il vecchio concetto di produzione vendibile e si è adottato quello di produzione totale, includendo nel calcolo anche i reimpieghi e le vendite tra aziende agricole.

Il Prospetto 3.4 evidenzia il processo evolutivo raggiunto con la revisione del 2005.

Prospetto 3.4 - Differenze principali tra vecchie e nuove stime dell’agricoltura (revisione 2005) VECCHIO CALCOLO (ante Sec95) NUOVO CALCOLO (prima applicazione Sec95) REVISIONE 2005 (produzione ai prezzi di base per branca)

Produzione lorda vendibile

Prezzi di mercato

Reimpieghi aziendali (esclusi) Vendite tra aziende agricole (escluse) Vino (tutto in agricoltura)

Olio (tutto in agricoltura) Servizi annessi (esclusi)

Consumi intermedi

Reimpieghi aziendali (esclusi) Vendite tra aziende agricole (escluse)

Valore aggiunto ai prezzi di mercato

Valori costanti (base 1990)

Produzione ai prezzi di base

Prezzi di base

Reimpieghi aziendali (inclusi) Vendita tra aziende agricole (incluse) Vino (solo vino prodotto da uve proprie escluse cooperative, industrie)

Olio (solo olio prodotto da olive proprie escluse cooperative)

Attività connesse

Consumi intermedi

Reimpieghi aziendali (inclusi) Vendite tra aziende agricole (incluse) Nuove poste

Valore aggiunto ai prezzi di base

Valori costanti (base 1995)

Produzione ai prezzi di base

Prezzi di base

Reimpieghi aziendali (inclusi) Vendita tra aziende agricole (incluse) Vino (solo vino prodotto da uve proprie escluse cooperative, industrie)

Olio (solo olio prodotto da olive proprie escluse cooperative)

Attività connesse (ampliate)

Integrazione vivaismo

Allevamenti minori Attività secondarie (+) 22 Attività secondarie (-)

Consumi intermedi

Reimpieghi aziendali (inclusi) Vendite tra aziende agricole (incluse) Nuove poste

Sifim

Valore aggiunto ai prezzi di base per branca

Valore ai prezzi anno precedente

Il prospetto mostra le principali differenze tra le vecchie e le nuove stime in occasione delle revisioni che si sono susseguite negli ultimi anni.

La revisione del 2005 ha avuto il pregio, come vedremo nei paragrafi successivi, di migliorare le stime, sia dal lato della produzione che dei consumi intermedi.

3.7.2 - Le principali fonti di dati utilizzate per la branca agricoltura. 3.7.2.1 - Le nuove fonti informative

Per l’anno di benchmark sono stati, infatti, ampiamente utilizzate le seguenti informazioni • Indagine sperimentale sui Risultati economici delle aziende agricole (Rea) anni 1998 –

2001;

• 5° Censimento dell’agricoltura 2000;

• Indagine sulla Struttura e produzione delle aziende agricole (Spa) anno 2003 (solo parzialmente elaborazioni preliminari);

• Nuova indagine (revisionata) sui costi intermedi, distribuzione e produzione mangimi, concimi, sementi, antiparassitari;

22 Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca d’attività agricola e quindi non separabile vale a dire agriturismo, trasformazione di latte, frutta e carne evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali, che vengono evidenziate con il segno (-).

• Indagine campionaria sul vivaismo ornamentale in Toscana (elaborazione preliminare) (Regione Toscana);

• Nuovi studi ed analisi sulla produzione di paglia da parte del Servizio agricoltura; • Dati amministrativi provenienti da associazioni produttori e enti vari tra cui: Unima,

elicicoltori, e altri.

3.7.2.2 - Il sistema di indagini in agricoltura: l’ottica di sistema.

La profonda revisione ancora in corso delle indagini in agricoltura, iniziata nel corso dei primi anni ‘90, ha riguardato soprattutto le metodologie adottate, oltre ad un utilizzo sempre più

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