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2. Sopravvivere all’abbondanza: information overload e information literacy a

2.4 Quando vince il contenuto: il caso della cybercondria

“Spesso la paura di un male ci conduce a uno peggiore”

(N. Boileau)

Il fenomeno dell’information overload, essendo accompagnato dalla comparsa di alterazioni fisiologiche e psichiche stress-dipendenti più o meno intense e durature, è stato spesso indicato, se sperimentato reiteratamente, in quanto processo in grado di procurare un insieme di rischi legati allo stato di salute:592 in queste poche righe si cercherà di dimostrare che l’informazione è qualcosa che può avere davvero un’importante ricaduta sulla qualità di vita delle persone, ma da un’angolazione che si può ritenere complementare rispetto a quella con cui si deciso di inaugurare questo paragrafo. Infatti, i dati indicano come ben otto cittadini statunitensi maggiorenni su dieci effettuino regolarmente ricerche di informazioni di carattere medico in Internet,593 e come l’informazione medica e sulla salute sia uno degli argomenti maggiormente visitati anche dagli utenti italiani del web in età adulta:594 sebbene il comportamento di ricerca di molte persone sia guidato da un genuino

591 FIDEL, Human Information Interaction…, op. cit., p. 148.

592 Beverly WOOLFSON, Information overload: when information becomes hazardous to your health, “Legal Information Management”, 2012, vol. 12, n. 1, p. 39-43 (41-42).

593 Thomas A. FERGUSON, Sara L. DOLAN, Problematic internet use and internet searches for medical information: the role of health anxiety, “Cyberpsychology, Behavior, and Social

Networking”, 2014, vol. 17, n. 12, p. 761-765 (761).

bisogno di comprendere pienamente la propria storia clinica,595 per indicare la tendenza di alcuni soggetti a compiere ricerche affannose ed impulsive di informazioni in grado di conferire a dei banali sintomi il significato di gravi stati morbosi, i ricercatori Ryen White ed Eric Horvitz hanno coniato il termine cybercondria.596 I due studiosi ritengono che tale pratica sia in grado di scatenare

un’immotivata escalation di preoccupazioni basata su un insieme di contenuti estratti dal web, con alcune ripercussioni assai poco auspicabili tra cui l’insorgere di sentimenti ansiosi, ed il conseguente spreco di risorse emotive ed economiche.597 Tra le prime cause del fenomeno, gli stessi autori indicano proprio la sovrabbondanza di informazioni:598 è noto, infatti, come in campo scientifico e medico il fenomeno dell’information overload sia molto accentuato,599 tanto che nel 2009 venivano pubblicate 24.500 riviste in ambito medico comprendenti circa 1,5 milioni di articoli, con un aumento di consistenza del 3,5% per ogni anno successivo, mentre nel 2011 il database biomedico PubMed poteva contare più di 20 milioni di citazioni.600 Nonostante questi numeri esorbitanti, che tuttavia si riferiscono ad una letteratura validata scientificamente, ancor più significativa è la resistenza, da parte del 75% degli utenti, nell’effettuare una verifica dell’attualità e dell’attendibilità delle fonti consultate:601 una mancanza di valutazione qualitativa

che, nei casi più gravi, può pericolosamente esporre i lettori ai danni derivanti da una diagnosi o da una terapia “fai da te”.602

595 FERGUSON, DOLAN, Problematic internet use…, op. cit., p. 761.

596 Ryen W. WHITE, Eric HORVITZ, Cyberchondria: studies of the escalation of medical concerns in Web search, “ACM Transactions on Information Systems”, 2009, vol. 27, n. 4, art. 23, p. 1-37 (2). 597 loc. cit.

598 loc. cit.

599 Giovanna F. MIRANDA, Troppo informati? Alcune considerazioni sull’information overload in campo medico-scientifico, “Biblioteche Oggi”, 2011, n. 4, p. 72-73 (72).

600 loc. cit.

601 Ryen W. WHITE, Eric HORVITZ, Predicting escalations of medical queries based on web page structure and content, in SIGIR 2010. Proceedings of the 33rd Annual International ACM SIGIR Conference on Research and Development in Information Retrieval. Geneva, Switzerland July 19-23 2010, Geneva, ACM, 2010, p. 769-770 (769).

Queste dinamiche dimostrano come la ricerca documentaria avvenga solo di rado «sulla base di citazioni non semantiche»,603 privilegiando l’aspetto contenutistico e rivelando non solo una concezione del contesto informazionale piuttosto vaga, ma anche la difficoltà di pervenire alle migliori materializzazioni bibliografiche delle conoscenze che si vanno cercando:604 anche nel caso dell’information overload in

ambito medico, il problema si traduce quindi nella possibilità di discernere qualitativamente un insieme di documenti pertinenti ed affidabili in un contesto caratterizzato da un surplus informativo.605 I plausibili aspetti emotivi legati alla ricerca di informazioni di carattere medico, possono rappresentare una buona opportunità per dimostrare quanto sia al tempo stesso difficoltoso ed importante per un lettore procedere ad una interpretazione e ad una scelta delle informazioni «utilizzando testo e contesto di un documento»,606 cercando di non trascurare gli aspetti formali del messaggio ed adottando un approccio secondo il quale «il contenitore precede ed informa il contenuto».607 Come dimostrato dal sociologo tedesco Norbert Elias, la relazione tra conoscenza e coinvolgimento o distacco emotivo assume nella maggior parte dei casi i caratteri di un modello relazionale circolare,608 per cui, quanto maggiore è la percezione di un potenziale rischio, tanto maggiore è l’incapacità di osservare un fenomeno nel suo complesso traendone una visione d’insieme,609 dando così origine ad una spirale ascendente in base alla quale

la gravità dei pericoli induce un forte coinvolgimento dei meccanismi conoscitivi che guidano una tipologia d’azione scarsamente integrata, in grado di facilitare l’esposizione ad ulteriori situazioni critiche:610 da questo punto di vista, il problema di un eccessivo coinvolgimento emotivo può essere interpretato come una

603 SERRAI, Dalla informazione alla bibliografia…, op. cit., p. 79. 604 Ibidem, p. 80.

605 Amanda HALL, Graham WALTON, Information overload within the health care system: a literature review, “Health Information and Libraries Journal”, 2004, vol. 21, n. 2, p. 102-108 (103). 606 BALLESTRA, Information literacy in biblioteca…, op. cit., p. 129.

607 loc. cit.

608 Norbert ELIAS, Coinvolgimento e distacco. Saggi di sociologia della conoscenza, Bologna, Il Mulino, 1988, p. 88 (edizione originale: 1987).

609 Ibidem, p. 15. 610 Ibidem, p. 88.

condizione di “oblio del contesto”, cioè come processo di rimozione di quelle cornici e di quelle interconnessioni tra elementi comunicativi che restituiscono l’intellegibilità di un insieme.611 White ed Horvitz hanno minuziosamente descritto la dinamica della cybercondria in quanto espressione di un comportamento informativo generalmente limitato a singole sessioni di navigazione, e pur tuttavia caratterizzate da un impiego di termini di ricerca associati a stati morbosi progressivamente sempre più severi:612 fattori quali la decisamente maggiore quantità di contenuti riguardanti disturbi gravi rispetto alla minore disponibilità di informazioni su patologie lievi consultabili nel web, oltre al funzionamento degli algoritmi di ricerca, rappresentano per i medesimi ricercatori gli elementi decisivi in grado di favorire il verificarsi di un’escalation basata soltanto sull’impatto emotivo dei contenuti.613 Inoltre, nonostante l’esistenza di portali espressamente dedicati alla diffusione di conoscenze cliniche di qualità per non esperti, i dati confermano non solo una modalità di acquisizione di informazioni mediche prevalentemente passiva anche tra lettori di cultura superiore,614 ma anche l’ampia preferenza degli utenti per motori di ricerca generici quali Google o Yahoo, particolarmente funzionali allo sviluppo di timori ipocondriaci individuali:615 mentre questi ultimi strumenti si sono rivelati un valido ausilio conoscitivo soltanto per i professionisti dell’area sanitaria,616 è auspicabile che anche le biblioteche possano giocare il proprio ruolo,

magari promuovendo un insieme di risorse elettroniche affidabili ed aggiornate, rappresentate in primis da quei siti istituzionali in grado di fornire un iniziale

611 Alfonso M. IACONO, Questo è un gioco? Metacomunicazione e attraversamento di contesti, in Gregory Bateson, a cura di Marco Deriu, Milano, Bruno Mondadori, 2000, p. 183-194 (191-194). 612 WHITE, HORVITZ, Predicting escalations…, op. cit., p. 769.

613 loc. cit.

614 Josipa BASIC, Sanda ERDELEZ, Active and passive acquisition of health-related information on the web by college students, “Proceedings of the American Society for Information Science and

Technology”, 2014, vol. 51, n. 1, p. 1-4 (3).

615 Ryen W. WHITE, Eric HORVITZ, Experiences with web search on medical concerns and self diagnosis, “AMIA Annual Symposium Proceedings”, 2009, vol. 2009, p. 696-700 (696).

616 Giovanna F. MIRANDA, Nuovi approcci all’uso di internet in medicina?, “Biblioteche Oggi”, 2010, n. 5, p. 67 (67).

orientamento all’interno dello sconfinato ambito dell’informazione medica,617 oppure instaurando forme di collaborazione con istituti di ricerca scientifica, allestendo punti informativi ad hoc in grado di assicurare informazioni mirate per mezzo di personale specializzato.618 Inoltre, per quanto riguarda in modo specifico le informazioni mediche in Internet, Rebecca Clyne e Kevin Haynes raccomandano fortemente l’istruzione dell’utenza per quanto riguarda la valutazione della credibilità delle fonti, in base alle dimensioni rispettivamente dell’autorevolezza e dell’attendibilità: nel primo caso si richiede la chiara identificazione dell’autore, il riferimento ad una bibliografia scientifica dello stesso, l’indicazione di criteri di trasparenza circa le pratiche editoriali ed i processi di accreditamento dei contenuti, la possibilità di comunicazione interattiva con l’ideatore dei documenti, ed infine la garanzia qualitativa dei siti che risultano collegati al documento consultato; per quanto riguarda la seconda disposizione, la necessità di chiarezza circa gli scopi ed i destinatari della pubblicazione, oltre alla rilevazione di eventuali conflitti di interesse da parte degli sponsor delle pagine.619 Accanto a queste prime e complesse raccomandazioni, gli autori esortano anche ad una critica dell’attualità, dell’accuratezza, della leggibilità e dell’organizzazione logica e grafica delle informazioni: 620 si può quindi chiaramente intuire come anche nel caso

dell’informazione medica, che vuole qui rappresentare soltanto uno tra i molti e possibili esempi, sia sempre più necessario lo sviluppo di un livello di alfabetizzazione informativa in grado di orientare scientemente l’attenzione dei lettori verso quegli elementi testuali e paratestuali che consentono una quotidiana significazione dei contenuti che al giorno d’oggi sembrano saturare vorticosamente ed incessantemente i canali comunicativi resi disponibili dalle tecnologie

617 Maurella DELLA SETA, Maria S. GRAZIANI, L’informazione sulla salute in rete. Il sito del Ministero della salute, “Biblioteche Oggi”, 2007, n. 5, p. 67-69 (67).

618 Ivana TRUCCOLO, [et al.], L’uso di internet nell’informazione sanitaria. Un’indagine promossa da una rete di biblioteche per pazienti tra gli studenti delle scuole superiori, “Biblioteche Oggi”,

2007, n. 10, p. 35-42 (35).

619 Rebecca J. CLINE, Kevin M. HAYNES, Consumer health information seeking on the Internet: the state of the art, “Health Education Research”, 2001, vol. 16, n. 6, p. 671-692 (682-683).

dell’informazione; una pratica individualmente consolidata e socialmente condivisa, che appare quanto mai irrinunciabile all’interno di un’autentica società dell’informazione.621

2.5 Dall’accesso all’eccesso: il dilemma della scelta e l’information