• Non ci sono risultati.

2.1. Il ritorno dell’emergenza abitativa

nella città storica di Venezia a fronte della costante diminuzione della popolazione residente, attestata dalla perdita di circa mille abitanti per anno, è presente una rin- novata emergenza abitativa che riguarda non soltanto le fasce più deboli ma coin- volge anche le fasce di popolazione con reddito medio e medio basso.

Venezia è, infatti, una delle città che registra più richieste di sfratto; nel 2016 le richieste di esecuzione all’ufficiale giudiziario sono 2.961 di cui il 70% interessa la terraferma e il restante 30% la città storica1. se gli sfratti in terraferma avvengono

principalmente per morosità, nella città storica, invece, si registra un aumento del numero di sfratti per cessata locazione. i casi di sfratto per cessata locazione ri- portati dalla cronaca locale sono sempre più frequenti e riguardano spesso persone anziane e madri single costrette a lasciare le abitazioni che la proprietà solitamente preferisce destinare alla più vantaggiosa locazione turistica.

l’aumento del numero di sfratti per cessata locazione in rapporto alla crescita del numero delle attività ricettive extra alberghiere, ci restituisce la misura dell’impat- to che il fenomeno del turismo ha sulla residenzialità nella città storica. a questo proposito è indicativa la scelta da parte del tribunale internazionale degli sfratti2 di

organizzare a Venezia la sessione del 2017 dedicata agli effetti che il turismo pro- duce sull’ambiente e sulla società, in corrispondenza alla proclamazione dell’anno

1 Chiarin, M. (2017, 22 novembre). “Sos sfratti a Mestre e Marghera. «Colpa anche del turismo»”,

La Nuova Venezia, in <https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2017/11/22/news/sos-sfrat-

ti-a-mestre-e-marghera-colpa-anche-del-turismo-1.16150125>.

2 il tribunale internazione degli sfratti (ite, international tribunal on evictions) è un tribunale popolare e di opinione fondato nel 2011 dall’alleanza internazionale degli abitanti (iai) con la collaborazione di organizzazioni della società civile e si basa sul Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e altri strumenti giuridici internazionali per l’applicazione del diritto alla casa. Per conoscere le iniziative del tribunale internazione degli sfratti, rimando al suo sito web <https://ita.tribunal-evictions.org/>.

internazionale del turismo per lo sviluppo sostenibile da parte dell’onu3.

occorre tuttavia precisare che lo sviluppo del settore turistico non è l’unico fe- nomeno che incide in maniera negativa sulla permanenza dei residenti nella città storica; esso si inserisce all’interno di un quadro di problematicità che comprende sia le dinamiche del mercato immobiliare sia la mancanza sistematica di politiche abitative, e che definisce i caratteri di quella che si presenta come una nuova emer- genza abitativa.

l’attuale disagio abitativo presenta caratteristiche diverse rispetto al passato. Fino agli anni sessanta e settanta l’emergenza abitativa riguarda per lo più famiglie a bas- so reddito con difficoltà di accesso alla prima casa, ed è determinata dal sostanziale deficit dello stock abitativo soprattutto nelle grandi aree urbane dove in seguito ai processi migratori si attesta un considerevole aumento della domanda abitativa. l’attuale emergenza abitativa, oltre ad estendere la forbice dei soggetti coinvolti includendo anche categorie differenziate (famiglie monoreddito, famiglie monopa- rentali, anziani, studenti, giovani precari), non è più ascrivibile, come in passato, alla carenza di abitazioni.

al 31 dicembre 2017 nella città storica risiedono 28.664 famiglie per 39.695 abi- tazioni di cui 8.589 non occupate, con il risultato di avere una consistente percen- tuale (21,6%) di patrimonio abitativo sottoutilizzato; il confronto tra il numero di famiglie e il numero di abitazioni restituisce quindi la presenza di una sovrabbon- danza di abitazioni piuttosto che una loro mancanza. se la consistenza di questo patrimonio abitativo sottoutilizzato e i processi di impoverimento demografico che investono la città storica ci restituiscono il quadro di un contesto in cui parlare di emergenza abitativa può sembrare contradditorio, la pertinenza dell’uso di tale termine è riscontrabile, invece, nella presenza di numerose iniziative per il diritto alla casa e contro lo spopolamento che provengono da una varietà di movimenti e gruppi di opinione formatisi a Venezia negli ultimi anni.

3 tribunale internazione degli sfratti, sessione sul turismo, 28-30 settembre 2017, sala san leo- nardo, Venezia. la sessione è sostenuta dall’iai e dalle principali organizzazioni sociali di Venezia coinvolte nelle lotte per il diritto alla casa e contro lo spopolamento della città (unione inquilini, assemblea sociale per la casa, eddyburg, Venessia.com, garanzia civica, no grandi navi, gruppo 25 aprile).

una rete formata da associazioni, cittadini e ricercatori costituisce nel 2019 ocio – Osservatorio civico indipendente che intende analizzare la questione della casa e della residenza nella città insulare attraverso il recupero e lo studio di dati quan- titativi al fine di restituire ai cittadini una descrizione della situazione abitativa e promuovere il confronto e la costruzione di proposte4. La casa ha bisogno di cura,

iniziativa promossa dall’osservatorio, ha riunito l’11 maggio 2019 più di cento per- sone che hanno partecipato a una camminata urbana organizzata secondo un per- corso con soste in alcuni quartieri di edilizia residenziale realizzati nell’isola della giudecca5.

l’iniziativa Mi no vado via, promossa dal gruppo 25 aprile, ha riunito più di qua- ranta associazioni e comitati alla manifestazione del 2 luglio 2017 a cui hanno par- tecipato migliaia di persone che reclamavano l’impegno delle amministrazioni e delle istituzioni per la produzione di nuove politiche abitative e per la regolamenta- zione del settore turistico.

la marcia per la dignità di Venezia, organizzata il 10 giugno del 2018 dal comitato no grandi navi, ha visto l’adesione di oltre settanta realtà cittadine e ha mobilitato migliaia di persone che protestavano contro le logiche di svendita e sfruttamento della città.

l’iniziativa Bella ma ci vivrei, promossa da li.s.c. collettivo universitario liberi saperi critici, ha riunito studenti e cittadini che hanno partecipato il 13 febbraio 2019 in campo santa margherita a un gioco dell’oca rivisitato in chiave veneziana il cui obiettivo era quello di favorire uno scambio dialettico tra i partecipanti sul tema della residenzialità nella città storica e avvicinare due categorie, quelle degli studenti e dei residenti, generalmente antagoniste per quanto riguarda l’accessibili- 4 Fino al 2012 è attivo l’osservatorio casa del comune di Venezia, un ente autonomo nato nella metà degli anni novanta e finanziato con i contributi della legge speciale. L’osservatorio è stato uno stru- mento fondamentale per la città e negli anni ha prodotto una serie di studi e analisi della situazione abitativa veneziana, indicando anche una serie di azioni possibili da intraprendere per risolverne le principali criticità. la costruzione di un nuovo osservatorio civico testimonia la mancanza di atten- zione da parte delle istituzioni riguardo alla questione abitativa a Venezia. Per approfondire il lavoro svolto da ocio - osservatorio civico indipendente, rimando al suo sito web: <https://ocio-venezia. it/>.

5 le tappe della camminata toccano quelli che per l’osservatorio sono alcuni nodi critici della que- stione abitativa: gli alloggi nell’area ex scalera, il quartiere erp delle case minime, il complesso residenziale nell’area ex Junghans, il quartiere erp in campo di marte.

tà all’offerta locativa.

Se fino a qualche decennio fa l’abitare degli studenti era, infatti, malvisto e con- siderato come la causa della sottrazione di spazio alla residenzialità ordinaria, più recentemente, il loro forzato allontanamento dalla città storica, per le stesse ragioni che determinano l’espulsione della popolazione residente, ha contribuito alla for- mazione di un’opinione largamente condivisa secondo cui la presenza della popo- lazione studentesca rappresenta una risorsa per la rigenerazione economica e demo- grafica della città6.

I dati di censimento della popolazione non tengono conto di una quota significativa di persone composta di studenti e lavoratori temporanei che abitano stabilmente nella città storica e che assumono comportamenti da residenti. trattandosi di popo- lazione temporanea è difficile misurarne la consistenza e perciò conoscere esatta- mente il numero di persone che abitano nella città storica7, tuttavia considerando la

sola popolazione universitaria (studenti, docenti, ricercatori eccetera) stimata in 30 mila unità di cui 10 mila studenti potenzialmente interessati a un servizio residen- ziale a Venezia (lazzarini, 2018), è presumibile che il numero di persone che abita nella città storica superi le 60 mila unità.

È dunque anche alla popolazione temporanea che si fa qui riferimento quando si evidenzia il ritorno dell’emergenza abitativa cui è indispensabile trovare soluzione sia per arrestare lo spopolamento, sia per rinforzare il tessuto demografico della città caratterizzato da fenomeni di invecchiamento.

6 a questo proposito segnalo l’articolo di lazzarini, d. (2018). “diritto allo studio come diritto alla città”, La Rivista di Engramma n. 155, in <http://www.engramma.it/eos/index.php?id_ articolo=3390> (consultato il 19 novembre 2018).

7 uno studio controverso coordinato dal presidente della iX commissione consiliare Paolo Pellegrini (lista brugnaro) e basato sui consumi del servizio idrico, riporta che il numero dei residenti nella città storica e nelle isole della laguna sarebbe di circa 100.000 abitanti. secondo i consumi d’acqua medi annui (stimati in 140/150 litri al giorno per persona) il numero dei residenti non registrati sarebbe compreso tra 13.346 e 20.636; il totale dei residenti nel 2017 sarebbe quindi compreso tra 93.881 e 101.471, forbice cui è sottratto il numero di turisti giornalieri stimato in sole 7.883 perso- ne. cfr. s.n. (2019, 12 marzo). “Venezia rifà i conti (con i consumi d’acqua) e scopre che i residenti sono oltre 1000 mila”, Il Gazzettino, in <https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/abitanti_vene- zia_studio_consumi_idrici_ufficiali-4356671.html>.

2.2. L’esodo dei veneziani

la costante perdita di residenti nella città storica è ascrivibile a una serie di ragioni politiche ed economiche che sono legate alla funzione assegnata alla città nel corso del tempo e ai progetti a essa connessi. È nel gioco tra progetti di sfollamento e di ripopolamento legati a una precisa idea di città che è possibile ragionare sul presente di Venezia e su come essa sia diventata quello che è oggi. (Favero, 2014)

molti ritengono, erroneamente, che l’ideologia di quella che con uno slogan viene definita la “morte di Venezia” abbia origine alla decadenza della Serenissima Repubblica, mentre la vera “crisi” globale (sociale, economica, politica e anche edilizia) la città doveva attraversarla durante il periodo della restaurazione austriaca. (barbiani, 1983, p.11)

la dominazione austriaca condanna, infatti, Venezia a una marginalità politica e amministrativa che determina una decadenza demografica ed economica confermata dalla riduzione a circa 99 mila abitanti nel 1825, e dal numero dei poveri assisti dalla carità pubblica che arriva a interessare quasi la metà della popolazione (40 mila nel 1824). (romanelli, 1977)

nella seconda metà dell’ottocento, nel corso della cosiddetta fase neoinsulare, Venezia insegue la modernità avviando progetti di sviluppo dell’attività portuale e delle relative attività mercantili, navali e industriali. gli interventi di trasformazione nella laguna per consentire il passaggio delle navi da carico favoriscono lo sviluppo delle attività legate alla cantieristica e delle nuove industrie che importano materie prime. lo sviluppo commerciale e industriale di Venezia nel tardo ottocento contribuisce all’aumento della sua popolazione residente che nel 1901 conta quasi 147 mila abitanti.

Nei primi anni del secolo scorso, Venezia è, nonostante la crescita demografica, ai primi posti tra le città italiane che presentano un alto tasso di mortalità (24 per mille nel 1901) dovuto principalmente ai problemi d’igiene dell’abitato della città e delle sue infrastrutture. lo stato di degrado in cui versa la maggior parte delle abitazioni

della città lagunare porta a una serie d’interventi per l’eliminazione degli alloggi malsani e la riduzione dell’indice di affollamento attraverso il recupero degli alloggi esistenti e la costruzione di nuove abitazioni8.

il problema della qualità abitativa riguarda non solo gli alloggi delle fasce più povere della popolazione ma soprattutto gli alloggi delle nuove classi proletarie prodotte dall’industrializzazione.

accanto ai principeschi palazzi, testimoni di un glorioso passato e di una ricchezza che già fu […] accanto alle abitazioni delle famiglie agiate e benestanti, s’elevano vaste case antiche suddivise in quel maggior numero di abitazioni, che una gretta economia più che tutto ispira. In parte riduzioni di vetuste dimore […] in parte casamenti a più piani altre volte appartamenti a dominii claustrali e patrizi, in parte ancora modeste abitazioni di vecchia data le quali tutte non serbano memorie di riatti e di razionali modificazioni in rapporto alle esigenze igieniche, servono d’alloggio alla numerosa schiera di famiglie meno abbienti, degli operai, delle classi non favorite dalla fortuna. numerose le abitazioni in piano terra, delle quali non poche ridotte, per ingordigia di lucro, da magazzini umidi e malsani. (miozzi, 1939, cit. in barbiani, 1983, p. 13)

l’adeguamento delle condizioni igieniche e sanitarie delle abitazioni comporta un intervento significativo sulla struttura edilizia e urbanistica della città con il rischio di «delineare scenari urbani più simili alle periferie delle città industriali che integrati a un contesto urbano storico come quello veneziano». (Ivi, p. 16)

Per queste ragioni il risanamento edilizio entra in conflitto anche con gli interessi legati all’economia turistica particolarmente fiorente soprattutto per la presenza degli stabilimenti balneari nell’isola del lido. il risanamento edilizio del tessuto urbano storico avrebbe, infatti, compromesso il carattere “pittoresco” della Venezia popolare che affascina i turisti internazionali.

La scelta tra la bonifica edilizia e lo sviluppo dell’economia turistica trova soluzione nel proiettare in terraferma tutte le funzioni incompatibili con la sua peculiare forma

urbis; in realtà «erano gli abitanti a essere troppi e troppo poveri di fronte ai costi

8 cfr. somma, P., (1981). “l’attività di raffaele Vivante al comune di Venezia nella prima metà del secolo”, Storia Urbana, n. 4, pp. 213-231.

richiesti da un restauro degli edifici che ne mantenesse intatto il fascino storico e artistico, e di conseguenza quel che necessitava era una “bonifica umana”». (Favero, 2014, pp. 81-82)

Nasce così il progetto della “grande Venezia” che destina Marghera a nuovo porto e zona industriale, e per assicurare nuove residenze in prossimità dei luoghi di lavoro si pianifica la realizzazione di una “città giardino” per 30 mila abitanti.

ai mancati interventi di sostituzione edilizia corrispondono importanti interventi di sostituzione di utenza e di funzioni.

Venezia, a partire dai primi anni del secolo, viene spinta da alcune élite locali e nazionali verso la modernizzazione con alcune scelte che avviano la costruzione di una città bifronte: una terraferma moderna e industrializzata secondo un modello fordista molto avanzato, e l’antica città insulare, pensata e praticata come polo internazionale di arte, cultura, entertaiment […] A questa divisione spaziale di funzioni, corrispondeva di fatto una divisione sociale dello spazio: i ceti di stato elevato (abitanti e city-users) nella Venezia insulare […] e gli strati sociali di status inferiore nella terraferma. (Fregolent, Vettoretto, 2017, p. 164)

lo sviluppo di Venezia in terraferma risolve, inoltre, i problemi relativi alla rendita urbana; il trasferimento della fascia più povera della popolazione in terraferma e il conseguente alleggerimento della domanda sul mercato veneziano non porta a una svalutazione dei valori immobiliari bensì a una loro sopravalutazione dovuta all’emergere di una nuova domanda immobiliare prodotta dai processi di terziarizzazione e turisticizzazione. (barbiani, 1983)

nei primi insediamenti realizzati in terraferma tra il 1924 e il 1927, si stabiliscono circa 1.500 abitanti provenienti soprattutto dalle abitazioni malsane della città storica, e nel 1931 si realizzano altre abitazioni per ospitare 3 mila abitanti. negli anni trenta con i suoi 5 mila abitanti, marghera accoglie famiglie provenienti dalla città storica ma in numero notevolmente inferiore alle direttive urbanistiche del comune. i dati censuari riportano, infatti, una sostanziale stabilità del numero di residenti nella città storica tra il 1911 e il 1921, e una successiva crescita fino al 1931; nello stesso arco di tempo nella terraferma si registra un rilevante incremento

di popolazione dovuto soprattutto al reclutamento della forza lavoro proveniente dalle campagne circostanti.

nel 1951 il censimento della popolazione residente nella città storica registra 174.808 abitanti; nei venti anni successivi decresce significativamente perdendo più di 70 mila abitanti. nel dopoguerra con la legge 43/1949 il governo centrale promuove la ripopolazione delle periferie urbane delle città con forte identità industriale e si costruiscono alloggi principalmente in terraferma, laddove vi è la domanda abitativa dettata dai modi produzione e dalle attività economiche.

gli alloggi costruiti mediante investimenti pubblici tra il 1945 e il 1981 nella Venezia insulare ammontano a 1.601, e nell’entroterra lagunare (mestre e marghera) a 3.961. (dolcetta, 1983)

le condizioni abitative della città storica sono sempre meno compatibili con i modelli moderni dell’abitare e i vantaggi dei nuovi comfort domestici e del trasporto privato su gomma portano una buona parte della popolazione residente a lasciare Venezia negli anni del “miracolo economico”. (Favero, 2014)

2.3. Struttura e dinamiche demografiche

al 31 dicembre 2017 la popolazione residente nel comune di Venezia ammonta a 261.321 abitanti. il territorio comunale comprende la città storica, la laguna con le sue isole e la terraferma, dove risiede la maggior parte della popolazione. in terraferma risiede il 68,7% della popolazione, mentre nella città storica la quota di residenti incide solo per il 20,5 % sul totale dell’intero comune. nella città storica a fine 2017 risiedono 53.799 abitanti, mille in meno rispetto all’anno precendente, a conferma del processo d’impoverimento demografico che investe la città storica dal 1951, anno in cui si registra la massima taglia demografica raggiunta con quasi 175 mila abitanti (Cfr. figura 2.1). Nello stesso arco di tempo la popolazione residente in terraferma aumenta fino al 1975 e in seguito diminuisce fino al 2002 per poi cre- scere moderatamente fino al 2017. Nell’estuario la popolazione residente decresce in modo costante e nel 1999 perde circa un terzo dei suoi abitanti anche in seguito

Figura 2.1 Andamento della popolazione residente nel Comune di Venezia, 1951-2017. elaborazione dati del servizio statistica e ricerca del comune di Venezia.

alla costituzione del comune autonomo di cavallino-treporti.

dagli anni settanta la popolazione residente nel comune di Venezia decresce signi- ficativamente perdendo più di 100 mila unità. Il calo di popolazione non avviene, però, in modo uniforme nel territorio comunale. se si considerano le variazioni della popolazione residente nei quartieri negli ultimi quindici anni, è possibile co- statare come alla decrescita costante che interessa principalmente i quartieri della città storica corrisponda la crescita di popolazione nei quartieri della terraferma nel quinquennio 2007-2012, e una modesta decrescita nel quinquennio 2012-2017. sebbene la crescita della popolazione s’interrompa e dal 2012 anche la terrafer- ma cominci a perdere residenti, il suo peso percentuale sul totale del comune è in costante aumento a discapito della città storica che in soli quindici anni perde più di diecimila abitanti. nell’estuario, invece, nonostante la popolazione residente si sia ridotta, il loro peso percentuale sul totale del comune rimane costante perché la percentuale persa è analoga a quella comunale (cfr. tabella 2.1).

negli ultimi quindici anni gli abitanti della terraferma sono aumentati di 4.624 uni- tà, mentre la città storica e l’estuario perdono rispettivamente 10.277 e 3.784 resi- denti. Dalla lettura dei dati demografici, la causa della diminuzione degli abitanti nella città storica e nelle isole della laguna sembra dipendere dalla struttura demo-

1951 1957 1963 1969 1975 1981 1987 1990 1996 2002 2008 2017 250000 200000 150000 100000 50000 0

2002 2007 2012 2017 abitanti % abitanti % abitanti % abitanti % 1. san marco, ca-

stello, sant’elena,

cannaregio 38.926 14,4 36.491 13,6 34.910 13 32.181 12,3 2. dorsoduro, san

Polo, santa croce,

giudecca 25.150 9,3 24.264 9 23.305 8,7 21.618 8,3 3. lido, malamoc- co, alberoni 17.985 6,7 17.462 6,5 17.144 6,4 16.540 6,3 4. san Pietro in Volta, Pellestrina 4.396 1,6 4.226 1,6 4.004 1,5 3.760 1,5 5. murano, sant’erasmo 5.788 2,1 5.590 2,1 5.293 1,9 4.991 1,9 6. burano, maz- zorbo, torcello 3.598 1,3 3.311 1,2 2.977 1,1 2.692 1 8. Favaro, cam- palto 22.748 8,4 23.488 8,7 23.938 8,9 23.878 9,1 9. carpenedo, bis- suola 38.979 14,4 38.904 14,5 39.050 14,5 38.047 14,6 10. mestre centro 48.952 18,1 49.274 18,3 50.230 18,7 50.233 19,2 11. zelarino, cipressina, trivi- gnano 14.190 5,2 14.635 5,4 15.255 5,7 15.130 5,8 12. chirignago, gazzera 22.076 8,2 23.047 8,6 24.085 8,9 28.393 9,1 13. marghera, ca- tene, malcontenta 27.970 10,3 28.301 10,5 28.936 10,7 28.393 10,9 città storica 64.076 23,7 60.755 22,6 58.215 21,7 53.799 20,6 estuario 31.767 11,7 30.589 11,4 29.418 10,9 27.983 10,7 terraferma 174.915 64,6 177.649 66 181.494 67,4 179.539 68,7 totale comune 270.758 100 268.993 100 269.127 100 261.321 100

tabella 2.1 Popolazione residente nel Comune e nei quartieri di Venezia, 2002-2017 (V.a. e %). elaborazione dati del servizio statistica e ricerca del comune di Venezia.

grafica che stenta a rinnovarsi.

al 2017 nel comune di Venezia la fascia d’età più rappresentata è quella tra 50-59 anni, mentre le coorti successive, rappresentate dalla popolazione più giovane, di- minuiscono progressivamente in tutte e tre le ripartizioni eccetto l’estuario, dove il numero della popolazione corrispondente alle fasce di età comprese tra 10-19 anni e 20-29 anni è superiore a quello della coorte precedente.

nella città storica e nell’estuario, a differenza della terraferma, il numero di ultra- ottantenni è superiore rispetto a quello dei bambini di età inferiore a 10 anni. nella città storica, infatti, i residenti di età compresa tra 80-89 anni rappresentano una quota pari a 8,1% della popolazione, mentre quelli sotto 10 anni rappresentano solo il 6,5% contro il 7,7% della terraferma (cfr. tabella 2.2).

la dinamica della popolazione per classi di età nel quinquennio 2012-2017 rivela una netta precipitazione della popolazione in età tra 30 e 50 anni e tra 60 e 70 anni, oltre ad una consistente diminuzione dei residenti di età inferiore a 10 anni.

0-9 10-19 20-29 30-39 40-49 città storica 3.516 4.298 4.304 4.930 7.616 estuario 1.701 2.433 2.276 2.267 3.965 terraferma 13.846 15.678 17.095 18.940 26.451 totale comune 19.063 22.409 23.675 26.137 38.032 50-59 60-69 70-79 80-89 90 e + totale 8.669 7.499 7.512 4.375 1.080 53.799 4.510 3.977 4.050 2239 565 27.983 29.161 22.075 20.771 12.674 2.848 179.539 42.340 33.551 32.333 19.288 4.493 261.321

tabella 2.2 Popolazione residente al 2017 per classi d’età nel Comune di Venezia (V.a.). Fonte:

Documenti correlati