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Il rapporto dell’Osireion con il Tempio dei Milioni di Ann

L’OSIREION DI ABIDO: FUNZIONE

III.2. Il rapporto dell’Osireion con il Tempio dei Milioni di Ann

Che l’Osireion fosse una tomba, per quanto vuota, è dimostrato anche dalla relazione che intercorre tra ipogeo e tempio superiore. Sia i cenotafi abideni che le tombe tebane potevano contare sui rispettivi santuari per officiare i rituali quotidiani o occasionali di vivificazione e/o rigenerazione.

La morfologia del territorio a Tebe Ovest e la necessità di segretezza ricercata nella gola di Biban el-Moluk avevano fatto sì che i grandi complessi cultuali del Nuovo Regno fossero edificati in posizione discosta, più a valle e lontano dalle tombe afferenti. I più importanti furono sicuramente Deir el-Bahari, costruito da Hatshepsut, il Ramesseo, eretto da Ramesse II, e Medinet Habu, opera di Ramesse III, ma vanno ricordati anche il Tempio di Sethi I ad el-Qurna e il Tempio di Amenhotep III a Tebe Ovest402; tra i più maestosi e meglio conservati va annoverato, ovviamente, anche il Tempio maggiore di Abido, assieme al suo gemello di Ramesse II. Tipicamente di Nuovo Regno, essi prendono il nome di “Templi dei Milioni di Anni”403, in virtù della garanzia di una commemorazione millenaria del sovrano – e, quindi, di una vivificazione eterna. Come riassume bene David, “mortuary temples were

built for a three-fold purpose: for the cult of the gods, for the cult of the Ancestors404, and for the cult commemorating the king after his death”405.Sebbene siano spesso chiamati “templi

funerari reali”, essi erano preposti alla venerazione del sovrano sia defunto che in vita406 e, in particolare, della sua assimilazione con la divinità locale407.

Ad Abido, il Tempio dei Milioni di Anni è costruito per Sethi e Osiride – anche nella forma Sethi-Osiride. Tuttavia, la fondazione si rese necessaria per motivi diversi da quelli che spinsero Sethi a costruire ad el-Qurna, per esempio: qui non si vuole solamente rinnovare la potenza del Re ogni giorno e per l’Eternità, né si può dedicarsi unicamente ad Osiride, ma c’è il bisogno di contemplare più dèi, tutti quelli che erano stati per troppo tempo trascurati.

Sethi regnò all’indomani di un’esperienza che aveva profondamente scosso la religione egiziana: per la prima volta, un Re aveva accantonato i culti tradizionali e aveva

402 Il santuario doveva essere grandioso, ma oggi è perduto; rimangono solo le due enormi statue del sovrano, i

cosiddetti “Colossi di Memnone”.

403 @wwt nt HHw m rnpwt.

404 Naturalmente divini e reali (v. infra). 405 DAVID 1981, p. 87.

406 KEMP 1991, p. 209.

407 Principalmente fondati a Tebe Ovest – data la vicinanza della necropoli regale – complessi simili sono noti

anche fuori dalla Tebaide e, da regola generale, sono dedicati al dio della città o del nòmos in cui sorgono: Amon-Ra per i santuari tebani, Osiride per quelli abideni.

dirottato le attenzioni di tutto l’Egitto verso una sola figura divina su tutte. Per la verità, la teologia solare si era spinta in maniera quasi naturale in questa direzione408 e Amenhotep IV non fece che accelerare il processo: il nuovo Akhenaton si mostrò risoluto nel rimuovere tutte le tracce della religione del passato e si accanì in particolar modo con Amon e Osiride. Quest’ultimo fu vessato in quanto dio della morte e del buio Aldilà, incompatibile con il nuovo culto della luce e della vita409: la “rivoluzione amarniana” molto colpì i contemporanei, che non la capirono e che, anzi, vi lessero un atto di bieca empietà.

Ecco perché Sethi si fece promotore di una restaurazione statale che doveva partire proprio dalla città santa per eccellenza del Signore dell’Oltretomba; ed ecco, anche, perché questo progetto fu tra i primi della sua monarchia. Egli, dunque, edificò un santuario nazionale in cui fossero rappresentate, da nord a sud, tutte le maggiori divinità del pantheon, con le quali tutto l’Egitto si mostrava incline a riconciliarsi410: Ptah di Menfi, Ra-Harakhty di Eliopoli, Amon-Ra di Tebe, Osiride di Abido, Horo di Edfu e Iside. Sethi, pontifex maximus

ante litteram, si fa ritrarre su ogni superficie decorabile mentre riserva i dovuti onori a tutti gli dèi411, primo fra tutti Osiride.

Si è detto che l’Osiride di Abido, in quanto Khentimentiu, è prima di tutto un Re: per questo Sethi progetta e realizza un percorso in cui siano contemplati anche gli antenati che l’hanno preceduto: ogni giorno, infatti, qui si celebrava il “Rituale degli Antenati Reali”412,

una commemorazione con cui ciascun figlio adempiva ai suoi doveri verso il padre defunto; come Horo aveva onorato Osiride, così il Re doveva garantire la memoria e, attraverso di essa, la vivificazione dei predecessori, attuata tramite il costante affluire di beni sulla tavola d’offerta. Nel contesto di questa celebrazione si inserisce anche la presenza del sepolcro simbolico dei re commemorati, tutti riassunti nella figura di Osiride.

Come Faraone, Osiride deve essere sepolto sì in un monumento degno del suo status divino, ma principalmente con gli onori regali. L’Osireion, dunque, la tomba del dio-re, fa parte di un complesso funerario più esteso, in cui il rituale giornaliero è officiato nel tempio –

408 Con un’evoluzione che può essere rintracciata fino ad Amenhotep III e, dopo Amarna, anche successivamente

(ASSMANN 1995, p. 67).

409 MOJSOV 2005, p. 71. 410 GILBERT 1941, p. 179.

411 Il Re è raffigurato mentre sta da solo al cospetto degli dèi (EATON 2013, p. 11); i sacerdoti, quindi, “may

have served as vessels for the king, as his living images (twt anx) […]. All the priests served at the pleasure of the king” (EATON 2013, p. 11). Nella pratica, il Primo Sacerdote sostituiva il Faraone che non poteva essere presente quotidianamente (DAVID 1981, p. 83). Questo perché il clero poteva “interact with the divine on a level forbidden to the general populace” (EATON 2013, p. 11): gli operatori cultuali erano gli unici ad essere ammessi alla presenza del dio per prendersi cura delle effigi divine, grazie al loro status di wabw (puri).

come a Tebe – senza che tuttavia sia necessario nascondere la collocazione del sepolcro413. Il fatto che la tomba non sia celata è ascrivibile alla stessa tendenza al recupero del passato rilevata in architettura: come i cenotafi abideni e come le grandi piramidi di tutte le epoche, l’Osireion non è appartato né occultato, a differenza delle tombe reali tebane coeve.

Il primo a cogliere la relazione tra l’Osireion e i templi funerari fu Barguet414. Si è detto che l’aspetto austero e arcaizzante dovuto all’incompiutezza del monumento creò una certa incomprensione all’indomani della scoperta415. Ma se anche l’ipogeo è databile alla XIX dinastia, il suo rapporto con il tempio superiore può essere tracciato – seguendo l’evoluzione della storia egiziana – indietro fino all’Antico Regno e, in particolare, ai complessi funerari piramidali di Giza. Questi, come il tempio abideno, erano collocati contro la facciata est della piramide416 e racchiudevano cinque cappelle – una centrale e le altre messe in rapporto con i quattro punti cardinali417 – che ospitavano le immagini degli dèi che ivi dimoravano. Alcuni templi funerari di IV dinastia, primo fra tutti quello di Cheope, presentavano un’estensione notevole in lunghezza, atta ad ospitare anche le barche sacre418. Ad Abido, le pareti delle sette cappelle del tempio maggiore, chiamate swt wrt, sono intervallate da due lesene centrali – una sul muro settentrionale e una su quello meridionale – che dividono idealmente lo spazio in due metà: per Barguet si tratterebbe della separazione tra l’ambiente della barca divina (sul fondo) e il locale per la statua di culto (nella metà anteriore)419. Non è di questo avviso

Rosalie David, che spiega come in alcuni templi vi sia una separazione tra le cappelle delle barche, usate durante le processioni sia dentro che fuori dal tempio, e i sacelli per le effigi divine, di discrete dimensioni e realizzate in metallo, pensate per non essere rimosse dalla loro sede perché troppo pesanti da trasportare420; si ritiene che, talvolta, statue e barche potessero essere custodite nello stesso ambiente, ma nel Tempio di Sethi le cappelle non hanno spazio a sufficienza: è dunque più plausibile che le divinità ospitate nel santuario si trovassero

413 Come si dirà, da progetto l’Osireion doveva avere un segnacolo distintamente visibile (v. infra).

414 “Le véritable lien qui les unit [tempio e cenotafio, n.d.a.] n’a jamais été expliqué, mais n’a même pas été

reconnuˮ (BARGUET 1962, p. 21).

415 V. infra.

416 Si avrà modo di dire che l’Osireion doveva essere sormontato da un tumulo alberato, come una piramide

naturale (v. infra).

417 BARGUET 1962, p. 23.

418 Sia divine che regali (BARGUET 1962, p. 24).

419 Poiché, in ogni cappella eccetto quella di Sethi, sulle pareti della metà posteriore è rappresentata una barca

sacra (BARGUET 1962, p. 24). Wilkinson, invece, sostiene che generalmente la barca si trovi davanti e il santuario del dio si trovi sul fondo (WILKINSON 2000, pp. 69-70).

all’interno di naoi posti sull’imbarcazione421. Ad Abido, quale che fosse la disposizione della st wrt, vi trovano posto il nume tutelare e il suo mezzo di trasporto; sebbene le barche, in materiale deperibile e/o prezioso, siano perdute, la decorazione pressoché intatta permette di stabilire a chi appartenesse ciascuna delle sette cappelle: da sud, vi sono venerati Sethi I, Ptah, Ra-Harakhty, Amon-Ra, Osiride, Iside e Horo. La teoria di Barguet vede rappresentato ogni punto cardinale delle quattro cappelle del tempio funerario di Antico Regno attraverso la divinità della città principale422: Ptah di Menfi per il nord, Ra-Harakhty di Eliopoli per l’est, Amon-Ra di Tebe per il sud e la triade abidena per l’ovest. Il quinto elemento sarebbe costituito dal naos del Faraone, completando così lo schema canonizzato nei templi delle piramidi. Il fatto che ci si trovi nella città della triade Osiride-Iside-Horo spiega perché essi necessitino di essere rappresentati ciascuno in una cappella a se stante e, quindi, perché ci siano sette sacelli e non cinque423.

Se dunque nell’Osireion si riconosce una tomba con il suo tempio funerario, progettata alla maniera dell’Antico Regno, si può azzardare anche un’ipotesi più ardita: che, cioè, le due stanze inaccessibili situate all’angolo nord-ovest del Tempio di Sethi siano i serdab dell’ipogeo, ovvero la residenza del kA del Re divinizzato424.