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Rappresentazione della frase semplice vista al Liceo Corradini di Thiene

3. Rappresentazioni della frase semplice secondo il modello valenziale

3.1. Rappresentazione della frase semplice vista al Liceo Corradini di Thiene

Durante il mio tirocinio al Liceo Corradini ho potuto osservare come il modello valenziale veniva applicato nel contesto didattico da parte dei professori Paolo Dal Balcon per l’italiano, Gianpietro De Rossi per l’italiano e il latino e Luciano Zampese (cfr. par. 2.4.5) per il latino. La rappresentazione della frase che propongono ai propri studenti si rifà ad un modello comune che qui di seguito viene descritto.

In questo modello vengono usati i seguenti termini:

 Argomenti: sono, come abbiamo visto, i sintagmi necessariamente richiesti dal verbo

 Nucleo: composto dal verbo e dai suoi argomenti  Nucleare: ogni sintagma che appartiene al nucleo

 Extranucleare: ogni sintagma che non appartiene al nucleo

 Circostanti: sintagmi retti dal predicato, operanti su di esso o sull’intera frase, ma non necessari a saturarne le valenze

 Espansioni: sintagmi facoltativi retti da qualsiasi altro tipo di sintagma ("espandono" argomenti, circostanti e altre espansioni)

Per la rappresentazione della frase, che assomiglia molto ad un albero rovesciato, si procede ponendo il predicato in alto e collegando ad esso attraverso delle linee continue oblique gli argomenti e, più in basso, con linee tratteggiate oblique i circostanti (i sintagmi extranucleari non vincolati alla valenza verbale, ma retti dal predicato). La linea

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continua suggerisce infatti visivamente l'idea di un legame più forte rispetto alla linea tratteggiata e la collocazione più in basso suggerisce il diverso livello gerarchico.

Una disposizione efficace può prevedere che all'estrema sinistra dello schema si trovi sempre il primo argomento; all'estrema destra si trovino, nell'ordine, il secondo e il terzo argomento (se il predicato li richiede); in mezzo i vari circostanti, preferibilmente nell'ordine in cui compaiono nella frase.

A questi primi sintagmi possono aggiungersi altri sintagmi (le espansioni) retti dagli argomenti o dai circostanti e vanno collegati con linee continue verticali all’elemento che espandono. Anche le stesse espansioni possono avere a loro volta espansioni, che vanno poste gerarchicamente sempre più in basso.

Nel caso di frase complessa, si utilizzano le stesse linee non solo per i sintagmi di tutti i predicati subordinati, ma anche per rappresentare i rapporti dei predicati tra loro. Sintagmi o proposizioni coordinati vanno uniti con una linea continua orizzontale, interrotta o sovrascritta con il segno funzionale o di interpunzione, mentre le eventuali ellissi vengono rappresentate con il lessema sottinteso racchiuso tra parentesi.

Qui di seguito viene mostrato un esempio della rappresentazione appena descritta, con i termini teorici nelle posizioni dei vari tipi di sintagmi

In questo modello di rappresentazione della frase, il nucleo è costituito dagli elementi che si trovano più in alto nello schema, cioè il predicato e i suoi argomenti. Gli elementi che si trovano più in basso non fanno parte del nucleo, ma di quella zona che viene chiamata anche periferia della frase, e sono detti extranucleari. Lo schema seguente mostra con chiarezza questa situazione: all’interno del circolo troviamo il nucleo della

PREDICATO ARGOMENTO ARGOMENTO ARGOMENTO ESPANSIONE CIRCOSTANTE ESPANSIONE

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frase, composto dal predicato e dai suoi argomenti, mentre al suo esterno vi è la periferia della frase, composta da circostanti ed espansioni.

Con questa modalità di rappresentazione, una frase come Ieri Elisa ha donato a

Filippo per il suo compleanno un DVD del suo film preferito, in cui ha donato è il

predicato e Elisa – a Filippo – un DVD sono i suoi argomenti, andrebbe così rappresentata: a Filippo un DVD Elisa suo per il compleanno ha donato ieri del film preferito suo ARGOMENTO ARGOMENTO ARGOMENTO ESPANSIONE CIRCOSTANTE ESPANSIONE PREDICATO

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Un altro esempio può essere offerto dalla frase Ieri a casa di Ugo i nostri parenti

di Treviso ci hanno inaspettatamente offerto la loro splendida casa con vista sul mare:

I verbi usati come ausiliari (essere, avere), come modali (potere, dovere, volere) o come aspettuali (cominciare a, finire di) danno origine, con il verbo che reggono, a un'unica forma verbale: la loro valenza è pertanto quella del predicato a servizio del quale sono impiegati. Nello schema perciò non vengono separati, come nella frase di esempio

Tobia deve completare la relazione entro domani:

Per quanto riguarda il complemento predicativo, quando accompagna verbi come

parere, risultare, sembrare o i verbi appellativi, elettivi ed estimativi, si trova nella

posizione di un argomento (a.) ed è quindi legato al verbo dalla linea continua; può però

la casa ci i parenti di Ugo a casa Ieri hanno offerto nostri di Treviso inaspettatamente

loro splendida con vista

sul mare

la relazione Tobia

entro domani

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comparire con qualsiasi altro tipo di verbi, ma in questo caso è un circostante (b.) ed è legato dalla linea tratteggiata:

a. Lei considera suo marito troppo permissivo. b. Giovanni si addormentò sereno.

Se nella frase vi sono elementi correlati, che cioè sono dello stesso e tipo e si trovano tra di loro allo stesso livello, essi vanno uniti con una linea orizzontale che può contenere l’elemento di correlazione, sia esso formato da una o più parole oppure da un segno di interpunzione, come nella frase di esempio Ha preso sia i fogli bianchi sia quelli

gialli: suo marito Lei considera permissivo troppo sereno Giovanni si addormentò i fogli (lui/lei) Ha preso bianchi

sia … sia quelli

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Soprattutto per la rappresentazione di frasi latine, ma non solo, si possono utilizzare delle sigle da apporre agli argomenti per indicarne il caso di appartenenza. Al liceo Corradini ho visto utilizzare la seguente simbologia:

 C1: complemento vincolato (argomento) con funzione di soggetto (in nominativo)  C2: complemento vincolato (argomento) in genitivo

 C3: complemento vincolato (argomento) in dativo  C4: complemento vincolato (argomento) in accusativo  C5: complemento vincolato (argomento) in ablativo

 C6: complemento vincolato (argomento) preposizionale (con preposizioni che reggono accusativo e ablativo)

 C7: complemento vincolato (argomento) locale (tutti i complementi di luogo). L’uso di questa simbologia può aiutare nel caso in cui si stia insegnando/studiando nello stesso momento sia la grammatica italiana che quella latina, perché aiuta a fare dei parallelismi tra le strutture morfosintattiche delle due lingue.5

Un esempio dell’uso di questa simbologia può essere visto nello schema della frase Andrea consegnò un regalo pregiato a suo zio Nicola:

La rappresentazione schematica valenziale della frase aiuta molto nel comprendere il parallelismo tra frase semplice e frase complessa e a riconoscere quale ruolo assumono le frasi subordinate rispetto alla principale e tra di esse.

Prendiamo ad esempio la frase Suo fratello le ha promesso un messaggio dal mare e trasformiamo il complemento oggetto in una frase subordinata oggettiva ottenendo Suo

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L’uso dei simboli appena descritti è stato adottato da alcuni insegnanti del Liceo Corradini di Thiene (VI) grazie al lavoro delle insegnanti Maria Grazia e Patrizia Passuello all’interno di un corso di aggiornamento sull’insegnamento del latino, tenutosi al Liceo Brocchi di Bassano del Grappa (VI) nell’ a.s. 1992-1993, dal titolo ‘Il latino nel Biennio della Secondaria Superiore’.

un regalo a Nicola Andrea suo zio consegnò C4 C3 C1 pregiato

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fratello le ha promesso che le avrebbe scritto un messaggio dal mare: negli schemi di

queste due frasi vediamo con chiarezza che la subordinata prende il posto di un argomento e, nello specifico, del complemento oggetto risultando dunque un’oggettiva. Ciò che può risultare poco chiaro osservando la frase nella sua forma lineare, risulta evidente osservandone la struttura valenziale: