a cura di Federica Missaglia
L. Gaeta, Lineamenti di grammatica tedesca, Carocci Editori, Roma 2017, 331 pp.Scopo del volume è offrire a studenti univer-sitari una descrizione strutturale della lingua tedesca. Dopo un breve profilo dal punto di vista diacronico e sincronico, i quattro capitoli centrali sono dedicati a illustrare le componen-ti essenziali della grammacomponen-tica del tedesco. Tra i modelli di riferimento l’autore adotta lo
Zwie-belmodell, secondo il quale la grammatica è
inte-sa come organizzata intorno alle sue tre compo-nenti principali: fonologia, morfologia lessicale e sintassi. Per l’aspetto fonologico si parte dai tratti essenziali (consonanti e vocali), per poi il-lustrare la dimensione soprasegmentale (sillaba, ritmo e accento) e i lineamenti di grafematica. Per la dimensione morfologico-lessicale si af-frontano gli elementi principali della flessione della lingua (nome, aggettivo, verbo, classi les-sicali minori) e la formazione delle parole (in particolare composizione e derivazione). Due sono, invece, i capitoli dedicati alla sintassi: nel quarto si analizza la frase attraverso l’individua-zione dei suoi costituenti e delle principali fun-zioni sintattiche, a partire dalla “rappresentazio-ne concreta” delle frasi a seconda della posizio-ne del verbo finito; il quinto capitolo è, invece, dedicato ai tipi di frase, e quindi alla loro strut-tura topologica (Vorfeld, Mittelfeld, Nachfeld) e al periodo complesso, tipicamente tedesco, in cui compaiono frasi completive, circostanziali, attributive, temporali. Chiude ogni capitolo un approfondimento bibliografico, ragionato e quindi di aiuto nella ricerca dei principali testi relativi a ogni tematica affrontata.
Lucia Salvato
M. Costa – M. Foschi Albert ed.,
Gram-matica del tedesco parlato, Pisa University Press,
Pisa 2017, 236 pp.
Il volume è la prima descrizione in lingua italia-na dei fenomeni grammaticali e delle regolarità d’uso del tedesco parlato, analizzati dalla pro-spettiva pragmatica e interazionale. A partire da esempi autentici tratti da corpora di tedesco parlato standard e dal confronto con le regole codificate della grammatica tradizionale model-lata sulla lingua scritta, il testo raccoglie sette contributi, pensati per studiosi – compresi gli studenti universitari – di germanistica e tedesco L2. La base teorica e metodologica è costituita dagli studi relativi alla comunicazione orale. Il capitolo iniziale di R. Fiehler, presentato sia in tedesco sia in italiano, offre una retrospettiva sulle teorie e tendenze degli studi sull’oralità nell’area di lingua tedesca e sulle differenze si-stematiche tra lingua parlata e scritta nonché una panoramica delle discipline a essa collegate a partire dal 1960. Nel secondo capitolo di M. Foschi Albert vengono dapprima evidenziati i differenti referenti della parola “grammatica” per poi illustrare le varietà della lingua tede-sca soffermandosi sulla varietà diamesica del tedesco parlato. Nel terzo capitolo M. Costa e D. Mazza prendono le mosse dagli studi di Koch/Oesterreicher sui concetti di vicinanza e distanza per esporre l’abbandono di un siste-ma dicotomico tra oralità e scrittura e l’idea di un continuum tra i due. Si fa poi riferimento ai generi comunicativi insieme alla loro classifica-zione e ai loro schemi d’aclassifica-zione. Infine vengono presentati quattro esempi di generi comuni-cativi di diversa tipologia (dialogo informale, conversazione telefonica, discorso pubblico e visita guidata). Il quarto capitolo di L. Cinato si occupa dei processi d’interazione nel parlato spontaneo e, in particolare, delle caratteristiche che contribuiscono all’organizzazione del
parla-196 Rassegna di Linguistica tedesca
to. Ci si concentra invece nel quinto capitolo di S. Ballestracci e M. Ravetto sulle caratteristiche sintattiche del tedesco parlato, sulle regole con-divise con lo scritto e su altre categorie di analisi applicabili al parlato. Si passa poi a indicare il processo di co-costruzione dell’interazione per terminare con una descrizione delle strutture sintattiche del parlato coadiuvate da numerosi esempi. Nel sesto capitolo di M. Nied e P. Ka-telhön si esplorano gli elementi lessicali e mor-fologici sempre in ottica contrastiva rispetto alle regole dello standard scritto. Centrale nel capi-tolo è la riflessione sul concetto di parola e sulle categorie di parola, le loro variazioni e la loro diffusione all’interno dell’area di lingua tede-sca. Il settimo e ultimo capitolo di F. Missaglia verte sulla fonetica e sulle caratteristiche proso-diche di specifici esempi di parlato spontaneo. Si fa riferimento in particolare ai fenomeni so-vrasegmentali negli enunciati e a diversi meto-di meto-di trascrizione nonché ai tipici fenomeni meto-di coordinamento intersegmentale e alle funzioni dell’intonazione. Chiudono il volume due glos-sari (italiano-tedesco, tedesco-italiano) e una bibliografia contenente tutti i testi citati dagli autori.
Vincenzo Damiazzi & Lucia Salvato
N. Fuhrhop – M. Werner, Die Zukunft der
Derivation oder: Derivation 2.0, “Linguistik
on-line” 77, 2016, 3, pp. 129-150 (http://dx.doi. org/10.13092/lo.77.2909)
Die Autoren behandeln die ernste Frage nach der möglichen Ablösung der deutschen Wort-bildung – insbesondere der substantivischen Ableitung – zugunsten einer „Syntaktisierung“ durch Wort-„Bildung“ in der Syntax. Die in den meisten Forschungen der letzten Jahre ge-priesene Produktivität von Derivaten dank der nominalen Affigierung wird dadurch herausge-fordert, dass verschiedene formale Einschrän-kungen zwischen Affixen und Wortklassen zwar identifiziert, doch nicht mehr durch tra-ditionelle Ansätze erklärt werden können. Die
Abnahme der nominalen, adjektivischen und verbalen Affigierung entspreche der Zunah-me einer Syntaktisierung, nämlich einer mor-phologischen Bevorzugung der syntaktischen Konversion (das Ich, das Grün, das Singen, der
Singende, der Geliebte). Der Grund dieser
Mo-difikation wird auf eine morpho-theoretische Weise in den Vordergrund gestellt und als eine Änderung im linguistischen encoding neu inter-pretiert.
Lucia Salvato
H. Sieburg – B. Weimann, Die Erforschung
der Luxemburger Wortbildung als Aufgabe. Eine Projektvorstellung, “Linguistik online” 77, 2016,
3, pp. 71-89 (http://dx.doi.org/10.13092/ lo.77.2909)
Gegenstand des Artikels ist das Studium der Wortbildung des Luxemburgischen, die aus einem diachronischen und synchronischen Gesichtspunkt behandelt wird. Wegen der komplexen bzw. multilingualen Situation des Landes, deren Grund in seiner komplexen Ge-schichte festgestellt wird, ist das Studium die-ser Sprache noch in seiner Anfangsphase. Der Artikel behandelt das an der Universität Lux-emburg angesiedelte Forschungsprojekt „Die Wortbildung des moselfränkisch-luxemburgi-schen Raumes (WBLUX)“, das die sprachliche Komplexität des Landes berücksichtigt. Es han-delt sich um ein interdisziplinäres „multi-stage corpus-based“ Tandemprojekt, das innerhalb der Mitwirkung von Germanistik und Luxem-burgistik entstanden ist. Im Aufsatz werden somit Natur und Methode des Projekts präsen-tiert, indem die Autoren den Korpus mithilfe einiger Textbeispiele vorstellen.
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M. Werner, Die Entwicklungslogik der
nomi-nalen Determinativkomposition im Deutschen – verstanden als Grammatikalisierung,
“Lingu-istik online” 77, 2016, 3, pp. 91-128 (http:// dx.doi.org/10.13092/lo.77.2908)
Der vorliegende Beitrag beschäftigt sich mit der gründlichen Frage, welche Entwicklungs-logik, d.h. welche wortinternen Veränderungen die typische Dehnung gegenwärtiger deutscher substantivischer Determinativkomposita be-stimmt haben. Durch einen kurzen Blick in historische Texte des Alt- und Mittelhochdeut-schen zielt der Aufsatz darauf, die Motivation des historischen Sprachwandelns aus einer nicht mehr nur syntaktischen, sondern eher innermorphologischen bzw. wortinternen Per-spektive zu erforschen. Das Phänomen ist in-sofern im Sinne einer diachron beobachtbaren Grammatikalisierung von Wortbildungsstruk-turen verstanden, nämlich eines Aufbaus gram-matischer Semantik mit Konsequenzen für die morphologische Strukturbildung.
Lucia Salvato
S. Dahmen – U. Hirschfeld, Phonetik in der
Unterrichtspraxis, “Fremdsprache Deutsch” 55,
2016, pp. 3-9
Nach der Erklärung der Begriffe Phonologie, Phonetik und Aussprache präsentieren Dah-men und Hirschfeld die Richtlinien für den Erwerb der Aussprache im GeR. Wegen der Vagheit dieser Richtlinien wird es notwendig, die Lernsituation und Gruppenspezifik näher zu betrachten, erstens in Bezug auf die Unter-scheidung zwischen Deutsch als Fremd- oder Zweitsprache und zweitens in Bezug auf den Einfluss von Vermittlungsmethoden auf den Erfolg des Ausspracheerwerbs. Zudem sind kreative Unterrichtsmethoden, die Wahl von Unterrichtsinhalten, Alter, Motivation und sprachliche Voraussetzungen entscheidende Faktoren. Schließlich schlagen die Autorinnen die Verwendung der bereits erworbenen Eng-lischkenntnisse vor, damit Deutschlehrende die
positiven Einflüsse des Englischen für den Er-werb der deutschen Aussprache nutzen können.
Vincenzo Damiazzi
V. Malwitz, Gibt es ein phonetisches
Mini-mum?, “Fremdsprache Deutsch” 55, 2016, pp.
16-20
Heutzutage herrscht allgemeiner Konsens über die Lehr- und Lernziele des Ausspracheun-terrichts. Dazu gehören die Beherrschung der Phoneme und deren Realisierung in bestimm-ten Kontexbestimm-ten, die Aussprachevermittlung in Zusammenhang mit der Prosodie und die kon-trastive phonetische Analyse unterschiedlicher Sprachen. Diese Schwerpunkte stellen das – je nach Zielgruppe variierende – “phonetische Minimum” für erfolgreiche Kommunikation dar und sie lassen sich weiter minimieren. Die Auswahl der phonetischen Schwerpunkte und Lerninhalte entspricht auch den Lernzielen, welche die Lehrende bestimmen. Aus diesem Grund sollten die Lehrenden eine gewisse Er-fahrung bei der Auswahl der Ausspracheübun-gen und Lehr- und Lernaktivitäten haben und die Zielgruppenspezifik der Lernenden erken-nen könerken-nen. Oft entspricht aber die Auswahl der phonetischen Schwerpunkte nicht der im Lehrwerk dargebotenen. Deswegen sollten die Lehrenden auch auf Zusatzmaterialien zurück-greifen und die Progression phonetischer Inhal-te nach dem „richtigen“ Prinzip strukturieren.
Vincenzo Damiazzi
K. Reinke, Phonetik online: Möglichkeiten und
Grenzen, “Fremdsprache Deutsch” 55, 2016,
pp. 26-30
Auch wenn die Verwendung von E-Learning Lernenden helfen sollte, ihre Aussprachekom-petenz ohne Unterstützung der Lehrkraft zu verbessern, werden diese Plattformen bisher den Ansprüchen weder quantitativ noch qua-litativ gerecht. Derartige Programme könnten als Ergänzung für den Ausspracheunterricht verwendet werden. Zur Zeit ist “Phonetik
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Simsalabim Online” das einzige komplexe on-linegestützte Aussprachelernmaterial. PSO ist für Lernende ab 12 Jahren, Sprachniveaustu-fe A2 und unter Anleitung einer Lehrperson konzipiert und bietet Übungen in einer moti-vierenden Reihenfolge, die zuerst selbstständig durchgearbeitet und deren Lösungen später im Unterricht gemeinsam besprochen werden sollten. Es werden zudem andere Merkmale des Programms präsentiert und das Angebot der online verfügbaren Möglichkeiten für das Aus-sprachetraining systematisiert.
Vincenzo Damiazzi
U. Friederich – A. Moeller – R.E. Wicke,
Hosd mi? Phonetik im DaF-Unterricht mit dem Dialektatlas der Deutschen Welle,
“Fremdspra-che Deutsch” 55, 2016, pp. 31-33
Nach der Präsentation des Materialangebots, das für die Vermittlung regionaler Besonder-heiten von Wortschatz, Aussprache und Tra-ditionen verwendet wird, stellen die Autoren den Dialektatlas der Deutschen Welle vor. Der Atlas enthält Informationen über zwanzig ver-schiedene Mundarten des Deutschen sowie über die Vielfalt des Dialektwortschatzes und die Aussprachevarianten. Die Materialien des Dialektatlas können als Zusatzmaterialien für andere Lehrwerke eingesetzt werden, beson-ders in Bezug auf die dialektalen Variationen im Zusammenhang mit der Sprechmelodie, der Akzentuierung und dem Rhythmus. Die Audi-obeispiele mit authentischen Dialektsprechern sind besonders für diejenigen Lernende wert-voll, die im In- und Ausland mit den verschiede-nen Färbungen der Alltagssprache konfrontiert sind. Dialekte sind für Deutschlernende sehr motivierend und das Interesse für die diatopi-sche Variation kann produktiv im Unterricht miteinbezogen werden.
Vincenzo Damiazzi
U. Hirschfeld – F. Lange,
Phonologisch-pho-netische Merkmale von falschen Freunden aus dem Englischen, “Phonetische und rhetorische
Aspekte der interkulturellen Kommunikation”, 2016, pp. 97-104
Einer Definition von falschen Freunden folgt ihre Klassifizierung hinsichtlich der phonolo-gisch-phonetischen Merkmale von Vokalen, Konsonanten und Lautfolgen. Semantische Aspekte werden hier nicht berücksichtigt. Mit-tels einer Tabelle mit ausgewählten Laut-Buch-staben-Beziehungen im Englischen und Deut-schen werden die Erscheinungen Homografie und Homophonie im Bereich der falschen
Freunde thematisiert. Zudem werden die
kon-trastiven Aspekte der Wortakzentposition und der Phonem-Graphem-Beziehung von Einzel-wörtern betrachtet. Darüber hinaus wurden aus dem Wörterbuch “False friends. A short dicti-onary” 257 Lemmata als Stichprobe entnom-men, um die Abweichungen in vier verschie-denen Kategorien zu erfassen. Schließlich wird das große didaktische Potential der falschen
Freunde zusammengefasst.
Vincenzo Damiazzi
B. Neuber, Gesprächsoptimierung in der
Tele-kommunikation unter interkulturellem Blick-winkel, “Phonetische und rhetorische Aspekte
der interkulturellen Kommunikation”, 2016, pp. 177-183
Es besteht die Tendenz, die gesamte elektro-nisch gestützte Kommunikation von Institu-tionen in Omnichannel-Centern zu bündeln, die mittels verschiedenster Medien (Telefon, E-Mail, Live Chat etc.) mit den Nutzern kom-munizieren. Diese Center bieten eine Chance für die Verbesserung der Sprech- und Sprach-kompetenzen. Neuber und sein Team untersu-chen seit zehn Jahren Gespräche, um prototy-pische Fälle zu systematisieren. Ziel ist es, die Gespräche zu beschreiben und sie von unter-schiedlichen Beobachtern bewerten zu lassen. Es werden Merkmale wie Authentizität, Empa-thie und Interkulturalität diskutiert und es wird
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auf die Implementierung von verantwortungs-bewusster Kommunikation in der industriellen Massenproduktion von Gesprächen hingewie-sen. Schließlich wird über Experimente mit Kommunikationsstrategien in Schulungen und Blended- sowie E-Learning Plattformen berich-tet.
Vincenzo Damiazzi
K. Reinke, Phonetische Herausforderungen
beim Wortschatzerwerb/bei der Wortschatzver-mittlung bei DaF/DaZ-Lernenden,
“Phoneti-sche und rhetori“Phoneti-sche Aspekte der interkulturel-len Kommunikation”, 2016, pp. 197-206 Nach der Auflistung der Lernbestimmungen für Lexik und Phonetik/Phonologie im GeR, erläutert Reinke die Zusammenhänge zwischen Lexik und Phonetik im Bereich des Erstspra-cherwerbs und die Modelle zur Erklärung der Sprachproduktion und -rezeption. Anschlie-ßend wird auf die Einzelheiten des Phonetik- und Lexikerwerbs im Fremdsprachenunterricht eingegangen sowie auf die Automatismen, die zu Schwierigkeiten bei der Sprachproduktion führen können. Es folgt eine Analyse der ersten Lektion von 17 DaF-Grundstufenlehrwerken. Analysiert wurden der Wortschatz, die für die meisten Lernenden relevanten phonetischen Probleme und die mangelnde Berücksichti-gung des Wortakzents in diesen Lehrwerken. Schließlich werden einige Vorschläge aufgelis-tet, die zur Fehlervermeidung und zum besse-ren Aufbau des mentalen Lexikons beitragen könnten.
Vincenzo Damiazzi
U. Hirschfeld – E. Stock, Positionen und
Probleme sprechwissenschaftlicher Untersuchun-gen zur interkulturellen Kommunikation,
“Pho-netische und rhetorische Aspekte der interkul-turellen Kommunikation”, 2016, pp. 13-22 Hirschfeld und Stock gehen davon aus, dass im gegenwärtigen Kontext eine kontinuierliche wissenschaftliche Aufarbeitung der
interkultu-rellen Kommunikation notwendig ist. Da die kommunikativen Kompetenzen der MigrantIn-nen nicht ausreichend aufgebaut werden und Störungen in der interpersonellen Kommuni-kation nicht vermeidbar sind, nehmen heut-zutage Schwierigkeiten in der Kommunikation brisant zu. Zentral sind hier der Begriff Kultur und dessen Erläuterung sowie auch der Merk-malskomplex des Emotionsausdrucks, der von Kultur zu Kultur unterschiedlich ist und mit verbalen und nonverbalen Ausdrücken gekop-pelt wird. Schließlich werden grundlegende Fragestellungen und eine Zusammenfassung der Ergebnisse empirischer und theoretischer Untersuchungen präsentiert.
Vincenzo Damiazzi
S.M. Moraldo ed., Sprachwandel –
Perspekti-ven für den Unterricht Deutsch als Fremdsprache,
Universitätsverlag Winter, Heidelberg 2018 (Sprache – Literatur und Geschichte. Studien zur Linguistik, Band 49), 205 pp.
Welchen Stellenwert haben Sprachwandel-phänomene im DaF-Unterricht? Sollen sich Sprachwandelphänomene in Lehrmaterialien niederschlagen? Auf diese und weitere Fragen versucht dieser Band Antworten zu geben. Eröffnet wird der Band mit einem Beitrag zu den neuesten Entwicklungen im Deutschen von L.M. Eichinger. Auch E. Neuland unter-sucht aktuelle Sprachwandelprozesse und the-matisiert sie als Gegenstand der Reflexion im DaF-Unterricht.
J. Schiewe richtet dagegen sein Interesse auf das Thema Sprachwandel und Sprachkritik, wobei theoretische Grundlagen, methodische Überlegungen aber auch praktische Anwen-dungsbeispiele zur Sprache kommen. I. Bose – S. Grawunder – C. Schwarze fokussieren in ih-rem Beitrag den Sprachwandel in Bezug auf die (Standard-)Aussprache und versuchen durch transkribierte Korpus-Beispiele diese für den DaF-Unterricht auch praktisch umzusetzen. C. Di Meola wiederum untersucht die Präpo-sitionen zwischen Stabilität und Wandel und