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Capitolo I. Le testimonianze orali: orientamenti storiografici, questioni metodologiche e prospettive

1.3 Rassegna degli studi più recenti e accreditati dedicati all’impiego delle fonti orali nella ricerca

L’impiego delle fonti orali nella storia dell’educazione costituisce una innovazione della ricerca contemporanea, a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi anni gli storici dell’educazione hanno iniziato ad esplorare le ampie potenzialità euristiche di questa tipologia di fonti, iniziando a dedicare una crescente attenzione nei confronti dei racconti e delle storie di vita che i protagonisti della storia contemporanea sono chiamati a esporre affinché possano essere condivisi, tramandati alle nuove generazioni e, naturalmente, utilizzati per la ricerca storico-educativa.

In ragione delle nuove sollecitazioni culturali dell’ultimo ventennio – a partire da quella rivoluzione storiografica avviata sulla scia della riflessione proposta da Julia di cui si è parlato nel primo paragrafo di questo capitolo –, gli storici dell’educazione hanno iniziato ad indagare le potenzialità euristiche di un’ampia gamma di “nuove fonti”, tra cui le fonti orali che costituiscono, come già accennato, un ambito ancora in gran parte da esplorare.

All’estero, tra gli studi e le ricerche sulle fonti orali che vedono al centro proprio la ricerca storico- educativa, si evidenziano, per esempio, quello di Heinz Blaumeiser presso l’Università di Innsbruck che ha raccolto circa sessanta volumi di testimonianze orali, o, in Francia, la sperimentazione dell’Institut national de recherche pédagogique incentrata sulla costruzione di archivi orali delle memorie degli insegnanti150. In Spagna i risultati delle prime ricerche sulle fonti orali scolastiche sono stati presentati in alcuni saggi e volumi di grande interesse, come quello di Miguel Beas

150 Pierre Caspard, L’historiographie de l’éducation dans un contexte mémoriel. Réflexion sur quelques évolutions

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Miranda151, di Antonio Bolívar, Jesús Domingo e Manuel Fernández152, di Mercedes Suárez Pazos153 e di Marie-Thérèse Frank154.

In Italia, invece, la diffusione di questa tipologia di ricerca è avvenuta più lentamente e solo negli ultimi anni si registrano i primi studi e ricerche in questo ambito, anche se ad oggi non ne sono state sfruttate a pieno le potenzialità euristiche.

A partire dalla fine degli anni Settanta si registrano alcuni esempi, che comunque rimangono casi isolati, infatti solo dagli anni duemila si è assistito a una più sistematica ricerca con questa tipologia di fonti. Tra i primi esempi si colloca tra il 1979 e il 1980, la ricerca avviata da tre sociologi italiani – Marzio Barbagli, Antonio Cobalti e Marcello Dei – dedicata agli insegnanti elementari in servizio fra i primi anni del secolo e il secondo dopoguerra con lo scopo di ricostruire la vita del maestro o della maestra.

In questa ricerca si è indagato – attraverso una serie di domande – soprattutto su argomenti come la famiglia di origine, gli anni della formazione scolastica e l’inizio della carriera. Gli intervistati non erano nati oltre il 1910 e avevano, al momento dell’intervista, almeno settanta anni di età.

In una prima fase sono state intervistate a domicilio 200 persone, successivamente poi – rilevando i dati presso gli uffici provinciali del tesoro delle province di Torino, Sondrio, Mantova, Verona, Bologna, Ravenna, Forlì, Ancona, Roma, Ascoli Piceno, Teramo, Lecce, Catania e Ragusa – è stato inviato un questionario a 10.000 docenti a riposo. Di questi sono rientrati 1563 protocolli compilati da 143 maestri e da 1420 maestre.

I risultati di questa indagine sono stati pubblicati nel 1994 da Marcello Dei nel libro Colletto bianco,

grembiule nero155 e successivamente lo stesso ha deciso di donare – attraverso l’associazione «Archivio per la memoria e la scrittura delle donne» – tutto il materiale raccolto all’Archivio di Stato di Firenze, dove, con il nome «Fondo Dei», è stato ordinato e inventariato. Il materiale oggi si presenta diviso in tre serie distinte, di cui la prima comprende 1568 questionari, la seconda il materiale autobiografico di 128 insegnanti e inviato come allegato agli stessi questionari, e, infine, la terza, le audiocassette sulle quali sono registrate le interviste156.

151 Miguel Beas Miranda, Propuestas metodológicas para la Historia de la Educación, in Recursos didácticos. Historia oral y museos pedagógicos, in «Cuadernos de Historia de la Educación», n.1, Sociedad Española de Historia de la

Educación, Sevilla 2002, pp. 9-33.

152Antonio Bolívar, Jesús Domingo e Manuel Fernández, La investigación biográfico-narrativa y educación. Enfoque y metodología, La Muralla, Madrid 2001.

153Mercedes Suárez Pazos, Historias de vida y fuente oral. Los recuerdos escolares, in Cultura de la escuela y educación deseada, Tirant lo Blanch, Valencia 2002, pp. 107-133.

154Marie-Thérèse Frank, Pour une histoire orale de l’éducacion en France depuis 1945, in Histoire de l’éducacion, n.

53, Service d’histoire de l’éducation, Parigi 1992, pp. 13-52.

155 Marcello Dei, Colletto bianco, grembiule nero. Gli insegnanti elementari italiani tra l’inizio del secolo e il secondo dopoguerra, Il Mulino, Bologna 1994.

156 Angelica Pecchioli, La formazione del fondo, in: http://www.archiviodistato.firenze.it/memoriadonne/bio_dei.htm

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Il Fondo Dei rappresenta uno dei primi esempi di raccolta delle fonti orali in Italia in ambito storico- educativo e «uno dei pochissimi fondi dell’Archivio di Firenze consistente di documenti conservati su supporto magnetico (audiocassette), oltre che su supporto cartaceo»157.

Più tardi, tra i pionieri dell’utilizzo delle fonti orali nella ricerca storico-educativa, si ricordano Davide Montino e Alessandro Marenco. I due ricercatori hanno curato un volume su tematiche di carattere scolastico-educativo ambientato tra i borghi della Val Bormida e i boschi dell’Appennino ligure. Il lavoro – dal titolo Storie magistrali158– raccoglie le trascrizioni di alcune interviste di uomini e donne valbormidesi, che sono stati studenti durante il ventennio fascista.

Tra le storie raccolte, di particolare interesse è quella relativa al maestro «Milano», un insegnante girovago che insegnava tra i boschi. Su questo maestro – all’anagrafe Luigi Sacchi, nato a Vellezzo Bellini, in provincia di Pavia – sono state raccolte alcune testimonianze nei mesi di ottobre 2007 e marzo 2008, nelle quali i testimoni raccontano che egli insegnava a scrivere a grandi e bambini tra i boschi tra la prima e la Seconda Guerra Mondiale159.

In ambito accademico, segnali importanti nel campo della ricerca storico-educativa attraverso l’utilizzo di fonti orali, sono arrivati, in particolare, dall’Università degli Studi del Molise, dall’Università di Firenze e dall’Università di Padova ma anche dall’Università di Bologna, dall’Università di Foggia e dall’Università di Torino, ai quali, dall’anno accademico 2019/2020, è possibile aggiunge anche l’Università di Macerata.

Nel 2011 gli storici dell’educazione hanno avuto un importante occasione di riflessione e confronto sul tema della raccolta delle memorie scolastiche in occasione del «14th International Symposium for School Life and School History Collections» sul tema «Exploration into childhood. Time witnesses as cultural memory and their meaning to the history and museum of education» tenutosi a Bressanone dal 29 giugno al 2 luglio160.

157 Pecchioli, url: http://www.archiviodistato.firenze.it/memoriadonne/cartedidonne/cdd_39_pecchioli.pdf [ultimo

accesso: 20 dicembre 2018].

158 Alessandro Marenco e Davide Montino, Storie magistrali. Maestri e maestre tra Savona e la Valle Bormida nella prima metà del Novecento, fa parte di «Collana di studi valbormidesi», n.12, Comunità Montana Alta Val Bormida,

Millesimo 2008.

159 Marenco, Il maestro girovago, 2010, url: https://www.youtube.com/watch?v=d2bNaLrVHL4. [ultimo accesso: 20

dicembre 2018]. Si vedano, inoltre, i video: Marenco, Montino, Una piccola scuola rurale dell’Italia fascista, url: https://vimeo.com/12266908 [ultimo accesso: 24 novembre 2019]; I bambini della scuola primaria di Dego in visita alla

vecchia scuola di Rotte, url: https://www.youtube.com/watch?v=bp87cXm9E7s&feature=mfu_in_order&list=UL

[ultimo accesso: 24 novembre 2019]; La scuola dell’Appennino nel 1921, url: https://www.youtube.com/watch?v=GyxPOEU0RGY [ultimo accesso: 24 novembre 2019].

160 Gli interventi dei relatori italiani sono stati i seguenti: Barausse, Andreassi, “Ricordi di scuola”. Le fonti orali nella storia della scuola e delle istituzioni educative; Ferrari, Per una storia della lezione delle cose: interviste e dialoghi sulla modalità d’uso degli oggetti didattici; Targhetta, Dalla Storia della scuola ai ricordi di vita scolastica. L’esperienza del Museo dell’educazione dell’Università di Padova; Mirella D’Ascenzo, Lucciole per lanterne. La scuola elementare durante il fascismo nei ricordi degli allievi; Meda, Memoria Magistra: il progetto della Mediateca Digitale delle Memorie Magistrali; Marenco, Raccontare la scuola e i suoi autori attraverso le testimonianze di vita: due esempi; Walter Cesana, La scuola di montagna narrata dai suoi protagonisti: indicazioni metodologiche e prospettive euristiche; Francesca

Davida Pizzigoni, Patrizia Zamperlin, ICOM Italia. Commissione tematica sui musei della scuola: avvio e progetti; Barbara Salotti, Il Fondo Maria Maltoni: le testimonianze degli alunni di San Gersolè. Si veda anche il resoconto del

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Tra le poche ricerche italiane avviate in questi anni, spicca – per qualità, sistematicità e quantità dei materiali raccolti – il progetto coordinato da Alberto Barausse, direttore del Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia dell’Università del Molise.

Si tratta di un progetto che si era posto l’obiettivo di costruire un archivio orale attraverso la raccolta di un campione significativo di video-interviste rivolte agli insegnanti, che hanno esercitato la professione magistrale in Molise dagli anni della ricostruzione fino agli anni Settanta/Ottanta del Novecento. In questo modo, si è inteso ricostruire la storia della professione docente e dell’istruzione scolastica in una regione che ha vissuto uno sviluppo socio-economico con ritmi e tempi ben diversi da quelli che le aree settentrionali del paese registrano nella seconda metà del Novecento e che hanno condizionato fortemente i processi di scolarizzazione161.

Questo progetto ha dato vita nel 2014 alla collana audiovisiva Memorie di scuola. La voce dei maestri che contiene le testimonianze di insegnanti di età compresa tra gli 80 e i 95 anni che hanno insegnato in scuole sussidiate o di montagna.

Le domande che sono state poste ai testimoni riguardano aspetti diversi della biografia professionale del docente. Generalmente l’intervista inizia chiedendo di raccontare gli anni della formazione e la propria esperienza come alunno per poi passare ai motivi che hanno spinto il testimone a diventare insegnante. Successivamente, il colloquio si concentra sull’esperienza professionale, quindi sulla didattica e sulla vita in aula. Attraverso le fonti orali, inoltre, si indaga su altri aspetti utili per esplorare la storia della scuola, ossia quelli relativi alla cultura materiale, in quanto i testimoni raccontano, per esempio, dell’arredo scolastico, delle carte murali e degli strumenti didattici utilizzati, ma anche quelli legati alla vita sociale, religiosa e politica.

L’importanza delle fonti orali per indagare sulle vicende scolastiche italiane è stata dimostrata anche dai notevoli risultati raggiunti in questo ambito da un altro progetto, promosso da Gianfranco Bandini e Stefano Oliviero dell’Università degli Studi di Firenze.

Nell’ambito del Corso di Storia dell’Educazione del Dipartimento di Scienze Formazione e Pedagogia, agli studenti viene richiesto – al fine di completare il corso – di realizzare una videointervista a maestre o maestri in pensione, o molto vicini alla pensione, che abbiano insegnato in una regione italiana, oppure a direttori didattici, dirigenti scolastici di istituti comprensivi.

convegno: Zamperlin, Le fonti orali e i Musei dell’educazione. A proposito di un recente convegno, in “Studium Educationis”, n. 3, anno XII, ottobre 2011, pp. 147-149.

161 Barausse, «E non c’era mica la bic!». Le fonti orali nel settore della ricerca storico scolastica», in La ricerca storico- educativa oggi. Un confronto di Metodi, Modelli e Programmi di ricerca, cit., p. 550. Inoltre, si veda Barausse, Rossella

Andreassi, Valeria Viola, “Quando per chiamare gli alunni usavo la tromba”. L’uso e il valore delle memorie orali nella

ricerca storico scolastica, relazione presentata in occasione del simposio internazionale «School Memories. New Trends

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Agli studenti non viene fornito un questionario precompilato ma sono loro stessi a preparare le domande sulla base di alcune indicazioni dei docenti. Al fine della valutazione, si terrà poi conto di alcuni aspetti come «il tipo di domande e di relazione instaurata con l’intervistato, la presenza o assenza di domande di contestualizzazione storica, l’ampiezza e profondità dell’intervista, il rispetto dei requisiti minimi indicati, la realizzazione tecnica minima che consente all’utente di vedere e ascoltare l’intervista».

Gli studenti prima di realizzare l’intervista – che poi sono tenuti a caricare nell’apposito canale YouTube del professor Bandini – sono invitati a seguire le lezioni e a vedere le videointerviste precedentemente realizzate.

Bandini raccomanda ai suoi studenti di «mantenere sempre un ascolto attivo, pronto a chiedere approfondimenti, chiarimenti, contestualizzazioni» e di «curare l’approccio storico, chiedendo di ricordare aspetti specifici legati a momenti particolari della carriera professionale che richiedono una adeguata contestualizzazione». È importante anche «sollecitare la memoria con opportune domande sui tanti aspetti della professione docente: il periodo di formazione, le forme di reclutamento, i periodi di precariato, l’entrata in ruolo, i cambiamenti normativi, l’aggiornamento culturale e professionale, i modelli scientifici di riferimento, la partecipazione alle associazioni professionali e sindacali, le innovazioni didattiche, il rapporto con i bambini, la disciplina e le punizioni, il rapporto con i genitori / con i colleghi…»162.

Bandini è anche il coordinatore del progetto «Memoria di scuola»163, un portale che raccoglie numerose testimonianze orali realizzate non solo da studenti e studentesse, ma anche da volontari, sul tema della storia della scuola e dell’insegnamento affrontato attraverso le voci di ex-maestri e maestre; mentre Oliviero164 è responsabile scientifico del sito memoriedinfanzia.it dove sono pubblicate le testimonianze audiovisive delle educatrici e degli operatori nei servizi educativi per l’infanzia istituiti dopo la legge n. 1044 del 1971165.

Un altro interessante lavoro, curato da Bandini e frutto di alcuni lavori di tesi svolte presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze, è rappresentato dal volume Maestri

nell’ombra. Competenza e passione per una scuola migliore166, il quale raccoglie testimonianze di

162 Url: https://e-l.unifi.it/course/view.php?id=2273&time=1593554400 [ultimo accesso: 21 dicembre 2018]. 163 Url: www.memoriadiscuola.it [ultimo accesso: 19 novembre 2019].

164 Sul tema della raccolta di video testimonianze sui ricordi di infanzia e di scuola dei nati tra il 1940 e il 1950, si veda:

Emiliano Macinai, Stefano Oliviero, Stories of school and childhood: video testimonies for a bottom-up narrative, in “Historia y Memoria de la Educación”, n. 5, 2017, pp. 489-502.

165 Il sito è stato realizzato grazie al lavoro di ricerca e di raccolta da parte di studenti, ex-studenti, studiosi e appassionati.

Inoltre, un importante contributo «proviene dal laboratorio di Studi e Ricerche sull’infanzia coordinato da Macinai e Oliviero e al progetto “Le professioni educative e di cura: il contributo dei saperi storici alla consapevolezza e alla conoscenza del proprio lavoro” finanziato nell’ambito dei progetti strategici di Ateneo».

Url: www.memoriedinfanzia.it [ultimo accesso: 24 novembre 2019].

166 Gianfranco Bandini e Caterina Benelli, Maestri nell’ombra. Competenza e passione per una scuola migliore, Amon,

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ex-maestri e maestre e che, oltre a mettere in evidenza interessanti figure professionali, mette in luce alcuni tesori archivistici, presenti in istituzioni scolastiche e presso privati.

Il contributo presenta un percorso formativo laboratoriale effettuato da Caterina Benelli dall’anno accademico 2003/2004 al 2009/2010 all’interno del Corso di Laurea di Scienze della Formazione Primaria sul tema delle biografie di insegnanti nella storia del Novecento in Italia.

Un altro dipartimento che si è distinto per un’esperienza rivolta alla raccolta di fonti orali e al loro uso nella didattica è anche quello di Scienze della Formazione dell’Università di Padova nell’ambito del Corso di Laurea online in Scienze della Formazione dell’Infanzia e della Preadolescenza. Anche in questo corso, come in quello dell’Università di Firenze, per superare la prova di esame, gli studenti, dopo aver assistito ad alcune lezioni sulle principali linee guida della metodologia da applicare nel lavoro con le fonti orali, erano tenuti a realizzare un’intervista a tre o più soggetti anziani ultra 75enni raccogliendo i loro ricordi di scuola legati al periodo fascista. Gli studenti erano tenuti a trascrivere le interviste e, successivamente, a contestualizzarle, commentarle e compararle con ciò che era stato studiato e discusso su appositi forum online al fine di creare un documento di massimo 20.000 caratteri.

In un interessante articolo su questo laboratorio, Fabio Targhetta167 ha spiegato le modalità di svolgimento del lavoro e, in particolare, la fase di preparazione degli studenti e delle studentesse al lavoro di raccolta delle testimonianze orali.

Agli studenti, prima di incontrare i testimoni, è stato dato un documento dettagliato contenente consigli e indicazioni sulla realizzazione di un’intervista, evidenziando le principali caratteristiche di questa tipologia di fonte. Infatti, ad essi è stato spiegato, per esempio, di non sottovalutare i silenzi, i gesti e le espressioni dell’intervistato, in quanto anche in questi aspetti si manifesta la ricchezza della testimonianza.

Per questo motivo il docente invitava gli studenti a evitare che trascorresse troppo tempo tra l’intervista e la trascrizione, in modo da scrivere subito impressioni e osservazioni e per registrare il ricco repertorio di atteggiamenti, posture e parole non dette168.

Gli studenti e le studentesse venivano anche avvisati di fare attenzione alla lingua delle persone intervistate, la quale gioca un ruolo significativo perché il vocabolario usato dal narratore dà forma agli episodi narrati e definisce come trattare il problema169.

167 Targhetta, Methodological, Historiographical and Educational Isuues in Collecting Oral Testimonies, in School Memories. New Trends in the History of Education, a cura di Cristina Yanes-Cabrera, Juri Meda e Antonio Viñao,

Springer, Cham 2017, pp. 157-164.

168 Ibidem.

169 Patrizia Zamperlin, url: https://fisppa.unipd.it/sites/fisppa.unipd.it/files/istruzioni%20interviste%20primaria.pdf

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Infine, gli studenti avevano a disposizione una griglia con 55 domande che, oltre a comprendere i dati dell’intervistato, conteneva una selezione di domande che sostanzialmente riguardavano i dati inerenti al luogo di origine e di professione dei genitori, alla scuola frequentata (fino a quale età la persona ha frequentato la scuola, dove era situata, se c’erano o no mobili scolastici, i principali sussidi per l’insegnamento…), alle metodologie didattiche degli insegnanti, alle abitudini a distribuire le punizioni, alla classe (composizione, bambini con disabilità, numero di alunni…), alle tradizioni della scuola (esami, compiti, celebrazioni e cerimonie, gite scolastiche, membri dell’Opera Nazionale Balilla ed altre attività), all’insegnamento (le materie studiate, l’istruzione religiosa, l’insegnamento della ginnastica, i libri di testo, i quaderni, la radio a scuola, i film…) e , infine, relative alle istituzioni quali patronato scolastico, biblioteca e cinema170.

Nei primi tre anni hanno frequentato il corso 139 studenti, ognuno dei quali ha presentato un documento con tre interviste; tutti gli studenti hanno anche allegato al loro lavoro un file audio – e, in alcuni casi, video – dell’intervista. Targhetta ha sottolineato che «dopo un triennio di sperimentazione, i risultati sono stati lusinghieri avendo fatto emergere le significative potenzialità di questa attività, non solo in termini di ricerca storica e della formazione di un ricco archivio di testimonianze orali sulla storia della scuola italiana, ma anche come attività didattica da svolgere in ambito universitario con gli studenti di scienze della formazione»171.

Successivamente – a partire dall’anno accademico 2011/12 –, è stato ricalibrato l’intervallo di tempo e il soggetto di investigazione: sono state incluse quelle persone che hanno frequentato la scuola primaria tra il 1948 e il 1960.

Come ha spiegato Targhetta, i motivi per cui è stato modificato il periodo storico di riferimento per le interviste, oltre alla difficoltà crescente nel trovare soggetti che ricadano nel modello identificato, riguardano anche l’importanza di spostare le lenti della ricerca storica agli anni recenti, finora studiati sotto aspetti politici, ideologici, religiosi e culturali, ma non abbastanza lontani dalla formazione dell’immaginazione collettiva degli anni scolastici. È possibile così coprire il periodo in cui entrava in vigore la Costituzione e la metà degli anni Settanta, periodo significativo della storia recente della Repubblica italiana, durante la quale iniziarono importanti cambiamenti, anche per quanto riguardava le abitudini, lo stile di vita e i valori degli italiani.

Tra i tanti lavori, emerge anche quello curato da Mirella D’Ascenzo dell’Università degli Studi di Bologna, la quale, ha curato il video – realizzato con il MELA - Media education e-learning del Dipartimento di Scienze dell’Educazione di Bologna – dal titolo Lucciole per lanterne. La scuola

170 Targhetta, Methodological, Historiographical and Educational Isuues in Collecting Oral Testimonies, cit. 171 Ibidem.

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elementare durante il fascismo nei ricordi degli allievi172. Si tratta di testimonianze relative ai ricordi

di scuola degli ex-alunni di Bologna durante il fascismo, individuati e intervistati nell’arco di più di

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