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REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE E DELL'IMPIANTO DI TERRA

PARTE 2 - ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE E ANALISI DELLE FASI LAVORATIVE

9.1 ALLESTIMENTO AREA CANTIERE E INTERVENTI PRELIMINARI

9.1.3 REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE E DELL'IMPIANTO DI TERRA

È prevista la realizzazione dell’impianto elettrico di cantiere costituito da un quadro di cantiere generale collocato all’interno dell’area oggetto di intervento e da eventuali quadri secondari dislocati in prossimità delle aree di lavoro. I quadri, della serie ASC, conformi alle norme CEI e con idoneo grado di protezione, dovranno essere corredati dei necessari dispositivi di protezione e sezionamento. Verrà inoltre realizzato l’impianto di messa a terra. L’impresa esecutrice dovrà fornire al CSE la dichiarazione di conformità degli impianti.

9.1.3.1 IMPIANTO ELETTRICO – INDICAZIONI GENERALI

(vedi anche: “Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri – CEI 64-17) 9.1.3.2 SISTEMA TT

Quando l’alimentazione è fornita direttamente in bassa tensione dall’ente distributore il sistema TT. Il tipo di sistema determina il modo di collegamento a terra che in questo caso prevede il collegamento di tutte le masse del cantiere ad un impianto di terra indipendente da quello della rete pubblica

schema di alimentazione con sistema TT 9.1.3.3 CAMPO DI APPLICAZIONE

Le prescrizioni per gli impianti elettrici di cantiere sono riferite all’insieme dei componenti elettrici, ubicati all’interno del recinto di cantiere, elettricamente associati in modo da rendere disponibile l’energia elettrica agli apparecchi utilizzatori del cantiere. Gli impianti elettrici dei locali di servizio di un cantiere, quali uffici, spogliatoi, sale riunione, servizi igienici, ecc., non devono sottostare alle prescrizioni relative agli impianti elettrici di cantiere.

Fanno parte, invece, dell’impianto elettrico di cantiere anche l’eventuale tratto di linea di alimentazione esterna alla recinzione. Fanno parte dell’impianto anche i componenti elettrici alimentati tramite prese a spina ad eccezione degli apparecchi utilizzatori.

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9.1.3.4 ORIGINE DELL’IMPIANTO DI CANTIERE

L’impianto elettrico trae origine dal punto di allacciamento della linea di alimentazione del quadro generale di cantiere. questo coincide con il punto di fornitura (morsetti dell’interruttore limitatore o dell’organo di misura), nel caso di fornitura realizzata direttamente da un ente fornitore.

Se invece l’alimentazione è derivata da un impianto esistente, l’inizio dell’impianto coincide con i morsetti dell’interruttore immediatamente a monte della linea di cantiere.

Qualora per piccoli cantieri, l’alimentazione del quadro di cantiere avvenga tramite presa a spina, la spina della linea di alimentazione del quadro di cantiere è il punto origine dell’impianto.

IL PUNTO ORIGINE PUÒ ESSERE ANCHE UN GRUPPO ELETTROGENO.

spina che alimenta un quadro portatile contenete un trasformatore di isolamento, ottenendo in tal modo una protezione contro i contatti indiretti mediante separazione elettrica.

Allo stesso risultato si può giungere utilizzando un piccolo gruppo elettrogeno che alimenta un solo utilizzatore alla volta (vedi figura “Separazione elettrica”).

9.1.3.5 RAPPORTI TRA IMPRESE

Per evitare il proliferare di impianti elettrici all’interno del medesimo cantiere, si individua un’unica impresa che avrà il compito di realizzare l’impianto elettrico, atto a soddisfare tutte le esigenze del cantiere, comprese quelle prevedibili per le imprese subappaltanti.

PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI SARANNO CHIARITI E FORMALIZZATI CON APPOSITI VERBALI, I RAPPORTI FRA LE DIVERSE IMPRESE UTILIZZATRICI DELL’IMPIANTO.

9.1.3.6 TIPOLOGIE DI POSA PER I CAVI

Per evitare danni i cavi non devono passare attraverso luoghi di passaggio per veicoli e pedoni. Quando questo sia inevitabile deve essere assicurata una protezione contro i danni meccanici e contro il contatto con macchinari di cantiere. Per le dorsali si prevede la posa interrata nei tratti che necessariamente attraversano l’area soggetta al transito di mezzi o interessata dall’allestimento di impianti fissi (betoniere, piegaferri, gru, servizi, ecc..). Nei restanti casi si prevede la posa aerea: su palo con sella di sostegno che seguirà preferibilmente lo sviluppo della recinzione (dove sono normalmente posizionati i quadri). Dai quadri verso il fabbricato di progetto o verso gli impianti fissi si dovrà prevedere la posa interrata entro cavidotto, ad una profondità di almeno 0.6m misurati dall’estradosso della tubazione. All’interno del fabbricato di progetto i cavi fissi che alimentano i sottoquadri dovranno seguire tracciati che limitano le interferenze con lavorazioni, passaggi di persone o mezzi, ecc. Ad esempio si possono utilizzare i cavedi normalmente previsti in fase progettuale. Anche in questi casi la posa sarà sospesa su passerelle o selle appositamente fissate alla muratura.

sella su palo interrato con staffa

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L’impianto elettrico di cantiere deve essere sempre alimentato da un quadro generale di cantiere, anche se l’alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o anche se l’impianto di cantiere è composto da sole parti mobili. I quadri utilizzati sono di tipo ASC (fissi e/o mobili). Indipendentemente dalla funzione del quadro, va ricordato che ogni ASC si compone di:

− unità di entrata che contiene:

o un dispositivo di sezionamento che deve poter essere bloccato in posizione di aperto

o un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (che può essere omesso quando tale protezione sia assicurata dal quadro a monte)

− unità di uscita con:

o dispositivi di manovra con azionamento simultaneo dei contatti di fase, facilmente accessibile senza l’uso di chiavi o attrezzi;

o dispositivi di protezione contro le sovracorrenti

o dispositivi di protezione contro i contatti diretti e indiretti (differenziale con Idn<= 30mA se si proteggono prese a spina con corrente nominale non superiore a 32A)

9.1.3.8 PRESCRIZIONI NORMATIVE PARTICOLARI PER I QUADRI

Tenuto conto della particolare destinazione dei quadri per cantiere la norma relativa impone le seguenti prescrizioni:

− il quadro deve risultare adatto al posizionamento anche in luoghi impervi, mantenendo comunque la posizione verticale (ad eccezione dei quadri mobili)

− deve essere dotato di mezzi per il sollevamento ed il trasporto;

− i morsetti terminali devono essere idonei a ripetuti allacciamenti;

− il grado di protezione minimo richiesto è IP55

Devono essere protette da un dispositivo differenziale, con corrente d’intervento <30mA se aventi corrente nominale <32A..

9.1.3.10 AVVOLGI CAVI E CORDONI PROLUNGATORI

L’avvolgi cavo deve essere di tipo industriale con le seguenti caratteristiche: incorporare un protettore termico che protegga il cavo da surriscaldamento, sia in caso di cavo avvolto che con cavo svolto; il cavo deve essere di tipo H07RN-F con sezione minima di 2.5mm2 per 16A, 6mm2 per 32A, e 16mm2 per 63A; riportare il nome o marchio del costruttore.

Le prolunghe devono avere grado di protezione IP67 (in caso di acqua e polveri); sezioni come per avvolgi cavi.

9.1.3.11 ILLUMINAZIONE DI CANTIERE

Impianti fissi di illuminazione: devono avere le stesse caratteristiche dell’impianto elettrico; in particolare si deve porre attenzione al grado di protezione che non deve essere inferiore a IP55.

Impianti di illuminazione trasportabili da usare esternamente: si utilizzano a questo scopo proiettori dotati di lampadine alogene, installati su appositi sostegni. Devono essere trasportati solo dopo aver disattivato l’alimentazione. Le lampade devono essere protette da vetri. Grado di protezione minimo IP55.

9.1.3.12 IMPIANTO DI TERRA

L’impianto di messa a terra deve essere unico per l’intera area occupata dal cantiere deve tenere conto delle esigenze del cantiere stesso. Deve essere realizzato secondo le indicazioni di normativa e verificato preventivamente e periodicamente da persona competente.

L’impianto di messa a terra è composto dagli elementi di seguito elencati, dei quali si riportano le principali caratteristiche.

Dispersori: tubi metallici, profilati, tondini, ferri di fondazione interrati, ecc. che devono rispettare le caratteristiche e le dimensioni minime di normativa. I primi elementi del dispersore devono essere ubicati nelle vicinanze del quadro generale di cantiere e delle prime strutture posizionate (locali, altri impianti fissi, …)

Conduttori di terra: elementi di collegamento tra dispersori e nodo principale di terra. La sezione deve essere conforme a quanto indicato dalla normativa.

Conduttori di protezione: collegano le masse delle utenze elettriche al nodo principale di terra, possono fare parte degli stessi cavi di alimentazione o essere esterni, con lo stesso percorso o con percorsi diversi.

Nodo principale di terra: è l’elemento di collegamento tra conduttori di terra, conduttori di protezione e i collegamenti equipotenziali; è solitamente costituito da una barra in rame, che deve essere situata in posizione accessibile e avere collegamenti sezionabili.

Conduttori equipotenziali: sono gli elementi che collegano il nodo di terra alle masse metalliche estranee.

In presenza di lavoratori subordinati, l’impianto di terra deve essere denunciato con modello B all’ISPESL. La denuncia deve essere fatta da ciascun datore di lavoro per le attrezzature fisse del cantiere, anche se queste fanno capo ad un impianto di terra unico.

9.1.3.13 GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO

L’installazione elettrica di cantiere è soggetta a gravose condizioni ambientali ed a rapide mutazioni delle aree operative. Per questo, è opportuno che venga esercitata una supervisione giornaliera dell’impianto elettrico di cantiere. La supervisione non ha la caratteristica di un’attività di impiantistica, essa sarà svolta dal capocantiere o da un addetto alla sicurezza addestrati allo scopo. In particolare si deve verificare:

− la compatibilità delle attività in corso nel cantiere con i tracciati delle linee di alimentazione sia fissa che mobile

− il rispetto delle prescrizioni di sicurezza in situazioni particolari (presenza d’acqua …)

− verifica della funzionalità degli organi di sezionamento e arresti di emergenza;

− verifica di funzionalità delle protezioni differenziali;

− verifica a vista dell’integrità delle componenti elettriche (cavi, pressacavi, guaine cavi,…);

− verifica della continuità dei conduttori di protezione;

− verifica a vista dell’integrità dell’impianto di terra;

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Ove la modifica risulti consistente, sarà riportata sugli elaborati di competenza, come schemi di quadri elettrici e schemi di distribuzione o percorsi di condutture. Per la complessità delle attività di cantiere, è quindi prevista la redazione di una planimetria con indicati i percorsi e delle condutture sia elettriche che di messa a terra (separatamente); saranno quindi indicati i punti dove sono posizionati i quadri elettrici in caso ed i dispersori nell’altro caso. In funzione delle attività previste è consigliabile redigere un programma che illustri le diverse fasi prevedibili in cui l’impianto necessità di essere modificato (installazione di impianti che prevedono nuovi quadri e percorsi dei cavi, realizzazione di nuove volumetrie, ecc. …).

9.1.3.14 ADEMPIMENTI

L'impresa deve affidare la realizzazione dell'impianto elettrico di cantiere, ad installatore abilitato che lo esegue secondo la regola dell'arte (DM 37/2008 - CEI 6418 terza edizione 1992).

L'installatore abilitato, a fine lavori, rilascia al committente la dichiarazione di conformità dell'impianto alla regola d'arte integrata dagli allegati previsti (relazione sulla tipologia dei materiali impiegati, copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali, ecc.), conformemente all'art. 9, L.

La responsabilità dell’installatore decade per carenza di manutenzione o per eventuali interventi sull'impianto elettrico eseguiti dall'installatore non abilitato (DM 20.2.92, n. 49).

L'installatore compila, per quanto di sua competenza, il MODELLO B, che completato e firmato dal committente, deve essere inviato, in duplice copia, unitamente alla domanda di omologazione, entro 30 giorni dalla data di inizio lavori, alla sede ISPESL.

IMPORTANTE: va tenuta in cantiere la seguente documentazione:

1. Copia della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico redatta da ditta installatrice abilitata

2. Invio della dichiarazione di conformità all'Inail e all’ASL dell’impianto elettrico, entro 30 giorni dalla data di inizio lavori (art.2 comma 2 D.P.R. 462/2001)

3. Copia della dichiarazione di conformità dell’impianto di messa a terra, effettuata prima della messa in esercizio da ditta abilitata in cui siano riportati i valori di resistenza di terra (art.2 comma 1 D.P.R. 462/2001).

4. Invio della dichiarazione di conformità all'Inail e all’ASL dell’impianto di messa a terra entro 30 giorni dalla data di inizio lavori (art.2 comma 2 D.P.R. 462/2001).

5. Copia della dichiarazione di conformità per l’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche (art.2 comma 1 D.P.R. 462/2001).

6. Invio della dichiarazione di conformità all’Inail e all’ASL dell’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche, entro 30 giorni dalla data di inizio lavori o certificazione di autoprotezione.

L’ area di cantiere individuata dagli allegati grafici del presente Piano di Sicurezza e Coordinamento saranno recintate mediante recinzione di altezza minima, misurata dal piano di calpestio, pari a 200 cm costituita da:

- PANNELLI ZINCATI PER RECINZIONE MOBILE delle dimensioni di 3500x2000 mm costituiti da cornice perimetrale tubolare diametro 41.5 mm tamponata con RETE ELETTROSALDATA in tondini di acciaio di diametro 4 mm e maglia di circa 300x100 mm;

- PIEDI DI POSIZIONAMENTO IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO eventualmente ancorati al terreno mediante tondini in acciaio e cunei in legno;

- RETE SCHERMANTE IN POLIETILENE ESTRUSO COLORATO con maglie ovoidali di altezza 200 cm e posata a correre ed in vista all'esterno del cantiere lungo tutta la lunghezza della recinzione.

Foto: Esempio recinzione con barriere mobili.

Tutte le recinzioni dovranno essere mantenute perfettamente chiuse ed efficienti per tutta la durata dei lavori.

In prossimità del cancello di accesso all'area logistica, dovrà essere posizionato il cartello di cantiere (da prevedere secondo quanto previsto dalla Stazione Appaltante) e la segnaletica prevista dalle normative vigenti.

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9.3 ACCESSO AREA CANTIERE

9.3.1 INTERFERENZA TRAFFICO VEICOLARE

RISCHI EVIDENZIATI

Interferenza con il traffico veicolare su via Sernesi. Trattandosi di viabilità a senso unico, l’ingresso all’area di cantiere potrà avvenire con manovra in retromarcia in prossimità del passo carraio presente per l’accesso al piano interrato

MISURE DI PREVENZIONE

1) L’Impresa dovrà utilizzare mezzi di dimensioni adeguate per il contesto in cui andrà ad operare

2) Le manovre di ingresso ed uscita dall’area di cantiere dovranno avvenire alla presenza costante di addetto/addetti alle segnalazioni durante le manovre di accesso ed uscita dall’area di cantiere

9.3.2 INTERFERENZA TRAFFICO PEDONALE

RISCHI EVIDENZIATI

Interferenza con il traffico pedonale visto che l’area di cantiere andrà ad occupare il marciapiede pubblico.

MISURE DI PREVENZIONE

La presenza del cantiere andrà segnalata sul marciapiede (sia verso nord che verso sud) posizionando adeguata segnaletica che obblighi i pedoni a spostarsi e transitare sul marciapiede opposto di via Sernesi.

Tale segnaletica dovrà essere posizionata in prossimità dei passaggi pedonali esistenti al fine di consentire l'attraversamento in sicurezza dei pedoni.

9.4 AREA DEPOSITO

Nel cortile interno adiacente all’area di cantiere è prevista un’area di deposito con ingresso dall’accesso pedonale su via Sernesi. Tale area dovrà essere delimitata in modo del tutto analogo a quanto previsto per l’area di cantiere.

L'accesso al piano interrato dove è localizzata la centrale termica dovrà essere mantenuto libero per garantirne l'accessibilità in qualsiasi momento.

10 DEMOLIZIONI

Così come previsto dal D.LGS. 81/2008 l’impresa esecutrice dei lavori, dovrà predisporre una PROCEDURA OPERATIVA PER LE DEMOLIZIONI all’interno del proprio POS. Nel documento saranno richiamate le procedure messe in atto per le demolizioni, con particolare attenzione agli aspetti preliminari di ricerca e sconnessione degli impianti esistenti.

L’impresa dovrà programmare i lavori per consentire al personale tecnico e Direzione Lavori di programmare una riunione di coordinamento prima dell’inizio dei lavori.

Nel piano operativo si dovranno indicare i mezzi utilizzati per lo svolgimento delle lavorazioni.

Nel piano dovranno essere richiamati i metodi utilizzati per la demolizione dei materiali e la modalità di allontanamento delle macerie.

10.1 CONTENUTI MINIMI DELLA PROCEDURA OPERATIVA PER LE DEMOLIZIONI

1) MISURE GENERALI DI SICUREZZA

2) FIGURE AZIENDALI OPERATIVE (LAVORATORI – PREPOSTI) 3) DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA MANUFATTI DA DEMOLIRE 4) DESCRIZIONE DEL MANUFATTO E DELL’AREA CIRCOSTANTE 5) ANALISI DELLE STRUTTURE ADIACENTI O LIMITROFE

6) VERIFICA DEGLI IMPIANTI (ELETTRICO, GAS, ACQUA, …) PRESENTI ALL’INTERNO DELL’AREA 7) STUDIO DEL TIPO DI DEMOLIZIONE DA EFFETTUARE

8) PROGRAMMA DELLA DEMOLIZIONE - ANALISI DELLE FASI DI DEMOLIZIONE

9) ELENCO DELLE ATTREZZATURE, MACCHINE ED OPERE PROVVISIONALI DA IMPIEGARE 10) MODALITA’ DI ALLONTANAMENTO DEI MATERIALI DEMOLITI

11) MODALITA’ DI ABBATTIMENTO POLVERI 12) GESTIONE DEL PERSONALE

13) GESTIONE DELL’EMERGENZA

10.2 ACCATASTAMENTO ED ALLONTANAMENTO MATERIALE DI DEMOLIZIONE

Nell’area di cantiere esterna è previsto il posizionamento del cassone per la raccolta di tutti i materiali di demolizione.

Durante le fasi di demolizione si raccomanda di mantenere areati i locali e di limitare al massimo la formazione di polveri. Se necessario inumidire il materiale di demolizione durante la fase di scarico nel cassone in modo da evitare la formazione eccessiva di polvere.

E’ a carico dell’Appaltatore verificare eventuali fasce orarie previste dai regolamenti comunali per l’esecuzione di lavorazioni rumorose.

Il materiale di demolizione potrà essere accatastato solo all'interno del cassone per le macerie. Eventuali depositi temporanei all'interno dell'area oggetto di intervento non dovranno creare intralcio o rischio di inciampo al personale operante in cantiere.

10.3 DEMOLIZIONI INTERNE

10.3.1 DEMOLIZIONI TRAMEZZATURE E PAVIMENTAZIONI RISCHI EVIDENZIATI

Inalazioni di polveri, rumore e caduta dall’alto per la demolizioni a soffitto o parte alta di tramezzature.

MISURE DI PREVENZIONE

Le demolizioni a soffitto o nella parte alta di murature dovranno essere svolte mediante l'impiego di trabattello regolamentare. E' vietato l'uso di qualsiasi tipo di scale.

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RISCHI EVIDENZIATI

Elettrocuzione, caduta dall’alto per le rimozioni a soffitto.

MISURE DI PREVENZIONE

Verificare preventivamente all'avvio dei lavori l'assenza di tensione negli impianti oggetto di rimozione. E' vietato eseguire lavori su elementi in tensione o nelle loro immediate vicinanze.

Accertarsi che tutti gli impianti siano disattivati (acqua, gas ecc.). È vietato il taglio a cannello od elettricamente su elementi che potrebbero contenere sostanze che possono dar luogo ad esplosione.

Per la rimozione a soffitto dovrà essere utilizzato trabattello regolamentare. E' vietato l'uso di qualsiasi tipo di scale.

10.3.3 RIMOZIONI MATERIALI IN LANA MINERALE RISCHI EVIDENZIATI

Inalazione di polveri e fibre, irritazione cutenee MISURE DI PREVENZIONE

E' necessario identificare preventivamente la tipologia di materiale da rimuovere.

In particolare le procedure da attuare per la rimozione di eventuali lane minerali presenti sono:

− delimitare e segnalare l'area di lavoro al fine di consentire l'accesso ai soli addetti ai lavori

− la zona oggetto di intervento dovrà essere sgombera da oggetti e materiali non necessari per lo svolgimento del lavoro, al fine di facilitare le operazioni di pulizia durante e al termine del lavoro tramite aspiratore con filtro ad alta efficienza

− manipolare con cura i prodotti con particolare attenzione ad il loro eventuale taglio che dovrà essere effettuato con utensili manuali

− tenere costantemente pulita l'area di lavoro, rimuovendo prontamente (tramite imbustamento o aspirapolvere) i materiali evitandone il calpestio

− tenere adeguatamente gli operatori informati e formati sui rischi ed i danni derivanti dall'esposizione alle fibre articificali vetrose (FAV) e sulle modalità di utilizzazione dei DPI

− utilizzare adeguati DPI in modo da evitare anche eventuali irritazioni quali:

a) maschere respiratorie e pieno facciale o in alternativa facciali filtranti (FF) e occhiali a tenuta

b) tute monouso integrali preferibilmente in tyvek essendo il materiale più impermeabile e che meno ritiene le fibre

c) guanti in gomma o altro materiale impermeabile alle fibre

11 OPERE INTERNE

Si riportano di seguito le lavorazioni per le quali è prevista una misura di prevenzione specifica in relazione al contesto in cui si andrà ad operare.

11.1 PARETI E CONTROPARETI IN CARTONGESSO

Le tramezzature interne saranno costituite da pareti o contropareti in lastre di cartongesso con due lastre per ogni lato.

RISCHI EVIDENZIATI

Caduta dall’alto per la parte alta delle tramezzature.

MISURE DI PREVENZIONE

Per l’esecuzione della parte alta delle pareti utilizzare trabattelli. E’ vietato l’uso di scale di qualsiasi tipo.

Preventivamente al montaggio del trabattello verificare che il piano di appoggio sia libero da ostacoli e/o impedimenti. Durante l’uso le ruote del trabattello devono essere saldamente bloccate per evitare lo spostamento involontario. Particolare attenzione dovrà essere posta nello spostamento del ponte: non dovrà essere spostato quando su di esso si trovino persone o carichi vari.

In caso di utilizzo di utensili elettrici non intralciare le zone di passaggio con i cavi degli utensili elettrici: eseguire il lavoro in posizione stabile, verificare l’integrità dei cavi di alimentazione.

11.2 CONTROSOFFITTI

Il progetto prevede la realizzazione di controsoffitti posizionati ad un’altezza di 3m dal pavimento e saranno pendinati al soffitto esistente a quota 5,00-5,40 da piano di calpestio. E’ prevista la protezione REI di una parte di solaio mediante placcaggio con lastre in cartongesso posate in aderenza all’ intradosso del solaio stesso.

RISCHI EVIDENZIATI

Caduta dall’alto per la fase di pendinatura/placcaggio MISURE DI PREVENZIONE

Per tale fase lavorativa dovrà si dovranno utilizzare trabattelli. E’ vietato l’uso di scale di qualsiasi tipo.

Preventivamente al montaggio del trabattello verificare che il piano di appoggio sia libero da ostacoli e/o impedimenti. Durante l’uso le ruote del trabattello devono essere saldamente bloccate per evitare lo spostamento involontario. Particolare attenzione dovrà essere posta nello spostamento del ponte: non dovrà essere spostato quando su di esso si trovino persone o carichi vari.

In caso di utilizzo di utensili elettrici non intralciare le zone di passaggio con i cavi degli utensili elettrici: eseguire il

In caso di utilizzo di utensili elettrici non intralciare le zone di passaggio con i cavi degli utensili elettrici: eseguire il

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