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Reazioni delle banche USA e dell’Unione Europea all’introduzione d

4. CAPITOLO 4: LE POSSIBILI IMPLICAZIONI DI BASILEA

4.5. Reazioni delle banche USA e dell’Unione Europea all’introduzione d

Con l’emanazione del nuovo framework regolamentare di Basilea IV non tutti i paesi hanno reagito in ugual misura alle nuove proposte. Analizzando gli impatti a livello macro economico si può notare infatti che alcuni istituti di credito sono stati più restii all’attuazione del framework rispetto ad altri. Da una parte ci sono gli Stati Uniti, dove solo pochissime banche hanno adottato i modelli interni, perlopiù quelle di dimensioni maggiori, mentre tutte le altre hanno sempre utilizzato i modelli standard. Dall’altra ci sono le banche europee le quali si affidano maggiormente ai modelli interni. Questa differenza sostanziale tra le due potenze è stata a lungo oggetto di discussione, fino alla recente pubblicazione nel dicembre 2017.

Gli Stati Uniti hanno da sempre sostenuto attivamente il progetto di Basilea IV, in quanto sperano in un ritorno ai modelli standard che permetterebbe loro di ridurre al minimo l’impatto in termini di richieste di capitale, considerato che la maggioranza delle banche statunitensi già adotta tali schemi. Al contrario in Europa l’impatto potenziale associato a Basilea IV è considerato elevato, complice l’utilizzo largamente diffuso dei modelli interni. Secondo le stime della Federazione bancaria europea, l’attuazione della riforma regolamentare, come già detto in precedenza, potrebbe costare per il sistema europeo 850-900 miliardi euro. I discordanti consensi di Europa e Stati uniti sono da ricercare, oltre che nell’utilizzo di modelli differenti per il calcolo dei requisiti patrimoniali, in svariati fattori che caratterizzano le due economie: le diverse fonti di finanziamento dell'economia e il grado di attuazione delle precedenti normative di Basilea.

Per quanto riguarda le fonti di finanziamento in Europa, il centro dell’offerta dei finanziamenti è rappresentato dal settore bancario e ricopre circa l’80% del finanziamento dell’economia, mentre negli Stati Uniti si fa affidamento a metodi alternativi di finanziamento, come i mercati dei capitali. Queste differenze fondamentali nei modelli finanziari, unita all’applicazione parziali delle precedenti norme di Basilea II e III nelle banche statunitensi, mostrano che le nuove normative di Basilea IV non avranno alti impatti sulle banche americane. Ciò è in netto contrasto con le banche europee, in quanto sono stati stimati forti aumenti dei requisiti patrimoniali, i quali avranno un enorme impatto sul settore bancario. Per i paesi dell’unione Europea le riforme di Basilea

IV potrebbero spingere il costo del capitale a livelli elevati costringendo le banche a cercare nuove fonti di rendimento, che potrebbero tuttavia portare all’emergere di nuovi rischi. I maggiori impatti di Basilea IV potrebbero essere maggiormente gravosi per le banche dei paesi del nord Europa, ma anche per quelle francesi e tedesche che utilizzano principalmente i modelli avanzati. Per gli istituti italiani si stima che gli impatti saranno relativamente ridotti, dato che utilizzano prevalentemente i modelli standardizzati o i modelli IRB base, anche se le banche italiane sono soggette, più degli altri istituti stranieri, al problema dei crediti inesigibili che negli ultimi anni hanno richiesto la necessità di un aumento sostanziale e continuo di capitale. Gli istituti statunitensi al contrario sono meno preoccupati, grazie alla predisposizione delle banche a utilizzare i modelli standardizzati. La finalizzazione di Basilea III a dicembre 2017 rappresenta un'importante risposta del Comitato di Basilea alla crisi finanziaria globale99. L'intera serie di riforme di Basilea III

contribuirà a rafforzare la capacità di ripresa del sistema bancario, il Comitato di Basilea continuerà a esercitare il suo mandato per rafforzare la regolamentazione, la vigilanza e le pratiche delle banche in tutto il mondo. Lo scopo rimane costante: salvaguardare e migliorare la stabilità finanziaria.

Il Comitato ritiene che un regime in cui il capitale è ponderato in base al livello di rischio dovrebbe rimanere al centro del programma normativo per le banche, il perseguimento di una maggiore sensibilità ai rischi aumenta notevolmente la complessità del quadro di adeguatezza patrimoniale degli istituti di credito e la conseguenza potrebbe essere che un incremento considerevole del capitale allocato a fronte di questi rischi. Date le possibili conseguenze individuate, una profonda revisione dei modelli interni non sembra del tutto consigliabile, anche se è da considerare che le Autorità di Vigilanza valuteranno attentamente tutti i possibili impatti che ne potranno discendere e adotteranno le decisioni più appropriate allo scopo di consentire alle banche di conseguire i loro obiettivi. Con le riforme post-crisi del Comitato ora finalizzate e con le sole rimanenti questioni tecniche, il Comitato di Basilea monitorerà attentamente le risposte delle banche alle sue riforme100. Valuterà continuamente le risposte comportamentali delle banche e

l'eventuale emergere di eventuali tecniche di ottimizzazione o arbitraggio che potrebbero

99FinRiskAlert, Barucci E., Milani C., Quali effetti da Basilea IV? dicembre 2017

100Basel Commitee on Banking Supervision, Basel III: Are we done now? discorso del presidente Stefan

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non soddisfare la lettera o lo spirito degli standard di Basilea. In questo caso, valuterà se siano necessarie misure per affrontare tali problemi.

CONCLUSIONI

Nella presente tesi ho affrontato il tema del rischio di credito, analizzando in particolar modo l’evoluzione delle disposizioni di vigilanza, da Basilea I fino alla recente proposta di Basilea IV. Nel presente lavoro ho voluto prima analizzare il rischio di credito nella sua veste più generale, ho descritto le sue componenti caratteristiche e le modalità di mitigazione dello stesso. Ho voluto effettuare un excursus sull’andamento del credito dallo scoppio della crisi fino ad oggi, per rappresentare meglio, sia in maniera descrittiva che grazie all’aiuto di grafici, come il credito sia stato un elemento altamente aleatorio nell’ultimo decennio. Gli ultimi dieci anni sono stati infatti molto critici per l’economia internazionale e, a fasi di forte crescita, si sono susseguiti periodi di forte tensione e stretta creditizia. Molti critici avevano attribuito la crisi finanziaria globale all’inadeguatezza della norma vigente di Basilea II, tanto da portare i regulator a riformulare la normativa e redigere Basilea III. Quest’ultima ha puntato molto su una maggiore qualità dei requisiti patrimoniali che le banche dovevano detenere a fronte del rischio di credito, ha provveduto altresì a istituire riserve di capitale cicliche e anticicliche volte a limitare il problema della pro ciclicità e ha posto l’attenzione sulle attività ponderate per il rischio, gli RWA. Tale framework regolamentare tuttavia, solo dopo pochi anni l’emanazione di Basilea III, ha evidenziato alcuni limiti che hanno messo nuovamente in discussione l’impianto normativo ed aperto a nuove revisioni. Il numero e la consistenza delle revisioni hanno comportato che non si potesse parlare di una semplice ricalibrazione di Basilea III, ma necessariamente di un eventuale nuovo framework regolamentare: Basilea IV. Nel corso della trattazione ho affrontato le principali novità introdotte dal Basel Committee sul rischio di credito, soffermandomi sull’incremento dei requisiti patrimoniali e sulla revisione del metodo Standard e del metodo IRB per il calcolo del rating. Il Basel Commitee on Banking Supervision nel pacchetto di riforme approvate definitivamente lo scorso dicembre ha provveduto dunque a stabilire un nuovo approccio standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali e ha posto vincoli sull’utilizzo dei modelli IRB. Una delle novità più attese è stata l’introduzione di un output floor, che fissa un livello minimo ai requisiti patrimoniali calcolati sulla base dei modelli interni, il quale dopo numerose ipotesi di attuazione ha trovato la sua definizione in una percentuale pari

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al 72.5%. L’output floor fornisce un “back stop” basato sul rischio che limita la misura in cui le banche possono abbassare i requisiti di capitale relativi agli approcci standardizzati. L’accordo annunciato prevede tuttavia un periodo di “phase-in” che consente un’introduzione graduale dell’output floor nell’arco di cinque anni: la soglia viene applicata al 50% nel 2022, al 55% nel 2023, poi 60%, 65%, 70%, per arrivare al 72,5% dal primo gennaio 2027. Con l’introduzione delle nuove disposizioni si sono sviluppati molti pareri contrastanti sull’effettiva efficacia dei nuovi piani regolamentari e sulle possibili implicazioni per l’economia. Gli Stati Uniti hanno da sempre sostenuto attivamente il progetto di Basilea IV, in quanto sperano in un ritorno ai modelli standard che permetterebbe loro di ridurre al minimo l’impatto in termini di richieste di capitale, considerato che la maggioranza delle banche statunitensi già adotta tali schemi. Al contrario in Europa l’impatto potenziale associato a Basilea IV è considerato elevato, complice l’utilizzo largamente diffuso dei modelli interni. Il Comitato ha adesso il compito di monitorare attentamente le risposte delle banche alle sue riforme, valuterà continuamente le risposte comportamentali delle banche e l'eventuale emergere di eventuali tecniche di ottimizzazione o arbitraggio che potrebbero non soddisfare la lettera o lo spirito degli standard di Basilea.

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RINGRAZIAMENTI

Alla fine di questo lungo percorso accademico vorrei

ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto.

Ringrazio innanzitutto I miei genitori che mi hanno dato la

possibilità di studiare e ringrazio mio fratello Vincenzo per il

supporto morale e pratico datomi in tutti questi anni. Vorrei

ringraziare Gianluca, il quale è stato in grado di sopportarmi

e starmi vicino in tutti i momenti di sconforto e di debolezza

e allo stesso tempo donarmi amore e spensieratezza. Vorrei

poi ringraziare le mie amiche, con le quali ho condiviso

questi anni accademici, sono state capaci di spronarmi ad

andare avanti nei momenti difficili e a regalarmi momenti di

vita unici. Infine vorrei ringraziare mia madre, alla quale

dedico questa tesi, è stata come una luce sempre presente,

la mia forza interiore la quale è riuscita, con il sol spirito a

portarmi alla conclusione di questo lungo percorso di studi.

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