• Non ci sono risultati.

Reazioni nel mondo politico italiano: gli schierament

Nel documento Relazioni tra Italia e Libia: 1911 - 2011 (pagine 128-132)

248 I corridoi di volo furono riservati tra la Puglia, il poligono sperimentale di Salto di Quirra e lo scalo di Decimomannu in Sardegna, le basi di Sigonella e Trapani in Sicilia e l’isola di Pantelleria.

249 Si fa riferimento alla Joint Force Command (JFC) di Napoli e alla Combined Air Operation Center 5 (CAOC5) di Poggio Renatico (FE).

L'attacco alla Libia ha inevitabilmente suscitato reazioni diverse nel mondo politico italiano, alcune anche inaspettate. La posizione del governo italiano é cambiata gradualmente dall'inizio degli scontri, parallelamente con la dura repressione del regime di Gheddafi nei confronti degli insorti, in modo particolare in Cirenaica, e con il progressivo aumento dell'attenzione dell'opinione pubblica globale verso il conflitto libico. La propensione alla partecipazione alla guerra é stata alimentata da numerosi fattori, tra i quali l'opinione pubblica mondiale discreditante nei confronti di Gheddafi, la sensibilità alla responsibility to protect, la necessità di far parte dell'area atlantica, il timore di un imminente protagonismo franco-britannico nel Mediterraneo e di conseguenza la paura di perdere i propri interessi e le posizioni conquistate nel passato in Libia.

Precedentemente al 25 aprile, data d'inizio della partecipazione dell'Italia, l'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ribadì in molte occasioni la sua speranza in un ripensamento da parte del regime libico e tranquillizzava i suoi concittadini affermando che non c'era alcun pericolo per il territorio italiano, senza però escludere una nostra possibile disposizione di basi e mezzi militari e un coinvolgimento al coordinamento delle operazioni. Al termine del vertice internazionale di Parigi del 19 marzo 2011, incentrato sulla situazione in Libia, il Partito Democratico (Pd) dimostrava il proprio apprezzamento verso l'impegno del nostro paese nell'ex colonia italiana, sollecitando indicazioni più precise in merito. Lapo Pistelli, responsabile delle relazioni internazionali del Pd, in un comunicato stampa tenuto lo stesso giorno del vertice di Parigi, dichiarò: «La partecipazione dell'Italia ad azioni coerenti con il mandato delle Nazioni Unite deve essere piena e paritaria con gli altri partner internazionali, sia perché il futuro della Libia e del suo popolo è un interesse nazionale prioritario, sia perché occorre correggere l'incertezza e i pasticci e i ritardi dei primi giorni della crisi. E infine perché

occorre reinserirsi pienamente nel cuore delle scelte europee dopo anni nei quali a causa della politica seguita dal governo ci siamo ritrovati purtroppo ai margini delle decisioni che dovrebbero coinvolgere paritariamente i principali paesi europei251».

Pier Luigi Bersani, il leader del Pd, durante la seduta del 4 maggio 2011, propose di non sospendere l’intervento militare italiano, con l’obiettivo di assicurare una protezione concreta dei civili libici.

La reazione più vivace arrivava da parte del leader della Lega, Umberto Bossi. Quest'ultimo, commentando le dichiarazioni del Premier Berlusconi sul fatto che fosse necessario intervenire in Libia, si diceva preoccupato per la questione degli immigrati, preferendo una maggior cautela nell'intervento italiano252. La Lega Nord temeva che l’Italia venisse trascinata nel

baratro delle altre potenze occidentali e che venisse sopraffatta da un afflusso incontrollato di immigrati, se la guerra fosse continuata per molto, tant’è vero che la Lega Nord chiese di mettere un limite di tempo alla partecipazione italiana.253

Più equilibrate furono le parole del Capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, il quale esortava il governo a seguire una strategia delineata e coerente.

Grande incoerenza da parte di Nicola Vendola, Presidente Nazionale di Sinistra Ecologia Libertà (SEL), il quale in primo momento approvava gli sforzi del CNT per capovolgere il regime di Gheddafi, per poi affermarsi preoccupato per la popolazione civile libica e il

251 Lapo Pistelli, Libia, PD apprezza risultato vertice di Parigi , Comunicato Stampa del 19 marzo 2011, articolo reperibile su http://www.partitodemocratico.it

252 Cronologia Politica Estera Italiana , Gennaio-Marzo 2011, reperibile sul sito Iai, Istituto Affari Internazionali. Si fa riferimento alle dichiarazioni fatte da Umberto Bossi ad Erba, in occasione dei festeggiamenti dei 20 anni della sede locale del partito leghista.

sequestro di un rimorchiatore italiano da parte delle forze fedeli a Gheddafi, richiedendo un immediato cessate il fuoco e assistenza da parte dell’Unione Europea. Quest’ultima si rese da subito disponibile e pronta in attesa di una richiesta di intervento delle Nazioni Unite, con la missione EUFOR.

L’EUFOR254, acronimo di European Union Force, era la forza di difesa dell’Unione Europea

che aveva come obiettivo il sostegno e l’assistenza umanitaria in risposta alla situazione di crisi in Libia. Secondo la Decisione 2011/210/PESC del Consiglio del 1° aprile 2011 (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea), si dichiarò, “nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, l’Unione pronta a fornire il sostegno all’assistenza umanitaria in risposta ad una richiesta dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) e nel quadro del ruolo di coordinamento delle Nazioni Unite255”. Facendo riferimento alla

Decisione stessa, fu nominato Comandante dell’operazione, l’Ammiraglio di Divisione Claudio Gaudiosi (Art. 2), mentre il controllo politico e la direzione strategica venne assegnata al CPS, sotto la responsabilità del Consiglio e dell’Alto rappresentante. Il compito della missione EUFOR era quello di “creare un corridoio umanitario nelle aree contese256”.

254 L’EUFOR era composta da tutti i ventisette stati membri dell’Unione Eureopea

255 Decisione 2011/210/PESC del Consiglio del 1° aprile 2011 relativa all’operazione militare dell’Unione Europea a sostegno di operazioni di assistenza umanitaria in risposta alla situazione di crisi in Libia (EUFOR), Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, L. 89/17

IV

Nel documento Relazioni tra Italia e Libia: 1911 - 2011 (pagine 128-132)