Capitolo 2 – Il mercato dell’arredamento in Cina 27
3. Recenti cambiamenti: modifiche nell’industria e maggiore tutela dei prodotti 33
Malgrado questa netta distinzione tra le varie zone in cui l’industria del mobile si è maggiormente sviluppata, vi sono stati recenti cambiamenti all’interno del settore.
Innanzitutto, all’interno delle città della prima fascia delle zone sviluppate si è assistito a una crescente rivalità tra le industrie del settore a causa del numero sempre più alto di marchi e punti vendita che hanno saturato il mercato. Per questo motivo i marchi cinesi e occidentali hanno spostato la loro attenzione verso le città della seconda e terza fascia10 dove grazie al fenomeno sempre più veloce dell’urbanizzazione si sono sviluppati nuovi mercati che offrono al settore casa- arredo importanti occasioni per crescere. (China’s Furniture Market, p. 5)
La corsa a queste nuove città è condizionata dalla presenza di spazi espositivi più economici e dall’offerta di maggiori occasioni per lo sviluppo di quei marchi non affermati, che tentano di entrare nel mercato partendo da regioni con una concorrenza meno spietata. (Il settore
dell’arredamento, 2014, p. 35)
Infine, fondamentale per questo fenomeno è stata la crescita del potere d’acquisto di milioni di nuovi consumatori che nella dozzina di metropoli della cosiddetta seconda e terza fascia ripetono e imitano i riti di consumo che da quasi un decennio caratterizzano le città della prima fascia quali Shanghai, Pechino e Guangzhou. (Ivi, p. 42)
Osservando invece la Cina nel suo insieme, nell’ultima decade si è assistito al rapido sviluppo d’infrastrutture e servizi logistici che hanno portato all’espansione della produzione di mobili anche nelle aree interne del paese, in contrasto con le tradizionali industrie costiere. (Cao, Hansen, 2006, pp. 33-36) In particolare, dal 2000 il governo cinese ha sviluppato una strategia mirata a incrementare lo sviluppo delle zone centro-occidentali, che in confronto alle zone nell’est del Paese mostravano ancora un’economia sottosviluppata. Una delle misure più importanti per la messa a punto di tale strategia è stato il trasferimento delle industrie dell’arredamento da una parte all’altra della Cina. A questo scopo il governo ha avanzato una serie di politiche di supporto - quali incentivi per gli investimenti e l’utilizzo delle terre e una politica tributaria più vantaggiosa – con l’obbiettivo di sfruttare i bassi costi di manodopera e i vantaggi delle risorse presenti nel centro-ovest e
10 Oltre a Beijing e Shanghai, anche Tianjin e Guangzhou sono considerate città della prima fascia, mentre
tra quelle della seconda fascia vi sono: Changsha, Dalian, Fuzhou, Guiyang, Hangzhou, Harbin, Qingdao, Nanjing. Infine la lista delle città della terza fascia comprende Beihai, Foshan, Chanzhou, Nantong, tutte città meno popolate, ma con un numero di abitanti in costante crescita. (Il settore dell’arredamento, 2014, p. 35)
diminuire i costi di produzione. Perciò l’industria del mobile cinese si sta gradualmente trasferendo dalle aree costiere dell’est alle zone interne a ovest. (Yang et al., 2012, pp. 216-217)
Di pari passo con questa espansione del mercato, sono emerse di recente e in ogni parte del paese aree con alta intensità industriale: raggruppamenti industriali, sorti dall’unione di aziende familiari o fondati dai governi locali, localizzati in aree rurali o in prossimità di alcune metropoli. Essi si trovano principalmente in otto regioni centrali e occidentali (Jiangsu, Anhui, Henan, Hebei, Hubei, Sichuan, Yunnan e Shaanxi) e sono stati riconosciuti di recente dalla China National Furniture
Association11come “raggruppamenti distinti”, ognuno focalizzato su un settore della catena industriale dell’arredamento. (Cao, Hansen, 2006, pp. 33-36)
Poiché la loro peculiarità non è solo la produzione di beni dagli attributi distintivi, essi sono stati molto utili nella promozione di uno sviluppo sostenibile in tutto il settore dell’arredamento cinese. Grazie a questi raggruppamenti è stato possibile sfruttare a pieno le risorse locali al fine di ridurre i costi di produzione, gestione e funzionamento. (Zhu C., 2013, pp. 1-2) Inoltre sono risultati utili nella diminuzione delle distanze tra produzione e mercato, nella riduzione dei costi di logistica, nel cambiamento del modello di distribuzione, nella promozione della ristrutturazione industriale e della cooperazione tra le varie regioni e infine nella creazione di una produzione specializzata. (Wu, 2013, pp. 3-4)
Come già evidenziato in precedenza, questa specializzazione merceologica, salvo qualche eccezione sia a livello nazionale che internazionale, è orientata alle fasce di consumatori a reddito medio-basso. Con un sistema di produzione rivolto ancora principalmente alla quantità, la Cina ha ancora qualche difficoltà nel soddisfare un mercato con milioni di consumatori sempre più orientati alla qualità del prodotto.
Sebbene la scarsa qualità delle merci sia un fattore comune nella manifattura locale, questo non è l’unico elemento che impedisce al mercato cinese di raggiungere una completa maturità. Il problema di frodi, plagi e violazione dei diritti d’autore resta un problema concreto. (Il settore
dell’arredamento in Cina, pp. 32-41)
La mancanza di un’applicazione delle legislazioni e di una tutela della proprietà intellettuale ha arrecato grave danno alle offerte di mobili, soprattutto a quelli provenienti dall’estero. Alla vendita di notevoli volumi di prodotti contraffatti si aggiunge poi il problema della registrazione di marchi
11 Questa associazione è un’organizzazione nazionale a cui aderiscono 28 provincie e municipalità e più di
3000 imprese in tutto il paese. Non solo ha una forte influenza sull’industria del mobile cinese, ma è importante anche nella creazione di rapporti con le aziende d’arredi estere. (Cao, Hansen, 2006, p. 36)
stranieri da parte di soggetti non titolati, al fine di ottenere pagamenti per la cessione del marchio dai legittimi proprietari. (Ibid.)
Malgrado ciò, di recente si è registrato un graduale miglioramento della situazione, grazie all’introduzione di normative volte all’eliminazione - o perlomeno all’attenuazione - del fenomeno della contraffazione, permettendo al paese di raggiungere, almeno sulla carta, livelli di tutela simili a quelli dei paesi sviluppati. (Ivi, p. 39) Di particolare importanza è stata l’introduzione dell’obbligo di dichiarare l’origine dei prodotti importati: nome e sede del produttore straniero, dell’importatore o dell’agente locale. (Fortis, 2005, pp. 56)
Queste direttive hanno infuso maggiore consapevolezza nei consumatori, soprattutto in quelli di fascia alta, che infatti - in linea con le tendenze del mercato - hanno iniziato da qualche anno ad evitare l’acquisto di marchi contraffatti e addirittura a disprezzarli, soprattutto al fine di evitare di “perdere la reputazione” (丢面子 Diūmiànzi) all’interno del contesto sociale in cui vivono. (Il
settore dell’arredamento in Cina, p. 40)
Tale evoluzione dimostra come tutto il settore dell’arredamento si stia muovendo in una nuova direzione, sempre più in linea con le richieste e i cambiamenti del mercato, e orientata, oltre che alla protezione del settore anche a uno sviluppo innovativo delle proprie imprese.