Capitolo 2 – Il mercato dell’arredamento in Cina 27
2. Lo sviluppo del settore in Cina 29
Dopo anni di riforme, l’industria del mobile cinese è stata soggetta a uno sviluppo senza precedenti, passando da una produzione artigianale a una moderna; dalla creazione di singoli manufatti d’arredo a mobili di marca dalle connotazioni culturali indipendenti. (Yan, 2007, p.1)
Il settore ha subito una forte crescita, ottenendo il primo posto nella produzione mondiale di complementi d’arredo e facendo della Cina il paese più importante in termini di consumo ed esportazione di tali prodotti. (Huang, 2013, pp. 1) Il mercato dell’arredamento in Cina difatti ha avuto un grande sviluppo, fin dal 19785. Il valore della produzione in quest’ambito era in quell’anno di soli 157 milioni di dollari, ma già nel 2000, dopo vent’anni di sviluppo, aveva raggiunto i 12.7
5 Anno della riforma delle Quattro Modernizzazioni, lanciata da Deng Xiaoping e che comprendeva riforme
economiche, ideologiche, sociali e politiche di quattro ambiti quali industria, agricoltura, difesa nazionale, scienza e tecnologia. (Castano, 2002, pp. 85-86)
miliardi. Nello stesso periodo il numero delle imprese era cresciuto: un totale di circa cinque milioni di dipendenti in tutta la Cina si distribuiva tra più di 50.000 diversi tipi di aziende, (Castano, 2002, pp. 85-86) soprattutto di piccole e medie dimensioni ma capaci di coprire il 90% della produzione totale. (Cao, Hansen, 2006, pp. 33)
Tutte queste si occupano della manifattura di una vasta gamma di prodotti, quali mobili per l’arredamento di casa e ufficio, ma anche materassi e altri complementi d’arredo.
La produzione segue generalmente due direzioni, tra loro parallele: da una parte una produzione in linea con la tradizione, anche per quanto riguarda forme e materiali, e dall’altra una produzione per i nuovi consumatori cinesi o quel mercato globale in cui vi è una grande richiesta di prodotti di medio-bassa qualità. (Il settore dell’arredamento in Cina, pp.18) Diversi materiali sono utilizzati per la produzione di mobili, tra cui legno, vimini, plastica e metallo. Sebbene i mobili in legno siano tra i più prodotti ed esportati, anche i mobili in metallo sono diventati molto popolari, soprattutto presso gli acquirenti più giovani. Vetro e plastica inoltre sostituiscono spesso il legno nella costruzione di librerie e tavoli, mentre bamboo e vinile di recente sono diventati popolari grazie alle nuove tendenze di consumo di beni eco-compatibili. (Furniture market in China, pp. 4-18)
Il recente sviluppo di questa industria e la sua capacità di soddisfare le richieste del mercato interno ed estero, sono dovuti a vari fattori quali la liberalizzazione del commercio globale, l’internazionalizzazione del mercato, la globalizzazione finanziaria e la riduzione del controllo interno al paese. (Wu, 2013, pp. 1-2) Oltre a ciò hanno avuto un ruolo fondamentale anche i grossi investimenti esteri (provenienti da USA, Taiwan, e altri paesi asiatici), e le numerose joint venture attratte in Cina dalla forte crescita economica, dai bassi salari, da una sufficiente quantità di materia prima, da incentivi per la produzione e per l’esportazione e infine dalla crescente domanda interna di prodotti.
Proprio quest’ultima è considerata il motore che guida la crescita dell’industria cinese del mobile. Secondo i dati della China Furniture Association, nei prossimi dieci anni la domanda di arredi nel mercato interno crescerà ad una rata annuale del 10%, un innalzamento che resta comunque proporzionato alle dimensioni della popolazione cinese. (Zhao, 2015, p. 59)
Grazie al continuo miglioramento degli standard di vita, alle riforme nel settore edilizio che hanno permesso a più cittadini di acquistare una casa e infine alla disponibilità di un reddito maggiore che ha portato alla riduzione del ciclo di utilizzo di mobili, già nel 2000 il consumo interno ha raggiunto i 9.2 miliardi di dollari, una cifra corrispondente a circa i tre quarti della produzione totale di arredi in Cina. (Castano, 2002, pp. 85-86)
Nello scenario del consumo interno, una larga porzione di vendita riguarda ancora mobili di produzione cinese da marchi di bassa qualità, più popolari tra i consumatori se confrontati con i mobili di marca importati, che occupano una piccola porzione di mercato a causa del loro costo maggiore. (Zhao, 2015, p.59) Tuttavia, questa crescente competizione tra manifattura interna e marchi stranieri, arrivati nel paese dopo l’apertura del mercato cinese agli investimenti esteri, ha avuto una grande influenza nello sviluppo del mercato interno. (Cao, Hansen, 2006, pp. 40-41)
Infatti, malgrado la crescita del valore di produzione e consumo interno, il mercato internazionale resta di vitale importanza per l’industria del mobile cinese. La situazione interna appena descritta non ha portato a un’attenuazione dei gradi delle esportazioni (Zhu C., 2013, pp. 2), al contrario, la tendenza di questo mercato è in aumento: con una crescente competitività e un potenziale enorme, le esportazioni occupano una posizione sempre più importante nel mercato internazionale. (Tian, Liu, 2006, pp. 89-90)
Il fatto che il valore dell’export abbia superato di gran lunga quello dell’import6 è dovuto soprattutto al significativo impatto dei prodotti d’arredo cinesi nello scenario internazionale, in cui il vantaggio di prezzo gioca un ruolo fondamentale. Specialmente dopo l’entrata nella WTO la Cina ha implementato la strategia del Going out o Going global (走出去, zǒu chūqù)7. (Ibid.) Dall’inizio del nuovo millennio questa politica ha rappresentato la chiave della crescita cinese, permettendole di rafforzare il proprio valore a livello internazionale, favorendo gli investimenti all’estero e rafforzando le esportazioni di mobili. (Bellabona, Spigarelli, pp. 49-51)
Questa crescita esponenziale delle esportazioni ha visto un momento di declino nel 2009, anno della crisi finanziaria che ha colpito il mondo occidentale. La Cina ha allora prontamente messo in atto misure per migliorare le rate di rimborso delle tasse all’esportazione e altre misure per alleviare la pressione ed evitare il calo improvviso delle esportazioni. La situazione è migliorata all’inizio del 2010 quando i commerci con l’estero hanno raggiunto un nuovo stadio di rinnovo, affermando la posizione dei prodotti d’arredamento cinesi nel mercato internazionale. (Zhu C., 2013, pp. 3-4)
6 Le importazioni comprendono meno dell’1% della domanda domestica, soprattutto a causa dei vantaggi dei
costi di manodopera. Ciò che ha prevenuto l’incremento delle importazioni sono: gli alti costi della logistica (trasporto, distribuzione nel Paese, ecc.), l’aumento delle imprese a partecipazione estera e il miglioramento del settore dei mobili di media qualità. (Robb, Xie, Tiru, 2008, p. 685)
7 Dagli anni Settanta la Cina ha fatto ritorno nell’economia globale grazie all’attrazione di tecnologie e
capitali stranieri che hanno contribuito a creare un forte flusso di esportazioni, necessarie a sostenere la forte crescita interna. Sorpassata l’epoca della Open Door policy, il gigante asiatico si è poi proiettato nella direzione opposta verso una nuova era, rappresentata dalla politica del Going Global (走出去 zǒu chūqù). Con questo slogan dal 2000 la Cina ha ufficializzato il processo di apertura transnazionale, fino a divenire nel 2009 il paese al mondo con più investimenti stranieri. (Bellabona, Spigarelli, pp. 49-51)
Con un tasso medio di crescita annuale del 25% nell’esportazione, corrispondente all’incirca a un terzo della produzione totale di questa industria, il mobile è diventato il quinto bene più esportato. (Cao, Hansen, 2006, pp. 33) La Cina esporta mobili principalmente negli Stati Uniti, Giappone, Taiwan, ma di recente ha allargato il suo mercato anche in Medio Oriente, Africa, America meridionale ed Europa (Castano, 2002, pp. 85-86) diventando nel 2015 il più grande esportatore di mobili al mondo. (Chinese Furniture Market Outlook, p. 2)
Legata alle esportazioni è la particolare collocazione delle industrie d’arredo, che si concentrano per la maggior parte nell’area costiera nel sud e nel sud-est del paese, la zona economicamente più sviluppata. Grazie alla prossimità a larghi mercati di consumo e alla presenza di ottime infrastrutture commerciali, le imprese in questa zona hanno molti più vantaggi rispetto alle imprese che si trovano nelle zone interne: maggiore convenienza nei trasporti e più alta disponibilità di fattori produttivi quali tecnologie, informazioni, manodopera qualificata e investimenti esteri. (Cao, Hansen, 2006, pp. 33-36)
In particolare, nel sud del Paese, la zona con la più alta concentrazione d’industrie di mobili e la più alta percentuale di produzione è quella del delta del Fiume delle Perle, e in particolare la regione del Guangdong che da sola copre un terzo della produzione nazionale.(China’s Furniture Market, pp. 5) Tra il 2000 e il 2004 le esportazioni di mobili da questa regione sono state oggetto di un forte incremento, con un valore superiore alla metà delle quote totali di esportazioni del Paese.8 Questa posizione di leadership nell’export mostra le grandi potenzialità dell’industria dell’arredo di tale provincia. (Tian, Liu, 2006, p. 90)
Essa è seguita per importanza dalla zona del delta del Fiume Yangzi, che oltre a Shanghai comprende anche il Fujian, Zhejiang, Jiangsu e Shandong. Infine, anche le aree del nord e del nord- est, con Pechino come centro, insieme a Heilongjian9 e Liaoning, presentano industrie di mobili consolidate e ricche di risorse forestali. (Furniture market in China, pp. 24) Tuttavia, a causa del lento rifornimento di materiali, esse presentano uno sviluppo arretrato e prestazioni insoddisfacenti rispetto alle industrie di altre zone del Paese. (Sang, Zhang, Tian, 2016, p. 385)
8 In 5 anni le esportazioni in Guangdong hanno subito una crescita annuale del 21.5%: nel 2000 il valore
dell’export era pari a 1 miliardo e 886 milioni di dollari, nel 2002 aveva superato i 3 miliardi, fino ad arrivare ai 4 miliardi e 100 milioni nel 2004. (Tian, Liu, 2006, p. 90)
9 Nella provincia di Heilongjian sono localizzate oltre mille imprese di mobili, con raggruppamenti nelle