3.2. LE AZIENDE DELLA DIVISIONE AMBIENTE
3.2.2. RECOIL
Impianto situato a Lendinara (Rovigo), rappresenta un punto di riferimento per tutta la provincia per quanto riguarda il ritiro dell’olio usato. Il fatturato, al 2017, era pari a 11,9 M€ mentre i dipendenti erano 32.
L’impianto ha un’estensione di circa 2000 mq con un parco serbatoi caratterizzato dalla presenza di 3 cisterne da 50 mc cadauno conferendo, quindi, all’impianto una capacità di stoccaggio pari a 150 mc (Tabella 4). Nella predetta tabella è anche riportata la capacità massima di stoccaggio consentita che, com’è bene ricordare, è pari al 90% della capacità geometrica. L’impianto inoltre, è autorizzato a eseguire attività di solo recupero (R12 e R13) sui rifiuti stoccati.
Capacità di stoccaggio e miscelazione degli oli esausti
3 cisterne da 50 mc/cad
(150 mc totali)
Capacità massima di stoccaggio
complessivamente consentita in impianto (R13) 135 mc
Tabella 4-Capacità di stoccaggio dei rifiuti autorizzati presso l'impianto. (Determinazione n. 1665 del 11 agosto 2015).
3.2.3. NEDA AMBIENTE
L’azienda si occupa della raccolta, smistamento e avvio a recupero di rifiuti nel territorio friulano. L’impianto sorge su un’area industriale di circa 7000 mq, di cui 2360 mq coperti e ed è autorizzato a svolgere attività sia di recupero che di smaltimento sui rifiuti. Al 2017 constava di 20 dipendenti e un fatturato pari a circa 6,9 M€. Anch’essa è autorizzata a svolgere miscelazioni su alcune tipologie di rifiuti pericolosi, suddivisi in 28 gruppi in base ai rifiuti che si possono miscelare tra loro (Tabella 5).
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Gruppo 21 - Fanghi provenienti dagli impianti di depurazione dell'acqua
19 08 13* fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti di acque reflue industriali
Gruppo 22 - Fanghi residuati non trattati o non utilizzabili in agricoltura
05 01 06* Fanghi oleosi prodotti dalla manutenzione di impianti e apparecchiature 12 01 14* Fanghi di lavorazione, contenenti sostanze pericolose
13 05 01* Rifiuti solidi delle camere a sabbia e di prodotti di separazione olio/acqua 13 05 02* Fanghi di prodotti di separazione olio/acqua
13 05 08* Miscugli di rifiuti prodotti da camere a sabbia e separatori olio/acqua Tabella 5-Estratto tabella delle miscelazioni autorizzate da Decreto n.2459 dell’08 novembre 2012.
TIPOLOGIE E QUANTITATIVI DI RIFIUTO AUTORIZZATI (t/anno)
Oli usati 10.000
Emulsioni 16.000
Altri rifiuti 6.000
TOTALE 32.000
CAPACITÀ DI TRATTAMENTO GIORNALIERA TOTALE (t/d)
Rifiuti pericolosi 135,00
Rifiuti non pericolosi 15,00
TOTALE 150,00
CAPACITÀ ISTANTANEA DI STOCCAGGIO TOTALE (mc)
Rifiuti pericolosi 1691,5
Rifiuti non pericolosi 279,7
TOTALE 1.971,20
CAPACITÀ DI STOCCAGGIO IMPIANTO (mc)
Area 1 395
Area 2 400
Area 3 1.137,4
38,8
TOTALE 1.971,20
Tabella 6-Tipologie e capacità di stoccaggio dei rifiuti autorizzati presso NEDA FVG. (Da Decreto n.2459 dell’08 novembre 2012.
In Tabella 6 sono indicate le tipologie di rifiuti autorizzati ad essere gestiti dall’azienda e le capacità di stoccaggio sia giornaliere sia annuali. All’anno sono circa 32.000 le tonnellate di rifiuti autorizzati, suddivisi in oli usati, emulsioni e altri rifiuti. Il volume istantaneo complessivo stoccabile è pari a 1.971,20 mc, di cui la maggior parte è costituita da rifiuti pericolosi e le aree adibite allo stoccaggio sono attualmente tre.
33 3.2.4. SEPI AMBIENTE
Con AIA n. 205/2015 l’impianto è autorizzato ad attività di recupero e smaltimento di RS e RU, sia pericolosi che non pericolosi, con un massimo stoccabile di 3447 mc di rifiuti tra liquidi e solidi. Il fatturato, al termine del 2017, era pari a 7,8 M€ mentre contava circa 36 dipendenti. Per poter eseguire tali operazioni, l’area dello stabilimento, corrispondente a circa 1400 mq, è stata suddivisa in differenti settori in base al tipo di rifiuto che vi può essere stoccato, come indicato in Tabella 7.
Area di
stoccaggio Descrizione area
Capacità stoccaggio totale (m3)
Area A Area di scarico dei rifiuti conferiti 3447
Area B Deposito provvisorio in accettazione 117
B1, B2, B3, B4 Aree per il deposito provvisorio in accettazione di acidi, basi, solventi,
batterie in fusti su pedana o in cisternette e cassonetti 24
B5 Area di deposito in quarantena di rifiuti in cassoni, fusti, big-bag 20
B6 Area di deposito in quarantena di rifiuti in cassone scarrabile 25
B7, B8
Deposito provvisorio a terra o su scaffalatura dei rifiuti in fusti, big- bag, cassoni e simili, già etichettati e da inviare ai reparti di stoccaggio
48
Area C Area di lavorazione di rifiuti da avviare a stoccaggio su scaffalatura 3447
C1
Box di lavorazione
C2
Area D Area deposito rifiuti in cassoni a rotazione per conferimento presso
terzi, linea di miscelazione e impianto di triturazione 250
Da D1 a D5 Aree di deposito rifiuti pericolosi 10 cassoni da 25 m3
ciascuno
Da D6 a D10 Aree di deposito rifiuti non pericolosi (situati in area scoperta)
Area E Area di deposito rifiuti in cassoni scarrabili 440
Area F Area di deposito rifiuti confezionati su scaffalatura 694
Area G Area deposito rifiuti infiammabili e solventi 190
Area I Area recintata per il depositi rifiuti sanitari (cassonetti da 1 m3) 33
Tettoia
serbatoi Area stoccaggio per oli ed emulsioni 1377
Area L Area stoccaggio rifiuti vari 150
Area H Area per messa in sicurezza dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche (RAEE) 196
Tabella 7-Capacità di stoccaggio totale e aree di stoccaggio. (Provvedimento n.205-29168 del 29 settembre 2015)
Inoltre, in deroga al divieto previsto dall’art. 187 comma 1 del D.Lgs. 152/2006, l’impianto è anche autorizzato alle operazioni di miscelazione di rifiuti pericolosi (Tabella 8), avendo come fine l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti ed il loro avvio a smaltimento/recupero. Le operazioni di miscelazione possono essere effettuate solo su rifiuti nel medesimo stato fisico,
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evitando di miscelare rifiuti che potrebbero causare reazioni esotermiche e sviluppo di gas tossici. Tali operazioni vengono classificate come:
miscelazione di rifiuti finalizzata al successivo smaltimento (D13) miscelazione di rifiuti destinata al successivo recupero (R12).
Gruppo SCARTI ORGANICI
Sottogruppo Scarti organici
02 02 03 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione 02 03 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
02 07 01 rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima 10 01 03 ceneri leggere di torba e di legno non trattato
16 03 06 rifiuti organici diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 20 01 08 rifiuti biodegradabili di cucine e mense
Gruppo PILE E BATTERIE
Sottogruppo Pile e batterie NP
16 06 04 batterie alcaline (tranne 16 06 03) 16 06 05 altre batterie e accumulatori
20 01 34 batterie e accumulatori, diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33
Sottogruppo Pile e batterie P
16 06 01* batterie al piombo 16 06 02* batterie al nichel-cadmio 16 06 03* batterie contenenti mercurio 16 06 04 batterie alcaline (tranne 16 06 03) 16 06 05 altre batterie e accumulatori
16 06 06* elettroliti di batterie e accumulatori, oggetto di raccolta differenziata
20 01 33* batterie e accumulatori di cui alle voci 16 06 01, 16 06 02 e 16 06 03, nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie
Tabella 8-Estratto tabella delle miscelazioni autorizzate con Provvedimento n.205-29168 del 29 settembre 2015, con i codici EER suddivisi per gruppi e sottogruppi.
Nel 2018 l’azienda ha acquisito la OLIMETAL al fine di integrare e rafforzare la capacità di gestione di rifiuti in Piemonte, soprattutto nell’area torinese.
3.2.5. RIMONDI PAOLO
Si tratta di un’azienda storica all’interno del tessuto industriale bolognese diventando, negli anni, un player di riferimento dell’Emilia Romagna. Come per RECOIL, anche la RIMONDI PAOLO al 2017 presentava un fatturato di circa 11,9 M€ e 32 dipendenti.
Con AIA rilasciata con P.G. n.368628 del 07/11/2007, l’impianto è autorizzato al recupero, trasporto e smaltimento di rifiuti, svolgendo attività di stoccaggio, cernita e adeguamento
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volumetrico di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Dal 2012, inoltre, la ditta è autorizzata a svolgere operazioni di recupero R3, consistente nel riscaldamento di alcuni specifici rifiuti all’interno di una camera calda presente in impianto, al fine di renderli fluidi i quali, successivamente, vengono sottoposti a due fasi di filtrazione mediante due griglie in successione. L’olio filtrato viene gestito come materia prima seconda ed è destinata agli impianti per la produzione di biodisel. Negli ultimi due anni ha realizzato un avanzato impianto di trattamento di emulsioni oleose, in grado di recuperare integralmente la frazione oleosa, destinandola al riciclo, e trattare le acque reflue restanti.
L’impianto di Bologna è ubicato in un’area di circa 11000 mq con una capacità di stoccaggio pari a 4246,25 t. Tale capacità è stata ripartita tra le diverse macro-aree in cui è stato suddiviso il deposito nel modo riportato in Tabella 9:
CAPACITÀ DI STOCCAGGIO E MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE DEI RIFIUTI
Macro-
area Descrizione Zona di stoccaggio
Tipo di rifiuti Capacità geometrica (mᶟ) Capacità reale di esercizio (mᶟ) Capacità reale di esercizio (t) A parco serbatoi centrale, per lo stoccaggio degli oli
usati interi ed oli vegetali interi ed emulsionati serbatoi n° 7-8 (oli contaminati) P 70 63,00 59,80 serbatoi n° 10-11-12- 13-14-15-16-21-22-23- 24-25-26 (oli /emulsioni) P 365 328,5 295,65 serbatoi n° 17-18-27- 28 (oli /emulsioni) P 110 99 89,1 serbatoi n° 9-19-20 (oli vegetali) NP 75 67,50 60,7 B
area serbatoi e relativa postazione di carico- scarico a cielo aperto adibita allo stoccaggio di acque di verniciatura
(da 29 a 34) e di emulsioni oleose e soluzioni con tracce di
oli e/o idrocarburi (da 35 a 48) serbatoi n° 29-30-31- 32-33-34 NP 210 189,00 189 serbatoi n° 35-36-37- 38-39-40-41-42-43-44- 45-46-47-48 P 895 805,5 805,5 C zona di deposito in cassoni a tenuta, di idonea chiusura, o sacchi per lo stoccaggio di rifiuti solidi pericolosi e non pericolosi. Tale area è suddivisa in tre zone
funzionali (C1, C2, C3)
C1 - cassoni lato nord
tettoia centrale NP 120 120 315 C2 - cumuli e/o cassoni
tettoia centrale NP 300 300 693
C3 - cassoni lato sud
tettoia centrale P/NP 300 300
420 (di cui 120 t
di pericolosi)
36 D zona di deposito in cassoni a tenuta, idonea chiusura, o sacchi per lo stoccaggio rifiuti solidi
pericolosi e non pericolosi
cassoni all'aperto laro nord-ovest e area stoccaggio pneumatici P/NP 630 630 477 (di cui 174 t di pericolosi) E
zona di deposito rifiuti solidi e liquidi pericolosi e non
pericolosi
deposito chiuso lato
nord P/NP 60 60 126 (di cui 43.5 t di pericolosi) F zona di deposito di
rifiuti solidi e liquidi.
zona n°63 NP- P 122,8 122,8 230 (di cui 140 t di pericolosi) zona n°64 NP 125 125 150 zona n°65 P/NP 60 60 240 zona n°66 P 40 40 40 zona n°67 P 30 30 25,5 zona n°68 P 30 30 30 TOTALE 3542,80 3370,30 4.246,25
Tabella 9-Macro-aree in cui è stata suddivisa l'area dedicata allo stoccaggio e deposito, capacità di stoccaggio dei rifiuti e tipologie dei rifiuti (P/NP). (P.G. n.368628 del 07/11/2007).
3.2.6. AREA S.r.l.
L’impianto di depurazione Tessilor s.r.l. (Gradisca di Sedegliano – UD), gestito da Area s.r.l., è stato originariamente realizzato per il trattamento delle acque reflue prodotte dallo stabilimento di tintoria filati di lana e cotone. Successivamente l’impianto è stato autorizzato a utilizzare la capacità di trattamento residua per la gestione dei rifiuti liquidi speciali non pericolosi in conto terzi, integrando così la filiera di trattamento con nuove sezioni. L’impianto è autorizzato a svolgere solo operazioni di smaltimento sui rifiuti, ovvero stoccaggio, trattamento chimico- fisico e biologico.
La capacità massima giornaliera autorizzata è di 300 mc.
3.2.7. CENTRO RISORSE
L’impianto, sito a Motta di Livenza (Treviso), è autorizzato con Decreto n.21 del 30 aprile 2009 e s.m.i. al trasporto, stoccaggio e smaltimento di quasi tutte le tipologie di rifiuti. A fine 2017 indicava un fatturato pari a 35,5 M€ per un totale di circa 100 dipendenti. È in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti industriali P e NP grazie all’impianto che opera su diverse linee trattamento per:
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- Morchie e croste di vernice: omogeneizzazione, riduzione volumetrica tramite triturazione;
- Fanghi: impianto per la omogeneizzazione e stabilizzazione di fanghi non palabili e di rifiuti polverulenti;
- Rifiuti speciali: trattamenti di adeguamento volumetrico, selezione, omogeneizzazione e preparazione per gli impianti finali, sia di recupero che di smaltimento definitivo - Acque e rifiuti liquidi: pretrattamenti di omogeneizzazione, grigliatura,
chiariflocculazione, sedimentazione, filtrazione, ecc.
Le quantità massime di rifiuti, anche tutti pericolosi, gestibili dalla ditta sono riportati in Tabella 10.
QUANTITÀ MASSIMA RIFIUTI GESTIBILI
Stato fisico rifiuto Capacità di stoccaggio (mc) Capacità di stoccaggio (t)
Rifiuti solidi / 960
Rifiuti liquidi 240 240
Tabella 10-Tipologie e capacità di stoccaggio dei rifiuti autorizzati presso Centro Risorse. (Decreto n.21 del 30 aprile 2009 e s.m.i.)
38 4.STUDIO DELLO SCHEMA AUTORIZZATIVO E ANALISI DEI CLIENTI
Nei precedenti capitoli si è visto quanto la crescita aziendale attraverso acquisizioni di aziende virtuose nella gestione dei rifiuti, sia di basilare importanza per il Gruppo Viscolube. Visto lo scopo di trasferire la concreta applicazione della circular economy, già consolidata nella rigenerazione degli oli usati, a tutte le altre tipologie di rifiuti, si è resa necessaria la stesura di un documento riassuntivo della situazione autorizzativa delle aziende già facenti parte del gruppo, per valutare l’efficacia delle future acquisizioni oggetto di valutazione con lo scopo di prediligere l’acquisizione di impianti finali per il trattamento dei rifiuti già trattati dal gruppo. Al fine di avere a disposizione un supporto pratico e facilmente consultabile per verificare potenzialità e sinergie del gruppo, soprattutto nell’ottica di proseguire con le acquisizioni, si è resa necessaria la redazione di un documento informativo (di cui, un capitolo esemplificativo, è riportato nell’Allegato I) recante tutte le informazioni più importanti e significative. In associazione a questo lavoro, è stato necessario anche procedere con una indagine sulla tipologia di attività svolta dalle aziende che già fanno capo a Viscoambiente e sui loro clienti. L’obiettivo del capitolo è quindi, quello di fornire un quadro esaustivo su quelle che sono state le principali informazioni ricavate dallo studio delle AIA relative ai 7 impianti investigati e sull’analisi dei clienti di 4 tra le 7 aziende predette.