Per verificare l’ottemperanza alle prescrizioni normative vigenti, è stata analizzata per ogni impianto la relativa Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero l’autorizzazione necessaria per quelle installazioni produttive che possono potenzialmente provocare danni significativi all’ambiente e alla salute dell’uomo. Per alcune delle aziende analizzate è stato necessario integrare il documento principale con le relative modifiche non sostanziali sintomo del costante investimento dell’azienda stessa e della capogruppo nel miglioramento continuo del business. Oltre all’AIA è stato analizzato e studiato anche il PMC ovvero il Piano di Monitoraggio e Controllo, che specifica sia le caratteristiche tecniche degli impianti, sia i metodi e la frequenza di misurazione di inquinanti, i principali parametri dei processi di produzione e i sistemi di abbattimento e corredati dalla relativa metodologia di valutazione. Viene anche specificata la frequenza dei controlli che deve eseguire il gestore (autocontrolli) e dei controlli che devono essere garantiti dall’autorità competente (ARPA, ISPRA) i cui costi sono a carico del gestore.
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Di seguito verranno appunto descritte le informazioni desunte dall’AIA e dal PMC delle già citate imprese, utilizzate poi per creare un profilo descrittivo e chiaro delle attività oggetto dell’autorizzazione.
Innanzitutto si è cercato di capire quali fossero le attività di smaltimento e recupero, così come definite negli Allegati B e C alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (Tabella 11-12), che possono essere svolte presso l’impianto.
OPERAZIONI DI SMALTIMENTO
D1 Deposito sul o nel suolo (ad esempio discarica)
D2 Trattamento in ambiente terrestre (ad esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi)
D3 Iniezioni in profondità (ad esempio iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi, in cupole saline o faglie geologiche naturali)
D4 Lagunaggio (ad esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.) D5 Messa in discarica specialmente allestita (ad esempio sistematizzazione in alveoli stagni, separati,
ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente)
D6 Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione D7 Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino
D8 Trattamento biologico non specificato altrove, che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12
D9
Trattamento fisico-chimico non specificato altrove, che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 (ad esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.)
D10 Incenerimento a terra D11 Incenerimento in mare
D12 Deposito permanente (ad esempio sistemazione di contenitori in una miniera)
D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12 D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13
D15 Deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)
40 OPERAZIONI DI RECUPERO
R1 Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia R2 Rigenerazione/recupero di solventi
R3 Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
R4 Riciclaggio /recupero dei metalli e dei composti metallici R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche R6 Rigenerazione degli acidi o delle basi
R7 Recupero dei prodotti che servono a ridurre l'inquinamento R8 Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori
R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli
R10 Trattamento in ambiente terrestre a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia R11 Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10 R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11
R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)
Tabella 12-Operazioni di recupero autorizzate dal D.Lgs. 152/06, Allegato C alla Parte Quarta.
Un aspetto importante valutato è stata la configurazione dell’impianto attraverso l’esame delle planimetrie ed eventualmente, se riportate all’interno dei documenti consultati, anche di una descrizione dello stabilimento. Questo al fine di diversificare con maggior dettaglio e evidenziare la presenza di impianti di trattamento di rifiuti liquidi (come in De Luca Servizi e Ambiente) o rifiuti solidi (come in Centro Risorse).
Un’altra informazione importante è rappresentata dalla quantità totale di rifiuti che possono essere gestiti presso l’impianto, dato utilizzato anche per indagini di mercato, valutazione delle performance e dell’efficienza di trattamento, ove presente un impianto a tale scopo. In genere viene fornita la capacità massima di rifiuti stoccabili, ma se l’impianto presenta una configurazione impiantistica più strutturata, allora viene fornita una descrizione accurata delle diverse aree con il tipo di rifiuto che vi può essere stoccato (se liquido o solido, pericoloso o non pericoloso), dove questo può essere stoccato (cassoni, bidoni, big bag) e il relativo volume di stoccaggio. Bisogna tener presente che, nel caso dei rifiuti liquidi, è necessario distinguere il
volume utile dal volume geometrico proprio del contenitore. Infatti, in base a quanto riportato
nel Decreto del 16 maggio 1996 n. 392 sulle norme tecniche relative all’eliminazione degli oli usati, l’Allegato C in particolare fornisce informazioni sulla potenzialità del deposito affermando che “la quantità complessiva degli oli o emulsioni oleose che può trovarsi contemporaneamente nell’ambito del deposito (volume reale o utile) non può essere superiore alla capacità geometrica totale dei serbatoi (volume geometrico)”. La capacità utile sarà quindi pari al 90% della capacità geometrica.
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Altra informazione ricavata dall’AIA è stato l’elenco di rifiuti autorizzati in ingresso all’impianto. Per ogni azienda è stata quindi creata una tabella riassuntiva di tutti i codici EER autorizzati associando, laddove specificato nell’AIA, le dedicate operazioni di smaltimento e recupero (Tabella 13).
CODICE
EER Descrizione Rifiuto
Operazioni Autorizzate R13- D15 R12- D13 R12 R12- D9 D9 01
RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MINERALI
01 01 RIFIUTI DA ESTRAZIONE DI MINERALI
01 01 01 rifiuti da estrazione di minerali metalliferi x x x
01 01 02 rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi x x x
01 03 RIFIUTI PRODOTTI DA TRATTAMENTI CHIMICI E
FISICI DI MINERALI METALLIFERI
01 03 04* sterili che possono generare acido prodotti dalla
lavorazione di minerale solforoso x x 01 03 05* altri sterili contenenti sostanze pericolose x x
01 03 06 sterili diversi da quelli di cui alle voci 01 03 04 e 01 03 05 x x
01 03 07* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose prodotte da
trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi x x 01 03 08 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 01
03 07 x x
01 03 09 fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina, diversi
da quelli di cui alla voce 01 03 10 x x x 01 03 99 rifiuti non specificati altrimenti x x
01 04 RIFIUTI PRODOTTI DA TRATTAMENTI CHIMICI E
FISICI DI MINERALI NON METALLIFERI
01 04 07* rifiuti contenenti sostanze pericolose, prodotti da
trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi x x 01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce
01 04 07 x x
01 04 09 scarti di sabbia e argilla x x
01 04 10 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 01
04 07 x x
01 04 11 rifiuti della lavorazione di potassa e salgemma, diversi da
quelli di cui alla voce 01 04 07 x x
01 04 12
sterili e altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 01 04 07 e 01 04 11
x x x
01 04 13 rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra,
diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 x x x 01 04 99 rifiuti non specificati altrimenti x x
Tabella 13-Estratto tabella codici EER autorizzati all'ingresso presso l'impianto di Centro Risorse, con le relative operazioni autorizzate ad essere svolte sui singoli codici. (Decreto n.21 del 30 aprile 2009 e s.m.i.)
Tra le operazioni autorizzate è presente anche la miscelazione. Come riferito nel Capitolo 2, l’articolo 187 del D.Lgs. 152/06 impone il divieto di miscelare rifiuti pericolosi con diverse caratteristiche di pericolosità e con rifiuti non pericolosi. C’è però una deroga a tale divieto,
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proprio per gli oli usati i quali possono essere miscelati tra loro anche se presentano diverse caratteristiche di pericolosità, al fine di facilitare la gestione del rifiuto stesso.
Nelle autorizzazioni sono quindi riportate le tabelle recanti i rifiuti che è possibile miscelare, suddivisi in gruppi in base alla natura del materiale e alla pericolosità (Tabella14).
Gruppo SCARTI ORGANICI
Sottogruppo Scarti organici
02 02 03 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione
02 03 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione
02 07 01 rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima
10 01 03 ceneri leggere di torba e di legno non trattato
16 03 06 rifiuti organici diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 20 01 08 rifiuti biodegradabili di cucine e mense
Gruppo PILE E BATTERIE
Sottogruppo Pile e batterie NP
16 06 04 batterie alcaline (tranne 16 06 03) 16 06 05 altre batterie e accumulatori
20 01 34 batterie e accumulatori, diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33
Sottogruppo Pile e batterie P
16 06 01* batterie al piombo 16 06 02* batterie al nichel-cadmio 16 06 03* batterie contenenti mercurio 16 06 04 batterie alcaline (tranne 16 06 03) 16 06 05 altre batterie e accumulatori
16 06 06* elettroliti di batterie e accumulatori, oggetto di raccolta differenziata
20 01 33* batterie e accumulatori di cui alle voci 16 06 01, 16 06 02 e 16 06 03, nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie
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Un’altra informazione importante riguarda la caratterizzazione dei rifiuti in ingresso. In genere l’AIA prevede che i rifiuti in ingresso siano accettati solamente se accompagnati da specifica omologa, riferita ad ogni singolo conferimento. Se però il conferimento è eseguito direttamente dal produttore originario e i rifiuti provengono continuativamente da un’attività produttiva nota e definita, l’omologa può essere effettuata ogni 12 mesi o comunque ogniqualvolta ci sia una modifica del ciclo produttivo. Nel caso in cui i rifiuti provengano invece da impianti di stoccaggio presso cui sono stati conferiti in modo continuativo dal singolo produttore, l’omologa potrà essere rinnovata ogni 12 mesi o comunque ad ogni variazione del ciclo produttivo, fermo restando che il produttore originario sia sempre identificabile. È possibile quindi che, all’interno del piano di monitoraggio e controllo, sia presente una tabella recante l’elenco dei parametri da analizzare su tutti i rifiuti (ad esempio viscosità, zolfo, pH, sedimenti totale, ecc) utili a caratterizzarli associate alle relative unità di misura, procedure di campionamento, metodiche analitiche e frequenze di autocontrollo (Tabella 15).
Tra i PMC esaminati, alcuni recano tabelle come quelle predette, altri invece non fanno alcun riferimento ai parametri da analizzare semplicemente perché sono parametri utilizzati per definire appunto l’omologa del rifiuto. Altri PMC, più che ai parametri, fanno riferimento a dei controlli da eseguire sui rifiuti, riportando le modalità di controllo e analisi e la frequenza di tali analisi (Tabella 16).
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CARATTERIZZAZIONE DEL RIFIUTO IN INGRESSO
Parametro UM Procedura
campionamento Metodiche analitiche
Frequenza autocontrollo Densità a 15° Kg/l UNI EN 10802 Astm D 1298 Analisi per nuovo EER oggetto di conferimento. Almeno 2 volte anno verifica a campione dei carichi in entrata. Sedimenti totali in peso Astm D 2273
Viscosità °E a 50
°C Astm D 445
Pcb/Pct mg/Kg Astm D 4059
Cloro totale % peso
EPA5050 1994 + EPA 9056° 2007 Zolfo % in peso Diluenti % in volume Astm D 322 Piombo+zinco mg/Kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2000 Cadmio+cromo+nichel+va nadio mg/Kg UNI EN 10802
(*) N.o neutralizzazione mg Koh/g Astm D 664 (*) N.o saponificazione mg Koh/g Astm D 94
Analisi per nuovo EER oggetto di conferimento. Almeno 2 volte anno verifica a campione dei carichi in entrata. Stato fisico / / colore / /
Solidi totali %p/p CNR IRSA 2 Q 64 Vol 2 1984 Antimonio mg/Kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2000 Arsenico Boro UNI EN 10802
Cromo VI CNR IRSA 16 Q 64 Vol 3
1986 Manganese mg/Kg UNI EN 13657:2004 + UNI EN ISO 11885:2000 Mercurio Rame Analisi per nuovo EER oggetto di conferimento. Almeno 2 volte anno verifica a campione dei carichi in entrata. Selenio Stagno Tallio
Solventi aromatici CNR IRSA 23 B Q64 Vol 3 1990
Solventi alifatici EPA 5021A 2003 + EPA 8015D 2003 Composti organici EPA 5021A 2003 + EPA
8015D 2003 Idrocarburi policiclici EPA 3546 2007 + EPA
8100 1986 pH unità pH CNR IRSA 1 Q 64 Vol 3
1985
(*) Determinazioni da eseguirsi sul campione dopo aver proceduto alla perdita per riscaldamento (Astm D.3607).
Tabella 15-Esempio di parametri da analizzare per caratterizzare il rifiuto con relative metodiche, procedure di campionamento, frequenza di autocontrollo (Azienda: RECOIL, Determinazione n. 1665 del 11 agosto 2015).
45 CONTROLLO RIFIUTI IN INGRESSO
Attività Modalità di controllo e analisi Frequenza
Controllo accettazione rifiuti in ingresso
Secondo le procedure e istruzioni del
Sistema di Gestione Ambientale agli atti Ad ogni conferimento Controllo ritorno della quarta copia
del formulario dei rifiuti conferiti a terzi
Secondo i requisiti stabiliti dalla
normativa vigente Giornaliera
Controllo presenza eventuali materiali radioattivi in accettazione dei RAEE
Secondo i requisiti stabiliti dalla
normativa vigente Ad ogni conferimento
Controllo sulle giacenze per il rispetto dei quantitativi massimi consentiti
Secondo le procedure e istruzioni del
Sistema di Gestione Ambientale agli atti Giornaliera
Controllo modalità deposito rifiuti Secondo le procedure e istruzioni del
Sistema di Gestione Ambientale agli atti Giornaliera
Verifica parametri analitici per
caratterizzazione dei rifiuti Analisi
In fase di omologa e quando avvengono variazioni
Tabella 16-Modalità e frequenza di controllo da eseguire su alcune attività (Azienda: SEPI AMBIENTE, Provvedimento n.205- 29168 del 29 settembre 2015).
Un’ultima informazione ritenuta utile per descrivere le aziende esaminate, è l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. L’iscrizione è requisito per lo svolgimento delle attività di raccolta e trasporto di rifiuti, di bonifica dei siti, di commercio e intermediazione dei rifiuti senza detenzione degli stessi ed è previsto il rinnovo ogni 5 anni. L’Albo è suddiviso in categorie e classi come indicato in Tabella 17.
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Categoria Classi
Categoria 1: suddivisa in 6 Classi in base
alla popolazione complessivamente servita
A superiore o uguale a 500.000 abitanti
B inferiore a 500.000 abitanti e superiore o uguale a 100.000 abitanti C inferiore a 100.000 abitanti e superiore o uguale a 50.000 abitanti D inferiore a 50.000 abitanti e superiore o uguale a 20.000 abitanti E inferiore a 20.000 abitanti e superiore o uguale a 5.000 abitanti F inferiore a 5.000 abitanti
Categorie da 4 a 8: suddivise in 6 Classi in funzione delle
tonnellate annue di rifiuti gestiti
A quantità annua complessivamente trattata superiore o uguale a 200.000 tonnellate
B quantità annua complessivamente trattata superiore o uguale a 60.000 tonnellate e inferiore a 200.000 tonnellate
C quantità annua complessivamente trattata superiore o uguale a 15.000 tonnellate e inferiore a 60.000 tonnellate
D quantità annua complessivamente trattata superiore o uguale a 6.000 tonnellate e inferiore a 15.000 tonnellate
E quantità annua complessivamente trattata superiore o uguale a 3.000 tonnellate e inferiore a 6.000 tonnellate
F quantità annua complessivamente trattata inferiore a 3.000 tonnellate
Categorie 9 e 10: suddivise in 5 Classi in relazione all'importo dei lavori di
bonifica cantierabili A oltre € 9.000.000,00 B fino a € 9.000.000,00 C fino a € 2.500.000,00 D fino a € 1.000.000,00 E fino a € 200.000,00
Tabella 17-Categorie e classi dell'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali.
Come già detto in precedenza, le aziende analizzate sono autorizzate a trattare rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi. In Figura 5, viene fatto un riassunto di tutte le attività autorizzate per ogni impianto. Nell’ottica di chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti, già consolidata nel campo della rigenerazione degli oli usati, sei aziende hanno impianti di trattamento finali di cui quattro si occupano di trattamento di rifiuti liquidi mentre solo due si occupano di trattamento di rifiuti solidi.
A parte Area la quale si occupa solo di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali liquidi pericolosi e Recoil che non si occupa dell’intermediazione di rifiuti, sono sei gli impianti che si occupano direttamente della raccolta dei rifiuti e cinque di intermediazione.
47 Figura 5-Tabella riassuntiva delle attività autorizzate ad essere svolte dai sette impianti.
In Figura 6 sono invece rappresentate le operazioni di recupero e smaltimento cui gli impianti sono stati autorizzati dalle relative AIA. In particolare, le operazioni R12 e D13 oltre ad indicare, rispettivamente operazioni di scambio di rifiuti e raggruppamento preliminare, indicano anche le operazioni di miscelazione. Infatti, mentre con R12 si indica l’operazione di miscelazione finalizzata al recupero, con D13 si indica l’operazione di miscelazione finalizzata allo smaltimento.
48 Figura 6-Tabella riassuntiva delle operazioni di recupero e smaltimento autorizzate.
Riassumendo quindi, da questo approfondimento è emerso che tutti e sette gli impianti sono autorizzati a gestire rifiuti NP mentre sei di questi possono gestire anche rifiuti pericolosi. È importante notare come sei aziende su sette presentino impianti di trattamento finali, in particolare quattro per il trattamento di rifiuti liquidi e due per il trattamento di rifiuti solidi. Questa evidenza si sposa bene con l’idea di chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti la quale rappresenta, in un certo sento, il motore trainante della campagna di acquisizione.
4.2. ANALISI CLIENTI
Obiettivo di questa analisi, che ha caratterizzato la seconda fase di stage, è stato quello di affinare la conoscenza attuale dei clienti delle varie partecipate al Gruppo Viscolube, ovvero tutte quelle piccole, medie, grandi imprese che affidano al gruppo, la gestione di tutti o di una parte dei propri rifiuti. Per fare questo è necessario comprendere meglio il tipo di attività produttiva e il settore di attività dei clienti in modo tale da avere un quadro più chiaro di quali siano stati i processi che hanno portato alla produzione dei rifiuti concentrando la ricerca, di conseguenza, ai soli rifiuti in ingresso.
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L’analisi dei clienti, soprattutto dal punto di vista del settore di provenienza, costituisce un’importante strumento per la valutazione delle caratteristiche dei rifiuti ricevuti negli impianti oggetto di studio. Negli ultimi anni, infatti, la qualità dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in genere, in particolare degli oli/emulsioni con destino ultimo la rigenerazione, ha subito un notevole cambiamento a causa dell’aggiunta di additivi che rendono difficile la rottura dell’emulsione stessa e, quindi, dei processi di raffineria con conseguente necessità di approfondimento in merito all’attività di produzione di tale particolare tipologia di rifiuto. Tutte le informazioni d’interesse al fine di questa analisi sono raccolte all’interno dell’”Aggregatore”, ovvero un database creato dall’azienda che racchiude dati provenienti dai gestionali delle singole aziende partecipate, riassumendo le informazioni relative alle movimentazioni dei rifiuti e tutto ciò ad esse correlato (quantitativo formulario, provenienza, destino). L’aggregatore è caratterizzato da un’interfaccia dinamica che permette il download delle informazioni in esso contenute in vari formati. Quindi, per ognuna delle 4 aziende oggetto dell’analisi (Rimondi, De Luca Servizi Ambiente, Neda Ambiente, Sepi Ambiente), selezionate in base alla loro dimensione e alla disponibilità dei dati presenti all’interno del gestionale, in modo tale da avere un bacino di utenti il più ampio possibile, è stato ricavato un foglio Excel riassuntivo di tutte le predette informazioni (Tabella 18).
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MOVIMENTO ANNO MESE CER DATA FORMULARIO NUMERO FORMULARIO QUANTITÀ FORMULARIO RAGIONE SOCIALE PROD RAGIONE SOCIALE DEST RAGIONE SOCIALE TRASP
IN 2017 8 160107 8/20/17 XRIF02845/17 0,12400 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L.
IN 2017 8 150202 8/20/17 XRIF02847/17 0,21100 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L.
IN 2017 8 200121 8/20/17 XRIF02848/17 0,00500 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L.
IN 2017 8 150203 8/20/17 XRIF02851/17 0,16000 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L.
IN 2017 8 160120 8/20/17 XRIF02855/17 0,04000 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L.
IN 2017 8 160504 8/20/17 XRIF02860/17 0,00500 SADEM S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L. IN 2017 11 130205 11/5/17 XFIR15141/2017 0,72000 IONMOTO DI ION IVO & C.
S.N.C. SEPI AMBIENTE S.R.L. ECOLOGY CONTROL SYSTEM SRL IN 2017 11 150202 11/15/17 XRIF08009/17 0,99600 O.S.V.A. SRL SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L. IN 2017 2 150202 2/14/17 XRIF12889/16 0,42000 AUTOBLOK S.P.A. SEPI AMBIENTE S.R.L. SEPI AMBIENTE S.R.L. Tabella 18-Esempio di una parte di una tabella estrapolata dall'"aggregatore", considerando come impianto di destinazione Sepi Ambiente.
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La prima colonna indica la movimentazione, quindi se si tratta di rifiuti in ingresso (IN), uscita (OUT) o attività di intermediazione (TRAD). A seguire, vengono indicati l’anno e il mese di movimentazione del rifiuto, il codice EER conferito, la data riportata sul formulario, la quantità in ton riferita al singolo EER, il nome del produttore (RAGIONE SOCIALE PROD), il destinatario quindi l’azienda che riceve e dovrà gestire il rifiuto e il nome del trasportatore. Le tipologie di movimentazione vengono usate come principale parametro discriminatorio perché, grazie all’applicazione di un filtro, si possono visualizzare le tre categorie di movimentazione dei rifiuti IN, OUT e TRAD.
Per rendere più completo il quadro fornito da questa tabella e rendere più chiaro il tipo di attività svolta dai produttori, sono state aggiunte le seguenti informazioni:
Provincia e Regione di appartenenza del produttore, ovvero del cliente;
Dimensione dell’azienda, distinte in Grande impresa (> 250 dipendenti) Piccola-media impresa (< 250 dipendenti) e Servizi ambientali, categoria quest’ultima in cui rientrano tutte quelle imprese che si occupano di servizi ecologici, raccolta rifiuti, bonifiche, consulenza ecc;
Attività produttiva, ovvero descrizione dell’attività che porta alla produzione dei rifiuti conferiti.
A causa proprio del fatto che le informazioni fornite dall’aggregatore si riferiscono al singolo EER conferito dal produttore, la quantità di dati presenti è elevata. È stata stabilita, per ciascuna delle 4 aziende scelte, una soglia minima di rifiuti totali conferiti per singolo produttore a 50 t/anno, con l’idea in futuro, di ampliare il bacino di indagine abbassando tale soglia minima. Una volta impostato il quantitativo minimo di rifiuti, per poter gestire la grande quantità di dati presenti nelle tabelle principali, è stato necessario utilizzare lo strumento delle tabelle pivot ovvero tabelle che permettono di raccordare e gestire più dati in maniera interattiva tramite l'utilizzo di più filtri. I grafici ottenuti mettendo in relazione i principali clienti e la loro dimensione, hanno permesso di inquadrare meglio il totale di rifiuti conferito per categoria di azienda (grande impresa, piccola media impresa, servizi ambientali) e di caratterizzare i clienti delle aziende del Gruppo.
Le osservazioni esposte di seguito riguardano le quattro tra le sette aziende su cui è stata svolta l’analisi clienti.
Nei grafici riportati in Figura 7, vengono indicati i rifiuti in ingresso nel 2017 suddivisi in 5 categorie: Olio Vegetale usato, Olio minerale, Emulsioni, Batterie e Altri rifiuti.
52 Figura 7-Quantità di ingressi suddivisi per tipologia di rifiuto: Olio Vegetale Esausto, Oli Minerali, Emulsioni, Batterie, Altro.