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Relazione tra sST2 durata degenza e mortalità

L’analisi di correlazione, per indagare il rapporto tra sST2 e durata della degenza, ha mostrato una relazione positiva tra il valore di sST2 a 24 ore e la durata della degenza in Terapia Intensiva (ρ=0,456, p=0,002) e della degenza ospedaliera (ρ=0,311, p=0,042).

Il valore di sST2 a 24 ore è risultato più elevato nei pazienti deceduti durante la degenza ospedaliera (media±DS 360±106) rispetto ai sopravvissuti (219±72) con valore di p=0,003. Tale differenza restava significativa anche nei deceduti a 30 giorni (349±90 vs 216±72, p=0,001).

Troponina

Nella nostra popolazione di pazienti, il valore di troponina è stato dosato nell’immediato postoperatorio (post-CEC) ed in prima giornata postoperatoria (1^gpo). L’andamento dei valori del marcatore di necrosi miocardica non rispecchiava un andamento gaussiano, perciò i valori sono espressi come mediana e range interquartile: troponina post-CEC 360 ng/L (291-590), troponina 1^gpo 585 ng/L (363-1073) e la differenza tra le due misurazioni è risultata statisticamente significativa, p<0,001.

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Figura 4. Concentrazioni di hsTnT (ng/L) entro un’ora da intervento di cardiochirurgia e in prima giornata postoperatoria.

Il valore di troponina in 1^gpo correlava positivamente con il valore di sST2 a 24 ore (ρ=0,355, p=0,021). L’andamento della troponina non era diverso a seconda della priorità dell’intervento (elezione/urgenza/emergenza).

Entrambe le rilevazioni invece erano sostanzialmente più elevate nei pazienti che si sottoponevano ad un REDO: troponina post-CEC (2134±1253 vs 530±559, p=0,015), troponina 1^gpo (5715±6061 vs 912±1204, p=0,014).

Nessun fattore di rischio clinico preoperatorio influenzava il valore di troponina. Per quanto riguarda le complicanze postoperatorie, il test non parametrico per il confronto tra medie, ha mostrato una differenza significativa nei valori di troponina 1^gpo in caso di ipotensione (1785±2364 vs 433±198, p=0,005) e conseguente necessità di supporto aminico (1694±2280 vs 404±186, p=0,001), e nel gruppo di pazienti che sviluppava aritmie nel postoperatorio (2011±2805 vs 833±1255, p=0,035).

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Raggruppando tutte le complicanze osservate nella popolazione sotto una sola variabile, i valori di troponina sia post-CEC che in 1^gpo mostravano una distribuzione differente in relazione al verificarsi di almeno una complicanza postoperatoria: troponina post-CEC 764±805 vs 339±169 con p=0,035; troponina 1^gpo 1548±2186 vs 408±180 con p=0,001.

L’analisi di correlazione è servita per indagare la relazione tra i valori di troponina e la durata del supporto con amine e inotropi e la durata della ventilazione meccanica. I risultati significativi sono riportati nella tabella seguente.

Tabella 9 Correlazioni ρ Sig. Troponina post-CEC Durata amine 0,379 0,014 Durata inotropi 0,545 0,000 Troponina 1^gpo Durata amine 0,749 0,000 Durata inotropi 0,436 0,004 Durata VM 0,435 0,004

Il valore di Troponina in 1^gpo ha mostrato una distribuzione diversa nei pazienti deceduti. Il suo valore infatti era statisticamente più elevato sia nei deceduti durante il ricovero in ospedale (4197±3948 vs 988±1617, p=0,046), che a 30 giorni (3210±3273 vs 982±1638, p=0,026).

BNP

Nel nostro studio, tra i dati raccolti, figurava anche il valore di BNP preoperatorio. Purtroppo non è stato possibile tracciare una curva dell’andamento del peptide natriuretico anche nel postoperatorio a causa dei troppi dati mancanti. Mediana

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e range interquartile del marcatore, già riportati nella tabella 2, erano 112pg/mL (50-434).

Il valore del peptide natriuretico misurato prima dell’intervento non ha mostrato una correlazione significativa con il valore preoperatorio di sST2 (ρ=-0,054, p=0,193) né con il punteggio dell’EuroSCORE II (ρ=0,297, p=0,093).

Abbiamo indagato la distribuzione del BNP in relazione prima ai fattori clinici preoperatori e poi agli eventi postoperatori.

Nessuna relazione è stata evidenziata con la EF% preoperatoria (ρ=-0,210, p=0,241) né con le altre caratteristiche cliniche da cui il BNP risulta solitamente influenzato, come età (ρ=0,138, p=0,444), sesso (p=0,817) o BMI (ρ=-0,064, p=0,736). Non è stato possibile confrontare il valore di BNP nei gruppi divisi in base alla priorità dell’intervento (elezione, urgenza, emergenza), in quanto la misurazione basale nei pazienti operati in regime di urgenza o emergenza è venuta a mancare.

La distribuzione dei valori di BNP è risultata significativamente diversa in caso di anamnesi positiva per insufficienza cardiaca cronica (1109±1546 vs 185±246, p=0,014). Questa osservazione, non evidenziata dai valori di ST2, è concorde con il maggiore valore diagnostico riconosciuto in letteratura al peptide natriuretico in relazione alla presenza di insufficienza cardiaca. [42]

L’analisi ha mostrato anche che i livelli di BNP erano diversi in presenza di insufficienza renale cronica (1414±1753 vs 210±307, p=0,002) e di assunzione di farmaci ACEi/ARBs (613±1100 vs 124±231, p=0,007).

Per quanto riguarda gli eventi postoperatori, la distribuzione dei valori di BNP è risultata significativamente diversa in relazione a: sviluppo di AKI (1146±842 vs

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371±936, p=0,008), necessità di CRRT (1917±1871 vs 206±296, p=0,001) e bisogno di inotropi (869±1309 vs 128±137, p=0,012).

L’analisi di correlazione ha permesso invece di evidenziare una relazione positiva tra il valore di BNP preoperatorio e la durata del supporto farmacologico con amine (ρ=0.385, p=0,027) e inotropi (ρ=0.412, p=0,017). Una correlazione di segno negativo invece è emersa tra BNP preoperatorio e EF% alla dimissione (ρ=-0,388, p=0,034). In relazione alla mortalità osservata, si è evidenziata una differenza statisticamente rilevante nel valore preoperatorio di BNP tra i pazienti deceduti a 30 giorni; essi avevano un valore di BNP preoperatorio mediamente più alto rispetto al resto della popolazione (1807±2184 vs 280±474, p=0,018).

EuroSCORE II

È emersa una correlazione positiva tra l’EuroSCORE II e il valore di sST2 a 24 ore (ρ=0,356, p=0,019).

Il test ANOVA per il confronto tra gruppi in base alla priorità dell’intervento, ha mostrato una differenza significativa tra il gruppo di pazienti operati in elezione e quelli operati in regime di emergenza (p=0,015), come mostrato in tabella 10.

Tabella 10 EuroSCORE II Differenza fra medie Errore std. Sig. IC 95% Limite inf Limite

sup Elezione Urgenza -1,270 1,639 1,000 -5,365 2,825 Emergenza -6,770 2,260 0,014* -12,419 -1,122 Urgenza Elezione 1,270 1,639 1,000 -2,825 5,365 Emergenza -5,500 2,697 0,144 -12,238 1,238 Emergenza Elezione -6,770 2,260 0,014* 1,122 12,419 Urgenza 5,500 2,697 0,144 -1,238 12,238

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La frazione di eiezione del paziente, sia preoperatoria (ρ=-0,482, p=0,02) che alla dimissione (ρ=-0,464, p=0,03), correlava negativamente con il valore dell’EuroSCORE II.

Il valore di questo score di rischio correlava positivamente anche con caratteristiche della degenza del paziente in Terapia Intensiva quali la durata del supporto con amine (ρ=0,575, p<0,001) e con inotropi (ρ=0,554, p<0,001) e la durata della ventilazione meccanica (ρ=0,362, p=0,017).

Il punteggio dell’EuroSCORE II mostrava una differenza significativa tra i pazienti che sviluppavano almeno una complicanza nel postoperatorio (aritmia, ipotensione, sepsi, AKI, necessità di supporto meccanico o di ECMO) rispetto ai pazienti che avevano un decorso clinico regolare (4,03±3,78 vs 1,46±0,69, p=0,012).

Una correlazione positiva si è evidenziata nella relazione tra EuroSCORE II e durata della degenza in Terapia Intensiva (ρ=0.442, p=0.003) e della degenza ospedaliera (ρ=0,498, p=0,001).

Il punteggio dell’EuroSCORE II non era significativamente diverso nei pazienti deceduti rispetto al resto della popolazione.

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