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Responsabilità sociale: significato, oggetto e ottiche di riferimento.

Il Bilancio sociale

2.1. La Responsabilità Sociale d’impresa.

2.1.1. Responsabilità sociale: significato, oggetto e ottiche di riferimento.

Nel Libro Verde del 2001, la Commissione europea evidenzia che con “un orientamento gestionale al concetto di responsabilità sociale, le imprese di fatto decidono volontariamente di contribuire ad una società migliore”43.

Per il World Business Council for Sustainable Development, responsabilità sociale d’impresa è il continuo impegno dell’azienda a comportarsi in maniera etica e a contribuire allo sviluppo economico, migliorando la qualità della vita dei dipendenti, delle loro famiglie, della comunità locale, e più in generale, della società44.

Secondo l’organizzazione statunitense BSR-Business for Social Responsability responsabilità aziendale o cittadinanza d’impresa significa “gestire un’azienda in maniera tale da soddisfare le aspettative etiche, legali, commerciali e pubbliche che la società ha nei confronti delle aziende”.

Dunque l’oggetto della Rsi è l’impatto causato dall’operare dell’azienda nella realtà sociale ed ambientale di cui fa parte e con la quale esiste un rapporto di reciproca interdipendenza. Essere responsabili socialmente non vuol dire solo soddisfare

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Libro Verde: Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, Commissione Europea 18/7/2001.

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pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate.

Nonostante le numerose definizioni che nel corso degli anni sono state date alla Rsi, risulta evidente la coerenza del significato sostanziale, profondamente legato alla dimensione comportamentale dell’azienda: essere socialmente responsabili significa gestire un determinato business in modo da controllare, e possibilmente, migliorare gli effetti sociali e ambientali dell’attività d’impresa.

Dal punto di vista di chi osserva, cioè dal piano esterno all’azienda, esistono visioni diverse della Rsi (figura 1.1):

una visione economica, secondo cui un’impresa è socialmente responsabile quando oltre a pagare le tasse e a rispettare le leggi, riesce a creare valore per gli azionisti45;

• una visione giuridica, secondo la quale è responsabile socialmente chi rispetta la legge e chi realizza nei rapporti di scambio con i vari soggetti qualche cosa di più, non richiesto dallo norma, assumendo così un comportamento etico46;

• una visione sociologica culturale, in base alla quale l’individuo prima e l’impresa dopo decide di posizionarsi sotto o sopra la frontiera giuridica;

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M. Vitale, Impresa, responsabilità sociale, etica manageriale, “Notizie di Politeia”,2003.

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• una visione legata al concetto di governance , in cui quest’ultima viene vista come lo strumento chiave per migliorare l’efficienza economica e la competitività delle imprese;

• una visione istituzionale, in cui lo Stato viene visto come “arbitro”, soggetto garante e regolatore dei rapporti tra Stato, cittadini e imprese.

Figura 1.1 Le visioni che influenzano la Rsi.

Dal punto di vista interno dell’azienda esistono ulteriori visioni della Rsi, quelle che vengono definite valenze della Rsi47 (figura 1.2) :

• visione finanziaria ed economica;

• visione organizzativa;

• visione manageriale;

• visione di marketing;

• visione di comunicazione;

• visione di rendicontazione;

• visione di controllo di gestione;

• visione di gestione delle risorse umane.

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Figur 1.2 Le visioni interne all’azienda

2.1.2. I presupposti della responsabilità sociale.

La responsabilità sociale d'impresa si fonda sul presupposto che le società private non dovrebbero avere obblighi soltanto verso i loro soci, ma anche verso le comunità in generale dove esse operano, soprattutto quando si tratti di attività svolte all'estero. Creare i presupposti per il miglioramento della qualità della vita dei singoli e della comunità in cui l’impresa opera è, sicuramente, l’obiettivo primario della stessa impresa.

Allo scopo di creare i presupposti di un atteggiamento sempre più rispettoso e socialmente responsabile, allo scopo di instaurare un rapporto di fiducia tra azienda e società, si deve agire nel rispetto dei principi della trasparenza, della correttezza, dell’efficienza, dello spirito di servizio, della collaborazione e valorizzazione professionale, nei quali si riconosce e nei quali individua l’orientamento etico a fondamento delle proprie attività imprenditoriali.

Lo strumento, attraverso il quale una determinata azienda intraprende un percorso di graduale adeguamento della propria organizzazione a un sistema strutturale ed organico, capace di coniugare in modo equilibrato ed efficace le diverse istante di tutti i suoi stakeholders, è il Codice Etico. L’adozione di principi etici rilevanti ai fini della

prevenzione dei reati ex D.Lgs. 231/200148 costituisce un elemento essenziale del sistema di controllo preventivo.

Nell’ultimo decennio si è registrato un interesse particolare da parte delle imprese per il

Codice Etico.

La gestione dell’etica in azienda esige l’adozione di un approccio fondato sull’idea di integrità morale che leghi il rispetto delle leggi alla responsabilità morale. Il principio del conformità alle leggi si basa sulla necessità di evitare sanzioni legali, il principio di integrità si fonda sull’idea di autogoverno e di responsabilità del management in conformità ad una serie di principi e valori etici guida49.

Quest’impostazione presuppone che l’etica sia una questione che investe sia la sfera

organizzativa che quella personale.

La Rsi rientra nella sfera dell’etica manageriale e si riferisce al dovere da parte del management di effettuare scelte e intraprendere iniziative che contribuiscano al benessere della società e dell’organizzazione. Le aziende che mettono l’etica in secondo piano a favore di una rapida crescita e profitti a breve termine alla fine vengono danneggiate. Per 48

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Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 "Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300", entrato in vigore il 4 luglio successivo, è finalizzato ad adeguare la normativa italiana in materia di responsabilità delle persone giuridiche alle Convenzioni internazionali sottoscritte da tempo dall’Italia. Con tale Decreto è stato introdotto nel nostro ordinamento, a carico delle persone giuridiche, un regime di responsabilità amministrativa (equiparabile sostanzialmente alla responsabilità penale), che va ad aggiungersi alla responsabilità della persona fisica che ha materialmente commesso determinati fatti illeciti e che mira a coinvolgere, nella punizione degli stessi, gli enti nel cui interesse o vantaggio i reati in discorso siano stati compiuti. Un simile ampliamento della responsabilità a carico degli enti mira ad estendere la punizione degli illeciti penali individuati nel Decreto agli enti, che abbiano tratto vantaggio o nel cui interesse siano stati commessi i reati. La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all’estero, purché per gli stessi non proceda lo Stato nel cui luogo è stato commesso il reato.

ottenere e mantenere la fiducia degli stakeholder infatti, le organizzazioni devono mettere l’etica e la responsabilità sociale al primo posto.