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Il piano dei servizi, viene integrato con la Rete Ecologica Comunale in adempimento alle indicazioni per la pianificazione comunale contenute nella D.G.R. 15 dicembre 2010 n. 9/999 ed in particolare nel cap. 4.5 – Indirizzi e orientamenti per la pianificazione locale in tema di realizzazione della rete ecologica e della rete verde di tutela della biodiversità – come chiesto nei pareri della Provincia e della Regione.

Lo studio della Rete ecologica é di fondamentale importanza per il mantenimento dell’equilibrio ambientale, la difesa idrogeologica, la compensazione ecologica, per il mantenimento del paesaggio e della biodiversità e per la difesa del territorio dagli inquinanti.

Le indagini effettuate, già con la stesura degli atti del P.G.T. del 2009, adeguatamente integrate in questa fase, sugli aspetti della realtà territoriale hanno portato alla redazione di carte tematiche ( Tavv. 4-5-6-7-8 del Documento di Piano) utili all’interpretazione del territorio rurale del comune ed alla sua pianificazione.

L’elaborazione e l’analisi dei dati raccolti hanno consentito la realizzazione della carta tematica - Tav. 4 – Il sistema dei servizi e la rete ecologica comunale, che nell’ottica di agevolare l’attività pianificatoria mette in relazione il sistema dei servizi locale esistente e di progetto con la rete ecologica comunale.

6.1 Inquadramento sovra locale 6.1.1. La Rete Ecologica Regionale

È previsto che la R.E.R. lombarda si articoli nei seguenti livelli spaziali:

1) un livello regionale primario comprendente:

• uno Schema Direttore regionale, in scala 1:250.000, inserito dal P.T.R. tra le infrastrutture prioritarie della Regione Lombardia;

• una carta degli elementi rilevanti regionali in scala 1:25.000, come strumento di riferimento immediatamente utilizzabile per la pianificazione provinciale e locale;

• precisazioni ed adeguamenti che emergeranno successivamente in sede di P.T.R.A (Piani Territoriali Regionali d’Area) o di altri strumenti programmatici regionali;

2) un livello provinciale, comprendente le Reti Ecologiche Provinciali (R.E.P.), che si pongono come indirizzo e coordinamento delle reti ecologiche di livello locale;

3) un livello locale comprendente:

• le Reti Ecologiche Comunali (R.E.C.), o definite in sede di Piani di Governo del Territorio;

• le reti ecologiche definite da Parchi;

• le reti ecologiche prodotte dal coordinamento di soggetti amministrativi vari mediante accordi di programma (es. Contratti di fiume ecc.);

• le reti ecologiche promosse a vario titolo e da vari soggetti con obiettivi funzionali particolari (es. reti specie-specifiche su aree definite).

6.1.1.2 Gli obiettivi della R.E.R. di scala regionale

Obiettivi specifici per il livello regionale della R.E.R. lombarda (definita Rete Ecologica Regionale primaria), rispetto a quelli generali, sono i seguenti:

• fornire al Piano Territoriale Regionale un quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio governato;

• aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i P.T.C.P. ed i P.G.T.

comunali;

• aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico; in particolare fornire alle Pianificazioni regionali di settore in materia di attività estrattive, di smaltimento dei rifiuti, di viabilità extraurbana un quadro dei condizionamenti primari di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità di individuare azioni di piano compatibili;

• fornire agli uffici deputati all’assegnazione di contributi per misure di tipo agroambientale indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema;

• fornire alle autorità ambientali di livello regionale impegnate nei processi di VAS uno strumento coerente per gli scenari ambientali di medio periodo da assumere come riferimento per le valutazioni;

• fornire all’autorità competente in materia di VIA, anche per l’espressione del parere regionale nell’ambito della procedura di competenza ministeriale, uno strumento coerente per le valutazioni sui singoli progetti, e di indirizzo motivato delle azioni compensative;

• fornire all’autorità competente in materia di Valutazione di Incidenza riferimenti per precisare le condizioni di applicazione delle procedure, ai fini di una completa considerazione delle esigenze di coerenza globale di Rete Natura 2000, ai fini del rispetto combinato della Direttive 93/42/CE (Habitat) con le Direttive, 96/11/CE (VIA) e 2001/42/CE (VAS).

6.1.1.3 Lo Schema Direttore della RER

Come anticipato, la proposta di P.T.R. approvata con d.g.r. 6447/2008 comprende uno Schema Direttore della R.E.R., che ha come obiettivo specifico quello di individuare, nel loro disegno generale, gli elementi portanti della rete regionale. I contenuti fondamentali dello Schema Direttore sono esposti nel Documento di Piano del P.T.R. ed espressi nella relativa carta compresa in quella delle infrastrutture prioritarie regionali del P.T.R., disponibile in scala 1:250.000.

Lo Schema Direttore espresso graficamente dal P.T.R. comprende e mette in relazione le seguenti categorie di elementi:

Rete Natura 2000

SIC - Siti di Importanza Comunitaria ZPS - Zone di Protezione Speciale

6.1.1.4 La RER del nostro ambito territoriale

Settore 173 - COLLINE MORENICHE GARDESANE Comprende le Province: BS e MN

DESCRIZIONE GENERALE

Area situata immediatamente a sud del lago di Garda.

La parte settentrionale ricade in territorio bresciano mentre la parte meridionale è compresa nella provincia di Mantova.

È percorsa in senso longitudinale dal torrente Redone e comprende il tratto più settentrionale del fiume Mincio.

Vi è compreso l’importante sistema di zone umide del Complesso Morenico di Castellaro Lagusello, designato quale SIC e come Riserva Naturale, che comprende piccole depressioni occupate da paludi e torbiere e da un lago e che ospita specie di pregio quali Rana di Lataste, Tarabusino, Pendolino, Cannaiola verdognola.

ELEMENTI DI TUTELA

SIC - Siti di Importanza Comunitaria: IT20B0012 Complesso morenico di Castellaro Lagusello.

ZPS – Zone di Protezione Speciale: - Parchi Regionali: PR del Mincio.

Riserve Naturali Regionali/Statali: RNR Castellaro Lagusello

Aree di Rilevanza Ambientale: ARA “Anfiteatro Morenico del Garda”

PLIS

ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA Elementi primari

Corridoi primari: Corridoio Castellaro Lagusello Elementi di secondo livello

Aree importanti per la biodiversità esterne alle Aree prioritarie (vedi Bogliani e al., 2007. Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda. FLA e Regione Lombardia; Bogliani e al., 2009. Aree prioritarie per la biodiversità nelle Alpi e Prealpi lombarde. FLA e Regione Lombardia).

INDICAZIONI PER L’ATTUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALE Per le indicazioni generali vedi:

- Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con deliberazione di Giunta regionale del 16 gennaio 2008, n. 6447, e adottato con deliberazione di Consiglio regionale del 30 luglio 2009, n. 874, ove la Rete Ecologica Regionale è identificata quale infrastruttura prioritaria di interesse regionale;

- Deliberazione di Giunta regionale del 30 dicembre 2009 – n. 8/10962 “Rete Ecologica Regionale: approvazione degli elaborati finali, comprensivi del Settore Alpi e Prealpi”;

- Documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”, approvato con deliberazione di Giunta regionale del 26 novembre 2008, n. 8515.

1) Elementi primari

Corridoio Castellaro Lagusello (19): conservazione delle fasce boschive; conservazione dei prati stabili polifiti, anche attraverso incentivi allo sfalcio e concimazione; conservazione/creazione di zone umide; mantenimento delle fasce ecotonali; mantenimento delle piante vetuste;

mantenimento del mosaico agricolo; creazione di siti idonei per la riproduzione dell'avifauna legata ad ambienti agricoli.

2) Elementi di secondo livello

Conservazione e ripristino delle fasce boschive; conservazione dei prati stabili polifiti, anche attraverso incentivi allo sfalcio e concimazione; conservazione/creazione di zone umide;

mantenimento delle fasce ecotonali; mantenimento delle piante vetuste; mantenimento del mosaico agricolo; creazione di siti idonei per la riproduzione dell'avifauna legata ad ambienti agricoli.

3) Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologica

Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; mantenere i varchi di connessione attivi; migliorare i varchi in condizioni critiche; evitare la dispersione urbana;

Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale.

CRITICITÀ

Vedi D.d.g. 7 maggio 2007 – n. 4517 “Criteri ed indirizzi tecnico progettuali per il miglioramento del rapporto fra infrastrutture stradali ed ambiente naturale” per indicazioni generali sulle infrastrutture lineari.

a) Infrastrutture lineari: presenti soprattutto nella parte settentrionale dell’area in esame, ove transitano, con percorrenza da ovest ad est, l’autostrada A4 MI-VE, la linea ferroviaria MI-VE e una strada statale fortemente trafficata che costeggia le sponde meridionali del Lago di Garda;

b) Urbanizzato: il territorio in esame, prevalentemente a matrice agricola, presenta un livello di urbanizzazione moderato.

c) Cave, discariche ed altre aree degradate: è necessario il ripristino della vegetazione naturale al termine del periodo di escavazione. Le ex cave possono svolgere un significativo ruolo di stepping stone qualora fossero oggetto di oculati interventi di rinaturalizzazione, in particolare attraverso la realizzazione di aree umide con ambienti prativi e fasce boscate ripariali.

6.1.1.5 Indirizzi ed orientamenti per la pianificazione locale in tema di realizzazione della rete ecologica e della rete verde e di tutela della biodiversità

Come detto nella parte introduttiva, col capitolo 4.5 della D.G.R. 15 dicembre 2010 n. 9/999, vengono illustrati anche gli “Indirizzi e orientamenti per la pianificazione locale in tema di realizzazione della rete ecologica e della rete verde di tutela della biodiversità” inerenti la:

a) Programmazione della rete ecologica negli ambiti agricoli:

- Conservare e realizzare macchie, radure, aree boscate, zone umide, anche in considerazione della possibilità di “ricucire” parti del sistema verde non connesse;

- Incentivare e prevedere l’impianto di filari, siepi ai margini dei campi e lungo i confini poderali, in un’opera di ricostruzione del paesaggio e di eventuale mascheramento di elementi impattanti da un punto di vista paesaggistico;

- Controllare e ridurre la pressione antropica sui corsi d’acqua potenziandone la capacità auto depurativa, riqualificandone la vegetazione ripariale e le fasce lungo le sponde;

- Recuperare le aree di cava a fini naturalistici e paesistici, oltre che ricreativi e fruitivi;

- Favorire pratiche agricole non intensive e biologiche, con un uso di sostanze chimiche più moderato e coltivazioni a rotazione.

b) Programmazione della rete ecologica negli ambiti urbanizzati:

- Progettare parchi e giardini secondo criteri naturalistici (diversificazione degli ambienti, riduzione degli elementi artificiali, controllo dell’illuminazione notturna, realizzazione di recinzioni costituite da specie arbustive possibilmente edule, cioè dai frutti commestibili);

- Prevedere l’impianto di alberi e siepi lungo le strade e/o in corrispondenza delle pista ciclabili, con particolare attenzione all’impianto di specie autoctone caduche, in modo da permettere l’ombreggiamento estivo e l’irraggiamento invernale;

- Prevedere che le aree di compensazione degli impatti, siano realizzate prioritariamente in funzione del completamento del progetto della rete ecologica;

- Incentivare nelle nuove trasformazioni la presenza di quote significative di vegetazione, adottando soluzioni quali per esempio: tetti verdi, dotazione arborea/arbustiva in rapporto alle volumetrie insediate, recinzioni verdi o semipermeabili, superfici permeabili in profondità;

- Orientare gli interventi per nuove realizzazioni o riqualificazioni la sistemazione degli spazi aperti, al fine di favorire la continuità delle aree verdi di pertinenza;

- Salvaguardare i varchi tra gli insediamenti esistenti e previsti, con fasce di vegetazione arborea ed arbustiva tali da garantire il contenimento dei processi conurbativi;

- Valorizzare in senso ecologico le fasce contermini ai principali corridoi della mobilità e tecnologici, eventualmente prevedendo barriere antirumore a valenza multipla;

- Riqualificare i corsi d’acqua esistenti, inserendoli in un progetto di valorizzazione e salvaguardia;

- Interconnettere le aree libere, anche residuali, sia private che pubbliche, all’interno del territorio urbanizzato, in modo da valorizzare il sistema del verde anche in ambito urbano;

- Individuare i corridoi ecologici ed un sistema organico del verde (pubblico e privato) di

Il modello concettuale utilizzato nel P.T.C.P. per l’individuazione della Rete Verde Provinciale, cui riferirsi per attuare un’azione integrata contro i processi di degrado in corso, si fonda su una struttura costituita da:

- nodi ovvero aree in cui è presente un valore ecologico riconosciuto di significato nazionale o internazionale e le aree naturali di sviluppo (generalmente sono le aree protette istituzionalmente, come Parchi e Riserve naturali);

- corridoi ecologici di connessione ovvero strisce di territorio differente rispetto alla matrice (di solito agricola) in cui si collocano, con la funzione di collegamento dei nodi;

- stepping stones ovvero aree naturali di varia dimensione, con localizzazione geografica tale da costituire punti di appoggio per i trasferimenti di organismi tra grandi bacini di naturalità, lungo i percorsi che non hanno una continuità naturale, costituendo talvolta anche rifugio (es: Riserva naturale di Castellaro Lagusello).

La teorizzazione di questo modello prende le mosse dalla constatazione che l’espansione delle aree urbanizzate e l’industrializzazione dell’agricoltura, hanno generato una frammentazione del paesaggio rurale, che a sua volta ha prodotto una serie di aree naturali relitte ed isolate, circondate da una matrice territoriale profondamente diversa.

Si basa inoltre sulla convinzione che l’abilità delle diverse specie di colonizzare queste “isole”

dipenda in qualche misura dalla distanza della stessa con le altre con caratteristiche simili.

Questa particolare “maglia”, i cui nodi svolgono la funzione di serbatoio della biodiversità, i corridoi la funzione di via di mobilità, di captazione di nuove specie colonizzatrici e gli stepping stones di punti di appoggio lungo i percorsi, dovrebbe essere il più possibile interconnessa e diffusa al fine di poter raggiungere l’ambizioso obiettivo di ripristinare l’equilibrio ecologico del territorio.

6.1.2.1 Gli obiettivi della Rete Verde Provinciale

L’obiettivo strategico della costruzione della Rete Verde Provinciale (RVP) con funzione ecologica e fruitiva.

Nel definire e promuovere la rete verde, la Provincia persegue i seguenti obiettivi specifici:

• garantire la tutela di habitat e/o specie animali e vegetali rare o minacciate, in particolare attraverso:

- la tutela assoluta dei gangli primari,

- l’individuazione degli ulteriori nodi ecologici esistenti o potenziali da valorizzare come gangli secondari,

- la realizzazione dei corridoi ecologici esistenti e di connessione tra i gangli,

• evitare la frammentazione ecologica e facilitare l’interconnessione delle aree naturali esistenti, ancorché non estese, attraverso processi di rinaturalizzazione;

• rafforzare la funzione di corridoio ecologico svolta dai corsi d’acqua e dai canali, riconoscendo anche alle fasce di pertinenza e tutela fluviale il ruolo di ambiti vitali propri del corso d'acqua;

• promuovere processi di rinaturalizzazione, di ricostituzione di elementi naturali o semi-naturali (aree boscate, vegetazione ripariale, filari, stagni e zone umide) nel territorio rurale e favorirne l’equilibrio e l’integrazione con le pratiche agricole;

• rafforzare la funzione di corridoio entro gli ambiti urbanizzati svolta da parchi e giardini pubblichi, dalle aree verdi in genere, ancorché abbandonate;

• associare alla funzione strettamente ambientale quella turistica-ricreativa, promuovendo la conoscenza e la fruizione del territorio e la tutela degli ambiti a maggiore valenza percettiva;

• promuovere, nella collaborazione con i comuni, distribuzione spaziale degli insediamenti e livello qualitativo degli stessi in modo da limitare l’interferenza con la rete verde, favorire l’incremento dei livelli di dotazione naturalistica (anche attraverso adeguati interventi compensativi e mitigativi) e dare risposta ai punti di conflitto esistenti e potenziali;

• garantire l’integrazione fra l’infrastrutturazione del territorio e la rete verde, attraverso la costruzione di fasce mitigative funzionali al raccordo tra le opere di mitigazione/compensazione progettate e realizzate in riferimento alle infrastrutture e gli interventi di costruzione della Rete Verde Provinciale. Le stesse attenzioni dovranno essere previste anche per gli interventi non considerati dallo studio di incidenza;

• promuovere il coordinamento e l’ottimizzazione delle risorse economiche e finanziarie, individuate ed individuabili, gestite dai vari Settori della Provincia o legate ad azioni specifiche di altri Enti competenti, per la realizzazione integrata degli obiettivi della rete.

6.1.2.2 Elementi conoscitivi della Rete Verde Provinciale La Rete Verde Provinciale è articolata in:

Primo livello della rete – corridoi ambientali sovra sistemici 1. Sono costituiti da:

a) i nodi a più elevata naturalità (le riserve naturali ed i siti di importanza comunitaria esistenti, la foresta della Carpaneta, i laghi di Mantova e le aree di confluenza dei fiumi Oglio, Mincio e Secchia in Po e del fiume Chiese in Oglio) identificati come gangli primari regionali o provinciali della Rete verde per i quali la finalità principale è la conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale;

b) le aste fluviali comprese entro gli argini maestri dei fiumi Oglio, Mincio, Chiese e Secchia e le aree classificate come fascia A e B del Po che costituiscono i principali corridoi ecologici esistenti per i quali la finalità principale è la conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale;

c) i territori dei parchi regionali esistenti (Oglio e Mincio), le zone di protezione speciale, nonché le valli di Secchia e Chiese, il paleoalveo del Mincio e i territori dei cordoni morenici, che costituiscono i principali corridoi verdi provinciali chiamati a svolgere un ruolo di connessione diffusa e nei quali potenziare maggiormente la presenza degli elementi verdi lineari;

d) i principali corridoi ecologici di progetto desunti dalla pianificazione regionale, ovvero le direttrici Mincio - Chiese nell’alta pianura attraverso il canale Virgilio; Mincio – Tione attraverso la Foresta della Carpaneta; Mincio – Tione nel territorio comunale di Roverbella;

Oglio - Mincio (dalla riserva di Marcaria alle Valli) lungo le quali promuovere azioni e politiche volte a costituire nuove connessioni ecologiche;

Secondo livello della rete – aree di protezione dei valori ambientali

1. Sono costituiti dai possibili corridoi verdi di connessione est-ovest delle valli fluviali fra loro e delle valli fluviali con gli ambiti delle reti verdi extraprovinciali:

a) corridoi verdi secondari chiamati a svolgere un ruolo di connessione diffusa entro il territorio rurale e nei quali potenziare la presenza degli elementi verdi lineari e ripariali. Ove tali corridoi si attestino su canali (in genere sui canali di valore naturale) o su percorsi di fruizione paesistica, ed in mancanza di elementi geomorfologici di riferimento, sono stati indicativamente rappresentati con un buffer di 300 metri dal canale o dal percorso individuato;

b) nodi potenziali secondari della rete verde, ovvero ambiti ad elevata complessità progettuale (naturale, storico-culturale, percettiva, etc.) nei quali è possibile riconoscere una pluralità di problematiche e di attenzioni progettuali. Tali nodi si distinguono in:

• nodi a potenziale valore naturale nei quali Provincia, Enti Parco o Enti locali sono chiamati a favorire l’implementazione e la ricostituzione della biodiversità;

• nodi a potenziale valore storico-culturale nei quali Provincia, Enti Parco o Enti locali sono chiamati a favorire la tutela e la valorizzazione dal punto di vista percettivo e storico-culturale.

Terzo livello della rete – aree di conservazione o ripristino dei valori di naturalità dei terreni agricoli

1. Sono aree che richiedono una gestione sostenibile delle risorse naturali e culturali compatibile con le necessità delle attività agricole e con gli indirizzi agronomici consolidati sul territorio.

2. Tali risorse e attività si differenziano rispetto sia alle componenti della RVP, sia alle grandi categorie di paesaggio precedentemente individuate; si è quindi ritenuto necessario articolare gli indirizzi in modo da sottrarsi al rischio di una omogeneizzazione dei caratteri naturalistici e paesaggistici del territorio ed al contempo evitare inutili rigidità nei confronti delle attività agricole esistenti.

3. Il PTCP per queste aree si riferisce a due differenti obiettivi:

a) tutela dei fattori produttivi dell’attività agricola, quali il suolo e le infrastrutture agricole;

b) tutela e valorizzazione del paesaggio agricolo: comporta una maggiore attenzione alla localizzazione e realizzazione dei manufatti di supporto all’attività agricola, anche in funzione del contesto ambientale e paesaggistico in cui vengono insediate.

6.1.2.3 Interferenze

Nel progetto di rete verde sono evidenziate interferenze costituite da elementi areali, lineari o puntuali che si presentano come elementi di disturbo per l’attuazione del progetto stesso.

1. Questi sono individuati:

a) Ambiti insediativi di interferenza, quali situazioni di continuità e correlazione del sistema rurale paesistico e della rete verde a rischio di compromissione per i quali si richiedono attente indicazioni di contenimento dei processi di consumo di suolo;

b) Barriere infrastrutturali, quali elementi lineari o nodi puntuali nei quali è evidente e critica l’interruzione della rete e per i quali è necessario proporre interventi di limitazione dell’interferenza.

6.1.2.4 Altri elementi della rete

Il PTCP inoltre individua quale riferimento per la definizione delle azioni di interesse provinciale:

a) I PLIS previsti, rappresentano ulteriori nodi da assumere come riferimento per l’implementazione della RVP, verificando il ruolo che gli stessi potranno svolgere nel modello concettuale elaborato (gangli primari, secondari stepping stone, ecc.);

b) Le Zone di ripopolamento e cattura, che sono prevalentemente da destinare ad incrementare la riproduzione naturale delle specie selvatiche autoctone ed a favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie.

6.1.2.5 Indirizzi del PTCP per la costruzione della Rete Verde Provinciale

Con riferimento ai contenuti dei documenti di indirizzo regionale, il PTCP definisce indirizzi che i piani di settore provinciali, gli atti di programmazione e di governo della Provincia, nonché i PGT dei Comuni, devono osservare.

1. Indirizzi per gli elementi di primo livello della rete

1.1. Il PTCP individua gli Elementi di primo livello della rete.

1.2. Laddove tali ambiti ricomprendono Aree assoggettate a specifica tutela (art. 16 - IN):

a) Beni tutelati dal D.Lgs. 42/2004 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio:

aa) Beni culturali per cui sia intervenuta la dichiarazione dell’interesse culturale, ab) Tutela indiretta,

ac) «Bellezze individue» e «bellezze d’insieme» e dichiarazione di notevole interesse pubblico,

ad) Aree tutelate per legge,

b) Rete dei Siti Natura 2000, che costituisce la Rete ecologica europea, ovvero un sistema coerente e coordinato di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali che

b) Rete dei Siti Natura 2000, che costituisce la Rete ecologica europea, ovvero un sistema coerente e coordinato di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali che

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