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Ricerca di anticorpi anti-enolas

Risultati 3.1 Analisi della casistica clinica

3.2 Ricerca di anticorpi anti-enolas

Abbiamo misurato gli anticorpi anti-alfa enolasi nei sieri di 22 dei 100

pazienti mediante immunoblot su un estratto di rene umano e su alfa-

enolasi ricombinante.

Complessivamente sono risultati positivi 10/22 sieri (45.4%).

Dei 10 sieri positivi per anti-enolasi, 1 reagiva sia con l’enolasi da

estratto renale sia con l’enolasi ricombinante, 4 solo con l’enolasi da

In 6/22 pazienti era presente interessamento renale al momento del

prelievo; 4/6 pazienti hanno anticorpi anti-alfa enolasi.

Anticorpi anti-enolasi sono presenti inoltre in 6 dei 16 senza

interessamento renale. Non esiste quindi associazione tra presenza di

anticorpi anti-enolasi e coinvolgimento renale (χ2 = 1.49, p>0.05)

Per valutare se potesse esistere associazione tra coinvolgimento renale e

forma di enolasi riconosciuta (ricombinante vs. estrattiva) abbiamo

suddiviso ulteriormente i pazienti.

Dei 4 con nefrite ed anticorpi anti-enolasi, 2 reagivano con l’alfa enolasi

ricombinante, 1 con l’enolasi da rene ed 1 con entrambe. Dei 6 pazienti

senza nefrite, 3 riconoscevano l’enolasi ricombinante e 3 l’enolasi da

rene.

Tali risultati suggeriscono che non c’è associazione tra presenza di

nefrite e la forma di enolasi riconosciuta dagli anticorpi.

Di interesse appare, invece, la possibile associazione con forme

linfoproliferative: 3/22 pazienti presi in esame risultavano affetti da

linfoma e tutti presentavano anticorpi anti-alfa enolasi. La bassa

ma i risultati ottenuti suggeriscono un’associazione, da confermare con

Discussione

La casistica di CM da noi studiata è paragonabile, dal punto di vista

epidemiologico e per quanto concerne il tipo e la frequenza

dell’interessamento d’organo e delle differenti manifestazioni cliniche

con quanto riportato in letteratura.

L’incidenza della porpora, delle artralgie, dell’interessamento epatico,

dell’interessamento del sistema nervoso e l’associazione con la sindrome

sicca ed il fenomeno di Raynaud sono del tutto simili a quanto descritto

in altri lavori in cui la numerosità dei pazienti sia simile. Leggermente

inferiore appare invece la frequenza di coinvolgimento renale e la

prevalenza di linfoma.

Per quanto riguarda gli aspetti sierologici, alla fine degli anni ’90 è stata

descritta la presenza in sieri di pazienti con CM di anticorpi anti-alfa

enolasi. Mediante esperimenti di immunoblot su estratti tissutali di rene,

tali anticorpi risultarono presenti nel 30% dei pazienti con CM ed

interessamento renale, mentre erano assenti nei pazienti con CM senza

I risultati ottenuti in questo studio, effettuato su un gruppo indipendente

di pazienti, differiscono dai risultati del lavoro precedente sotto diversi

punti di vista.

La frequenza degli anticorpi anti-enolasi è in questo studio molto più

elevata (45% vs 18%): questo risultato è in parte dovuto all'utilizzo

dell'enolasi ricombinante, non impiegata in precedenza. Alcuni sieri

reagiscono infatti con l'enolasi ricombinante ma non con quella estratta

da tessuto. E' quindi evidente che gli epitopi presenti sulle due molecole

sono almeno in parte distinti.

Le molecole ricombinanti prodotte nei batteri, come l'enolasi

ricombinante impiegata in questo studio, non contengono le modifiche

post-traslazionali presenti sulle proteine "naturali"; possono quindi

esprimere epitopi, non tutti necessariamente lineari ma comunque

dipendenti dalla struttura primaria della proteina, non mascherati dalle

modifiche post-traslazionali.

L'enolasi estratta da tessuti porta invece una serie di queste modifiche

che danno origine a più isoforme (5-7 a seconda dei tessuti) con uguale

peso molecolare e differente punto isoelettrico. La natura delle

modifiche post-traslazionali che generano queste isoforme dell'enolasi

non è ancora stata stabilita, ma è noto che anticorpi presenti nei sieri di

Studi preliminari indicano che le quantità relative delle varie isoforme

differiscono da soggetto a soggetto: l'uso di tessuto renale di altro

donatore potrebbe avere quindi influenzato il risultato del test,

consentendo di determinare anticorpi in un numero di pazienti più

elevato. Gli anticorpi che sono stati misurati sono però differenti anche

dal punto di vista qualitativo, poiché in questo studio non è stata trovata

una correlazione fra anticorpi anti-enolasi e danno renale. Ulteriori studi

sono quindi necessari per meglio caratterizzare la specificità di questi

anticorpi e sviluppare metodi semplici e riproducibili per la loro misura.

Di interesse appare l'associazione fra presenza di anticorpi anti-enolasi e

malattia linfoproliferativa, che deve essere confermata in una casistica

più ampia di pazienti. Studi di follow-up sarebbero di estremo interesse,

per stabilire se la comparsa di questi anticorpi è temporalmente legata a

segni di linfoproliferazione. La produzione di una nuova specificità

anticorpale potrebbe essere l'espressione di un'attivazione policlonale (se

associata all'aumento di titolo di altri anticorpi) o invece essere

dipendente dall'espansione dei cloni neoplastici.

Nel complesso, possiamo quindi concludere che la determinazione degli

autoanticorpi anti-alfa enolasi può essere utile nel follow-up di pazienti

reumatoide. Ulteriori studi sono però necessari per chiarirne il valore

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