5. Considerazioni sui processi di cambiamento del pastoralismo sardo e mediterraneo nel periodo 1950-2010.
3.8 La ricerca scientifica e l‟innovazione tecnologica sono oggi in grado di apportare continue trasformazioni alle imprese zootecniche che, sempre più
frequentemente, in futuro, dovranno adattarsi e riadattarsi a nuove dinamiche di cambiamento. Non c‟è dubbio che tra le novità principali si dovrà annoverare
l‟elettronica applicata alla zootecnica; essa è già entrata negli allevamenti ovini e sarà sicuramente lo strumento che più di tutti apporterà le maggiori innovazioni tecniche. Già oggi, infatti, essa è impiegata nell‟identificazione degli animali, i quali saranno riconosciuti sempre con un numero, questa volta però impresso su un trasponder inglobato in un contenitore di ceramica, applicato all‟animale per via orale e posizionato a livello gastrico o con microchips sottocutanei, rilevati da lettori elettronici (Pulina et al. In corso di stampa).
Il regolamento (CE) N. 21/2004 del Consiglio dell‟Unione Europea ha istituito, infatti, un nuovo sistema di identificazione e di registrazione degli animali della
specie ovina e caprina presenti nel territorio comunitario. L‟avvio dell‟identificazione elettronica dei capi costituisce un cambiamento di fondamentale importanza nella gestione degli allevamenti zootecnici e segna, in modo particolare, la scomparsa delle pratiche e dei saperi legati al riconoscimento degli animali. Il sapere pastorale ha elaborato nel tempo un insieme di simboli che ha consentito la predisposizione di più codici identificativi al fine di poter distinguere un gregge da un altro. Da sempre, infatti, la marchiatura del bestiame è stata tra le priorità del pastore, principalmente per ovviare o comunque limitare il fenomeno dell‟abigeato (cfr. tra gli altri, Angioni, 1989; Caltagirone, 1989; Rodríguez Pascual, 2004; Brisebarre, 1978, 2007).
In Italia, l‟identificazione elettronica degli ovini e dei caprini è diventata obbligatoria a partire dall‟1 gennaio 2010, dopo una proroga concessa nel gennaio del 2008per consentire agli Stati membri l‟adozione di misure necessarie e potere applicare in maniera corretta il nuovo sistema, tenendo soprattutto conto dell‟impatto economico – e qui è opportuno aggiungere socioculturale – che questo nuovo mezzo di identificazione avrebbe determinato. In precedenza, gli ovini venivano identificati con i marchi auricolari in plastica e con il tatuaggio, mentre con le nuove normative comunitarie i pastori devono ricorrere all‟utilizzo del marchio auricolare come primo sistema di riconoscimento e al bolo ruminale con trasponder come seconda tecnica di identificazione.
I boli ruminali sono delle piccole capsule, solitamente in ceramica, applicate agli animali per via orale e che si posizionano nel reticolo degli ovini. I boli contengono un microchip, il trasponder, contrassegnato da un numero di identificazione che andrà a costituire la carta d‟identità di ogni singolo capo. Il bolo può essere recuperato soltanto dopo la morte dell‟animale e per tale motivo è possibile intuire che questo nuovo metodo di riconoscimento potrebbe avere una particolare importanza nella prevenzione dei furti e delle truffe. In Sardegna, tutto il patrimonio ovino iscritto ai Libri Genealogici è “marchiato” elettronicamente e il numero dei capi identificati con questo sistema è cresciuto nel corso del 2010 a seguito dell‟obbligatorietà del provvedimento.
Sono le Associazioni Provinciali Allevatori ad occuparsi dell‟identificazione elettronica del bestiame e a questo riguardo esiste una
distinzione tra i pastori iscritti alle APA – le quali garantiscono la disponibilità dei boli e la loro applicazione in azienda in quanto inserite nel pacchetto di assistenza agli allevatori – e quelli non iscritti all‟Associazione. Questi ultimi hanno pagato 2,50 € più il costo della manodopera per l‟applicazione del bolo, mentre gli allevatori associati alle APA hanno speso 0,50 € per animale.
L‟introduzione di questo nuovo sistema di riconoscimento apporterà indubbi vantaggi: da una parte si ovvierà agli inconvenienti dei metodi tradizionali di identificazione (ferite da taglio, perdita dei marchi auricolari, rischi di trasmissione di malattie infettive) nell‟ottica e nel rispetto del benessere animale; dall‟altra si compirà un passo in avanti nel miglioramento del lavoro dei controllori e degli allevatori e ancor più nella prevenzione delle truffe ai danni delle istituzioni che erogano i contributi.
L‟identificazione dei capi mediante bolo ruminale prevede l‟utilizzo di lettori forniti di display su cui possono essere visualizzate le informazioni relative all‟azienda, alla data di nascita, al sesso, alla razza del singolo ovino e alla data di identificazione dell‟animale. In sostanza, il bolo di ceramica contiene un insieme di dati che accompagnano il capo dalla nascita sino al decesso o alla macellazione. Tale sistema identificativo consentirà agli allevatori di monitorare la salute del bestiame ed essi potranno decidere quali ovini far entrare in sala mungitura; risulteranno facilitate, inoltre, le fasi di selezione e incrocio tra razze, rese possibili da una scelta preventiva in base all‟indicazione dei dati presenti nei computer. Verrà facilitata la raccolta e l‟elaborazione di informazioni relative al gregge, la redazione dei registri genealogici, l‟attuazione dei prelievi, la prevenzione di infezioni e, più in generale, saranno agevolati i controlli previsti dal servizio veterinario. Con l‟ausilio di un computer palmares, l‟allevatore potrà entrare nel circuito tecnologico dell‟informatizzazione compiendo un passo notevole nell‟ammodernamento dell‟azienda e nella gestione del capitale animale. L‟utilizzo di sistemi informatici come le banche dati consentirà ai pastori di semplificare molte fasi di lavoro e soprattutto di possedere un insieme di indicazioni utili per la corretta amministrazione dell‟azienda. Nelle fasi iniziali, tali operazioni dovranno essere opportunamente seguite da tecnici specializzati che, mediante le informazioni possedute nelle banche dati, dovranno prevenire
eventuali problemi legati, per esempio, alla mungitura, all‟alimentazione, allo stato sanitario, ecc., nell‟ottica di un ottimale funzionamento delle aziende.
Negli anni scorsi, l‟identificazione elettronica dei capi ha suscitato diverse perplessità, soprattutto riguardo i costi da sostenere per l‟acquisto dei boli e la loro applicazione, che deve necessariamente essere eseguita da personale qualificato. L‟obbligatorietà del provvedimento ha contribuito ad eliminare tali dubbi e oggi le aziende zootecniche sono a pieno titolo inserite nell‟ambito della tecnologizzazione elettronica e informatica.
3.9 È possibile intuire che, nel terzo millennio, le innovazioni tecniche si confronteranno con le pratiche di allevamento tradizionali e il pastoralismo del futuro, quindi, si dovrà relazionare costantemente con le novità del mondo tecnologico. Devono concorrere in questo processo un insieme di elementi, per cui è quantomeno necessaria la formazione di personale tecnico e il conseguente
trasferimento di nuove competenze e di nuovi saperi agli allevatori.
La diffidenza e la cautela con le quali i pastori accolgono le innovazioni è oramai una costante riscontrabile nei diversi sistemi pastorali e si manifesta in particolare quando si acuisce la crisi del comparto, che riporta puntualmente all‟ordine del giorno i limiti dei diversi soggetti coinvolti. Si tratta di una dinamica che, come già è stato accennato, è imputabile anche alla mancanza di programmi e progetti di formazione e informazione a favore degli operatori zootecnici. Nell‟ottica generale del quadro produttivo tutto questo influisce in larga parte nelle rese produttive aziendali e, dunque, nel sistema generale. Il problema della formazione e dell‟aiuto tecnico a favore dei pastori fa emergere ogni qualvolta il ruolo che dovrebbe avere l‟assistenza tecnica nelle campagne e quali dovrebbero essere gli interventi opportuni finalizzati alla crescita delle loro competenze. In questa direzione lavorano in Italia le ARA (Associazione Regionale Allevatori) che hanno l‟obiettivo, anche, di migliorare la produzione e la valorizzazione zootecnica, la ricerca e l‟elaborazione dei dati delle aziende, il monitoraggio genetico degli animali. Tuttavia, negli ultimi anni – in concomitanza con il momento di maggiore crisi del settore – gli interventi di assistenza tecnica a