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 la legge n. 328/2000 avente ad oggetto ”Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali” favorisce l’integrazione dei servizi sociali e sanitari;

 l’art.2 della L. n. 68/99 individua e definisce il collocamento mirato delle persone disabili quale cardine dell’attività di inserimento lavorativo delle stesse, caratteristiche ed obiettivi ribaditi e precisati dalla L.R. n.14/00 "Promozione dell'accesso al lavoro delle persone disabili e svantaggiate" e dalla stessa estesi, per quanto compatibile con la diversa disciplina normativa nazionale, alle persone in condizione di svantaggio individuale e sociale nel mercato del lavoro;

 la L. n. 68/99, all'art.6, prevede il raccordo tra le Province ed i servizi sociali e sanitari del territorio per la programmazione, attuazione e verifica degli interventi per l'inserimento lavorativo delle persone disabili ed all'art.11 prevede, allo scopo di favorire l'inserimento lavorativo delle stesse, l'attuazione di convenzioni fra la Provincia e consorzi di cooperative sociali, mentre la L.R. n.14/00, all'art.3, fra gli interventi finalizzati alla promozione del diritto e dell'accesso al lavoro indica il

"sistema integrato di servizi per il lavoro, socio-riabilitativi, formativi ed educativi anche di accompagnamento tutoriale nel posto di lavoro" e, fra i principi cui improntare la realizzazione degli interventi, la "integrazione e collaborazione fra i Servizi competenti";

 con il passaggio di competenze alla Provincia in materia di collocamento e politiche del lavoro, avvenuto in data 26/11/1999 in applicazione del D.Lgs. n.469/97 e della L.R. n.25/1998, ed a seguito dell’entrata in vigore della L. n.68/1999 e della L.R. n.14/00, alla stessa compete l’applicazione sul territorio provinciale della normativa in materia di diritto al lavoro delle persone disabili attraverso i necessari adempimenti amministrativi e, in particolare, attraverso l'incrocio domanda-offerta e l'avviamento lavorativo delle stesse nella logica del collocamento mirato, secondo le modalità previste dalla legge stessa, seguendo le indicazioni delle schede individuali ex art.8, primo comma, elaborate a partire dalla diagnosi funzionale predisposta dall'Azienda U.S.L. ai sensi dei D.P.C.M. 13/1/2000 ed, inoltre, promuovendo la realizzazione di interventi formativi, di riqualificazione e di misure di sostegno e di accompagnamento al lavoro dei lavoratori disabili;

 compete inoltre al Centro per l'Impiego, secondo i metodi del collocamento mirato ed utilizzando, per quanto compatibili, gli strumenti attuativi dello stesso, favorire l'inserimento lavorativo delle persone in condizione di svantaggio nel mercato del lavoro, così come individuate dalla normativa regionale e che tale target tende a coincidere con le persone in carico ai servizi sociali dei Comuni;

 la legge regionale 19 luglio 2013, n. 7 "Disposizioni in materia di tirocini. Modifiche alla LR 1 AGOSTO 2005, N. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, dellla qualità, sicurezza e regolarità del lavoro)" che recependo la questione posta dalla Commissione Europea nell'ambito della Strategia Europa 2020, e le “Linee guida in materia di tirocini “ ('Accordo Stato-Regioni

l'istituzione delle OTV come organismo di valutazione per i tirocini C e D, fino all’attivazione dell’equipe multi-professionale prevista dalla LR 14/2015.

 la legge regionale 30 luglio 2015, n. 14 "Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari" che definisce per i percorsi dedicati alle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità una presa in carico unitaria attraverso equipe multiprofessionali per predisporre un programma personalizzato di intervento, prevedendo una nuova tipologia di Tirocini D in favore di persone in carico ai servizi sociali o ai servizi sanitari

 il nuovo scenario nell’ambito del quale si realizza un diverso rapporto istituzionale tra gli Enti Locali e l’Azienda Sanitaria, correlato ad un più ampio disegno programmatorio, già delineato nei Piani Sociali di Zona, pur individuando in capo ai Comuni le strategie di Welfare locale, affida alla responsabilità di entrambe le parti la realizzazione di un progetto di costruzione di una rete integrata tra funzioni sociali e funzioni socio-sanitarie con valorizzazione delle specifiche competenze e dei differenti ruoli, nell’ottica di garantire ai cittadini servizi sempre meglio qualificati;

 le attività rivolte alle persone disabili e/o svantaggiate, partono dalla presa in carico da parte dei servizi sociali e sanitari, e si sviluppano all’interno delle rete dei servizi, in ottemperanza con quanto previsto dall’Accordo di programma stipulato con l’Azienda USL distretto n.3 di Modena, Dipartimento cure primarie- per le prestazioni a rilievo sanitario e Dipartimento salute mentale-psichiatria adulti per la gestione dei percorsi di inserimento lavorativo e in linea con il Piano regionale sociale e sanitario 2009-2012, e quanto stabilito all’interno del nuovo Piano di Zona per la salute e il benessere sociale 2009-2012 del distretto di Modena.

 il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche è un sistema di servizi integrato tra le discipline di psichiatria adulti, neuropsichiatria infantile e dipendenze patologiche all'interno dell'Azienda Usl, così come definito dalle linee guida regionali per la redazione dell’atto aziendale (delibere 86/2006 e 2011/2007) e come riportato dal Piano attuativo della Salute Mentale 2009-2011: ’ è importante che le politiche di salute mentale e quelle per le dipendenze patologiche vengano determinate ed attuate in armonia tra loro, garantendo una visione strategica unitaria sia per i numerosi ambiti di sovrapposizione (promozione della salute, prevenzione, inclusione e comunicazione sociale) sia per le numerose aree in cui la stretta sinergia è requisito per il successo degli interventi (attività sulla adolescenza, sull’alcolismo, sui disturbi del comportamento alimentare e sulla doppia diagnosi)..

 esiste una parte importante di pazienti, che per manifestazioni sintomatologiche, decorso e caratteristiche di gravità sono utilizzatori sia dei servizi di salute mentale sia di quelli per le tossicodipendenze: i cosiddetti pazienti con “doppia diagnosi”. Si tratta di una categoria di complessa gestione che richiedono una condivisione dei progetti di cura tra i professionisti dei due servizi ed un approccio, come di consueto, integrato rispetto agli interventi socio-riabilitativi e di inserimento al lavoro.

PREMESSO che:

Il Comune di Modena, aveva affidato dal 1/1/2010 mediante procedura aperta, la realizzazione di progetti di orientamento, formazione, tirocinio formativo e inserimento lavorativo rivolti a persone disabili, in condizione di svantaggio e con problematiche psichiatriche alla Ditta Consorzio di Solidarietà Sociale di Modena, fino al 30/04/2013; e che ha proceduto all'affidamento dell'attività tramite una nuova gara dal 1/05/2013 al 30/04/2017

che il servizio affidato consiste nelle seguenti attività:

_ organizzazione e attivazione dei percorsi in alternanza scuola- lavoro per studenti frequentanti gli Istituti d’Istruzione Superiore del Distretto Scolastico

- attività di orientamento, promozione delle conoscenze e delle opportunità, preparazione dei prerequisiti al lavoro;

- attività di formazione e inserimento lavorativo per persone disabili, (legge 68/99) attraverso l'attivazione di tirocini

- attività di tirocinio formativo e inserimento lavorativo per persone svantaggiate; (Legge 381/91) attraverso l'attivazione di tirocini

- attività di accompagnamento al lavoro per accogliere, analizzare e fornire attività di accompagnamento al lavoro per accogliere, analizzare e fornire risposte ai bisogni della persona in carico ai servizi e attivarsi nella ricerca di opportunità lavorative.

- risposte ai bisogni della persona in carico ai servizi e attivarsi nella ricerca di opportunità lavorative.

il Dipartimento Salute Mentale (DSM-DP), operante per l’Azienda USL di Modena (AUSL), ha affidato dal 01-03-2010 al 31-12-2012 attraverso un protocollo operativo tra il Comune e l'Azienda USL di Modena la realizzazione e il sostegno a favore di progetti di orientamento, formazione, tirocinio formativo e inserimento lavorativo rivolti a persone disabili in condizioni di svantaggio e con problematiche psichiatriche in carico al CSM Modena Ovest e Modena Est

l’Azienda USL di Modena Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze patologiche ritiene di confermare la modalità di lavoro congiunta già definito con il protocollo approvato, il 3 luglio 2009, integrando nell’accordo i Servizi del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche afferenti alle Dipendenze Patologiche (DP) ed alla Neuropsichiatria Infanzia ed Adolescenza (NPIA)

Tenuto conto inoltre che la Provincia di Modena ha promosso interventi che prevedono azioni integrate con i Servizi Socio Sanitari territoriali, definiti e realizzati nell’ambito del “Protocollo d’Intesa per

l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, sottoscritto da Provincia, AUSL, Comuni Capo Distretto e INAIL” in data il 03.03.2011 che tra le altre cose prevede:

- la gestione di fondi integrati che vengono definiti con appositi atti con cadenza annuale e/o biennale dalla Provincia stessa

- la gestione in capo al Comune capo distretto di un tavolo distrettuale con la finalità di gestire le situazioni problematiche che riguardano la disabilità e più in generale l’incontro domanda offerta al quale partecipano i diversi servizi dedicati all’inserimento lavorativo compreso il centro per l’impiego

- l’integrazione dei modelli gestionali nelle forme che ogni Comune capo distretto definirà di concerto all’Azienda USL di Modena;

Tenuto conto che attraverso i PDZ sono previste delle risorse regionali dedicate all’inserimento di utenti del Servizio Dipendenze Patologiche;

Tenuto conto che in riferimento alla Legge Regionale 17/2015 verranno definite le nuove modalità di ripartizione delle risorse e pertanto inserire nei piani distrettuali;

Pertanto Comune di Modena e Azienda USL di Modena Dipartimento Salute mentale e Dipendenze patologiche ritengono per i motivi espressi in premessa fondamentale confermare la modalità di gestione integrata che ha dimostrato di riuscire a migliorare l’efficacia dei percorsi e processi di inserimento o reinserimento lavorativo per persone svantaggiate seguite dai Servizi di Modena con particolare riferimento all’utenza in carico alla Salute mentale, al SERD e NPIA.

CONSIDERATO QUANTO PREMESSO

Il Comune di Modena, Settore Politiche Sociali, Sanitarie e Abitative rappresentato dal Dirigente responsabile del Settore Dott.ssa Patrizia Guerra nata a Modena il 14/01/1960 .domicilata per la carica presso la sede del Settore Via galaverna, 8 a Modena

E

L' Azienda Unita' Sanitaria Locale di Modena - Dipartimento Salute Mentale - Dipendenze Patologiche – rappresentato dal Direttore del Dipartimento Dr. Fabrizio Starace, nato a Napoli il 24/07/1958 e domiciliato per la carica presso la sede legale del DSM-DP, in via San Giovanni del Cantone, 23 a Modena

CONCORDANO E STIPULANO QUANTO SEGUE ART. 1 Modello culturale e contesto di riferimento

Il territorio del Comune di Modena ha nel tempo consolidato e rafforzato le sue attività di orientamento e accompagnamento al lavoro per accogliere, analizzare e fornire risposte ai bisogni della persona in carico ai servizi e attivarsi nella ricerca di opportunità lavorative, attività di orientamento, promozione delle conoscenze e delle opportunità, e attività di formazione e inserimento lavorativo per persone con disabilità

Questo ormai da anni si è realizzato sia nell'ambito delle pratiche dell'operare del Comune di Modena rispetto agli interventi di inserimento al lavoro nei confronti dei disabili e delle fasce di popolazione più deboli, sia nelle pratiche del Dipartimento di Salute Mentale in quanto è ormai riconosciuto che il processo della “recovery” passa attraverso la capacità delle persone di recuperare un ruolo sociale attivo.

Peraltro è ormai generalmente riconosciuto che nelle aree ad alta integrazione sociosanitaria, un intervento esclusivamente tecnico-sanitario non è in grado di garantire prognosi positive e addirittura può rivelarsi un fattore di cronicizzazione e disabilità.

L'integrazione sociosanitaria va attuata, perciò, ricercando una concreta integrazione e sinergia tra il sistema dei servizi sociali e sanitari per garantire una ricaduta positiva in termini di eguaglianza ed appropriatezza delle risposte. Il potenziale valore aggiunto dell'integrazione consente infatti l'implementazione della rete integrata dei servizi evitando il ricorso suppletivo a funzioni improprie.

L'integrazione sociosanitaria è pertanto un opzione strategica, sia da un punto di vista istituzionale sia gestionale e professionale, in quanto è in grado di promuovere risposte unitarie ai bisogni complessi del cittadino, che non possono essere adeguatamente affrontati da sistemi di risposte separate sanitarie e sociali.

Alla luce dei rilevanti mutamenti strutturali dell’economia mondiale che hanno messo in crisi i concetti di

“stabilità”, “sicurezza” e “certezza”, il mondo del produttivo sta richiedendo a tutti i lavoratori la capacità di essere flessibili ed adattabili al cambiamento. Inoltre l’introduzione di alcune tecnologie hanno determinato la scomparsa di determinate figure professionali e profonde trasformazioni di altre professioni.

Lo sviluppo, la crescita, le risposte sono aspetti che i servizi socio-sanitari operano all’interno di metodologie, ma anche di relazioni. Il servizio oggetto del protocollo intende pertanto configurarsi all’interno di un sistema integrato che comprenda nelle sue strategie di progetto ed attuazione gli attori coinvolti o coinvolgibili, avviando ed alimentando un “fare insieme”, creando un nuovo approccio in un ambito complesso e difficoltoso come quello dell’inserimento lavorativo.

Mettere a sistema questo servizio, così come mettere in rete le modalità operative dei singoli servizi, consente la circolazione di idee, competenze, esperienze, persone, favorendo lo sviluppo di nuove modalità, nuovi approcci e nuove possibilità di occupazione. Inoltre favorisce i processi di integrazione, di sensibilizzazione e di riduzione del pregiudizio attraverso la diffusione di una cultura in cui l’esperienza lavorativa passa attraverso la costruzione del ruolo sociale, soddisfa la domanda di partecipazione e socialità, costituisce fonte di apprendimento e di abilità sociali, rappresentando la “certezza/identità” nella società moderna.

Il metodo di connessione, collegamento e comunicazione diventa un prerequisito per poter realmente attivare un’attività di inserimento lavorativo ed inserire anche le eventuali fasi critiche all’interno di progetti evolutivi sostenendo la persona nelle fasi di difficoltà che possono essere negative per l’identità della persona.

Creare un metodo che avvicini il mondo dello svantaggio al sistema produttivo significa “rendere compatibile la soggettività della persona (cioè le caratteristiche psicologiche che determinano il suo effetto perturbante) con l’oggettività del sistema produttivo (cioè le regole, i comportamenti, gli adattamenti, il clima, le richieste produttive).

La metodologia prevista intende riempire la distanza tra l’universo della disabilità e dello svantaggio e la struttura produttiva con una attività di formazione e mediazione che permetta l’inserimento lavorativo.

Pertanto l’area della mediazione può definirsi come uno spazio metodologico collocato tra la persona e il sistema produttivo all’interno del quale agiscono operatori specializzati inseriti in gruppi operativi e dotati di strumenti di mediazione.

Le persone con disabilità e/o in condizioni di svantaggio devono essere sempre più cittadini ai quali si offre una risposta alla globalità dei bisogni socio-assistenziali, socio-educativi e riabilitativi. Occuparsi di questi cittadini richiede ai diversi servizi di essere dinamici, flessibili, adattabili, di riuscire a differenziare e a coordinare dei progetti personalizzati, in modo da poter accompagnare la persona nella sua evoluzione, tenendo conto della variabilità, specificità ed individualità.

La persona che si rivolge ai servizi socio-sanitari necessita di risposte ai propri bisogni, attraverso i quali il progetto trova la sua attuazione: si prenderà l'avvio da una analisi della situazione in base ad una valutazione integrata, secondo criteri qualitativi e quantitativi, a partire dalla conoscenza della storia individuale e di contesto e tenendo conto delle aspettative della persona; quindi, la valutazione delle abilità e del funzionamento sociale modulerà l'avvio del progetto individuale- progetto personalizzato- e dei conseguenti follow-up periodici, garantendo la condizione di continuità che rappresenta uno dei fattori determinanti per lo sviluppo ed il mantenimento del benessere e per l’efficacia dell’azione socio-riabilitativa, in un'ottica di progetto di salute complessivo.

In particolare, i servizi devono essere in grado di adattare, plasmare il proprio assetto e funzionamento sulle dinamiche della domanda, adeguando il proprio progetto organizzativo e tecnico alla singola persona e non viceversa, evitando le contrapposizioni e cercando condivisione e collaborazione, dove possibile, con le famiglie e con il sistema di relazioni del tessuto sociale.

Tali attività, collocate funzionalmente all’interno del settore Politiche Sociali Sanitarie e Abitative, devono garantire strategie di progettazione e di gestione in forma integrata con il complesso delle attività del Servizio stesso, e degli altri Servizi territoriali come stabilito dagli accordi intercorsi con l’Azienda USL Distretto 3 di Modena, Dipartimento Cure Primarie – Salute Handicap e Dipartimento Salute Mentale.

Pertanto le attività rivolte alle persone disabili e/o svantaggiate, partono dalla presa in carico da parte dei servizi sociali e sanitari, e si sviluppano all’interno delle rete dei servizi, in ottemperanza con quanto previsto dall’Accordo di programma stipulato con l’Azienda USL distretto n.3 di Modena, Dipartimento cure primarie- per le prestazioni a rilievo sanitario e Dipartimento salute mentale-psichiatria adulti per la gestione dei percorsi di inserimento lavorativo e in linea con il Piano regionale sociale e sanitario 2009-2012, e quanto stabilito all’interno del nuovo Piano di Zona per la salute e il benessere sociale 2009-2012 del distretto di Modena.

Attraverso questo documento, si intende sottolineare ed articolare il processo di collaborazione ed integrazione.

Art. 2 - il Comune di Modena, nella prospettiva della nuova gara di appalto, per conto dei due enti sopra descritti, si impegna all’espletamento della gara e successivamente all’affidamento del servizio nel rispetto dei contenuti del presente protocollo.

Il servizio oggetto di gara consiste nella realizzazione di progetti di orientamento, formazione, tirocinio formativo e inserimento lavorativo rivolti a persone disabili in condizione di svantaggio e con problematiche psichiatriche e/o di dipendenza da sostanze. In particolare le attività di accompagnamento al lavoro sono finalizzate ad accogliere, analizzare e fornire risposte ai bisogni della persona in carico ai servizi e attivarsi nella ricerca di opportunità lavorative con articolazione diversa a seconda delle finalità del percorso stesso.

La tipologia dei percorsi è la seguente:

 Attività di Orientamento e conoscenza del territorio e ricerca attiva del lavoro

 Attività IPS (individual placement and support)

 Percorsi Formativi (realizzati in collaborazione con Enti di Formazione Professionale)

 Attività di Presidio Formativo presso il Centro denominato Ivo Monari e altri presidi formativi presso Aziende Private

 Attivazione di percorsi di misti di alternanza scuola lavoro (in particolare per minori o giovani in condizioni di disabilità)

 Attività di tirocinio formativo

 Attività di inserimento attraverso le modalità previste dall’art 22 della L. R. 17/2005

 Attività di monitoraggio nella prima fase dell’assunzione

 Attività di riconversione a seguito di riorganizzazioni aziendali dopo l’assunzione

 Attività di ricerca aziende disponibili per le attività di cui sopra Art 3 Destinatari

I destinatari dei percorsi sono persone in carico al DSM_DP (CSM, al SDP e alla NPIA) che devono presentare le seguenti caratteristiche:

In carico al servizio di provenienza da almeno 6 mesi

essere in una situazione di discreto compenso sintomatologico

In assenza di ricoveri da almeno 6 mesi

Se in carico al SDP o nel caso di Doppia Diagnosi essere in condizioni di compenso tossicologico o comportamentale, anche se con terapia farmacologica

essere in condizione di svantaggio o di invalidità accertata

avere nell’ambito del Progetto personalizzato di cura un progetto di inserimento lavorativo e di inclusione sociale

diagnosi psichiatrica di patologia grave (anche con doppia diagnosi)

In riferimento alle diverse tipologie di percorsi individuati all’art. 2 i percorsi rispetto ai quali declinare le attività saranno indicativamente 75 suddivisi di massima come segue: per il CSM 50 percorsi; per il 20 percorsi; per le situazioni di doppia diagnosi 5percorsi.

Diagnosi psichiatrica di patologia maggiore (anche con doppia diagnosi)

In riferimento alle diverse tipologie di percorsi individuati all’art. 2 le persone sulle quali gestire le attività saranno indicativamente 75 suddivise di massima come segue: per il CSM 50 persone; per il SDP 20 persone; per le situazioni di doppia diagnosi 5 persone.

Qualora i parametri relativi alle persone sopra riportati subissero delle modificazioni sia in aumento che in diminuzione verrà attivata una istruttoria specifica dai firmatari del presente accordo che ridefinirà anche i parametri dell’appalto stesso oltre che le entità economiche definite all’art. 6 del presente protocollo.

Viene inoltre inserito nelle modalità di gestione dei percorsi il “Progetto Formazione Lavoro per la recovery dei giovani con disagio mentale” secondo le modalità individuate nell'accordo di partenariato con Modena Formazione.

Art. 4 - Modalità di invio, accesso, monitoraggio, verifica, dimissioni e metodologia operativa.

Per l’accesso alle attività, è il DSM (CSM/SDP), quale soggetto che ha in carico la persona, che individua e segnala i pazienti che rientrano nei requisiti di avvio all’inserimento al lavoro e ai percorsi di inclusione. Le modalità di segnalazione e gestione dei progetti per le persone proposte al percorso lavoro vengono gestite congiuntamente al responsabile dell’Ufficio Inserimento Lavorativo del Comune di Modena, in accordo con i referenti degli inserimenti lavorativi dei CSM/SDP /NPIA di Modena Distretto 3, così come da capitolato d'appalto.

L’invio avviene attraverso apposita scheda di segnalazione corredata dalla modulistica necessaria e con la presentazione del caso nelle equipe di inserimento lavorativo

Si sottolinea che i servizi invianti rimangono a tutti gli effetti titolari della progettazione di intervento complessiva. I responsabili del caso mantengono la titolarità del percorso educativo, riabilitativo e terapeutico partecipando anche attraverso i propri referenti, all'equipe di inserimento lavorativo e a

Si sottolinea che i servizi invianti rimangono a tutti gli effetti titolari della progettazione di intervento complessiva. I responsabili del caso mantengono la titolarità del percorso educativo, riabilitativo e terapeutico partecipando anche attraverso i propri referenti, all'equipe di inserimento lavorativo e a

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