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Riconfigurazione di un test (da uno a molti)

3.2 I moduli

3.2.5 Riconfigurazione di un test (da uno a molti)

Sin dall’inizio della ricerca, nella stesura del progetto di fattibilità, uno dei primi obiettivi condivisi riguardava il riuscire a sfruttare al meglio le peculiarità, che il sistema informatico offriva.

Non mi riferisco all’effetto-vantaggio che una prova automatizzata offre, di cui alla tabella seguente, ma alla concreta possibilità di riconfigurare il software, modi-ficandone le variabili.

Vantaggi

 Possibilità di fornire un feedback immediato dei risultati

 Somministrazione effettuata sempre con le stesse modalità (la varianza do-vuta agli esaminatori viene eliminata);

Superamento dei limiti tecnici propri dei test carta-matita (il computer di-venta indispensabile per registrare tipologie di performance come tempi di reazione, la mira, ecc.)

 Alto grado di personalizzazione grazie variabili settabili per il livello di difficoltà desiderato

 Controllo degli stimoli distrattori

 Facilitazione nel mantenimento attentivo alla prova

Maggior famigliarità con queste tecnologie per i “nativi digitali” (Paolo Ferri, 2011)

Tab. 10: scheda elenco vantaggi nell’utilizzo di test computerizzati

Capita spesso,nel lavoro quotidiano di un informatico, di risolvere un problema recuperando del codice pronto, magari già elaborato precedentemente da altri per risolvere situazioni di analoga natura. Tale principio di “economia” ha contribuito a generare nel tempo paradigmi di programmazione tutt’oggi altamente condivisi ed utilizzati (come l’OOP16

Osservando vari test (informatici) esistenti è possibile notare come si assomigli-no molto: in pratica il modello è quasi sempre lo stesso, variaassomigli-no invece gli elementi multimediali utilizzati, i parametri e i layout. Per un esempio concreto, prendiamo in analisi i due seguenti test:

), poiché favoriscono la modularità ed il riutilizzo del co-dice, con ovvio risparmio di tempo ed energie.

 il primo è stato predisposto per supportare uno studio sulle FE nel ritardo mentale e nelle difficoltà di apprendimento (Cottini & Nicoletti, 2005).

In questo lavoro viene utilizzata, quale paradigma di ricerca, una variante della metodologia del doppio compito (Pashler & Johnston, 1989) elabo-rata da Umiltà e collaboratori (Umiltà et Al., 1992; Tagliabue et Al. 1994, 1998).

Lo stimolo proposto nel test, era costituito da una coppia di lettere, posi-zionata nella parte sinistra o destra dello schermo per un tempo prestabi-lito. In un primo compito, al soggetto in esame era richiesto di premere su un pulsante, a destra o a sinistra, in relazione alla posizione dello sti-molo stesso. Il programma era stato sviluppato per registrare la risposta del soggetto (input), in termini di misurazione della correttezza e i tempi di reazione. Nel secondo compito, al soggetto era richiesto di dire se le due lettere-stimolo erano tra loro uguali o diverse. Per questa performan-ce, il software metteva a disposizione una seconda coppia di pulsanti ve-ro/falso.

Il secondo test in esame è una prova appartenente alla batteria Senior, fi-nalizzata ad interventi educativo-riabilitativi, per soggetti adulti con D.I. (Cottini, 1999). Si tratta di un reattivo per misurare la rapidità di risposta del soggetto di fronte alla presentazione di vari stimoli (e.g. risposta mo-toria a stimolo visivo).

Fig. 24: videata di consegna test « colori su colori » software Senior (Cottini, 1999)

Sullo schermo, per un periodo di tempo determinato, viene presentato al soggetto lo stimolo-campione da memorizzare. Di seguito il computer

presenta in modalità random e per un breve tempo, diversi stimoli. Du-rante la sequenza, per un certo numero di volte, appare lo stimolo target che il soggetto deve individuare premendo un pulsante. Il software regi-stra sia la correttezza della risposta, sia la latenza, ovvero il tempo im-piegato dal soggetto per emettere la risposta. Gli stimoli disponibili per questa batteria sono di tre tipi: “colori su colori”, “figure su figure” e “lettere su lettere”.

Se provassimo a sovrapporre e confrontare i diagrammi di flusso dei due pro-grammi (test), potremmo notare come questicondividano diversi aspetti:

1. gli stimoli vengono visualizzati sullo schermo per un tempo prefissato, 2. viene registrato l’input dell’utente,

3. viene registrato il tempo impiegato.

Tutto il corollario è facilmente sostituibile da filmati o consegne ad hoc.

Dopo questa analisi possiamo concludere che per sfruttare al meglio le caratteri-stiche di un “test informatico”, una soluzione si individuerebbe nello sviluppo di un software basato su un articolato modello di funzionamento e munito di un completo sistema di ri-parametrizzazione delle variabili. Per tornare all’esempio precedente dei due test, il modello era già ben chiaro, e le variabili da modificare sarebbero po-tute essere:

1. la sequenza di immagini usate come stimolo, 2. la loro posizione sullo schermo,

3. il n° di item da presentare, 4. i tempi di latenza

5. e il sistema “input utente” da monitorare.

Allora qual è la ragione che giustifica l’implementazione di test chiusi e molto simili tra loro a livello funzionale?Nessuna, se non per motivi commerciali o come spesso accade, per mancanza di fondi.

Sulla base quindi di questo principio, sono stati sviluppati tutti i test della batte-ria. Sono stati realizzati modelli di funzionamento altamente parametrizzabili e in grado di corrispondere a diverse esigenze di percorso. Strumenti “camaleontici”

che possono essere “modellati” e “trasformati”. Ecco quindi soddisfatta la seconda caratteristica di “apertura” che si voleva offrire.

In concreto, il modulo factory, attraverso una serie di appositi comandi, permette di esportare, importare e duplicare i test, quindi poterne fare diverse versioni ri-parametrizzando tutte le proprietà disponibili.

Ciò che è stato fatto proprio in questa ricerca, implementando nella batteria tre versioni diverse dello stesso test. Si tratta di un’operazione effettuata per verificare l’efficacia dello strumento su fasce d’età diverse. I tre programmi sono rispettiva-mente “The Kitchen”, “The Fence”, e “Bedroom”, il primo per una utenza adulta, gli altri due più adatti a soggetti in età evolutiva.