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Un film per non dimenticare: Yapian Zhanzheng

3.1 I ricordi condivisi di una nazione

Per il popolo cinese la stesura di storie che narrino gli avvenimenti più importanti accaduti in patria è una consuetudine che risale ai tempi precedenti la fondazione dell’impero da parte di Qin Shihuang (260-210 a.c.). Tramite questi scritti si prendeva nota delle applicazioni tecnologiche del tempo, dei cambiamenti sociali e culturali da tramandare alle generazioni future. Dopo la guerra dell’oppio del 1840 che aveva distrutto la sicurezza e l’autocompiacimento della dinastia Qing, quando la Cina venne ridotta alla condizione di colonia e invasa dalle potenze imperialiste, il popolo cinese sente il bisogno di riscrivere la storia nazionale e di selezionare gli avvenimenti degni di essere ricordati, tralasciando i fatti ritenuti meno importanti. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e la firma del Trattato di Versailles nel 1919 prende forma un movimento studentesco culturale e politico anti-imperialista denominato Wusi Yundong (Movimento del Quattro Maggio). Gli intellettuali aderenti auspicano l’adozione di modelli occidentali sia

88 per quanto riguarda la creazione artistica, sia per lo sviluppo di nuove tecnologie. Nel suo scritto Ban Wang afferma che:

“Il Movimento culturale del Quattro maggio viene comunemente visto come la radicale rottura con il sistema etico e politico Confuciano. Questa rottura va di pari passo con la totale accettazione della cultura occidentale.” (2004, p. 18).

La tradizione confuciana, eccessivamente legata al passato, viene trattata come qualcosa di negativo e di insidioso, un ostinato ripetersi del passato che andava invece accantonato.

Per quanto riguarda il cinema, negli anni venti circolano lungometraggi d’amore in stile hollywoodiano in cui, dopo alterne vicende, troviamo il consueto lieto fine. Questi film d’evasione hanno il solo scopo di divertire e intrattenere gli spettatori. Tutto cambia con l’invasione giapponese del 1931, quando la politica nazionale diviene un importante soggetto cinematografico. In questo periodo i registi si allontanano dalla produzione di commedie romantiche e cercano di focalizzarsi su temi di attuale importanza: il patriottismo, la politica e la guerra. Il modello del teatro classico e dei film hollywoodiani, con le loro trame convenzionali e il lieto fine, vengono rigettati in quanto incapaci di rappresentare i tumulti del presente (Ban Wang, 2004, pp. 78-79). Se precedentemente il cinema e l’arte in generale avevano tentato di dimenticare il passato e rifugiarsi in un mondo di finzione, fatto di intrighi romantici ed esotici, adesso era necessario focalizzarsi sulla vita reale. Già prima della vittoria del Partito Comunista contro il Partito Nazionalista nel 1949, viene riformato l’intero apparato artistico secondo le direttive del presidente Mao Zedong. A partire dal 1942 la cultura e l’arte in generale vengono messe al servizio della politica. Gli intellettuali di sinistra si danno da fare per reinterpretare la storia dello stato cinese esaltando le gesta del Partito e dell’Esercito Popolare di Liberazione. Secondo quanto afferma Li Zeng:

“La storia è un luogo significativo attraverso il quale lo Stato legittima il suo potere e guadagna supporto dal popolo. Come sostiene Benedict Anderson, la storia è un mezzo attraverso il

89 quale il concetto di nazione viene immaginato e formulato

[…] La conservazione della storia è controllata dalle autorità per salvaguardare la comprensione unitaria e quindi rafforzare il consolidamento del controllo da parte del partito al governo. La storia diventa particolarmente importante quando lo Stato è minacciato o il partito al potere entra in una fase critica. Un evento storico può essere utilizzato per evocare sentimenti nazionalisti e per unificare il popolo e rafforzare il governo.” (2008, pp.33-34).

Mi trovo d’accordo con il riferimento fatto da Li Zeng allo storico Anderson che afferma l’importanza della rievocazione di un evento storico per far nascere sentimenti nazionalisti e unificare il popolo, in modo da rafforzare il governo. A mio parere il film di Xie Jin Yapian zhanzheng ha una tale funzione: riportare alla luce un ricordo doloroso del passato, in questo caso la sconfitta nella guerra contro l’Inghilterra, per rafforzare la coscienza nazionale del popolo cinese e soprattutto degli abitanti di Hong Kong, divisi tra la loro appartenenza alla madrepatria e alla cultura cinese e il carattere ormai transnazionale della loro città.

I ricordi traumatici e dolorosi degli anni di lotta vengono utilizzati dal governo per legittimare la vittoria del Partito. Quindi la produzione culturale ufficiale è sicuramente l’archivio mnemonico più importante della Cina socialista. Come già detto, i film girati dopo il 1949 trattano tematiche politiche e ripropongono il ricordo della Guerra di resistenza al Giappone o della Guerra civile. Il Partito comunista e i suoi membri vengono raffigurati come eroi intrepidi e senza macchia, uomini e donne che lottano contro i proprietari terrieri, ancora aggrappati al vecchio sistema, per ottenere la libertà e costruire lo stato socialista. Già in questi anni è presente la contrapposizione tra rivoluzionari, classificati come personaggi ―buoni‖ e quindi modello da imitare, e controrivoluzionari o ―cattivi‖, soggetti da condannare. Questa distinzione diventa ancora più netta durante la Rivoluzione Culturale, soprattutto nelle Yangbanxi (Opere Modello), dove però lo spazio risulta appiattivo e i personaggi sono privi di personalità e

90 profondità, diventando così una mera rappresentazione degli ideali politici del tempo. Tuttavia, le Yangbanxi sono l’unico intrattenimento per la popolazione e diventano il ricordo più radicato del tempo (Qi Wang, 2014, pp. 28-29).

Subito dopo la morte di Mao e la fine della Rivoluzione Culturale l’intera nazione sente un forte desiderio di scrollarsi di dosso il trauma dei tumulti degli anni passati e di immaginare la possibilità di un futuro più significativo. Anche se il partito si distacca dagli eccessi del maoismo e condanna gli errori del presidente Mao (Li Zeng, 2008, pp. 34-35), gli intellettuali e gli artisti non si fermano nella loro ricerca della memoria del passato. Nasce così Xungen wenxue (la Ricerca delle radici). L’arte e la poesia hanno il compito di contrastare la perdita della memoria. Colui che narra la storia, esperto nell’attingere e riprodurre il repertorio di memorie collettive proprie del patrimonio condiviso, attraverso il racconto fa appello alla comunità di ascoltatori suggerendo loro come continuare la storia stressa, come andare avanti e superare il trauma (Ban Wang, 2004, pp. 102-103). Questo meccanismo investe anche il mondo del cinema. I registi tentano di riportare alla luce le esperienze precedentemente soppresse, introducendo le memorie personali e provando a creare una nuova rappresentazione dello spazio.

“I film prodotti dopo la fine della Rivoluzione Culturale e negli anni Ottanta, nello sforzo di narrare e ripristinare le esperienze precedentemente soppresse, cercano di creare un nuovo tipo di relazione tra lo spazio rappresentativo e figurativo. In particolare realizzano ciò attraverso l’introduzione delle memorie personali e di spazi privati o naturali del tutto non politici, andando così a complicare e ispessire la struttura spazio-temporale delle narrazione. Per esempio, la narrazione in prima persona e l’utilizzo dei flashback vengono spesso combinati con una grande quantità di primi piani e inquadrature di spazi domestici e paesaggi naturali.” (Qi Wang, 2014, p. 32).

91 I film di Xie Jin degli anni Ottanta presentano al loro interno questi piccoli accorgimenti. Nei lungometraggi la storia nazionale incontra la memoria personale del regista e si mescola anche a una narrazione soggettiva, differente dai suoi precedenti lavori.