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4.1 - Ricostruiamo le fila……...del biopotere

Nei tre capitoli precedenti ho cercato di ripercorrere sia dal punto di vista storico che concettuale, le dinamiche che hanno portato alla formazione degli argomenti trattati. Sicuramente un filo conduttore che li unisce (in maniera piu o meno evidente) e il potere, quale elemento dirimente che interviene nelle dinamiche descritte definendone i percorsi.

Abbiamo visto nel primo capitolo dedicato al biopotere, che Foucault individuo nella biopolitica il nucleo sistematico dell'esercizio del potere della societa , da applicare sulla vita umana e che si esprime sugli individui, sulle attivita del corpo e sui processi esistenziali. E' quella dimensione del governo che condiziona un popolo negli aspetti societari e personali compresa la vita e la salute, che attraverso una rete di micropoteri, guida la condotta degli individui senza alcuna coercizione. La biotecnologia, la brevettazione del genoma, l'utilizzo di macchinari intelligenti ecc., sono le nuove strategie del biopotere che mettono in discussione le forme stesse della vita. Questi aspetti Foucault non li affronta direttamente, tuttavia nelle sue riflessioni sulla follia, la sessualita , e nel processo di medicalizzazione, vi possiamo trovare quegli elementi in cui l'esercizio del potere si manifesta attraverso un controllo capillare dell'individuo e della collettivita . Partendo da una teoria della liberta e della capacita di trasformazione che ogni gioco di potere comporta, il filosofo sostiene che l'uomo non e comunque succube del potere perche dotato di liberta e quindi capace di opporsi, attraverso una dialettica (obbedienza/resistenza) ed una forma di soggettivazione che sfugge al biopotere. Ecco che il processo di soggettivazione, caratteristico dell'epoca moderna, e visto da Foucault come una tecnica principale del potere “è rivolta all'immediata vita

quotidiana che caratterizza l'individuo, lo segna della sua individualità, lo fissa alla sua identità, gli impone una legge di verità che egli deve riconoscere e che altri devono riconoscere in lui” (Potere e strategie, Mimes, Milano 1994 p. 103).

La soggettivazione rappresenta quindi la soluzione possibile al potere, che non si esprime solamente nell'obbedienza ma anche nella resistenza al potere, possiamo cioe opporci ad un determinato potere pur restando all'interno dello stesso

dispositivo e per dispositivo Foucault intende:

“….insieme assolutamente eterogeneo che implica discorsi, istituzioni, struttura architettoniche, decisioni regolative, leggi……..tanto del detto e del non detto, ecco gli elementi del dispositivo. Il dispositivo stesso è la rete che si stabilisce fra questi elementi…...per dispositivo intendo una specie di formazione, che in un dato momento ha avuto una funzione strategica dominante….si tratta di una certa manipolazione di rapporti di forze, di intervento razionale….sia per svilupparle in una tal certa direzione, sia per bloccarle, oppure per stabilizzarle, utilizzarle”.

Cio che viene ritenuto vero all'interno di un dispositivo, sia che riguardi la medicina, la psichiatria, ecc., induce l'uomo all'obbedienza, perche cio che e ritenuto vero acquisisce potere.

Il dispositivo e il rapporto di forza che impone dei saperi e si alimenta dei saperi (Michel Foucault Dits et Ecrits II 1976-1988 p.300). Il potere, per Foucault, come tale non esiste. E' il sistema piu o meno gerarchico, coordinato e sempre reversibile dei rapporti, che intesse e che tiene in tensione. (Sandro Chignola – Università di Padova - Sul dispositivo, Foucault, Agamben, Deleuze p. 4).

E' la resistenza che si oppone al potere o la linea di fuga come la chiamera Deleuze. Ed ancora per Deleuze il “Se ” (di Foucault) non e ne il sapere ne il potere, ma e esso stesso un dispositivo.

Con l'avvento dell'economia politica nel XVIII secolo si assiste, come abbiamo visto nel primo capitolo, ad una trasformazione fondamentale nella quale l'economia politica diventa il centro della governamentalita moderna, la popolazione irrompe nel sistema superando il modello familiare dell'economia. Si aprono nuovi scenari, assumono rilevanza il clima, l'ambiente, i mezzi di sussistenza, la fecondita , le regole morali e religiose, ma anche i prodotti del lavoro, il commercio, la casa, l'alimentazione, la salute ecc. ecc…… Insomma l'oggetto del governo e costituito da “tutte le forme di coesistenza tra gli uomini” (Foucault Sicurezza, territorio, popolazione” cit. p. 237). Qui entrano in gioco una molteplicita di relazioni di forze che implicano una relazione di potere (tra uomo e donna, tra malato e medico, tra padrone e operaio,….) ed e qui in questa fase che si a ncora la biopolitica come coordinamento strategico di queste relazioni di potere finalizzate affinche i viventi producano piu forza. “Coordinare e finalizzare” sono secondo le parole di Foucault, le funzioni della biopolitica che, nel momento stesso in cui opera in questo modo, riconosce di non essere la fonte del potere. Coordina e

finalizza una potenza che non le appartiene in proprio, che diviene da “fuori” . Il biopotere nasce da altro da se 27. (Maurizio Lazzarato Articolo nella sezione Politica

e societa /2006 cit.)

Ed e qui in queste relazioni di forza che troviamo la dinamica della resistenza al potere così descritta dal filosofo francese: “la resistenza viene quindi in

primo, e rimane superiore a tutte le forze del processo; costringe, sotto il suo effetto, i rapporti di potere a cambiare. Considero quindi che il termine “resistenza” è la parola più importante, la parola chiave di questa dinamica” (Foucault Dits et ecrits IV p.741).

Diversamente da Foucault riguardo al processo di soggettivazione che peraltro non viene mai neutralizzato da cio che lo governa, Agamben definisce dispositivi “non solo le fabbriche, le scuole, le prigioni,…... ma vi annovera anche la scrittura, il linguaggio, i cellulari ….. alla sterminata proliferazione dei dispositivi del nostro tempo, fa altrettanto riscontro una sterminata proliferazioni di processi di soggettivazione” (Giorgio Agamben Che cos'è un dispositivo – Roma nottetempo 2006 p. 22-23). Uno stesso individuo puo essere molte cose contemporaneamente a seconda del dispositivo dal quale e catturato, posso essere un professore, un utilizzatore del computer, un fumatore e così via. Qui la soggettivazione assume un significato differente, il termine coincide con un assoggettamento, una passivizzazione. Per Agamben le societa contemporanee “si presentano come corpi inerti attraversati da giganteschi processi di desoggettivazione a cui non fa riscontro nessuna soggettivazione reale” (ivi p. 32). Questi processi possono trovare riscontro non solo nei campi di concentramento (esempio di tanatopolitica a cui abbiamo assistito il secolo scorso) ma anche nei giorni nostri nella nuda vita dei migranti simili a tanti Homo Sacer che approdano nel continente europeo nella speranza di una nuova vita. Che sfuggono alle tutele giuridiche della cittadinanza relegati in campi per rifugiati, di prima accoglienza, di soggiorno temporaneo, aree d'eccezione dove di fatto e sospeso il diritto nazionale.

Agamben rivolge le sue riflessione anche in altri ambiti della democrazia attuale, dove la biopolitica sembra presentarsi nella veste di potere bienfaisant che incrementa la vita biologica e precisamente nella medicina dei trapianti dove la frontiera che separa la vita dalla morte acquisisce un significato soltanto attraverso

una decisione. Qui ritroviamo la matrice del campo, “un pezzo di territorio che viene posto fuori dall'ordinamento giuridico normale, ma non per questo e uno spazio escluso. Cio che in esso e escluso e …….preso fuori, incluso attraverso la sua stessa esclusione” (Ausch p. 37), dove e difficile distinguere il vivere dell'essere vivente e la sua esistenza di soggetto politico, e questa indistinzione e tipica dello stato d'eccezione28 .

La lettura di Agamben del biopotere e sicuramente di natura negativa, Esposito invece abbiamo visto che elabora una riflessione che nasce da un' intreccio tra comunita e immunita e precisamente attraverso le dinamiche di “autoimmunizzazione” . Esposito da vita ad un vero e proprio paradigma che permette di entrare nella logica della politica moderna. L'immunizzazione interviene a difesa della vita, in quanto esonera dalla donazione reciproca: il soggetto moderno e autonomo, in quanto possedendo un proprium e difeso dall'espropriazione comunitaria che lo separa e lo protegge dal rischio di contagio. Questa azione di difesa possiamo associarla alla pratica della medicina, dove le tecniche biopolitiche trovano corrispondenza nei vaccini, nella sterilizzazione, negli anticorpi, ma anche alla sicurezza della vita nei riguardi del terrorismo (vedi come sono cambiati i dispositivi di sicurezza dopo l'11 settembre) che scatenano eccessi di autoimmunizzazione. Infatti un eccesso di immunizzazione anziche proteggere la vita….la distrugge.

4.2 Ricostruiamo le fila……….del capitalismo cognitivo

Abbiamo detto che per biopolitica s'intende la capacita di attuare un dispositivo di controllo sociale e giuridico, ma se ci riferiamo ai meccanismi di produzione, accumulazione e redistribuzione bisogna parlare di bioeconomia. Il termine bioeconomia sta a significare anche quel processo di accumulazione del capitalismo attuale, denominato anche “biocapitalismo cognitivo” . Nel secondo capitolo abbiamo visto il passaggio dal capitalismo di stampo fordista all'attuale capitalismo cognitivo, la cui dinamica di accumulazione si fonda nella merce conoscenza e lo spazio (geografico e virtuale). Secondo Fumagalli la conoscenza e essa stessa espressione del bios. In altre parole, “l’atto di accumulazione 28 Biopolitica una mappa concettuale di Laura Bazzicalupo p. 88 cit.

presuppone oggi l’esistenza di un dispositivo di potere sulle attivita esistenziali tali da trasformarle in relazioni economiche produttive” . (ivi p. 13). Ecco che da questo punto di vista la bioeconomia e l'aspetto complementare e simmetrico della biopolitica. Nel capitalismo immateriale cio che viene messo a valore e un insieme di comunicazione, informazione, immaginazione creativa, organizzazione e relazionalita sociale (Marrazzi 2002). Il vivente e coinvolto direttamente nell'attivita lavorativa in quanto utilizza idee, emozioni, comunicativita che fanno parte della sfera privata e che sono commercializzate e valorizzate nel dispositivo del mercato. Questo nuovo modello di produzione, che e anche un modello sociale, costituisce secondo Paolo Virno (2003, pp.III ss.) il ruolo decisivo del general

intellect (espressione marxiana per designare la produttivita diffusa del sapere

comune). Inoltre intravede in questa creativita “generale” non propria di nessuno, il punto di resistenza al nuovo biopotere economico, o almeno il luogo del conflitto e della contraddizione che attraversa la societa postfordista e le sue soggettivazioni. (Bazzicalupo p.70). Cio che entra in gioco e l'intera soggettivita umana, fisica e psicologica, culturale e relazionale di ciascun individuo, il quale mette in gioco la propria vita entrando con il capitale umano nel mercato (ibid). Un capitale che non e separabile dal suo bios. Ma che tuttavia non si “umanizza” , e la vita degli individui, con le sue singolarita multiple e le differenze, a essere resa “capitalizzabile” . Diventa macchina produttiva che piega al capitalismo la sua energia desiderante (Deleuze e Guattari 2002 pp. 344 ss cit. ) quel desiderio che Foucault aveva intuito essere il motore segreto delle vite, dei corpi viventi messi in gioco “dobbiamo capire che con i nostri desideri, attraverso i nostri desideri, si

creano nuove forme di relazione, nuove forme d'amore, nuove forme di creazione…….”( Dits er ecrits 1954-1988, a cura di D. Defert e F. Ewald, Gallimard, Paris 1994 cit).

Un aspetto che vorrei evidenziare e la bioeconomia come termine che sta ad indicare il potere economico che prende ad oggetto il biologico nelle biotecnologie e che secondo Rajan (2006)a seguito della brevettazione del genoma, ha acquisito una forma di pervasivita e di deindividualizzazione. L'ingresso della vita nel mercato, piu che nella politica, implica la trasformazione in valore, ed ogni valore ha un prezzo un costo di produzione ed una eventuale convenienza di scambio. Il consenso informato concesso in ambito medico, e richiesto per garantire la forma

di liberta di scelta che esiste in ogni relazione tra gli individui e il mercato bioeconomico. Non c'e costrizione (apparente) tutti collaborano, aderiscono alla sperimentazione sul proprio corpo, sulla propria vita che viene prestata ai meccanismi biochimici al fine di potenziarla. Il biopotere dell'industria farmaceutica di operare sui meccanismi della vita non e controllabile, ed e di fatto legittimato dall'universale desiderio di salute. Inoltre e senso comune credere che si manifesta un atteggiamento responsabile quando si adottano volontariamente pratiche che salvaguardano il valore vita. (Bazzicalupo p.78).

4.3 Ricostruiamo le fila..….….della mobilita sociale

Trovare un collegamento tra il potere e la mobilita sociale non e stato facile, considerato l'argomento apparentemente distante dalle dinamiche sopra descritte. Tuttavia un legame a mio avviso c'e e si ricollega al capitalismo cognitivo, alla conoscenza, e al bio-capitalismo. Nel capitolo dedicato alla mobilita sociale, ho cercato di illustrare quanto risulta difficile far crescere e migliorare la propria condizione lavorativa. Il lavoratore di III generazione vive una condizione di elevata precarieta dove le incertezze superano le certezze, e il reddito raggiunge i livelli minimi di poverta . I dati elaborati dal CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese) evidenziano che in tale situazione di poverta si trova maggiormente il popolo delle partite Iva, praticamente una famiglia su quattro si trova in una condizione di vita non accettabile. Gli ammortizzatori sociali per queste categorie sono praticamente inesistenti, non esiste sussidio di disoccupazione in caso di perdita di lavoro e neanche tra una situazione lavorativa ed un'altra, nonostante che a livello Europeo sia stato sancito uno strumento di disciplina del mercato del lavoro, la flexicurity, che intende coniugare la flessibilita per i datori di lavoro e la sicurezza dei lavoratori con il quale si individuano i percorsi che ogni stato dovrebbe avviare per giungere ad una condizione di equilibrio tra i due parametri. Tra i punti cardine del documento redatto dalla Commissione Occupazione e Affari Sociali del 2010, vi e anche la proposta dell’introduzione di sistemi nazionali di reddito minimo garantito quale strumento privilegiato per l’inclusione sociale, l’accesso al mercato del lavoro e il diritto ad una vita dignitosa. Questo punto e fondamentale per affrontare l'attuale momento economico, infatti non ci sono

politiche di sostegno tali da ridurre la condizione di incertezza che caratterizza il lavoro ne tanto meno si garantisce un reddito minimo per far fronte a tale incertezza. Si e provveduto piuttosto a smantellare uno stato sociale gia carente e a riformare un sistema pensionistico generando il popolo degli “esodati” . L'economia della conoscenza e ormai un nuovo paradigma dal quale non possiamo uscirne, si tratta di un cambiamento epocale probabilmente al pari della rivoluzione industriale ma con una differenza sostanziale: al momento dell'avvento delle macchine industriali il mercato si trovava in una condizione di espansione e pertanto tutto cio che veniva immesso sul mercato incontrava domanda e offerta. Oggi diversamente il mercato e saturo, ogni necessita e bisogno e stato assolto. L'attuale logica di mercato non e piu quantitativa ma qualitativa, non si creeranno piu impieghi industriali, la struttura dell'impiego e cambiata, il concetto del lavoro e cambiato . Il lavoro e diventato creativo, cognitivo, anche il lavoratore che aziona un pulsante per far funzionare una macchina sta facendo del lavoro cognitivo, ma meno stabile e che non dura per tutta la vita.

In un'intervista29, l'economista Marc Luyckx Ghisi, ex membro della cellula

Prospective della Commissione Europea, spiega chiaramente l'attuale momento di trasformazione che stiamo vivendo. Al termine di un'indagine sulle prospettive economiche sino al 2030, emerse chiaramente che la societa industriale sarebbe giunta al capolinea e che nel giro di pochi anni in Europa si sarebbero persi circa venti milioni di posti di lavoro nel settore industriale. E difficilmente saranno creati nuovi giganteschi complessi industriali a struttura piramidale in cui si assumeranno diecimila operai. Nel futuro (ormai presente), l'unica strada percorribile e quella di una societa della conoscenza, post-industriale e post- capitalista, la quale mette al centro del sistema il capitale umano, la mente umana, che mette in rete il proprio sapere creando conoscenza secondo una logica del “win win” nel quale tutti traggono beneficio scambiandosi esperienze condivise. Il termine Win Win prende spunto dalla “teoria dei giochi” secondo la quale qualunque relazione tra gli individui puo essere potenzialmente conflittuale, a secondo del modo in cui si risolve il conflitto dipendono le relazioni umane politiche e sociali. Si individuano sostanzialmente quattro tipi di situazioni: tutti perdono (loose-loose), uno vince e l'altro perde e viceversa (win-loose), e la

29 Era Superba Testata genovese indipendente – Marc Luyckx Ghisi: la società della conoscenza, l'Europa del futuro 30/04/2013

situazione in cui tutti vincono (win-win).

Il Win Win e un esempio di Social Business che vuole promuovere un modo diverso di fare impresa capace di garantire benefici a tutti i partecipanti al processo economico, comunita inclusa.

Il Social Business puo essere visto come un “punto di resistenza” , come una risposta alternativa ad un'economia di stampo capitalista il cui obiettivo e rappresentato esclusivamente dal profitto, inoltre puo rappresentare una possibilita di crescita lavorativa e personale oltre ad essere di utilita sociale. Infatti il Social Business30 e un'impresa sostenibile il cui obiettivo principale non e la

generazione del profitto, ma la risoluzione di un problema sociale. L'attivita sociale e una nuova categoria di attivita aperta al mercato che da una nuova opzione ai consumatori, ai lavoratori e agli imprenditori. E' un'impresa che unisce obiettivi socio-ambientali, tipici del Settore Pubblico e delle organizzazioni del terzo settore, con l'efficienza e la sostenibilita economica dell'impresa tradizionale.

Il Social Business nasce da un progetto del prof. Muhammad Yunus (fondatore della Grameen Bank - tradotto e Banca del Villaggio – ed e una Banca che si occupa di microfinanza in Bangladesh nel 1976. Premio nobel per la pace nel 2006), il quale individua nel Social Business sette principi:

30 Il Social Business – Yunus social business centre

1)L’obiettivo dell’impresa è sconfiggere la povertà, o trovare soluzione ai problemi (ad esempio nel campo dell’istruzione, della sanità, dell’accesso alla tecnologia, dell’ambiente) che minacciano le persone e la società non la massimizzazione del profitto

2) E’ finanziariamente ed economicamente sostenibile;

3) Gli investitori recuperano solo il capitale investito. Nessun dividendo è erogato dopo il recupero della somma investita;

4) Quando il capitale investito è stato restituito, il profitto generato dall’impresa resta al suo interno e viene utilizzato per finanziarne l’espansione e il miglioramento;

5) L’impresa è sostenibile dal punto di vista ambientale e si impegna a rispettare l’ambiente; 6) I lavoratori hanno salari a livelli di mercato e migliori condizioni di lavoro;

7) “Do it with joy!”

Questo tipo di impresa si fonda su un nuovo paradigma di sussidiarieta , infatti per Yunus tale principio puo essere trasformato da un'inefficace strumento di politica creato per contrastare le ingiustizie del sistema capitalista, in uno strumento economico nel quale la liberta e il benessere sociale sono facce di una stessa medaglia, e rendere la filantropia un'impresa concorrente dell'impresa tradizionale mediante la promulgazione di una legge ad hoc. 31 Questo nuovo tipo

d'impresa potra essere chiamata “Impresa della liberta con finalita sociali” (SBE) da non confondere con l'esistente impresa sociale disciplinata dal D. Lgs. 155/06. La SBE potra operare in tutti i settori del libero mercato dei beni e dei servizi come un 'impresa normale ma con il solo scopo di perseguire il benessere collettivo e non dell'imprenditore. Gli utili derivanti resteranno all'interno dell'impresa e dovranno essere reinvestiti o in ricerca e sviluppo, o per diminuire i costi o per procedere a nuove assunzioni. All'imprenditore quindi non spettano gli utili, ma potra soltanto recuperare il capitale investito. (ibid p. 52)

In Italia32 il Social Business e poco conosciuto, il primo movimento nato nel

2009 per lo sviluppo del business sociale si chiama Make a Change promosso da fondatori privati e organizzazioni appartenenti al mondo profit e no profit. In Svizzera e stata creata la Social Business Earth che opera seguendo i principi del prof. Yunus. Nel resto del mondo alcune nazioni stanno procedendo in questa

31 Giammarco Battaglia – Business sociale: come salvare il capitalismo e l'Italia dai politicanti – Fondazione della libertà con finalità sociali – 02/07/2009 p. 52

direzione, ma l'esempio maggiormente significativo proviene dal Bangladesh che attraverso la Grameen Bank e la gestione del microcredito, e riuscita a ridurre di circa 34 punti percentuale il tasso di poverta negli ultimi anni.

Questo nuovo paradigma economico rappresenta sicuramente una sfida interessante che richiede tuttavia un cambiamento del modo di pensare e dei valori importanti della vita. Secondo Ghisi33 si possono distinguere cinque livelli di

cambiamento di cui pero soltanto uno e visibile ed e il livello cinque quello politico, il quale e caratterizzato da una perdita di credibilita del politico e da un nuovo paradigma politico di non-violenza tra Stati. Gli altri quattro livelli sono

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