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Riflessioni personali sulla programmazione del SALT

Nel documento "SALT: arte pura nel cuore di Istanbul" (pagine 111-115)

3. Il SALT

5.2. Riflessioni personali sulla programmazione del SALT

Prima di procedere con l’analisi dei due progetti sviluppati dall’istituzione nel primo anno di vita, si vogliono presentare delle riflessioni circa le mostre susseguitesi al SALT. In prima istanza, come già evidenziato durante la descrizione architettonica e logistica, l’organizzazione culturale presa in esame dispone di due edifici concepiti per ospitare iniziative differenti sia dal punto di vista della forma che dei contenuti.

Durante la mia permanenza ad Istanbul, ho avuto modo di visitare presso il SALT Beyoğlu la collettiva sviluppata in collaborazione con il museo di arte contemporanea Van Abbemuseum della città di Eindhoven, tra cui si distinguevano i lavori di alcuni artisti ormai rinomati nel panorama contemporaneo, dall’arte povera di Michelangelo Pistoletto alle opere concettuali di John Baldessari, fino ad arrivare alle sculture degli esponenti minimalisti Carl Andre e Donald Judd. Ritengo che la scelta curatoriale sia stata sicuramente dettata in parte dalla posizione strategica della sede: ogni giorno infatti Istiklal Caddesi è percorsa da milioni di persone, fra cui si annovera un alto numero di turisti e di visitatori stranieri, consentendo quindi ampia visibilità all’istituzione e allo sponsor principale Garanti. Pensando inoltre all’iniziativa Who’s in town, promossa all’interno dello stesso edificio, vorrei soffermarmi sulla selezione degli ospiti coinvolti per le conferenze, tra cui si ritrovano esponenti dello scenario artistico attuale con cui il SALT è

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in contatto, dall’Associate Director del Moma Kathy Halbreich al direttore della undicesima edizione della Mostra Internazionale di Architettura Aaron Betsky, mostrando l’inclinazione dell’istituzione a rafforzare e consolidare la propria rete di relazioni internazionali nell’ottica di future collaborazioni. Si può notare quindi come sia costante l’attenzione del SALT ad instaurare nuovi legami con organizzazioni culturali contemporanee: a tal proposito vorrei citare l’incontro in programma per il corrente mese di febbraio con l’architetto italiano e curatore del MAXXI di Roma Pippo Ciorra per illustrare recenti originali strategie e strumenti per l’architettura e l’arte nella scena globale odierna.

Ritengo quindi che le esposizioni e gli eventi correlati presso la sede del SALT Beyoğlu siano progettati prevalentemente per un pubblico internazionale informato

sul panorama artistico contemporaneo e che, grazie alle personalità coinvolte, questi rappresentino un fattore di attrattiva ed interesse sia per i visitatori sia per possibili soggetti finanziatori. Presentare mostre di una certa rilevanza artistica, rivolgendosi non solo al contesto locale ma proiettandosi verso quello globale, riveste un alto potenziale non solo per l’istituzione in sé ma anche per il territorio in cui si inserisce, costituendo una fonte di attrazione per capitali stranieri e futuri investimenti. A mio avviso pertanto la scelta compiuta da Garanti Bank nel supportare Vasıf Kortun nella nascita della nuova istituzione è stata dettata anche dalla consapevolezza di ottenere un forte consenso e riconoscimento da parte del pubblico internazionale e di diventare un modello tra le banche europee, dimostrando di perseguire non solo interessi finanziari ma di essere promotore di importanti cambiamenti sociali.

Il SALT Beyoğlu, vetrina dell’istituzione, è stato concepito con la finalità di attrarre il grande pubblico e di richiamare l’attenzione di nuovi finanziatori, permettendo di conseguenza lo sviluppo di attività più specifiche orientate alla ricerca e alla sperimentazione presso la sede di Galata. Vorrei infine fare un’ultima considerazione sulla duttilità delle forme di interazione utilizzate per le mostre, le quali reputo costituire uno dei veri fattori di distinzione rispetto alle altre realtà cittadine. Le esposizioni che ho avuto modo di visitare personalmente sono state strutturate con lo scopo di coinvolgere a 360° lo spettatore, realizzando prodotti esperienziali in grado di stimolarne la curiosità e di indurlo a compiere ulteriori lavori di ricerca. La tecnologia riveste sicuramente un ruolo primario, ma ciò che fa davvero la differenza è la considerazione data agli elementi emozionali e sociali che i contenuti presentati vogliono trasmettere. Pensando ad esempio a SALON145, progetto realizzato nello spazio espositivo al livello -1 del SALT Galata con l’intento di

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esaminare gli aspetti del processo di modernizzazione turco, posso affermare in veste di visitatrice di esserne rimasta molto colpita. L’open-space, ideato come una proiezione di un modello di una planimetria di un appartamento disegnato sul pavimento, ospitava un salone vero e proprio con arredi originali firmati dai designer Bediz e Azmi Koz risalenti agli anni Sessanta. Il pubblico era quindi invitato a riflettere sulla percezione dello spazio circostante e degli elementi di design risalenti a quel dato periodo, concepiti nel loro essere di oggetti legati alla quotidianità di qualsiasi famiglia, per poi confrontarli con quelli ritratti nelle foto raccolte ed esposte per l’occasione. Ritengo che tipologie di esperienze simili a quella sopra delineata costituiscano un forte impatto a livello collettivo, in quanto vengono evidenziati la centralità dei legami sociali, la condivisione di emozioni e il senso di appartenenza ad una comunità grazie alla promozione dei suoi valori e della sua storia.

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Allestimento per

İstanbul Eindhoven Saltvanabbe 68-89, SALT Beyoğlu, Aprile - Agosto 2012. 2.

Allestimento per

İstanbul Eindhoven Saltvanabbe 68-89, SALT Beyoğlu, Aprile - Agosto 2012.

1. Allestimento dell’esposizione SALON. SALT Galata, Aprile - Giugno 2012

2. Supporti interattivi messi a disposizione dei visitatori.

Nel documento "SALT: arte pura nel cuore di Istanbul" (pagine 111-115)