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RIASSICURAZIONE FACOLTATIVA

3. Gli Investitori che acquistano tali titoli.

4.1. Rischio alluvioni in Italia

Cercando sul vocabolario il termine “Alluvione” troviamo la seguente definizione <<Inondazione, straripamento di acque di fiumi, di torrenti, o piovane; anche, il periodo di piogge violentissime che provoca tale fenomeno>>54

In altre parole le alluvioni si manifestano quando le acque di un fiume, di un torrente o di un bacino non vengono più contenute dalle sponde e si riversano nel territorio circostante. Altresì possono anche verificarsi in concomitanza con precipitazioni intense di lunga durata. Come altre catastrofi naturali, sono difficili da prevedere e provocano spesso danni a infrastrutture e nei casi più gravi anche vittime.

L’Italia, anche per la sua conformazione geologica, è il paese che in Europa risulta più colpito da tali eventi e quello con il maggior numero di persone (6 milioni) esposti a tale rischio. Infatti il nostro paese risulta essere predisposto a questo fenomeno sia per una distribuzione dei rilievi abbastanza complessa, sia per la numerosa presenza di fiumi e bacini di piccole dimensioni che in presenza di forti e intense precipitazioni si “riempiono” abbastanza presto così che le esondazioni risultano frequenti. Queste caratteristiche associate a un elevata

antropizzazione55 del territorio italiano, a una crescente “impermeabilizzazione”

del suolo (che non permette più l’assorbimento delle piogge, aumentando quindi la quantità di acqua che si riversa nei fiumi o bacini) e a una mancanza di pulizia dei torrenti provocano il frequente manifestarsi di alluvioni nel nostro paese. Le più gravi alluvioni che hanno colpito l’Italia e che hanno fatto

54 Vocabolario Treccani, http://www.treccani.it/vocabolario/alluvione/

55 Si intende l’insieme degli interventi dell'uomo sul territorio, con lo scopo di trasformarlo o adattarlo, o

54

registrare un numero elevato di danni e molte vittime si sono registrate nel 1951 con l’esondazione del Po nel Polesine (che colpì principalmente le province di Rovigo e Venezia), nel 1966 con l’esondazione dell’Arno che provocò l’alluvione di Firenze e nuovamente del Po nel 1994 e nel 2000.

Volendo circoscrivere l’ambito di analisi agli ultimi 30 anni, possiamo evidenziare poco meno di una decina di eventi che rendono l’idea di come in Italia le alluvioni e i dissesti idrogeologici provocati da esse possano essere letali e dannosi. Nella tabella seguente vengono presentati solo i fenomeni di eccezionale gravità in termini di vittime e danni.

Tabella 1 – Più gravi alluvioni degli ultimi 30 anni.

Data Luogo Bilancio Note

10/ott/15 Messina e prov. 31 m, 6 d Esondazione fiume Mela

18/nov/14 Sardegna 18 m Precipitazioni intense superiori

alla media. In 20 ore più di 300 mm di pioggia.

01/ott/09 Messina e prov. 36 m Intense precipitazioni provocano

frane detritiche

13/ott/00 Piemonte, Liguria,

Valle d’Aosta e Lombardia

23 m, 11 d, 40 000 s

Intense precipitazioni per 3 giorni consecutivi, dal 13 al 16 ottobre.

05/mag/98 Campania 160 m Intense precipitazioni provocano

una grossa frana che dalla montagna di Pizzo di Alvano investe diversi comuni

05/nov/94 Piemonte 70 m,

oltre2000s

Esondazione del Tanaro e del Po’

Estate ‘87 Valtellina

(Sondrio)

53 m Esondazione Adda e affluenti che

si riversano sul comune di Sondrio

* m=vittime; d=dispersi; s=sfollati

Tutti questi eventi, insieme a quelli di minor gravità non riportati in tabella, suggeriscono che per difenderci da questi fenomeni bisogna prevedere in anticipo eventuali intense precipitazioni in una determinata area geografica,

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individuare quali potrebbero essere i danni causati e quali le misure di protezione e prevenzione da porre in essere prima, durante e dopo l’avvenimento.

Per far fronte al problema in questione l’Europa ha emanato nel 2007 la direttiva n.60 che fornisce agli stati europei le indicazioni, gli strumenti e le regole necessarie per fa fronte a questi fenomeni a livello europeo. Tale direttiva è stata poi recepita in Italia con decreto legislativo n.49 del 2010. Con questo recepimento l’Italia si è impegnata a predisporre un quadro della pericolosità delle aree maggiormente a rischio alluvioni nonché a redigere un piano di gestione per limitarne e gestirne le conseguenze. Per realizzare quanto predisposto dalla direttiva 2007/60/CE il d.lgs. 49/2010 prevede principalmente tre fasi:

Prima fase: Valutare preliminarmente il rischio alluvioni servendosi del lavoro svolto dai PAI (Piani di Assetto Idrogeologico)56;

Seconda fase: Elaborare per ogni area una mappatura della pericolosità del rischio alluvione, con tre scenari di differente pericolosità:

 P1, bassa frequenza e intensità, quindi poca pericolosità;  P2, media frequenza e intensità, quindi media pericolosità;  P3, elevata frequenza e intensità, quindi estrema pericolosità;

Terza fase: Predisposizione di piani di gestione del rischio, nella consapevolezza che tutto non può essere difeso, bisogna predisporre piani di gestione che mirano a limitare al minimo i danni a cose e/o persone;

56 Il piano di assetto idrogeologico è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo per mezzo

del quale sono pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d'uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio.

56 4.2. Alluvioni in Toscana

La regione Toscana, seppur non rientra fra le regioni con il numero di comuni maggiormente a rischio (Piemonte, Lombardia e Campania), risulta a causa della sua conformazione geografica e per la presenza di un corso d’acqua importante che attraversa vari centri abitati, l’Arno, una regione spesso colpita da alluvioni. Il più grande fenomeno alluvionale che ha colpito la regione risale, come accennato in precedenza, al 1966 quando proprio l’Arno a causa di un eccezionale ondata di maltempo inonda il 4 novembre la città di Firenze causando enormi danni al capoluogo Toscano. In generale possiamo dire che Firenze non fu l’unico centro colpito ma anche vari paesi e città in zone limitrofe hanno subito perdite e ingenti danni. Nello stesso tempo anche il fiume Ombrone inonda la città di Grosseto. Il bilancio totale di quella alluvione del 3-4 novembre 1966 fu di oltre 30 vittime.

Oltre a questo grave evento nel corso degli anni le alluvioni non sono mai mancate. Anche in questo caso al fine di questa breve analisi è bene citarne solo alcune facendo riferimento agli ultimi 5 anni.

Tabella 2 – Più gravi alluvioni in Toscana ultimi 5 anni

Data Luogo Bilancio Note

05/nov/14 Carrara 1 m, 450 s Esonda il fiume Carrione. Inondate

Marina di Carrara e Avenza

21/lug/14 Lucca Nella notte esonda il Freddana

che inonda la Valfreddana57

31/gen/14 Ponsacco(PISA) 300 s Il fiume Era a causa delle forti

piogge rompe gli argini 12/nov/12 Provincia

Grosseto

6 m, 700 s Piena dei fiumi Albegna, Chiarone,

Fiora, Nestore, Ombrone e Paglia 25/ott/11 Territorio dello

Spezino, Massa e Carrara

13 m, 3 d Piena dei fiumi Vara e Magra

provoca esondazioni nella Val di Vara e nella Val di Magra

* m=vittime; d=dispersi; s=sfollati

57

Il 5 novembre 2014 a Carrara il torrente Carrione esonda e sommerge la piana tra Avenza e Marina di Carrara. Sono 5mila le famiglie interessate nell'area alluvionata, 1600 case danneggiate, 450 gli sfollati e una vittima.58 I danni

provocati si aggirano intorno a 140 milioni di euro.59

Il 31 gennaio 2014 il fiume Era rompe gli argini per circa 20 metri e si riversa su Ponsacco, Capannori e San Miniato provocando circa 300 sfollati e ingenti danni a abitazioni private e strutture pubbliche.60 Oltre 19 milioni di euro i danni

stimati dall’alluvione su tutto il territorio provinciale.61

Il 12 novembre 2012 a causa di copiose precipitazioni rompono gli argini vari fiumi e torrenti che esondano i paesi circostanti causando 6 vittime e oltre 700 sfollati in totale in varie province del grossetano.

“Da una prima stima i danni infrastrutturali ammontano nella provincia di Grosseto a circa 225 milioni di euro''. Lo ha detto il presidente della Provincia nel corso di una conferenza stampa. Circa 150 milioni sarebbero i danni registrati nei comuni di Orbetello, Capalbio e Manciano. Solo per ripristinare le strade provinciali serviranno 15 milioni mentre 32 milioni sono quelli necessari per la bonifica e il ripristino degli argini. Complessivamente danni sono stati registrati in 22 comuni su 28. 62

25 ottobre 2012 un ondata di maltempo ha causato la piena dei fiumi Vara e Magra e dei torrenti affluenti nelle zone colpite, con inondazione di diverse entità in tutta la Val di Vara e la Val di Magra. Diversi comuni sia liguri che toscani sono stati inondati e hanno riportato pesanti perdite sia in termini di vite umane, 13 le morti accertate in totale, sia di danni economici e materiali.

58 http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2014/11/05/news/esondano-i-torrenti-carrione-e- parmignola-case-e-strade-allagate-ad-avenza-e-carrara-1.10250291 59 http://www.assindustriams.it/?p=52841 60 http://www.lanazione.it/pontedera/cronaca/2014/02/01/1019080-ponsacco-alluvione.shtml 61 http://www.gonews.it/2014/02/07/pisa-oltre-19-milioni-di-euro-i-danni-stimati-dallalluvione-sul- territorio-provinciale-si-lavorera-sulle-casse-di-espansione-di-la-bianca-peccioli-e-selvatelle/ 62 http://www.lanazione.it/cronaca/2012/11/15/802906-albinia-sfollati-danni-ferrovie-treni.shtml

58

Per gestire tutti questi eventi oggi, la regione Toscana segue le regole dettate dalla direttiva europea 2007/60/CE.

In base al decreto legislativo n.49 del 2010, di recepimento della direttiva suddetta, i soggetti competenti di ridurre le conseguenze negative delle alluvioni sono:

1. Autorità di bacino distrettuali; 2. La Regione;

Entrambi, cooperando fra di loro, hanno il compito insieme al Dipartimento nazionale della protezione civile di predisporre i piani di gestione del rischio alluvioni.

Il territorio toscano è ricompreso nei seguenti distretti idrografici:63

Distretto idrografico dell'Appennino settentrionale, che comprende la maggior parte del territorio regionale con i bacini idrografici dell'Arno (bacino nazionale), Magra Fiora, Marecchia-Conca, Reno (bacini interregionali), Toscana Nord, Toscana Costa e Ombrone (bacini regionali).

Distretto idrografico pilota del Serchio, con l'intero bacino del F. Serchio

Distretto idrografico dell'Appennino centrale per la parte del territorio regionale ricadente nel bacino idrografico del F. Tevere (bacino nazionale)

Distretto idrografico Padano solo per una modesta porzione montana del territorio regionale ricadente del bacino del F. Po (bacino nazionale).

Agli adempimenti previsti dal D.lgs. 49/2010 per le porzioni del territorio toscano ricadenti nei bacini dell'Arno, del Tevere, del Serchio e del Po provvedono le rispettive Autorità di bacino, mentre per le restanti parti la Regione.

59 4.3. Analisi dei dati reali relativi alla piovosità registrata in Toscana nel

biennio 2014-2015

Fatta questa premessa, su come il nostro paese e in particolare la regione Toscana gestiscono il rischio alluvione, possiamo, grazie a quanto messo a disposizione dal Sir Toscana (Servizio Idrologico della Regione Toscana - Centro Funzionale della Regione Toscana) analizzare alcuni dati.

Grazie alla banca dati del Sir infatti è possibile visualizzare on-line i report mensili dal 2007 ad oggi riguardanti pluviometria, idrometria, freatimetria64e

termometria. Al fine di questo studio ci limiteremo ad analizzare i report pluviometrici per valutare la connessione fra eventi alluvionali e precipitazioni cumulate mensili.

I dati su cui di basa questa analisi, sono registrati mediante circa 400 pluviometri distribuiti nel territorio della Toscana nelle varie stazioni automatiche di rilevazione e monitoraggio gestite dal Sir. Questi dati poi vengono archiviati in dei data base, sottoposti a validazione e interpolati per creare un continuum territoriale.

Ad esempio se prendiamo in considerazione il report pluviometrico del 2014, anno in cui come visto in precedenza abbiamo avuto almeno tre eventi alluvionali di grande dimensione, possiamo fare delle considerazioni interessanti.

In Figura 15 è rappresentata la mappa delle precipitazioni del 2014 e vengono identificate, come da legenda, le zone con alta, media e bassa piovosità. Secondo l’analisi svolta dal Sir, i maggiori afflussi si sono registrati sul settore nord-occidentale della Regione, in particolare sulle province di Massa-Carrara e Lucca (zona viola, arancione e giallo) che corrispondono ai bacini idrografici del Magra, del Serchio e Toscana Nord. Un'altra area che ha fatto evidenziare

64 Parte dell'idrologia che studia il regime delle falde freatiche, mediante il rilevamento sistematico del

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elevati livelli di precipitazione si trova invece nel bacino del Fiora, nella parte meridionale della regione (zona gialla).

Figura 15 – Mappa delle precipitazioni 2014 65

Confrontando le zone dove le precipitazioni sono state intense e le province in cui nel 2014 si sono registrati i fenomeni alluvionali, mostrati in tabella 2 (Carrara, Lucca e Ponsacco (Pisa)), notiamo una buona corrispondenza tra le zone che hanno subito maggiori precipitazioni e le zone in cui si sono registrati disagi qualificabili come alluvioni.

La correlazione aumenta se sempre servendoci dei report pluviometrici, questa volta mensili, del Sir estrapoliamo da ogni report i dati relativi alle varie

65 Immagine tratta da “Report pluviometrico anno 2014” messo a disposizione da Regione Toscana –

Giunta Regionale Direzione Generale delle Politiche Ambientali, Energia e Cambiamenti Climatici Settore Genio Civile di Bacino Toscana Nord e SERVIZIO IDROLOGICO REGIONALE Centro Funzionale della Regione Toscana.

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provincie per ogni mese del 2014. Il risultato di tale lavoro di estrapolazione è rappresentato in Figura 16

Figura 16 – Distribuzione delle piogge 2014 per le provincie toscane.

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