EVENTI ESTERN
1.2.2 Il rischio finanziario
Il rischio finanziario è l’esposizione ad eventi che possono portare, in situazioni drastiche, anche al dissesto dell’azienda. Questo tipo di rischio tipicamente si manifesta con temporanee situazioni di insolvenza legate o a crediti dell’azienda o a mancanza di liquidità.
Sotto la categoria di rischio finanziario alcuni autori19 pongono, oltre al rischio di credito e al rischio di liquidità, anche il rischio di tasso, di cambio e di prezzo. Qui si è preferito utilizzare la classificazione presentata da Chapman e considerare nella macro categoria di rischio finanziario i soli rischi di carattere finanziario che maturano all’interno delle aziende e invece considerare gli altri come rischio di mercato.
Rischio di credito
Il rischio di credito tipicamente è l’incapacità della controparte di far fronte ai pro- pri impegni contrattuali. In un’accezione più generale, esso può essere ricondotto anche alle variazioni negative dei titoli emessi dall’azienda come ad esempio un declassamen- to da parte delle agenzie di rating delle obbligazioni dell’azienda. Questo viene percepi-
18Più precisamente, la variazione del livello di rimanenze va a sommarsi alla variazione dei crediti e a
queste due voci si sottrae la variazione dei debiti, così facendo si ottiene la variazione di Capitale Circo- lante Netto (CCN). Questo elemento viene poi portata in deduzione al Margine Operativo Lordo (MOL) che è la ricchezza generata a livello di costi e ricavi monetari. Il risultato di queste operazioni, che viene illustrato nella formula sottostante, è il Flussi di Cassa della Gestione Caratteristica (FCGC) che esprime la quantità di ricchezza effettivamente generata dall’attività aziendale.
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Prandi P., op. cit e Tarallo P., op. cit.; mentre Crouhy M., Galai D., Mark R., op. cit. e Dowd K., op. cit. indicano separatamente il rischio di credito e il rischio di liquidità senza unirli nella macro categoria di rischi finanziari.
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to come una difficoltà della nostra azienda di rimborsare il debito o di pagare gli inte- ressi, che può essere più o meno accentuata a seconda del rating attribuitole.
Sempre riguardo al rischio di controparte esso non è solo inteso come non paga- mento, ma anche nella non consegna della merce. Quest’ultimo è un rischio che si pre- senta frequentemente soprattutto per le aziende che operano all’estero dove per esempio viene richiesto pagamento anticipato e poi, però, non viene consegnata la merce.
Poiché, la percentuale di perdite su crediti,20 e il contrapposto tasso di recupero so- no difficili da stimare, la gestione del rischio di credito è una delle più complesse.
Tale criticità è dovuta al fatto che i crediti tipicamente sono a medio lungo termine e non possiamo fare affidamento pienamente sulle passate relazioni con quella contro- parte, poiché potrebbero essere state sempre positive mentre nel futuro essa potrebbe avere dei problemi tali per cui non è più capace di pagare.
Per il rischio di credito si possono identificare tre componenti: la perdita, l’esposizione e il recupero.
La perdita indica il fenomeno iniziale che si manifesta quando si verifica quell’evento che dà origine al rischio di credito. Questo elemento è legato al concetto di probabilità di default che, come detto precedentemente, è di difficile stima sebbene al- cune organizzazioni, come ad esempio le banche, utilizzino ugualmente approssimazio- ni di tali probabilità come base per definire il livello di rischio da attribuire al cliente.
L’esposizione riguarda l’incertezza sul pagamento. Questo fenomeno si può mani- festare sia quando l’azienda ha assunto degli impegni contrattuali sia nel caso in cui l’azienda abbia fatto un investimento e abbia sottoscritto un finanziamento. In quest’ultimo caso l’esposizione sta nella capacità di rimborso poiché qui è l’azienda che diviene creditrice della banca.
Infine l’ultima componente del rischio di credito è la percentuale di recupero. Essa rappresenta la quantità di credito che si prevede di recuperare. Conoscere anche questo elemento implica capire l’ammontare complessivo, in termini monetari, del rischio. In- fatti, tutte le componenti precedenti danno una descrizione più generica del rischio. Qui invece si ha una sua rappresentazione puntuale.
Cosa che distingue questa componente dalla percentuale di esposizione, è che qui si includono quella parte di crediti che si ritiene con maggiore probabilità di perdere, men-
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tre nella percentuale di esposizione ci sono tutti i crediti sia quelli esigibili sia gli inesi- gibili.
Nel valutare il rischio di credito è importante inoltre, non solo analizzare la situa- zione attuale ma anche le prospettive di perdita futura alle quali l’azienda può essere sottoposta.
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità si verifica tipicamente quando l’azienda ha uno scompenso tra le scadenze di pagamento dei fornitori e quelle d’incasso dai clienti. Infatti, se si trova prima a dover pagare i fornitori e poi ad incassare dai clienti, ha bisogno di risorse che, se la sua gestione caratteristica non è in grado di fornire, le impone di ricorrere a finan- ziamenti esterni e quindi sostenere il costo degli interessi.
Sempre parte del rischio di liquidità e invece la difficoltà di cedere un asset. Difatti, più esso è liquido più è facile venderlo e incassare risorse che possono essere utili all’azienda. Un esempio di questo secondo concetto sono le azioni. Una società che ha azioni quotate in borsa, proprio per la presenza di un elevato numero di investitori che operano sul mercato, ha maggiore possibilità di venderle rispetto invece ad un’azienda non quotata. A quest’affermazione però subentrano anche altri elementi da considerare che però non sono oggetto del corrente studio
In situazioni estreme il rischio di liquidità diventa elemento determinante, assieme al rischio di credito, per il dissesto dell’azienda. Infatti, la mancanza di liquidità può es- sere vista come il rischio speculare rispetto al rischio di credito. Proviamo a spiegare quest’ultima affermazione con il seguente esempio. Se A deve dare qualcosa a B, si crea un credito di B nei confronti di A e, se A non riesce a pagare B, in A si manifesta ri- schio di liquidità perché manca di risorse. B invece nel frattempo si è assunto rischio di credito per il non pagamento di A.