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63 stesse e le risorse, pari a 1.020 milioni di euro al netto delle riduzioni (230 milioni di

euro), destinate alle cosiddette preallocazioni di cui alla delibera CIPE n. 1/2009.

Tabella TR.15. - FONDO INFRASTRUTTURE (milioni di euro)

Interventi

Taglio ex articolo 2 DL 78/2010 - Delibera CIPE 11 gennaio 2011

186,8

Destinazioni

Adeguamento prezzi 900,0 900,0 D.L. n. 162/2008 art.1 comma 11

Mobilità Fiere 15,0 15,0 D.L. n. 185/2008 art. 18, comma 4 ter

Fondo per gli investimenti del gruppo Ferrovie dello Stato S.p.A.

960,0 960,0 D.L. n. 185/2008 art. 25

Trenitalia S.p.A. 1.440,0 1.440,0 D.L. n. 185/2008 art. 25 Società Tirrenia di Navigazione S.p.A. 390,0 390,0 D.L. n. 185/2008 art. 26

Per la messa in sicurezza delle scuole 1.000,0 951,4 Delibere Cipe n. 3/2009 e Delibera Cipe del 26 giugno 2009 - per Abruzzo 226,7 Per interventi di edilizia carceraria 200,0 200,0 Delibere Cipe 3/2009 e 31 luglio 2009 Per investimenti nel settore del

trasporto ferroviario di media-lunga percorrenza

330,0 330,0 Delibere Cipe 8 maggio 2009 e 31 luglio 2009

Interventi di edilizia carceraria 500,0 272,0 L. n.191/2009 art. 2,comma 219 - legge finanziaria 2010, D.L. n. 195/2009 conv.

in L. 26/2010, art. 17-ter

Interventi di risanamento ambientale 900,0 414,0 Delibere Cipe n. 83 del 6 novembre 2009 e n. 41/2010

Prima fase attuativa del “Programma opere minori ed interventi finalizzati al supporto dei servizi di trasporto nel Mezzogiorno

413,0 289,9 Delibera Cipe n. 103/2009

Programmi per il settore agricolo 100,0 36,0 Quadro di dettaglio Infrastrutture

Strategiche

5.021,2 2.272,6 Delibere Cipe n. 51 del 26 giugno 2009, n. 52 del 15 luglio 2009 e n. 83 dell'11 novembre 2009

TOTALE 12.356,0 8.470,9

Fonte: MISE-DPS-DGPRUC.

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Tabella TR.16. - FONDO STRATEGICO (milioni di euro)

Interventi

Copertura tagli ex art. 2 D.L. 78/2010 600,0 Delibera Cipe n. 1/2011 Destinazioni

Tutela del diritto allo studio (borse di studio, alloggi e residenze)

470,0 470,0 D.L. 10.11.2008, n. 180 (conv. L.

9.1.2009, n. 1) - art. 3 Copertura finanziaria degli interventi

previsti dall'art. 1, comma 3, del D.L.

10.11.2008, n. 180 (reclutamento nelle università ed enti di ricerca)

155,0 155,0 D.L. 10.11.2008, n. 180 (conv. L.

400,0 380,7 Delibera Cipe n. 4/2009 e delibera Cipe n. 86/2009

Programma Tetra Regione Sardegna (Min. Interno)

70,0 70,0 Delibera Cipe n. 86/2009

Eventi sismici Regione Abruzzo 3.955,0 3.955,0 D.L. n. 39/2009, art. 14, comma 1, conv. in L. n. 77/2009, Delibera Cipe n.

35/2009

Innovazione - Progetto banda larga 400,0 30,0 L. 18.6.2009, n. 69, art. 1 e L. 3.8.2009, n. 102 - Delibera Cipe n. 1/2011 Superamento situazione crisi

Pomigliano d'Arco e Termini Imerese

300,0 173,7 Delibera Cipe n. 36/2009 Interventi in favore della filiera

agroalimentare - Istituto sviluppo agroalimentare (ISA)

150,0 D.L. 1.7.2009, n. 78 (conv. L. 3.8.2009, n. 102) - art. 4-septies

Fondazione RIMED 220,0 220,0 Delibera Cipe n. 67/2009

Regione Molise 60,0 60,0 Delibera Cipe n. 68/2009

Comune di Palermo - Area di libero scambio 2010

150,0 150,0 Delibera Cipe n. 69/2009 Strada statale Olbia-Sassari 162,0 162,0 Delibera Cipe n. 120/2009

Interventi di risanamento ambientale 100,0 100,0 D.L. n. 194/2009 (conv. L. n. 25/2010 art.17, comma 2-bis) - Delibere Cipe nn.

117/2009 e 68/2010

ambientale e ricreativa e nuova sede del Museo aeronautico nell'area Dal Molin di Vicenza

11,5 11,5 Delibera Cipe del 05/05/2011

Completamento del primo stralcio funzionale del Nuovo parco della Musica e della Cultura di Firenze

19,2 19,2 Delibera Cipe del 05/05/2011

Copertura oneri relativi alla cessione al Governo della Repubblica di Panama di due unità navali

17,4 17,4 Decreto legge 12 luglio 2011, n. 107, art. 10, recante la proroga delle missioni internazionali

Disponibilità residua 152,6

Totale 9.053,0 7.634,8

Fonte: MISE-DPS-DGPRUC.

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La programmazione del FAS 2000-2006

Con riferimento alle risorse del Fondo assegnate alle Amministrazioni centrali, per il periodo di programmazione 2000-2006, la ricognizione realizzata al 31 maggio del 2008, ai sensi dell’art. 6 quater del d.l. n. 112/2008, come convertito con l. n. 133/2008, aveva rilevato impegni (o programmazioni in Accordi di Programma Quadro) per 37.488 milioni di euro sui complessivi 42.699 milioni di euro assegnati prevalentemente a incentivi alle imprese attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ed il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca

Le residue disponibilità sono state impiegate per 1.500 milioni di euro per finanziare gli ammortizzatori in deroga e per 626 milioni per misure di sostegno dei settori industriali in crisi (d.l. n. 5/2009); il residuo importo, pari a 1.918 milioni di euro, è stato utilizzato per dare copertura ai tagli alle risorse del Fondo per lo sviluppo e coesione operati con i diversi provvedimenti succedutisi fra il 2008 e il 2011 (612 milioni di euro con delibera CIPE n. 112/2008, 1.200 milioni a seguito del d.l. n. 78/2010 e 106 milioni a seguito delle manovre finanziarie di luglio e agosto 2011). Infine l’aggiornamento della verifica sugli impegni in essere, i cui esiti sono rintracciabili nella delibera n. 6 del 20 gennaio 2011, ha consentito di individuare circa 361 milioni di euro, non più oggetto degli impegni programmati, utilizzati, con tale delibera, per disporre assegnazioni ulteriori a favore delle Amministrazioni centrali medesime.

Per quanto riguarda, invece, le risorse del Fondo assegnate alle Regioni e alle Province Autonome, circa 18.595 milioni di euro (di cui 14.900 milioni nel Mezzogiorno) delle complessive assegnazioni pari a 23 miliardi di euro nell’ambito del ciclo di programmazione 2000-2006 stati programmati tramite lo strumento negoziale dell’Accordo di Programma Quadro (APQ).

Tali risorse hanno consentito di finanziare oltre 23.000 interventi (di cui 13.400 nel Mezzogiorno), per un valore complessivo di investimenti attivati pari a circa 87 miliardi di euro (48,8 nel Mezzogiorno), grazie all’attrazione sullo strumento di ulteriori risorse finanziarie soprattutto ordinarie statali, regionali e di Enti locali, nonché comunitarie e, in alcuni casi, anche private.

In termini settoriali tali risorse sono state allocate prevalentemente su interventi afferenti al settore delle infrastrutture di trasporto (38%), delle risorse idriche (17%) dello sviluppo locale (14%), della riqualificazione urbana (8%) e della difesa del suolo (6%).

Lo stato di avanzamento delle opere finanziate, in termini di costo realizzato a valere su risorse del Fondo, registrato a fine 2011, è pari al 54% su base nazionale, con molte diversità tra le due macro-aree del Paese. Nel Centro-Nord, infatti, tale percentuale risulta essere pari al 79%, con punte pari o superiori al 90% per Lombardia, Liguria e per le Province Autonome di Tento e Bolzano, mentre presenta percentuali minime, vicine o anche inferiori al 60%, per Marche, Umbria e Lazio. Nel Mezzogiorno, invece, lo stato di avanzamento medio è pari al 47%, con punte superiori al 70% per Molise e Abruzzo.

Nel 2011 sono state inoltre completate le attività di ricognizione circa l’utilizzo delle risorse regionali, avviate nel luglio del 2010 con la Delibera CIPE n.

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79/10, con riferimento alle risorse non ancora finalizzate su specifici interventi, ovvero allocate su opere pubbliche con bassa realizzazione della spesa.

Nel settembre del 2011, un’apposita delibera CIPE (n. 80/11) ha definanziato gli interventi incagliati che presentavano criticità insormontabili, di natura tecnica o amministrativa, liberando di conseguenza le risorse finanziarie ivi allocate, per un importo pari a complessivi 780 milioni di euro, per riprogrammarle sui medesimi territori secondo modalità e criteri in parte già definiti e in parte da definire. Tali risorse, insieme a quelle derivanti dalle economie prodottesi in seguito a ribassi d’asta o alla realizzazione dei lavori, costituiscono la maggior parte di quelle ad oggi ancora disponibili al reimpiego (pari a oltre 1,5 miliardi di euro, di cui 1,4 nel Mezzogiorno) da riprogrammare nel corso del 2012.

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4. LA SITUAZIONE ENERGETICA

1

4.1. IL MERCATO INTERNAZIONALE

Nel 2011 la domanda mondiale di petrolio ha raggiunto il livello di 89 milioni di barili/giorno (Mb/g) con un aumento di 0,7 Mb/g, in netto rallentamento rispetto alla crescita record del 2010 (+2,7 Mb/g) e inferiore rispetto alle stime di inizio anno. Causa di questo andamento è il deteriorarsi della situazione economica internazionale, in particolare in Europa, e i prezzi elevati. Nel 2011 l’area OCSE ha registrato una riduzione di 0,5 Mb/g dovuta al calo dei consumi nel Nord America (-0,3 Mb/g) e in Europa (-0,3 Mb/g), mentre i consumi dell’area OCSE Pacifico sono rimasti stabili, per il maggior impiego di petrolio nella termoelettrica in Giappone a fronte del terremoto-tsunami. Nel 2011 la domanda non OCSE ha continuato a crescere in maniera robusta, più che compensando la debolezza dei paesi industrializzati. La Cina ha aumentato i consumi di 0,4 Mb/g, oltre il 30%

della crescita dell’area non OCSE, raggiungendo i 9,5 Mb/g. Anche Medio Oriente e America Latina, aree dove si sta sviluppando un ampio mercato interno, hanno contribuito per oltre il 30% all’incremento della domanda non OCSE che è stato pari a +1,3Mb/g.

Nel 2011 l’offerta mondiale di petrolio si è attestata a 88,5 Mb/g, circa 1 Mb/g al di sopra della media 2010, ma comunque inferiore alla domanda annuale. Si è registrato pertanto un prelievo di scorte di 0,5 Mb/g. Eventi politici nei paesi OPEC e debolezza dei paesi non OPEC sono stati fattori determinanti nel contenere l’offerta. Nonostante la crisi libica, la crescita è concentrata nei paesi OPEC (+0,5 Mb/g di greggio e +0,5 Mb/g di NGL). A coprire l’ammanco di greggio libico in primis è stata l’Arabia Saudita e, a metà anno, il rilascio straordinario di scorte strategiche deciso dall’IEA. La performance dell’area non OPEC è stata deludente, con un’offerta stabile rispetto all’anno precedente. Brasile, USA, Canada, CSI e Cina, protagonisti nel 2010, hanno avuto difficoltà produttive.

Nel Mare del Nord problemi tecnici prolungati hanno quasi raddoppiato il declino annuo del Regno Unito. Fuori dal coro rimangono Colombia e l’onshore statunitense (prevalentemente Texas e North Dakota). L’anno si è chiuso con l’inasprimento delle sanzioni statunitensi verso l’Iran, preludio all’embargo europeo ratificato a gennaio 2012 (effettivo dal 1° luglio).

Il prezzo medio del Brent nel 2011 è stato pari a 111,3 $/b, in crescita rispetto ai 79,5 $/b del 2010 e record assoluto in termini nominali. La primavera araba e gli scontri scoppiati in diversi paesi produttori (Libia, Siria, Yemen) hanno sostenuto le quotazioni. A differenza del Brent, più sensibile ai fattori geopolitici, il WTI, greggio benchmark americano, è cresciuto meno, registrando il più ampio sconto mai toccato rispetto al Brent (-16 $/b media annua, con punte fino a -30 $/b) a causa dell’eccesso di offerta e dei vincoli logistici a carico dell’area di riferimento del greggio.

1 Le tabelle di dettaglio dei dati citati in questo capitolo sono disponibili anche sul sito internet del Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per l’energia, Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche: http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/.

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Nel 2011 le stime preliminari della domanda di gas naturale indicano consumi complessivi dell’area OCSE pari a 1554 miliardi di metri cubi (Gm3), in riduzione dell’1,3% rispetto al 2010. Nel corso dell’anno specifici fenomeni hanno determinato andamenti divergenti della domanda di gas nei diversi mercati. Nell’area OCSE Europa la riduzione dei consumi è stata prossima al 10% rispetto all’anno precedente. Tale contrazione è riconducibile a una molteplicità di fattori tra cui:

condizioni climatiche particolarmente miti, stagnazione economica, competitività del carbone, sviluppo delle fonti rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica. I dati disponibili per il Nord America mostrano invece un aumento della domanda di gas naturale pari al 5,4% (nel 2010 la variazione rispetto al 2009 è stata del +1,8%). Negli Stati Uniti la crescita dei consumi (+2,5%) è stata supportata dalla produzione domestica (+7,8% rispetto all’anno precedente) giunta ai livelli massimi storici, grazie al contributo del gas non convenzionale (prevalentemente shale gas), che ha generato, in controtendenza rispetto agli altri mercati, prezzi del gas in flessione. Nei paesi dell’area OCSE Asia Pacifico la crescita della domanda di gas (+9,4%) è trainata dall’andamento dell’attività economica e, nel caso del Giappone (+12,3%), dalla massiccia sostituzione di generazione elettrica da nucleare, in seguito al disastro di Fukushima.

4.2. LA DOMANDA DI ENERGIA IN ITALIA

4.2.1. Il quadro normativo nazionale

Gli interventi legislativi attuati nel corso del 2011 sono stati numerosi ed hanno interessato le fonti rinnovabili come il nucleare, la coltivazione e lo stoccaggio degli idrocarburi, i settori del gas naturale e dell’energia elettrica ma anche il settore petrolifero e l’efficienza energetica così come i mercati ambientali legati al settore energetico.

Le fonti energetiche rinnovabili

Il 3 marzo 2011 è stato adottato il decreto legislativo n. 28 che recepisce la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE che ha come obiettivo la definizione degli strumenti, dei meccanismi, degli incentivi e il quadro istituzionale e finanziario necessari per il raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili così come definiti dal pacchetto clima energia adottato nel dicembre del 2009 in sede di Unione Europea.

Il decreto si caratterizza per il suo approccio onnicomprensivo intervenendo contemporaneamente su tutte le fonti rinnovabili, restano da predisporre e adottare i decreti attuativi con i quali le innovazioni contenute nel Decreto verranno definite in modo puntuale. In particolare, è prevista:

- la semplificazione delle procedure autorizzative;

- la definizione dei criteri per la revisione del sistema di incentivi, senza oneri a carico della finanza pubblica ma con conseguenze per i prezzi dell’energia e quindi per i consumatori;

- un sistema di controlli e sanzioni in materia di incentivi e di sanzioni per la violazione delle norme sulle autorizzazioni degli impianti;

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