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2 SCOPO

3.7 RISULTATI ATTESI

Le micotossine sono metaboliti secondari tossici ampiamente diffusi su scala mondiale in quanto prodotti da muffe in grado di contaminare numerose derrate alimentari destinate sia all’uomo che agli animali. La principale fonte di contaminazione è rappresentata dalla dieta, in particolare da cereali e prodotti derivati che sono alla base dell’alimentazione sia umana sia animale. La FAO, infatti, ritiene che globalmente il 25% dei cereali sia contaminato da micotossine anche se la percentuale sembra essere molto più alta e arrivare al 50%. Le micotossine sono resistenti ai processi trasformativi poiché sono dotate di un’elevata stabilità termica e alla decomposizione. Nel caso delle farine a base di cereali queste proprietà stabiliscono la resistenza delle tossine al processo di macinatura. Per questo motivo le farine destinate all’alimentazione animale costituiscono un rischio per la salute sia umana che animale poiché la presenza delle micotossine può determinare il fenomeno del carry over, ovvero la contaminazione dei prodotti derivanti da animali che hanno ingerito tali mangimi contaminati.

La diffusione a livello mondiale delle micotossine nelle derrate alimentari, la loro tossicità anche a basse concentrazioni e la loro stabilità, dunque, ha reso indispensabile il monitoraggio della sicurezza alimentare e la tutela della salute dei consumatori. Infatti negli anni sono state introdotte strategie di gestione del rischio, normative in grado di regolamentare e minimizzare l’assunzione attraverso la dieta e metodi analitici per il rilevamento e quantificazione. Per quanto riguarda i metodi analitici, quelli più comunemente impiegati sono i metodi immunochimici, soprattutto l’ELISA, per lo screening, e i metodi cromatografici, principalmente l’HPLC, per la conferma. Tali metodi convenzionali hanno numerosi vantaggi come l’elevata selettività, specificità e i limiti di rilevazione adeguati ai limiti massimi di OTA nelle materie prime. Tuttavia sono costosi, in quanto necessitano di personale specializzato e di una laboriosa preparazione dei campioni, impiegano solventi tossici e non permettono analisi in situ. Di conseguenza negli ultimi anni sono state introdotte tecniche analitiche innovative dotate, oltre che di una buona selettività e specificità, di bassi costi, elevata riproducibilità e rapidità. Tra di esse le tecniche elettrochimiche sono tra le più studiate e promettenti sia come metodi di screening sia come metodi di conferma.

Tra le micotossine più diffuse e tossiche rientra l’OTA che si ritrova frequentemente negli alimenti destinati agli animali. Per la sua tossicità e resistenza ai processi termici di

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trasformazione degli alimenti, l’unione europea ha introdotto una raccomandazione che prevede valori limite della tossina nei mangimi.

Nel presente progetto di ricerca l’obiettivo sarà lo sviluppo e la validazione di un sensore elettrochimico per la determinazione dell’OTA in farine destinate alla produzione di mangimi. Tale sensore sfrutterà le proprietà elettrochimiche dell’OTA e un innovativo metodo di estrazione dell’analita dalla matrice tramite polimeri a stampo molecolare (MIPs). Sarà impiegato un potenziostato/galvanostato accoppiato ad elettrodi stampati. Tali elettrodi garantiranno il basso costo, la portabilità, il fatto di essere monouso, una maggiore sensibilità e accuratezza. I sensori elettrochimici, infatti, effettuano analisi rapide e in tempo reale, e possono essere miniaturizzati. Il metodo sarà validato tramite l’analisi di campioni di farina certificata. I risultati ottenuti con il sensore saranno comparati a quelli ottenuti tramite il metodo di riferimento in HPLC con rivelatore fluorimetrico.

Tutte queste peculiarità renderanno il metodo elettrochimico idoneo a monitorare la presenza dell’OTA in eccesso rispetto ai limiti raccomandati dall’UE e in grado di garantire lo screening rapido di tipo quantitativo della tossina nei mangimi.

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modifica del regolamento (CE) n. 1881/2006, che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, per quanto riguarda la definizione del tenore massimo di diossine e PCB nel fegato di pesce.

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modifica del regolamento (CE) n. 1881/2006, che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, per quanto riguarda l’ocratossina A.

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Commissione europea, raccomandazione (EU) 2016/1319 del 29 luglio 2016, che

modifica la raccomandazione 2006/576/CE sulla presenza di deossinivalenolo, zearalenone e ocratossina a in prodotti destinati all'alimentazione degli animali.

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Commissione europea, regolamento (CE) n. 691/2013 del 19 luglio 2013, che modifica

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