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Risultati dei tests condotti su ratti femmina ovarectomizzate

ESTROGENI: RECLUTAMENTO DEL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE NEL MODULARE LE EMOZION

5.1 Risultati dei tests condotti su ratti femmina ovarectomizzate

Sono stati eseguiti due distinti gruppi di esperimenti: il primo ha avuto lo scopo di valutare se gli effetti dell’estradiolo negli esperimenti EPM (elevated plus maze), in OFT (open field test) ed in FST (forced swim test) sono sensibili al blocco del recettore CB1 dei cannabinoidi; il secondo ha avuto come obiettivo quello di verificare se l’inibizione farmacologica di FAAH determina gli stessi effetti farmacologici del trattamento con estradiolo in ratti femmina ovarectomizzate. Il primo esperimento ha confermato l’effetto dovuto alla somministrazione di dosi fisiologiche di estradiolo in ratti femmina ovarectomizzate ed ha generato un effetto ansiolitico.

Il trattamento con estradiolo induce una notevole, ma, allo stesso tempo molto variabile riduzione della immobilità nel test di nuoto forzato, assente in animali che sono contemporaneamente trattati con un antagonista del recettore CB1, l’AM251. Inoltre il secondo esperimento ha rivelato che l’inibizione farmacologica di FAAH, l’enzima primario che regola il metabolismo di AEA ha provocato una significativa riduzione dei comportamenti ansiosi in OFT ed EPM, riducendo anche l’immobilità in

Dai dati raccolti è stato possibile ipotizzare che i cambiamenti nell’emotività, estradiolo indotti sono sensibili al blocco del recettore CB1, suggerendo che il trattamento con estradiolo aumenta il segnale degli endocannabinoidi. Sembra che questo effetto sia dovuto sia ad un aumento nella biosintesi che nel rilascio di endocannabinoidi o comunque ad una riduzione del loro metabolismo.

L’estradiolo infatti è capace di stimolare rapidamente il rilascio dell’anandamide dalle cellule endoteliali; allo stesso modo se un processo analogo si verifica a livello delle cellule nervose, questo effetto potrebbe verosimilmente non essere importante a livello comportamentale se il dosaggio è avvenuto 48 ore dopo il trattamento con estradiolo. Questi effetti ritardati sono una conseguenza di alterazioni, estradiolo mediate nell’espressione genica. La sequenza genica di FAAH possiede un elemento di risposta per gli estrogeni, che se legato al recettore degli estrogeni inibisce la trascrizione di FAAH. Il declino degli estrogeni derivante dall’ovarectomia può determinare una disinibizione della trascrizione di FAAH e una downregulation dell’espressione di FAAH derivante dall’elevato contenuto in endocannabinoidi. Pertanto questi cambiamenti nell’attività degli endocannabinoidi possono contribuire alla capacità dell’estradiolo di modulare l’umore e l’affettività. Tale ipotesi dovrebbe però richiedere una validazione biochimica per essere confermata: gli estrogeni diminuiscono l’espressione e l’attività del FAAH e provocano un aumento dei livelli di AEA a livello uterino. È stato inoltre riscontrata una diminuzione degli effetti vasorilassanti di AEA in ratti femmina in caso di ovarectomia, che sono ristabiliti in seguito alla concomitante assunzione di estradiolo. Tali dati sono conformi con l’ipotesi che l’ovarectomia provoca una facilitazione nell’attività di FAAH e che il trattamento con estradiolo attenua l’idrolisi di AEA: è plausibile

che un fenomeno analogo si verifichi a livello del sistema nervoso. A supporto di tutto ciò, l’inibizione farmacologica di FAAH di ratte ovarectomizzate presenta risposte comportamentali analoghe, se non quasi più evidenti in EPM, in OFT ed in FST. In conclusione l’estradiolo può modificare il comportamento emozionale conseguente alla downregulation dell’espressione del FAAH ed all’aumento del segnale AEA/recettore CB1. È stato inoltre dimostrato che la capacità degli estrogeni di modulare il comportamento emotivo è mediata dall’attivazione dei recettori β degli estrogeni, e non dei recettori α.

Il meccanismo con cui gli endocannabinoidi regolano il comportamento emozionale ad oggi non è ancora ben chiaro. Come affermato precedentemente i recettori per gli endocannabinoidi sono distribuiti a livello del sistema limbico, nell’amigdala, nella corteccia prefrontale e nell’ipotalamo, dove regolano una neurotrasmissione inibitoria ed eccitatoria. Una ipotesi alternativa riguarda il fatto che gli endocannabinoidi potrebbero esercitare i loro effetti sul comportamento modulando la trasmissione monoamminica. In particolare, tramite recenti studi è stato dimostrato che gli effetti antidepressivi dell’inibitore del FAAH, URB597, sono associati con un aumento dell’attività dei neuroni serotoninergici a livello del rafe dorsale. Se antagonisti del recettore 5- HT1A sono somministrati in contemporanea con estradiolo gli effetti comportamentali del trattamento con estradiolo sono attenuati. Da ciò deriva che sia il sistema serotoninergico che l’endocannabinoide possono essere coinvolti per quanto riguarda gli effetti dell’estradiolo sull’emotività ed è probabile che gli endocannabinoidi possano agire come mediatori tra gli estrogeni ed una aumentata attività serotoninergica, o viceversa. Il fatto

precedenti studi effettuati sui ratti maschio. Condizioni ambientali così come condizioni di luminosità oppure storie di precedenti stress potrebbero alterare la risposta delle sostanze prese in esame.

Gli esperimenti descritti evidenziano come il sistema endocannabinoide possa potenzialmente giocare un ruolo preminente nelle ratte femmine piuttosto che nei maschi. Inoltre i dati rilevati suggeriscono che l’inibizione di FAAH rappresenta un target potenziale per lo sviluppo di nuove sostanze terapeutiche per il trattamento della ansietà e della depressione nella donna. Poiché questi disordini comportamentali sono più frequenti nella donna che non nell’uomo, l’identificazione di targets farmacologici che presentano efficacia nei tests preclinici nelle femmine come nei maschi sono essenziali.

Alcuni, ma non tutti gli studi clinici hanno dimostrato che la somministrazione degli estrogeni in donne in post menopausa provocano un miglioramento dell’umore e riducono in maniera adeguata ansietà e depressione. A dispetto di queste buone proprietà sull’umore esercitate dagli estrogeni, l’assunzione di questo tipo di composti in donne in post menopausa è controversa a causa del potenziale rischio di aumentare la possibilità di sviluppare il cancro al seno.

La determinazione del meccanismo con cui gli estrogeni alterano l’umore può aiutare ad oltrepassare il rischio diretto sulla salute dell’assunzione degli estrogeni.

Questo studio suggerisce che gli estrogeni possono facilitare il segnale degli endocannabinoidi, che a sua volta potrebbe essere un meccanismo tramite il quale gli estrogeni modulano l’affettività.

CAPITOLO VI

APPROFONDIMENTO SULL’ANANDAMIDE: REGOLAZIONE DELLO

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