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Parte III – CASO DI STUDIO

Capitolo 7 – Allocazione efficiente delle risorse economiche ai rifugi del Club

7.5 Analisi e sensitività dei risultati

7.5.3 Risultati globali

Le informazioni territoriali e strutturali possono essere fruttuosamente unite in vari modi; si riporta in particolare una classificazione basata sulle due variabili aspetti

territoriali e aspetti strutturali. La prima variabile deriva dai punteggi ottenuti

nell’analisi territoriale, la seconda dagli ordinamenti ricavati nell’analisi delle strutture. I rifugi su cui si desidera intervenire sono proprio quelli che si trovano nella zona a più alta potenzialità ambientale e criticità strutturale (figura 7.18). Nel caso in cui però si debba definire un ranking globale e quindi decidere cosa preferire tra aspetti territoriali e strutturali ci si trova di nuovo in difficoltà. Una prima possibilità è quella di attribuire precedenza alle caratteristiche della struttura e, solo in caso di parità, decidere in base alle caratteristiche del territorio. È possibile invece attribuire lo stesso peso a caratteristiche ambientali e strutturali e aggregare i risultati tramite somma pesata, eventualmente rinormalizzando su una scala 0-1 i punteggi relativi alla struttura.

Figura 7.18. Piano cartesiano di aggregazione dei punteggi territoriali e strutturali.

Aspetti territoriali

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Sempre per somma pesata, si possono attribuire pesi diversi ai due macro-criteri. Nella tabella 7.8 è riportato un esempio di aggregazione lineare, con l’ordinamento e i punteggi ottenuti utilizzando nel primo caso lo stesso peso per entrambi i criteri territoriale e strutturale, nel secondo caso un peso di 80% sul criterio strutturale. Come c’era da aspettarsi, nel caso in cui maggior peso venga attribuito alle caratteristiche della struttura è il rifugio Marco e Rosa e posizionarsi primo; nel caso in cui i due aspetti assumano lo stesso peso, però, il rifugio Marinelli, grazie alla sua alta potenzialità territoriale, risulta vincitore.

Marinelli 0.48 0.39 Marco e Rosa 0.45 0.44 V Alpini 0.24 0.09 Del Grande 0.22 0.04 Chiavenna 0.09 -0.07 Federico -0.05 -0.19

Un’altra possibilità sarebbe poi quella di considerare la potenzialità territoriale come aggiuntivo criterio di valutazione all’interno del problema strutturale. In questo caso sarebbe però necessario ridefinire il problema relativo alle strutture e rivalutarne pesi e ordinamenti.

In generale, il decisore potrebbe voler inserire nel bando entrambi gli elementi, pesando ciascuno in maniera diversa e aggiungendo inoltre le caratteristiche dell’intervento. Si potrebbe implementare un ulteriore problema multicriteri a posteriori, con lo scopo di formulare analiticamente le richieste per i bandi. La graduatoria non deriverebbe più dalla sola somma dei parametri dell’intervento (presentati nel paragrafo 3.3.1) ma dalla combinazione di tre aspetti fondamentali: la potenzialità territoriale, la criticità della struttura e le caratteristiche dell’intervento. I primi due aspetti derivano dalla presente applicazione e possono essere descritti a priori e periodicamente aggiornati, in modo da avere sempre una scheda chiara per ciascun rifugio, utile non solo ai fini dell’assegnazione del finanziamento, ma anche per conoscere e far conoscere la struttura; il terzo aspetto sarebbe invece da integrare al momento del ricevimento delle richieste di finanziamento. Rimane in ultimo al decisore da definire quale grado di importanza attribuire ai tre diversi aspetti, per ottenere un unico ranking finale.

Tabella 7.8. Ordinamenti totali ottenuti tramite aggregazione lineare dei criteri territoriale e strutturale.

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Conclusione

La necessità di gestire un patrimonio complesso, diversificato e dislocato in territori difficili e impervi, pone il Club Alpino Italiano in una situazione complicata; per perseguire gli obiettivi di turismo sostenibile da cui si è partiti, si è reso necessario l’utilizzo di strumenti decisionali capaci di gestire la complessità della situazione. Lo studio del contesto, in particolare delle pratiche di turismo diffuse e della gestione della rete ricettiva in alta quota, ha permesso di approfondire problematiche e opportunità del caso in esame e di gestire con maggiore consapevolezza il problema decisionale.

La costruzione del Multicriteria Spatial Decision Support System, per definire dove allocare efficientemente risorse economiche all’interno della rete rifugistica CAI, si dimostra nel panorama attuale di pianificazione e gestione sostenibile del territorio e delle attività antropiche come uno strumento innovativo e promettente. Le potenzialità derivano proprio dalla capacità del sistema di analizzare grandi quantità di informazioni provenienti da fonti variegate e di mettere a sistema dati di tipo spaziale, congiuntamente a parametri puntuali.

Il presente caso di studio tratta solo una prima applicazione all’interno di un panorama che si presta benissimo a ulteriori studi e approfondimenti. Nonostante non sia stato possibile completare l’analisi per tutti i rifugi all’interno della provincia di Sondrio, area che ci si era inizialmente prefissati come caso pilota, la metodologia presentata è facilmente completabile e ampliabile con le informazioni mancanti relative agli altri rifugi della provincia, ed è progettata per funzionare su tutto il territorio. Inoltre, sebbene nel caso di studio si sia scelto di operare sulla gestione di rifugi in una sola provincia, è chiaro che le decisioni del Club Alpino Italiano vengono prese a livello nazionale, per cui l’obiettivo finale del MC-SDSS deve essere la sua estensione all’intero territorio italiano in fascia alpina e prealpina, valutando sia gli aspetti territoriali che delle singole strutture, in modo da poter effettivamente ed efficacemente orientare le scelte della Sede Centrale, non solo su una ventina, ma su centinaia di rifugi. In questo risiede probabilmente la grande potenzialità del sistema, il quale può sembrare superfluo per i 6 rifugi analizzati, ma che diventa di supporto fondamentale per l’analisi di migliaia di chilometri quadrati di territorio e centinaia di rifugi. Esso riuscirebbe infatti a fornire al CAI quel quadro globale che tanto manca e la capacità di avere un’immagine chiara e immediata degli interventi da sostenere.

La metodologia, oltre a essere completabile e ampliabile, è ovviamente riapplicabile in casi simili, mantenendo gli stessi schemi di valutazione o variando leggermente alcuni criteri. Un caso potrebbe essere l’applicazione in territori alpini internazionali oppure, rimanendo in suolo italiano, il suo adattamento per

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descrivere la realtà dei rifugi non gestiti e dei bivacchi. Come anticipato nel capitolo 7, infatti, essi presentano caratteristiche e scopi diversi e il modo in cui devono essere valutati gli interventi non può che essere differente.

Per quanto riguarda la possibilità di modificare i criteri e gli schemi di valutazione, è utile in conclusione portare alcune considerazioni, sorte durante lo svolgimento del caso di studio, le quali permetterebbero il miglioramento del metodo per future applicazioni. Esse riguardano principalmente la parte di analisi delle strutture e sono legate alle difficoltà di interazione e comunicazione con lo stesso Club Alpino Italiano. Un primo impedimento incontrato è relativo alla difficoltà da parte del CAI, che assume il ruolo di committente e decisore all’interno del processo, di dettagliare l’obiettivo da perseguire. La necessità di cambiamento all’interno del Sodalizio è percepita da molti soci e responsabili; si ritiene necessario essere maggiormente al passo con i tempi, valorizzare il patrimonio dei rifugi e attribuire finanziamenti in maniera più congrua e trasparente. Nella sfera gestionale dei rifugi, il CAI comprende di non poter sostenere tutte le strutture e si chiede se non sia meglio venderne alcune, in modo da concentrare gli sforzi su altre più promettenti. Davanti a tutte queste aspirazioni e consapevolezze di inadeguatezza, per nessuno è però ancora chiaro quale sia il problema concreto e quindi l’obiettivo principale da perseguire nel processo decisionale. Non potendo quindi soddisfare aspirazioni di diversissimo stampo nello stesso processo, lo spettro di intervento è stato limitato all’allocazione dei fondi all’interno del bando per il Fondo Stabile pro rifugi, che richiedeva comunque una rielaborazione, per aumentarne trasparenza ed efficienza.

Oltre alla marcata confusione riguardo agli obiettivi da perseguire, c’è stato un grande problema nella reperibilità e raccolta dei dati, che ha direttamente e indirettamente influito sulla strutturazione del problema. Da una parte, si sarebbe voluto includere attributi difficilmente quantificabili relativi all’effettiva frequentazione dei rifugi, alla convivialità trovata o al legame degli escursionisti, insieme ad altri difficilmente comunicabili, relativi all’effettivo guadagno dei gestori e delle sezioni. Gli stessi responsabili della Sede Centrale, nonostante interessati a ottenere questo tipo di dati e consapevoli della loro importanza, hanno immediatamente sconsigliato addirittura di richiederli, spiegando che di alcuni non si conosce assolutamente il valore, mentre di altri il vero valore è conosciuto ma viene comunicato il falso.

Sempre su suggerimento della Sede Centrale, per non appesantire le richieste di dati alle sezioni e ai gestori, molti attributi sono stati limitati al minimo indispensabile, con valutazioni di tipo qualitativo. Si tratta ad esempio degli attributi relativi ai sistemi di gestione ambientale, per i quali non sono stati richiesti numeri e percentuali di consumi, ma solo tecniche utilizzate. Tuttavia, quasi tutti i responsabili che hanno risposto alle interviste sarebbero stati disponibili a fornire informazioni più dettagliate. Riassumendo, le maggiori modifiche che si potrebbero portare al MC-SDSS riguardano gli aspetti relativi alle strutture e consisterebbero

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nella miglior specificazione dell’obiettivo di valorizzazione del patrimonio CAI, nell’aggiunta di criteri di stampo economico e legati all’immagine e convivialità, nonché nella raccolta di dati ambientali con maggior livello di dettaglio.

Si ribadisce la difficoltà di interazione con il CAI, con le sezioni proprietarie dei rifugi e con i rifugisti stessi. I dati necessari all’analisi, dopo mesi di attesa, sono risultati non disponibili alla Sede Centrale, che si è incaricata di fornire contatti con le sezioni e gli ispettori dei rifugi; ciò nonostante, molte sezioni non hanno comunque fornito i recapiti necessari. È stato fatto un secondo tentativo, contattando direttamente per e-mail i gestori dei rifugi, ma solo uno di loro ha risposto fornendo la sua disponibilità nella comunicazione dei dati richiesti. Tuttavia, nonostante la fatica nell’entrare in contatto, i 6 ispettori e gestori ai quali è stato possibile sottoporre l’intervista si sono rivelati estremamente disponibili a fornire addirittura più delle informazioni richieste.

Infine, un’ulteriore direzione di sviluppo potrebbe riguardare l’approfondimento della metodologia multicriteri utilizzata. In particolare, per la parte di analisi del territorio si stanno svolgendo le prime prove di utilizzo a livello spaziale delle teorie multicriteri basate sulle relazioni di surclassamento, le quali potrebbero quindi essere applicate anche a questo caso di studio e fornire risultati più flessibili, considerando soprattutto la non compensabilità tra criteri a livello spaziale. L’ultimo approfondimento potrebbe riguardare il metodo di analisi e aggregazione finale dei risultati, che possono essere guardati dai due distinti punti di vista strutturale e territoriale, o aggregati secondo regole che ne permettano l’effettivo ordinamento finale.

Il primo caso di studio si conclude qui, ma rimangono certo molte porte aperte per il futuro. Nonostante i lunghi tempi, tipici di qualsiasi processo decisionale in ambito pubblico, e ancor peggio in un’associazione non governativa, si intravedono buone possibilità di collaborazione, raccolta di informazioni e potenziamento del sistema di supporto alla decisione qui presentato.

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Allegato 1

QUESTIONARIO PER LA DETERMINAZIONE DEI PESI

– Analytic

Hierarchy Process

Per valutare al meglio gli aspetti territoriali, collegati alla fruizione della montagna e dei rifugi alpini è necessario individuare un trade-off tra i diversi criteri individuati, ovvero dare a ciascuno di essi un peso che corrisponda alla loro effettiva importanza nello schema decisionale.

Per fare questo vi viene ora proposto un questionario basato sulla metodologia introdotta da Thomas L. Saaty nel 1980, l’analisi gerarchica.

È richiesto per ogni confronto a coppie presentato di definire il proprio grado di preferenza per uno o per l’altro attributo, specificando inoltre la propria intensità di preferenza. Il giudizio di preferenza può variare da 1 (elementi indifferenti) a 9 (forte preferenza di uno sull’altro) come mostrato nella scala di Saaty:

Intensità Definizione Spiegazione

1 Uguale importanza Due attività contribuiscono ugualmente all’obiettivo

3 Moderata preferenza Leggermente favorita un’attività sull’altra

5 Forte preferenza Fortemente favorita un’attività sull’altra

7 Preferenza molto forte Predominanza dimostrata di un’attività sull’altra

9 Preferenza assoluta Totale affermazione di un’attività sull’altra

2,4,6,8 Valori intermedi Compromessi tra due giudizi adiacenti I tre macro-criteri sono:

- Accessibilità e ricettività: riguarda la capacità del territorio di offrire

itinerari e luoghi di sosta.

- Qualità ambientale-paesaggistica: si riferisce alla qualità del territorio dal

punto di vista delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche, considerando non solo aspetti positivi, ma anche disturbi che possono limitare l’attrattività.

- Qualità storico-culturale: si riferisce alla presenza di elementi di valore

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Dal punto di vista della fruizione del territorio montano, nel rispetto dei vincoli e della capacità portante degli ecosistemi, quale dei due attributi contribuisce maggiormente alla sua massimizzazione?

Accessibilità e ricettività 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Qualità ambientale- paesaggistica Accessibilità e ricettività 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Qualità storico- culturale Qualità storico- culturale 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Qualità ambientale- paesaggistica ACCESSIBILITA’ E RICETTIVITA’

Dal punto di vista dell’accessibilità e ricettività del territorio montano, quale dei due attributi contribuisce maggiormente alla sua massimizzazione?

Vicinanza alla

rete sentieristica 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Densità di rifugi Vicinanza alla

rete sentieristica 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Vicinanza a itinerari famosi Densità di rifugi 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Vicinanza a

itinerari famosi

QUALITA’ AMBIENTALE-PAESAGGISTICA

Dal punto di vista della qualità ambientale e paesaggistica del territorio montano, quale dei due attributi contribuisce maggiormente alla sua massimizzazione?

Vicinanza ad aree protette 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Densità punti panoramici e rilevanza paesaggistiche Vicinanza ad aree protette 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Tipo di uso del suolo

161 Vicinanza ad aree protette 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Distanza da elementi di disturbo Densità punti panoramici e rilevanza paesaggistiche

9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Tipo di uso del suolo Densità punti panoramici e rilevanza paesaggistiche 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Distanza da elementi di disturbo Tipo di uso del

suolo 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Distanza da elementi di

disturbo

QUALITA’ STORICO-CULTURALE

Dal punto di vista della qualità storico-culturale, come attrattiva per la frequentazione del territorio montano, quale dei due attributi contribuisce maggiormente alla sua massimizzazione?

Densità elementi

storico culturali 9 8 7 6 5 4 3 2 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Densità elementi tradizionali

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Allegato 2

RIFUGI CAI IN PROVINCIA DI SONDRIO OGGETTO DELLO STUDIO

Rifugio Chiavenna (Sezione CAI Chiavenna)

Il rifugio Chiavenna si trova all'Alpe Angeloga (2042 m), nel comune di Campodolcino. E' stato ristrutturato alla fine degli anni ‘90 per garantire un ancor maggiore comfort. Nei pressi del rifugio uno splendido laghetto accoglie ogni weekend, e non solo, moltissimi amanti della montagna. Il rifugio è dotato di 67 posti letto e di un bivacco invernale sempre aperto nel periodo di chiusura, con 5 posti letto.

Tempo di cammino (ore) 2

Difficoltà del sentiero E

Anno di costruzione 1998

Stato di conservazione Alto

Rischio per danni ambientali Molto basso

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Acque di approvvigionamento Sorgente e potabilizzazione

Trattamento dei reflui Trattamento in loco

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche Solo fonti rinnovabili

Rifugio Del Grande Camerini (Sezione CAI

Sovico)

Si trova in Valmalenco a quota 2580 m, incastonato tra le cime del Disgrazia e del Vazzeda. Il rifugio fu costruito nel 1937 in ricordo di Mario Del Grande, perito sulla Punta Rasica nel 1936, e di Remo Camerini, precipitato nel 1926 dal Sigaro in Grigna Meridionale, da un gruppo di loro amici che ne fecero in seguito dono alla sezione CAI Milano. Agli inizi degli anni 2000 i soci della sezione Sovico acquisirono il rifugio, ridotto ormai allo stato di rudere, e lo ristrutturarono completamente. Può ospitare 6 ospiti nella struttura centrale e 4 nel ricovero invernale.

Tempo di cammino (ore) 3

Difficoltà del sentiero E

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Stato di conservazione Alto

Rischio per danni ambientali Basso

Stagione di apertura (giorni/anno) 100

Acque di approvvigionamento Sorgente e potabilizzazione

Trattamento dei reflui Trattamento in loco

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche

Fonti rinnovabili (solare e microeolico), combustibili

fossili e legna

Rifugio Federico in Dosdè (Sezione CAI Bormio)

Situato in Val Dosdè, a quota di 2133 m, il rifugio è stato ricavato sul sedime di alcuni resti di una vecchia baita diroccata. Dalla fine degli anni ‘90, la sezione di Bormio si è sforzata di reperire fondi per la sistemazione della struttura per adibirla a ricovero per alpinisti, scialpinisti, escursionisti e quale punto di appoggio per attività legate in particolare all’alpinismo giovanile. Obiettivo legato all’apertura del rifugio, dedicato a Federico Valgoi, giovane alpinista bormino che ha perso la vita arrampicando nel 2002, è il rilancio dell’alpinismo nella val Viola e nella val Dosdè e la riscoperta di zone ricche di imponenti vette che superano i 3.000 m. Il rifugio può ospitare fino a 25/30 persone.

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Tempo di cammino (ore) 1

Difficoltà del sentiero T

Anno di costruzione 2005

Stato di conservazione Alto

Rischio per danni ambientali Molto basso

Stagione di apertura (giorni/anno) 90

Acque di approvvigionamento Sorgente ma non potabile

Trattamento dei reflui Trattamento in loco

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche Allacciamento alla rete

elettrica e stufe a legna

Rifugio Marco e Rosa (Sezione CAI Sondrio)

Il Rifugio Marco e Rosa è la struttura ricettiva più alta della Lombardia. È un rifugio moderno e di recente costruzione, un gioiello incastonato tra i ghiacci a 3600 m di quota, meta ambita da tutti gli alpinisti e base di partenza per affrontare il Bernina. È dedicato ai coniugi Marco e Rosa De Marchi, che edificarono la prima struttura agli inizi del ‘900, e può ospitare circa 50 persone.

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Tempo di cammino (ore) 7.5

Difficoltà del sentiero EEA

Anno di costruzione 2003

Stato di conservazione Molto alto

Rischio per danni ambientali Alto

Stagione di apertura (giorni/anno) 120

Acque di approvvigionamento Fusione e trasporto da valle

Trattamento dei reflui Avvallamento per

trattamento

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche Energia solare per

elettricità, gas per calore

Rifugio Marinelli Bombardieri (Sezione CAI

Sondrio)

Il rifugio Marinelli Bombardieri, sulle Alpi Retiche, in Valmalenco, è situato a 2813 m di altezza, nel gruppo del Bernina, in comune di Lanzada. La sua posizione permette di avere una visuale perfetta sull'intera parte italiana del gruppo del Bernina. E' stato il primo ad essere costruito sulle Alpi lombarde dal CAI; venne

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inaugurato nel 1880 con il nome di Rifugio Scerscen, due anni più tardi venne denominato Marinelli in onore del suo ideatore, Damiano Marinelli. Fu poi dedicato anche a Bombardieri dopo la tragica caduta in elicottero nella quale perì nel 1957. La Marinelli è un punto strategico per l'ascensione alle imponenti cime del gruppo del Bernina, che l'abbracciano lungo un semi-cerchio, e può ospitare fino a 180 persone.

Tempo di cammino (ore) 3.5

Difficoltà del sentiero E

Anno di costruzione 1880

Stato di conservazione Basso

Rischio per danni ambientali Molto basso

Stagione di apertura (giorni/anno) 120

Acque di approvvigionamento Fusione e trasporto da valle

Trattamento dei reflui Trattamento in loco

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche

Allacciamento alla rete elettrica, legna e combustibili fossili

Rifugio Quinto Alpini Bertarelli (Sezione CAI

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Situato su uno sperone di roccia che guarda verso il gruppo del Bernina, il rifugio Quinto Alpini è punto di partenza per numerose ascensioni ed escursioni con avvicinamento al ghiacciaio. Nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, a 2877 m, fra le vette del gruppo dell’Ortles-Cevedale in Alta Valtellina, il rifugio offre un ambiente familiare e circa 50 posti letto.

Tempo di cammino (ore) 4.5

Difficoltà del sentiero E

Anno di costruzione 1884

Stato di conservazione Alto

Rischio per danni ambientali Molto basso

Stagione di apertura (giorni/anno) 90

Acque di approvvigionamento Fusione e potabilizzazione

Trattamento dei reflui Trattamento in loco

Trattamento dei rifiuti Raccolta differenziata e

trasporto a valle

Fonti energetiche

Energia solare per elettricità, gas e legna per

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Bibliografia

Libri e articoli

AA.VV., Guida ai rifugi del CAI, Edizione 2014 Corriere della Sera.

AA.VV., Lombardia. Milano, le città d’arte della Pianura, i laghi, le Alpi e la Valtellina, Franciacorta, Lomellina, Oltrepo. Guide Verdi d’Italia, Touring Editore, 2014.

Arnette AN, Zobel CW, Spatial analysis of renewable energy potential in the greater southern Appalachian mountains. Renewable Energy 36, 2012.

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Ascough JC, Rector HD, Hoag DL, McMaster GS, Vandenberg BC, Shaffer MJ, Weltz MA, Ahjua LR, Multicriteria Spatial Decision Support Systems: overview, applications, and future research directions. In Proceedings of the International Environmental Modelling and Software Society, 24–27 June 2002, Lugano, Switzerland.

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