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Il lavoro, data la sua complessità, è stato strutturato in fasi successive, così riassumibili: Raccolta dei dati: i pazienti che hanno già una diagnosi clinica definita vengono nominati di “Tipo A” e individuati con un metodo di schedatura che prevede la registrazione di dati socio- demografici e dello status diagnostico. Questa prima schedatura viene fatta per creare una raccolta di dati linguistici associabili a patologie conosciute, onde rilevare la presenza delle particolarità linguistiche associate ad una determinata patologia. La seconda parte della raccolta dei dati ha riguardato più propriamente la trascrizione, catalogazione e archiviazione dei sogni, come abbiamo già detto precedentemente.

Analisi dei sogni: Terminata la raccolta e l’archiviazione del materiale da analizzare (i sogni dei pa- zienti di Tipo A) si è passati ad una operazione di codifica del testo dei sogni, attraverso un linguaggio di marcatura, che ne permetterà sia l’analisi automatica che la pubblicazione o la stampa. Le caratteris- tiche del materiale che abbiamo sono le seguenti:

1. quello in esame è un caso di codifica del parlato: ciò involve tutte le problematiche

affrontate su questo argomento da ampia tradizione per quanto riguarda sia la codifica che la normalizzazione lin- guistica;

2. la modellizzazione deve essere ben motivata e finalizzata, poiché una scelta diversa in

questa fase può indirizzare la ricerca in una direzione piuttosto che in un’altra;

3. si deve prevedere la reale possibilità di dovere rivedere o integrare la codifica a seconda dei

risul- tati che verranno in seguito all’analisi automatica dei testi, di conseguenza la struttura della codifica XML deve rimanere aperta e fluida.

Una volta stabilito il modello e applicata la marcatura, si sono analizzati i testi trascritti con un software che faccia ricerche statistiche e lessicali, come TAPoR. Abbiamo scelto di utilizzare questo strumento proprio perché è in grado di fare ricerche all’interno di tag XML. Verifica del protocollo: il protocollo creato nella fase precedente dovrà poi essere verificato e cor- retto: per far questo lo si applicherà ai pazienti con una diagnosi clinica non ben definita (che chia- meremo di Tipo B); si partirà cioè dalle ipotesi linguistiche, verificando nei nuovi pazienti l’uso della lingua (ad un livello inizialmente solo statistico) e correlandolo a delle ipotesi di patologia.

Comparazione dei risultati: in quest’ultima fase i dati dei pazienti Tipo A e Tipo B vengono messi a confronto tra loro. In seguito a questo confronto verrà creata una griglia delle particolarità linguistiche più importanti rilevate che siano state associate (per alti riferimenti statistici) a determinate patologie. Si partirà dalle particolarità linguistiche che hanno un riscontro percentuale più alto rispetto ad altre ed infine verrà proposta una

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“diagnosi linguistica”, da affiancare alla “diagnosi clinica” tradizionale.

È stato osservato che i pazienti, nel raccontare i loro sogni, inseriscono delle pause nel discorso. Questo è un elemento che abbiamo ritenuto importante da conservare nella codifica (e quindi nel modello). A tale scopo si è creata una griglia di conversione che ponga in relazione la durata della pausa (in secondi) che il paziente introduce, ed una simbologia di trascrizione (e di codifica). Il tutto è stato formalizzato nella “scala dei silenzi”, riportata in figura 3:

Fig. 3: Scala dei silenzi

In questa prima, propositiva, fase del progetto gli elementi di fatto codificati sono stati i seguenti:

• Intonation features (tag)

• Verb Morphosyntax (tag)

• Pro-forms and repetitions (tag with label of cross-reference)

• Metaphors (tag)

• Pauses (entities)

Per la visualizzazione dei testi così codificati si è scelto di operare una trasformazione XSLT, grazie alle strutture di indagine all’interno dei tag e degli attributi che questo linguaggio mette a disposizione. Si è creato un foglio di stile XSL che tenesse conto di tutti i fenomeni codificati, e quello che segue è un breve esempio di visualizzazione:

Nell’esempio sopra riportato si sono messi in evidenza i cambiamenti di tempo verbale, individuati con diversi colori.

In fase di marcatura dei testi, sono stati individuati un novero di tempi verbali (riassunti di seguito) e di questi è stata studiata la distribuzione all’interno dei corpora e poi raffigurata in grafici a torta.

condizionale_passato, condizionale_presente, congiuntivo_imperfetto,

congiuntivo_trapassato, fu- turo_semplice, gerundio_presente, imperfetto, infinito, non_specificato, participio_passato, passato_prossimo, passato_remoto, presente, trapassato_prossimo, Infinito passato.

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