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Margherita Bartoli, Sapienza Università di Roma, margherita.bartoli@hotmail.it

Lo studio esplora il complesso rapporto esistente tra la pianificazione territoriale e le evidenze archeologiche nei processi di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. In particolare, si illustra un progetto che ha come obiettivo la raccolta, la gestione di documentazione (fotografica,

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archivistica e bibliografica) e la creazione di un GIS, finalizzati alla promozione e alla valorizzazione

dei beni culturali presenti nel territorio del XV Municipio del Comune di Roma1.13

Questo lavoro si inserisce, pertanto, in quel filone di ricerca archeologica che si occupa dell’elaborazione di protocolli operativi per la gestione di dati archeologici e che è rivolta soprattutto al controllo e al miglioramento qualitativo dei flussi di lavoro nella prassi della catalogazione digitale, uno dei settori di indagine più problematici e complessi nell’applicazione delle nuove tecnologie in ambito archeologico.

Nello studio conoscitivo del bene culturale, la "catalogazione"2,

14è intesa, infatti, come procedura

che consente di collocare (attraverso sistemi di classificazione, categorie e codici terminologici specifici), ogni prodotto dell’attività umana nello spazio geografico, di definirlo nelle sue caratteristiche materiche e morfologiche, tecnico-esecutive e decorative e, infine, di situarlo cronologicamente e di attribuirlo a una classe di produzione, a un ambito culturale o a un autore. L’obiettivo primario della ricerca è quello di individuare alcune “regole” per strutturare i dati archeologici, affinché sia possibile estrarre conoscenza dalle informazioni raccolte durante la ricerca archeologica.

I dati raccolti provengono da un’attività di censimento delle evidenze archeologiche presenti nel

territorio del XV municipio3

15 e relative a contesti storico-archeologici assai differenziati. A tal fine, si

è deciso di organizzare i dati all'interno di un database sperimentale e di rappresentarli grazie ad un GIS, con l'obiettivo primario di renderli accessibili ad una vasta gamma di utenti, specialisti e non, attraverso una consultazione il più possibile semplice, intuitiva e possibilmente libera. Questo ha naturalmente comportato un’attenta valutazione critica, relativa ai metodi di classificazione e catalogazione del materiale raccolto ritenuti più idonei per la loro più immediata fruizione, ma anche per il loro riuso in contesti scientifico-culturali diversi.

Il database4

16 è stato strutturato in due tabelle: la prima chiamata "Scheda Monumento" e una

secondaria detta "Scheda di Dettaglio" relazionate tra loro grazie all' "ID Monumento", comune ad entrambe le schede e univoco per ogni oggetto catalogato, anche nel GIS.

La "Scheda Monumento" è la scheda descrittiva dell'evidenza archeologica e ricalca quella ufficiale5

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proposta dall'ICCD, ma semplificata nei suoi tratti essenziali per renderne più semplice e veloce la consultazione, sottolineando la possibilità di un utilizzo trasversale del materiale sia per scopi di ricerca che per la valorizzazione territoriale.

È importante sottolineare la scelta di utilizzare termini indicizzati da vocabolari controllati, perché essa impone al catalogatore l’uso di strumenti di controllo terminologico, contribuendo così a ottimizzare il reperimento dell'informazione e a migliorare sensibilmente la sua comprensione da

parte dell'utente6.18

Infine, grazie ad un collegamento ipertestuale è possibile accedere direttamente alla piattaforma GIS costruita con software open source QGis, con base cartografica la CTR del Lazio 1:10.000 in formato

raster, a cui è sovrapposto il poligono del perimetro del XV Municipio7.19

Ad ogni evidenza archeologica è associata una scheda, composta da pochissimi campi informativi, che riprendono in sintesi la scheda del monumento presente sul database.

1 L’indagine, svolta con il patrocinio della Sovrintendenza capitolina e il XV Municipio di Roma, è circoscritta all'area tra Ponte Milvio, la via Flaminia (fino a Malborghetto) e la Cassia (fino alla sua intersezione con il Raccordo anulare).

2 La catalogazione e la documentazione sono, infatti, inserite tra i principi generali del D. L.vo n. 42 del 22.01.2004. 3 I dati presenti in questo database sono la fusione tra il lavoro di ricerca sul campo, la ricognizione e la campagna fotografica, la ricerca bibliografica ed infine l’integrazione tra dati forniti dal comune e dallo stato (elenchi in open data di alcune categorie di monumenti e della loro condizione giuridica e i vincoli a cui sono sottoposti).

4 La scelta del software per il database è ricaduta, in questa fase iniziale, su Microsoft Access e si è deciso di proteggere il sistema con una licenza Creative Commons, la CC BY SA.

5 Scheda RA versione 3.00. La scelta di utilizzare il modello ministeriale è stata fatta al fine di avere dati strutturati e interoperabili senza grossi problemi con quelli prodotti dal Ministero.

6 Per quanto riguarda la "Tipologia" è stato scelto come vocabolario di riferimento il "Soggettario di Firenze" in quanto nelle schede RA dell'ICCD questo campo è libero mentre per quanto riguarda la "Cronologia" e la "Condizione giuridica e vicoli", ho optato per il PICO che rispondeva perfettamente alle mie esigenze di lavoro. 7 Il tutto è georeferenziato con il sistema di riferimento Monte Mario/Italy zone 2 (EPSG 3004).

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Con questo strumento, attraverso la realizzazione di buffer, ossia l’individuazione e delimitazione di

un’area intorno a un “oggetto cartografico” (misurata, in questo caso, in unità di distanza)8

20, è inoltre

possibile determinare il “potenziale archeologico”, cioè la probabilità più o meno alta, di rinvenire una stratificazione archeologica, di maggiore o minore rilevanza. Si tratta, pertanto, di uno studio complesso, che produce come risultato finale un’informazione geo-spaziale (in GIS), in base alla quale è lecito predire l’esistenza di una stratificazione archeologica conservatasi in un luogo e pertanto di impedire o controllare la fabbricazione di edifici o l’utilizzo dell’area per scopi non idonei alla tutela del bene culturale.

Grazie alla creazione di questo sistema di gestione delle informazioni, per quanto semplice e in fase embrionale, si è resa possibile una lettura del territorio molto più dettagliata e completa di quanto non lo fosse con la semplice ricerca bibliografica o cartografica. L'attività di ricerca si propone altresì di costruire una carta archeologica del Municipio e un sistema di fruizione dei dati finalizzati al loro riuso in ambito scientifico, didattico e turistico.

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