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CAPITOLO 2: CHE COSA È LA LOGISTICA?

2.5 IL RUOLO DELLE ICT

130 E come afferma P. Lamy, ex-direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio, oggi i prodotti sono

"made in the World", pertanto l'etichetta "made in China" o ancora di più "made in Italy" sono ormai obsolete e ingannevoli.

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Come per molti settori lavorativi, anche per quello della logistica (con il termine logistica, in questo paragrafo, intendo il principio in generale, ovvero sia come logistica integrata sia come SCM) la diffusione delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione ha costituito l'occasione di un generale ripensamento e riconfigurazione delle proprie modalità operative e modelli di collaborazione (all'interno della gestione della catena di fornitura), fondati appunto su questo tipo di innovazioni tecnologiche. Va da sé che la logistica ha saputo cogliere l'importanza vitale e strategica delle Ict applicandole nel proprio processo logistico.

L'insieme delle Ict funge da una parte come strumento di "back office" il cui obiettivo è ottenere vantaggi competitivi (in relazione all'operatività, costi e tempistiche di lavoro), dall'altra parte come risorsa di "front office" a supporto di attività fondamentali come la funzione marketing e l'ufficio vendite132. I dati, le informazioni e le comunicazioni che si generano attraverso i programmi e le tecnologie diventano un pilastro portante e indispensabile per un buon funzionamento sincronizzato del sistema logistico. Ne consegue che le Ict hanno un impatto forte sulla competitività tra le aziende e le SCM.

Un approccio sistemico a livello del processo logistico aziendale unitario (e/o SCM) non si sarebbe potuto realizzare senza un adeguato supporto da parte di un complesso sottosistema di

informazioni133 che procede parallelamente al movimento eseguito dalla merce ma nel senso

inverso, da valle a monte, in altre parole, dall'utilizzatore finale al fornitore delle materie prime. Nel flusso di informazioni concorrono varie voci, tra cui: il controllo dello stato del materiale (sia quello in magazzino sotto forma di scorta, sia quello in arrivo dal fornitore sotto forma di materiale da trasformare), lo stato del prodotto in fase di spedizione (al cliente o ad altri stabilimenti per ulteriori lavorazioni), l'elaborazione degli ordini e le previsioni della domanda che costituiscono il motore della pianificazione logistica134. Le previsioni vengono formulate in base al calcolo del trend, alla serie storica e all'andamento ciclico della domanda (tali previsioni in ogni caso vengono continuamente aggiornate sia dal numero degli ordini emessi dai clienti che dalle indagini e i feed- back dal mercato). Non di minore importanza è il servizio fornito dalle Ict al cliente finale in quanto gli permettono ad esempio di tracciare l'ordine e la consegna del prodotto ordinato.

La gestione e il controllo del flusso informativo è determinante perché attraversa diverse direzioni aziendali e interaziendali, e in base a esso i tecnici logistici traggono i dati necessari per poter stendere i piani di distribuzione, di produzione e di approvvigionamento, nonché decidere le politiche del sistema logistico globale i più congruenti possibili con gli obiettivi aziendali da

132 Merlino M., Testa S., Logistica e new economy: alcune considerazioni, «trasporti - diritto, economia, politica»,

Edizione Università di Trieste, 2001, n.81, p. 132.

133 Magee J. F., op. cit., p. 5. 134 Luceri B., op. cit., p. 13.

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perseguire. Il sottosistema di informazioni organizza l'approvvigionamento, la produzione, la distribuzione, e il movimento della merce da quando essa è ancora sotto forma di materia prima fino a quando non raggiunge il cliente finale come prodotto finito (quando e quanto materiale ordinare per alimentare gli stabilimenti della produzione? Da quali fornitori acquistare il materiale da lavorare e in quali reparti indirizzarlo per la trasformazione? Quando e con quali modalità inviare il prodotto?)135.

Il sotto-sistema di informazioni è parte integrante del processo decisionale di una azienda, nonché dell'intera catena di fornitura. Per chiarire meglio il ruolo di tale sotto-sistema, a livello di SCM, riporto di seguito un esempio inerente il sistema di approvvigionamento adoperato dalla Walmart:

«Il sistema di rifornimento continuo trasmette gli ordini per la consegna di nuovi prodotti direttamente ai fornitori, non appena, i clienti pagano per i loro acquisti alle casse. I terminali (point of sale) registrano il codice a barre di ogni prodotto che passa alla cassa, e comunicano la transazione di acquisto ad un computer localizzato nella sede centrale di Wal-Mart. Il computer raccoglie gli ordini da tutti i negozi Wal-Mart e li trasmette ai fornitori i quali, peraltro, hanno la possibilità di accedere direttamente ai dati relativi alle vendite ed alle giacenze in magazzino di Wal-Mart tramite Internet. Tale sistema consente di ottenere alcuni importanti benefici in termini sia di contrazione dei tempi necessari per rifornire gli scaffali, sia di poter modificare gli ordini di ciascun punto vendita per adeguarli all'andamento della domanda»136.

Il sotto-sistema di informazioni (realizzato attraverso le Ict) consente una comunicazione celere tra i vari soggetti coinvolti lungo la SCM; in questo modo si realizzano minori costi logistici, una reattività efficace agli imprevisti che si possono verificare lungo l'intero processo logistico, oltre alla garanzia di un lead time il più breve possibile (un approccio di tipo just in time), ossia la fornitura di un servizio al cliente distinto137.

Operando in un contesto di SCM le informazioni raccolte sono necessariamente condivise tra i partner. In quanto riducono lo spazio tra le organizzazioni, le Ict hanno un'elevata capacità connettiva e integrativa che permette appunto di relazionare in tempo reale, o quasi, da una parte gli uffici relativi alle principali funzioni logistiche: approvvigionamento, produzione, distribuzione, della medesima impresa, dall'altra parte invece relazionano tutti gli uffici (delle varie imprese, molte delle volte dislocati in più continenti) impegnati nella stessa catena di fornitura. In questo

135 Di Meo E., op. cit., p. 25. 136 Pinna R., op. cit., p. 151-2. 137 Pinna R., op. cit., p. 146.

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modo permettono la condivisione di informazioni di primaria importanza connesse al processo logistico globale.

Le Ict, appunto, svolgono un ruolo peculiare nella diminuzione dell'incertezza (potenziando, allo stesso tempo, i molteplici rapporti inter-organizzativi tra i vari nodi della rete) da un lato, e nella creazione delle condizioni necessarie per la realizzazione del concetto di azienda estesa (di cui parla M. Christopher138) dall'altro lato. L'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione contribuisce a una ottimizzazione dei profitti.

E, diversamente da quanto taluno afferma139, le Ict non creano posti di lavoro. Alla stregua del "sistema Toyota", invece, contribuiscono ad eliminare una buona parte della forza-lavoro viva, perché chiaramente vanno a coprire mansioni che prima erano gestite direttamente da lavoratori in carne ed ossa (operai e impiegati). R. Pinna osserva quanto segue:

«La Wal-Mart […] ha avviato già da tempo una sperimentazione in sette punti vendita con le etichette digitali Rfid che permettono di monitorare in tempo reale l'arrivo della merce dai centri di distribuzione, producendo notevoli risparmi in termini di personale, di gestione del magazzino, riduzione delle scorte, riduzione dello stock out a scaffale»140.

A questo punto darei una definizione più adatta ai concetti sinora illustrati:

«Il sistema logistico aziendale è la gestione globale del flusso fisico dei materiali e prodotti, dall'acquisizione presso i fornitori fino alla consegna del prodotto al cliente, e del connesso flusso delle informazioni che scorrono in verso opposto, dai consumatori ai clienti»141.

138 Christopher M., op. cit., p. 145.

139 V. Spiezia sostiene che: "L'Ict elimina posti di lavoro ma ne crea altri: l'effetto di riduzione degli occupati è solo di

breve termine, mentre nel lungo periodo l'Ict incentiva l'occupazione […]. Nel breve periodo però, poiché le imprese non possono cambiare facilmente gli input produttivi ed hanno significativi costi di aggiustamento, una riduzione permanente del costo del capitale Ict porta da aumentare gli investimenti in Ict e a ridurre l'occupazione. La contrazione dell'occupazione è tuttavia soltanto un effetto di breve periodo. Lo studio stima, infatti, che in un periodo di 7 anni gli effetti negativi sono riassorbiti. In particolare, assumendo una riduzione del 5% del costo del capitale Ict, lo studio mette in evidenza che nel primo anno si verifica una contrazione di circa 4 occupati ogni mille, che poi è tuttavia riassorbita nei 6 anni successivi", in Licata P., Spiezia: Gli investimenti in Ict non danneggiano la domanda di lavoro, «COR.COM», 18 novembre 2014.

140 Pinna R., op. cit., p. 158. 141 Di Meo E., op. cit., p. 25.

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