• Non ci sono risultati.

RICICLAGGIO DEL FRESATO

3.7 T ECNICHE DI R ICICLAGGIO A F REDDO : T IPOLOGIE DI T REN

3.7.2 S INGLE U NIT

Questo tipo di “treno” ha la seguente composizione:

 al centro:

- macchina mescolatrice e riciclatrice (uno o due componenti);

 anteriormente:

- cisterna per l’emulsione bituminosa; - automezzo spanditore;

- cisterna per l’acqua;

 posteriormente:

- macchina livellatrice; - rullo vibrante

- rullo gommato

I treni di riciclaggio possono avere configurazioni diverse a seconda del tipo di applicazione e al tipo di stabilizzante impiegato. In tutti i casi, comunque, la riciclatrice funge da locomotiva e spinge o tira l’attrezzatura ad essa collegata mediante barre di spinta o di traino. Le figure seguenti illustrano alcuni esempi di comuni treni di riciclaggio.

In quei casi in cui si utilizza soltanto il bitume, come accade per il riciclaggio di una pavimentazione composta da asfalto e/o pietrisco di buona qualità, la riciclatrice spinge in avanti due cisterne: dapprima una cisterna contenente bitume a caldo, quindi una cisterna d’acqua (immagine superiore). Una volta riciclato, il materiale è soggetto ad una prima passata di un rullo compressore che lo consolida. Di seguito, viene profilato da una moto livellatrice prima di essere costipato da un rullo vibrante. Qualora, invece, il bitume venga impiegato insieme al cemento, quest’ultimo può essere aggiunto sotto forma di «slurry», mediante l’apposito mescolatore collocato dinnanzi alla riciclatrice con la cisterna dell’emulsione alla testa del treno (immagine inferiore), oppure cosparso a mo’ di polvere sulla superficie stradale preesistente nella parte antistante il treno di riciclaggio, collegando la cisterna di bitume direttamente alla riciclatrice e la cisterna d’acqua in testa al treno, come nel caso di trattamento con sola emulsione. Una volta riciclato, il materiale è soggetto ad una prima passata di un rullo compressore che lo consolida. Di seguito, viene profilato da una moto livellatrice prima di essere costipato da un rullo vibrante.

Figura 3. 19: Treno di riciclaggio con emulsione bituminosa mediante riciclatrice cingolata

Quanto detto vale a proposito di riciclatrici gommate. Quando si esegue il riciclaggio superficiale in quei casi in cui la pavimentazione preesistente è composta da spessi strati di asfalto e il riciclaggio viene compiuto nell’ambito dello spessore dell’asfalto, si impiegano solitamente riciclatrici cingolate e il treno di riciclaggio viene solitamente configurato come illustrato in Figura 3. 19. Qualora la riciclatrice sia munita di una pavimentatrice-livellatrice, l’utilizzo di una moto-livellatrice per profilare la superficie

potrebbe risultare superfluo. I vantaggi di questo metodo risiedono nell’alta capacità di produzione e nella semplicità delle operazioni, inoltre la ridotta lunghezza del treno di riciclaggio lo rende compatibile anche per interventi in aree urbane. Di contro, le principali limitazioni della tecnica consistono nella profondità raggiungibile e nel controllo della granulometria risultante dalla fresatura.

Figura 3. 20: Particolare del treno: la riciclatrice spinge le cisterne ausiliarie

Le macchine mescolatrici e riciclatrici (Figura 3. 20) sono il cuore del treno produttivo. Al loro interno è posizionata una camera di fresatura e miscelazione composta a sua volta da una fresa che sgretola ulteriormente il manto stradale; sono presenti ugelli autopulenti di spruzzatura, sia per i leganti (emulsione bituminosa o bitume espanso)che per acqua e cemento (alcune soluzioni prevedono che il cemento possa essere distribuito a secco sul manto stradale). In questa camera (Figura 3. 21) il materiale fresato è spinto verso l’alto dove incontra i vari tipi di legante opportunamente dosati; ricade sul tamburo o rotore di fresatura, che per effetto del suo movimento rotatorio ne impasta e mescola i componenti, riposizionandoli sulla pavimentazione appena fresata.

Un sistema di controllo a microprocessore permette il controllo e la gestione dei corretti dosaggi d’acqua, emulsione bituminosa, bitume e cemento, in modo da assicurare costantemente la rispondenza ai requisiti richiesti.

Figura 3. 21: Schema del processo di riciclaggio a freddo con emulsione e distribuzione di cemento

Figura 3. 22: Rotore di una riciclatrice gommata (sinistra) e cingolata (destra).

Esiste una sostanziale differenza tra i rotori fresanti delle riciclatrici gommate e fresate (Figura 3. 22). La configurazione delle punte fresanti di un rotore di una riciclatrice

gommata (a sinistra nella figura) promuove un’ azione di mescolamento nel piano verticale, ma non in quello orizzontale, secondo test che valutano il suo massimo scostamento dalla posizione originaria pari a 200mm, riflettendo le differenze iniziali dopo la ricaduta sul manto del materiale fresato. Il rotore di questo tipo di macchine deve inoltre prima penetrare nel sostrato del materiale legato, per esempio asfalto, per polverizzarlo efficacemente. È inoltre possibile variare la distanza del rotore dall’estremità superiore del suo alloggiamento in modo tale da poter agire sul volume trattabile di materiale in base alle esigenze del caso, permettendone un efficace utilizzo per grandi profondità di trattamento.

Figura 3. 23: Riciclatrice cingolata con banco di stesa adattato

Le punte fresanti delle riciclatrici cingolate (a destra in Figura 3. 22) sono disposte invece secondo una configurazione a elica che convoglia il materiale verso il centro del rotore. Contrariamente al caso precedente l’azione rimescolante promossa da questa configurazione promuove il rimescolamento del materiale proveniente da ognuna della due metà del rotore. Invece di essere sollevato e rimosso da un nastro trasportatore come accade quando si fresa, il materiale recuperato esce attraverso un’apertura nella zona posteriore della camera di fresatura e passa tra i cingoli per essere stesa sulla larghezza di intervento tramite un banco di stesa accoppiato alla macchina (Figura 3. 23 e Figura 3. 24). Queste riciclatrici sono progettate e costruite per assicurare stabilità durante il trattamento di spessi strati di asfalto, senza quindi la necessità di penetrare lo strato sottostante quello legato su

cui si interviene, potendone eventualmente trattare anche solo la porzione superiore. Essendo però il rotore e la stessa camera in cui è collocato fissati al telaio della macchina il volume di materiale che può essere trattato è limitato, e questo restringe lo spessore che può essere riciclato a un massimo di 250mm, o meno ove sia previsto l’uso congiunto di stabilizzanti. Sono pertanto macchine ideale per riciclare materiali costituiti interamente di asfalto (100% RAP).