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Alla fine della campagna del 2000 vennero effettuati sotto la direzione di La Rosa alcuni saggi nei vani LX e LXIV che si rivelano utili ai fini della rilettura dei vani e dell’impostazione leviana. Si decise di saggiare questi due vani per la presenza in entrambi della tecnica a grossi e bassi blocchi parallelepipedi. Levi76 aveva confrontato questa tecnica con quella delle strutture del Secondo Palazzo, mentre teorie successive avevano cercato di accostarla ad una costruzione antecedente alla fase protopalaziale. la Early Keep di Cnossòs.77 L’idea maturata dopo questo primo saggio fu che la tecnica edilizia completamente diversa poteva documentare una parziale ricostruzione dopo un primo evento sismico alla fine della fase Ib leviana. Quest’opera ricostruttiva sarebbe stata poi interrotta dal secondo sisma della fine del MM IIB (= II fase Levi).78

Questa ipotesi fu confermata anche nel contributo presentato, nel dicembre dello stesso anno, alle Giornate Lincee dedicate a I cento anni dello scavo di Festòs. Il saggio aveva interessato sia la piattaforma nord della struttura al di sotto del pavimento sia una sottile striscia nell’angolo sud- ovest nel vano LXIV (figg. 22, 23).

Fig. 22- Planimetria dei saggi nei vani LX e LXIV (rielaborazione da LA ROSA 2002a,tav. XIV).

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EVI 1957-1958a,pp. 205. 77 B

RANIGAN 1992, pp. 153-163, afferma che la monumentale struttura di Cnossòs chiamata Early Keep in base alla ceramica dagli strati di fondazione fu costruita nel MM Ib e rimase in uso fino alla fine della fase protopalaziale. 78 L

Tra la terra della spalletta nord, che scendeva al di sotto della base della parete nord, e quella sud (strato 3) furono rinvenuti almeno due frammenti ceramici del MM II insieme ad altri del MM IA ed AM. La presenza della piattaforma venne spiegata con la necessità di dare maggior stabilità al riempimento di pietre sottostanti al pavimento del vano e verosimilmente ad una scala che conduceva dal vano LXIV, verso nord, ad un piano superiore. Nell’altra zona di saggio (strato 2) si trovò una situazione simile a quella presente nel saggio settentrionale: un riempimento di pietre incoerenti tra le quali frammenti databili al MM II, MM IB, MM IA ed anche alcuni neolitici.79 Nello strato 11, al di sotto dello strato 3, si rinvennero almeno quattro skoutelia e una tazzina carenata databili al MM II. Negli strati 2, 3 e 11, utilizzabili per datare la messa in opera del vano LXIV, si sono rinvenuti come materiali più recenti frammenti ceramici del MM II, terminus ad o post quem per la sistemazione della piattaforma per la scala e il vano stesso. Secondo La Rosa la spalletta nord sarebbe quindi stata integralmente obliterata quando venne costruito il vano, probabilmente nel MM IIB, mentre al di sotto di questo vi sarebbero comunque delle strutture più antiche, un lastricato e un doppio livello pavimentale, databili rispettivamente al MM IA e all’AM. Questa tipologia edilizia inquadrabile dunque non in età prepalaziale ma verso la fine di quella protopalaziale rientrerebbe in un programma edilizio successivo ad un primo evento sismico ma precedente a quello che da lì a poco avrebbe portato alla fine del Primo Palazzo.80

Fig. 23- Sezione N-S attraverso la fascia sud del vano LXIV (CARINCI-LA ROSA 2001,p. 521).

I risultati del saggio del 2000 nel vano LX vennero riportati anche nell’Annuario del 2002 in maniera più puntuale. Il saggio era stato effettuato a partire dalla metà nord del vano rimuovendo lo

79 Lo skouteli F 7644, tra i materiali più recenti, datò sia il pavimento che la costruzione dei muri del vano. C

ARINCI-LA

ROSA 2001,p. 519. 80 C

stucco bianco superstite che formava il pavimento e si estese a tutto l’ambiente (fig. 24). Dal livello pavimentale (strato 1) provengono frammenti databili al MM II, MM IA, MM IB e AMII. Il sottostante strato 2 restituì appena sette frammenti ceramici, di cui uno databile al MM II, ma non tutti diagnostici. Lo strato 3, che si estendeva fino al limite occidentale della trincea verso il vano LIX, conteneva ceramica del MM II e AM. Le lastre alla base dello strato 2 assomigliavano per forma e dimensioni, ma non per tipo di calcare, a quelle utilizzate nel vano LXIV, e si pensava quindi potessero essere la copertura di un altro canale, ma il saggio al di sotto di quest’ultime non confermò l’ipotesi. All’angolo sud-ovest fu poi portato alla luce il limite meridionale del canale che continuava al di sotto del vano LXIV.81

Fig. 24- Saggio del 2000 nei vani LX e LXIV (LA ROSA 2002a,tav. XIX A)

Dalla pulizia del vano LXIV si ottennero nuove informazioni sulla banchina sud, che chiaramente andava al di sotto della base del muro e che era ricoperta da un sottile strato di stucco. Il saggio venne aperto in senso nord-sud e copriva metà del vano (fig. 25).

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Fig. 25- Saggio del 2000 nei vani LX e LXIV (LA ROSA 2002a,tav. XVIII )

Si numerò l’interro Levi in sabbia marina come strato 1 e al di sotto si riportò alla luce l’estremità nord della piattaforma, in posizione stratigrafica inferiore alla base della parete nord ma superiore rispetto al lastricato di fondo del canale. Anche la faccia sud della piattaforma risultò essere sovrapposto alle lastre del canale. La piattaforma e la terra compresa tra le pietre che la formavano furono nominate strato 3, da cui provennero due sicuri frammenti del MM II, ma anche MM IA e AM. Nella parte più meridionale del saggio, al di sotto della banchina sud, si rinvenne una struttura più antica in tecnica meno regolare di quella della faccia sud della piattaforma. Si ritenne dunque che solamente la struttura a nord avesse funzione statica di supporto di una scala. Lo strato di riempimento sud fu indicato come strato 2 e da questo furono recuperati frustoli di carbone, frammenti MM II, MM IB, MM IA e alcune ceramiche neolitiche. Furono inoltre analizzati lo strato 11, quello al di sotto una lastra in posizione nord occidentale da cui proveniva una tazzina carenata, e lo strato 10, terra di riempimento tra le lastrine più antiche e quelle aggiunte in un secondo momento nel muro di spalla sud del canale. Lo strato 10 era il riempimento superiore del taglio operato nell’antico lastricato per la messa in opera del muro sud del canale (M/100) da cui provenivano ceramiche del MM II. Al di sotto dello strato 10 si presentava il riempimento originario dello scasso per M/100, lo strato 4, contenente soprattutto materiale dell’AM, anche del neolitico finale, del MM IA ed un unico frammento del MM IB che datò la messa in opera del muro M/100 allo stesso periodo del muro Sud del vano LXIV. Non si conosce la datazione del pavimento più antico relativo a M/100 ma questo dovette essere andato in disuso al momento della costruzione del lastricato che vi si sovrappose nel MM IA. In posizione stratigrafica inferiore rispetto al

lastricato, agli strati 7 e 8, si rinvenne un battuto bianco, probabilmente pavimentale, databile all’AM II. Il saggio del 2000 ha dunque permesso di affermare sia l’antichità d’uso di quest’area del palazzo, con la presenza di un doppio pavimento (AM) e di un lastricato (MM IA), sia la messa in opera al di sopra di quest’ultimo di un canale nel MM II e la sua defunzionalizzazione sempre nello stesso periodo per la costruzione della soprastante piattaforma e del vano LXIV.82

Nell’estate del 2004 venne intrapreso un altro saggio nel muro orientale del vano LXIV (figg. 26, 27, 28, 29).

Fig. 26-Saggio del 2004 nella parete Est di LXIV (LA ROSA 2004a,tav. VIII).

La parete era stata già precedentemente saggiata da Pernier e Levi aveva scavato a “sgrotto” l’astraki al termine dello scavo del vano. Venne riportato in vista la parete orientale per un’altezza di m 1,50 e si notò che le fondazioni della facciata del Secondo Palazzo, in particolare quelle del vano 95 W, si sovrapponevano a suddetta parete. Il muro non presentava un’unica tecnica edilizia: più ordinata verso nord e caratterizzata anche dalla presenza di un piccolo armadio a muro e meno chiara e formata da massi di minori dimensioni a sud. Il saggio riguardò l’angolo sud-est del vano, in cui si trovavano i riempimenti (strati 107 e 108) dei tagli per la messa in opera del muro nord del vano 98W e dell’antemurale sul lato sud del vano. Nello strato 107, intaccato però dalla buca Pernier, si rinvennero frammenti ceramici dal neolitico al MM II; dallo strato 108 ceramica diagnostica del MM II e MM IB. Lo strato 103, ricavato dall’asportazione dell’astraki (strato 105),

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si trovava in posizione stratigrafica superiore e chiudeva sia lo strato 107 che 108 ma anche 109 che per composizione era molto simile a 108. Lo strato 108 costituiva non solo il riempimento del taglio per la fondazione dell’antemurale ma anche quello della trincea di fondazione del muro Sud del vano. In base a queste due affermazioni La Rosa postulò la contemporaneità della costruzione dell’antemurale, del muro Sud e del muro Est di LXIV.

Fig. 27- Sezione A-A’ del saggio della parete Est di LXIV (LA ROSA 2004a,tav. IXa).

Si tentò poi di riconoscere il limite esterno del muro Sud del vano e se ne rintracciarono le trincee di fondazione che non fornirono però ceramica diagnostica. Il saggio fu completato dalla pulizia del lato interno del suddetto muro mettendo in luce lo zoccolo-banchina formato, sull’angolo sud-est, da due filari di blocchetti e che forse si sovrapponeva ad un muro più antico. Dalla terra al di sopra non si ricavarono frammenti diagnostici. I saggi all’interno del vano LXIV avrebbero provato dunque la contemporaneità di costruzione delle basi murarie di 95W, 98W e dell’antemurale, inoltre, la colata di astraki (105) testimoniò il doppio episodio sismico.83

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Fig. 28- Sezione B-B’ del saggio della parete Est di LXIV (LA ROSA 2004a,tav. IXb).