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I vani LXI, LXIII, LXV (tav. 16a) compongono l’ultima unità architettonica meridionale del settore sud-occidentale del Primo Palazzo. Questi ambienti erano in comunicazione con il complesso LIX-LX-LXIV attraverso l’apertura presente sul muro Sud di LIX. Inoltre, sicuramente i vani LXIII e LXV comunicavano tra loro tramite uno stretto passaggio, costituito da pavimento e fornito anche di soglia, ancora visibile e posto all’altezza del piano di calpestio più elevato (fig. 46; tav. 16d).

Fig. 46- Sezione dei vani LXI, LXIII, LXV.

Levi data alla II fase il passaggio tra LIX e LXI, i cui muri si sono conservati per un’altezza di m 2,10. Il pavimento dei tre ambienti è molto più basso di quello del vano LIX e per questo è stata supposta l’esistenza di una botola che conducesse al piano più basso. La parte meridionale del vano non si è conservata a causa della gettata d’astraki prima, e delle strutture geometriche costruitevi sopra poi. Lo scavatore considera invece della I fase il muro Est, dove si inclina a formare il soffitto, e su cui si è conservato il rivestimento d’intonaco gialliccio; la banchina che si trovava lungo le pareti Nord e Ovest; la porta rastremata, di cui rimane anche la soglia di cm 8 formata da piccole pietre, conducente al vano LXIII. Questo secondo ambiente si è meglio preservato rispetto il precedente: si sono rinvenuti parzialmente entrambi i pavimenti, parte dell’intonaco del muro Nord e i due tratti di muri Est ed Ovest. Anche in questo vano alla

base della parete Nord è presente una banchina, all’interno della quale, nello strato più superficiale, sono stati rinvenuti i frammenti di un tratto di parete di un grosso bacino decorato “a stampiglia di un singolo motivo sempre ripetuto in colore bianco gessoso su tutta la superficie del vaso verniciato in nero”.120 Il vano LXIII (tav. 16b) comunica con LXV ad est attraverso un’apertura, sempre al piano terra, che si trova a metà del vano, diversamente dall’apertura precedente tra i vani LXI e LXIII che si trovava lungo la parete meridionale. Il terzo ambiente è più piccolo degli altri due e si allinea con i precedenti coi muri Nord e Sud. Il vano LXV è limitato nella sua parte orientale da un grosso muro, limite sud-orientale dell’intero settore del Primo Palazzo, che Levi definisce essere stato costruito in quella tecnica a lastroni rettangolari tipica dei muri della II fase di quest’area meridionale, usata per ostacolare i danni dei terremoti. Al di sopra della parete Est, nella sua estremità meridionale, si sarebbe conservato un gradino di una scala conducente al Piazzale I che avrebbe la sua continuazione al di sopra del muro Nord del vano LXIV. Sotto alla parete Est è stata rinvenuta una banchina. Anche in questo vano si sono conservati sul muro Nord resti dell’intonaco (tav. 16c) oltre ai due pavimenti, il più alto dei quali (di soli cm 34) sarebbe stato raggiungibile dal vano LXIII attraverso dei gradini. Nell’angolo nord-ovest del vano è stata rinvenuta un’olla con motivi decorativi che troverebbe confronti con quelle del vano LXIV, da cui la datazione di tale livello pavimentale alla II fase. Quest’ultimo vano è stato considerato dallo scavatore un piccolo magazzino o un ripostiglio, ultimo della serie dei tre magazzini accessibili attraverso botole o scale di legno e quindi sotterranei.121

Durante la II fase leviana al vano LXI si avrebbe avuto accesso accedeva attraverso la soglia d’accesso dal vano LXI. I muri di questa fase dovevano posarsi sulle strutture precedenti ma se ne sono conservati solo pochi resti, soprattutto appartenenti alla parete Est. Secondo Levi la parete meridionale, che si appoggiava al muraglione, esisteva nella I fase, poi durante la II fase sarebbe stata eliminata ed i vani si sarebbero ampliati non solo verso nord, per l’arretramento della parete settentrionale, ma anche verso sud. Su quanto rimaneva del piano orizzontale della parete si sarebbero impostate le aperture che permettevano la comunicazione tra i tre vani che costituivano quest’ultima meridionale unità architettonica del Primo Palazzo. Il vano LXIII, anche in questa II fase, si è conservato meglio rispetto il precedente LXI, conservando quasi su tutte le pareti l’intonaco e sopra di esso lo stucco bianco. Il pavimento era in parte in lastre di gesso alabastrine ed in parte in stucco bianco come ancora si può vedere negli angoli nord-est e nord-ovest. La quota di questo pavimento sarebbe la stessa di quella del

120 Cfr. L

EVI 1957-1958,p. 232: “…esternamente ha una singolare decorazione screziata di bianco sulla vernice nera, che è il primo esempio di decorazione stampigliata, di cui vedremo più sotto altri splendidi prodotti…”.

121 L

piano pavimentale del vano LXI, che si elevava poco al di sopra del soffitto della I fase. Il vano LXV nella II fase sarebbe stato ampliato sia nel senso della lunghezza che in quello della lunghezza. Parte del pavimento, che presentava un rivestimento in stucco color grigio-azzurro alternato a lastre di gesso alabastrino, è stato conservato nell’angolo nord-est attraverso il restauro in cemento. Lungo le pareti rimangono tracce dell’intonaco di colore gialliccio sotto lo stucco grigio, soprattutto su quella Est dove si trovano anche i resti di una banchina.122

I due pavimenti a quota superiori dei vani LXIII e LXV sembrano appartenere ad un’unica fase costruttiva, anche se il pavimento di LXV si trova a quota leggermente superiore. Questa ipotesi deriva dall’osservazione degli intonaci presenti nei due ambienti che appaiono essere dello stesso strato applicato in un unico momento e di colore giallino, anche se in qualche punto è stato possibile leggere dei frammenti di intonaco di colore azzurrino (tav. 16e)

Misure.

Lunghezza del muro esterno, da spigolo interno dell’ortostate a parete E di LXI: m 6. Lunghezza totale vani LXI, LXIII, LXV: m 4,45.

Altezza massima parete N vani LXI, LXIII, LXV (nel vano LXV): m 3,20. Lunghezza apertura N LXI: m 1,10.

Lunghezza muro N LXIII: m 1,75. Lunghezza muro N LXV: m 2.

122 L

C

APITOLO

IV

R

EVISIONE