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Le “saghe dei cavalieri” tradotte

3. La traduzione nel Medioevo

3.1. Le “saghe dei cavalieri” tradotte

Nel contesto norreno le saghe rappresentano la forma di scrittura più prolifica in epoca medievale, ma la loro produzione si è estesa anche ai secoli successivi. Le “saghe dei cavalieri” (riddarasögur) tradotte costituiscono un sottogruppo in cui solitamente vengono suddivise le saghe islandesi. Nella versione estesa di Mágus saga jarls („La saga di conte Mágus”, c.1350), c’è un riferimento sul finale che recita “frásagnir. . . svo svem . . . Þiðreks saga, Flóvenz saga eðr aðrar riddarasögur” (“narrative quali la saga di Þiðrekr, la saga di Flóvent, o altre saghe dei cavalieri”)200. Il termine “tradotte” serve poi a

distinguerle dalle riddarasögur originalmente composte in norreno e le fornaldarsögur, entrambe appartenenti al genere del romanzo. Glauser201 suddivide il corpus di traduzioni

norrene e adattamenti della letteratura cortese continentale in due gruppi. Il primo gruppo comprende quelle che lui classifica come riddarasögur “in senso stretto”, cioè traduzioni dall’antico francese, anglo-normanno e latino in norreno. Il secondo gruppo comprende invece le Eufemiavisor in antico svedese e danese, una serie di ballate medievali norvegesi, feroesi, islandesi, svedesi e danesi, e le rímur islandesi riguardanti la materia cavalleresca. Talvolta un testo specifico può essere difficile da inquadrare, nello specifico anche la Þiðreks saga viene classificata come una “saga dei cavalieri” pur prendendo la propria materia centrale dalla tradizione leggendaria germanica e tedesca202. Quello che

Glauser sottolinea è che tutti questi testi rappresentano traduzioni o adattamenti di testi scritti in altre lingue, principalmente antico francese e anglo-normanno, ma anche latino e basso-tedesco.

Le problematiche che sorgono con questo genere di testi hanno principalmente a che fare con la distanza temporale che separa le traduzioni originali dai manoscritti a noi pervenuti. Nel corso del tempo e attraverso il processo di traduzione e copiatura i traduttori e scribi avrebbero potuto introdurre innovazioni o errori, sia volontariamente che inconsapevolmente. Per lo studioso potrebbe quindi essere difficile, se non impossibile, determinare a che punto della tradizione del testo e da parte di quale autore di questo processo vengano introdotte delle modifiche. Di conseguenza, per valutare la

200Glauser, J. (2005). p.372. 201Glauser, J. (2005). p.373.

202Per una discussione più approfondita sulla classificazione della Þiðreks saga vd. Schier, K.

qualità di una traduzione, potrebbe essere utile concepire la traduzione medievale più come una riscrittura che come una trasposizione fedele del testo203.

Riprendendo il concetto di polisistema, è importante considerare inoltre in che modo i testi appartenenti al genere riddarasögur siano stati influenzati e abbiano a loro volta influenzato il contesto sociale di produzione. Il periodo successivo all’annessione dell’Islanda alla Norvegia è stato un momento di svolta politica, sociale e letteraria, e, come abbiamo visto, queste circostanze preparano frequentemente il terreno per la circolazione della letteratura in traduzione204. La funzione delle riddarasögur fu quella di

trasmettere i nuovi valori cortesi in Norvegia e questa tendenza riflette l’interesse della nobiltà del tempo nell’entrare a far parte dell’ambiente socio-culturale in cui erano già inclusi gli altri Paesi europei attraverso la produzione di letteratura ad essi ispirata. Per quanto riguarda la Þiðreks saga nello specifico, Kramarz-Bein205sostiene che l’interesse

da parte di re Hákon per la materia teodericiana sia evidente, in particolare nei confronti del carattere feudale-aristocratico proprio della Saga.

Daß Hákon ein Interesse an der Aufzeichnung des Dietrich-Stoffes im Kontext der übersetzten Riddarasögur hatte, liegt auf der Hand. […] könnte für Hákon auch der feudal-aristokratische Charakter der Saga von dem berühmten Ostgotenkönig Theoderich im Kreise seiner zwölf Getreuen eine Rolle gespielt haben.

(Risulta evidente che Hákon avesse un interesse nella trascrizione della materia teodericiana nel contesto delle riddarasögur tradotte. […] per Hákon potrebbe aver avuto un ruolo anche il carattere feudale-aristocratico della saga sul famoso re ostrogoto Teoderico nella cerchia dei propri dodici seguaci.)

Probabilmente la figura così popolare di Teoderico e dei suoi uomini rappresentava per il re un ideale feudale, sebbene il protagonista venga rappresentato anche in momenti di difficoltà e a tratti venga sopraffatto da altri personaggi o si ritrovi a fuggire e chiedere aiuto per salvarsi.

Un’ulteriore questione che riguarda questo genere di saghe e che può dimostrarsi utile nello studio delle stesse sotto il punto di vista dei Translation Studies è l’individuazione degli scopi di questa letteratura, più precisamente il ruolo che questa doveva svolgere

203Glauser, J. (2005). p.383. 204Bampi, M. (2017a). p.174. 205 Kramarz-Bein, S. (2002). p.111.

nella società del tredicesimo secolo. I punti di vista su questo argomento sono principalmente due: da una parte, alcuni studiosi sostengono che la funzione del testo sia principalmente didattica; dall’altra si predilige una visione del testo come forma di intrattenimento206. A sostegno della prima testi si pone Barnes207, la quale sottolinea la

descrizione dei valori cortesi all’interno del testo, sebbene non sempre rispettati dai protagonisti stessi, e dei comportamenti da tenere a corte. A favore della seconda tesi, Kalinke208 si sofferma invece sugli aspetti di intrattenimento forniti dalla narrazione delle

vicende degli eroi protagonisti delle saghe. Kramarz-Bein decide tuttavia di unire entrambi i punti di vista per quanto riguarda la Þiðreks saga sostenendo che questa contenga in sè entrambi gli scopi. Da un lato il racconto del famoso re ostrogoto e dei suoi dodici uomini fornirebbe valore d‘intrattenimento alla storia; dall‘altro alcune scene d‘avventura e parti del racconto della giovinezza di Teoderico sarebbero indrizzate all‘educazione cortese e cavalleresca. A favore di questa tesi si può considerare come proprio nel prologo della Saga, venga sottolineata la possibilità che il pubblico sia esposto a buoni o cattivi esempi di condotta209.

Darüber hinaus stellt auch der Prolog die gesamte Þidreks saga in den Dienst der Didaxe, insofern als die in der Saga dargestellten Verhaltensweisen den Rezipienten zum guten oder schlechten Beispiel gereichen können.

(A tal proposito anche il prologo della Þidreks saga la posizione a servizio della didattica, in quanto i comportamenti presentati ai fruitori nella saga possano servire come buoni o cattivi esempi.)

Il prologo riporta:

Mb: Enn soghur frá gofgumm monnum er nv fyrer þui nytsamligar ath kunna ath

þær syna monnum dreingligh verk og fræknlighar frammkuæmder enn vand verk þydazt af leti og greina þau suo gott fra illu hveʀ er þat vill riett skilia. (I, 6:9-13) “Le storie di uomini nobili sono perciò utili, perchè presentano alle persone azioni coraggiose e vittorie audaci. Le brutte vicende derivano dal lasciarsi andare. Così, chiunque voglia osservare correttamente, impara a distinguere il bene dal male.”

206Kramarz-Bein, S. (2002). p.112.

207Barnes, G. (2000). 208 Kalinke, M.E. (1985a).