L’integrazione del percorso lavorativo con un’esperienza di viaggio/studio in un Paese estero è un’opportunità che ha coinvolto, negli ultimi anni, un numero crescente di operatori all’interno delle agenzie di formazione piemontesi. Diversi studi a livello europeo mettono in rilievo che le iniziative di mobilità transnazionale hanno un impatto significativo sullo sviluppo personale, sociale e professionale degli individui (Cimo, 2013; Fellinger J. e al., 2013; Riboldi, 2012; Doyle, 2011). In particolare, secondo un’indagine ISFOL del 2010 nell’ambito della Formazione Professionale, tali azioni rappresentano una “opportunità di accrescimento e di miglioramento delle compe- tenze personali e interpersonali”, nonché un’occasione di “sviluppo della capacità di comunicare in modo costruttivo in contesti e ambienti diversi da quelli di provenienza”, oltre che, naturalmente, favorire l’acquisizione e lo sviluppo di conoscenze linguistiche e competenze tecnico-specifiche (Vitali, 2011). In questo senso, vivere un’esperienza all’estero offre la possibilità di migliorare la conoscenza dell’altro, oltre che di se stessi. La dimensione del viaggio, contribuisce, dunque, anche al raggiungimento di una “meta-finalità”: quella del rafforzamento di un’identità europea che è seriamente minacciata – specie in questi anni di crisi economica – da spinte nazionalistiche (Battifora, 2013; Morin, Cerutti, 2013; Beck, 2013 e 2012).
Nonostante vi sia disponibilità di dati sulla mobilità transnazionale temporanea113 e
si sia dato nuovo impulso – con il rilancio del programma Erasmus+ (2014-2020) – al tema dell’istruzione e formazione in un’ottica europea, “non è vasta la letteratura in materia di analisi degli effetti sugli individui che hanno acquisito tali esperienze nei contesti di formazione professionale, laddove migliore risulta la situazione per la mobi- lità in ambito universitario” (Vitali, 2011, p. 145).
Sulla traccia del contesto brevemente delineato, si è svolta la presente ricerca quali- tativa sugli operatori della formazione professionale con l’intento di fornire un contri- buto di riflessione circa l’impatto delle iniziative dei viaggi/studio internazionali finan- ziati dal Fondo Sociale Europeo.
Lo scopo dell’indagine è stato quello di dar voce alle esperienze dei formatori pie- montesi – e di tracciare i punti salienti e comuni delle testimonianze – al fine di meglio comprendere la dimensione sociale e pedagogica insita nelle azioni di mobilità.
Agli operatori è stato chiesto di rispondere a un questionario on-line che è stato predisposto uti- lizzando il sistema QGen, un software ideato dall’Università degli Studi di Torino114 e fruibile attra-
verso un comune browser di rete. Le domande hanno inteso raccogliere informazioni sui seguenti aspetti115 relativi ai viaggi/studio internazionali o a iniziative del Fondo Sociale Europeo (FSE):
elementi esperienziali
- punti di forza dei progetti; - difficoltà e criticità riscontrate;
- differenze organizzative, lavorative e culturali tra l’Italia i Paesi dell’Unione Europea; - buone prassi lavorative e/o competenze socio-pedagogiche acquisite, migliorate o aggiornate;
elementi di cittadinanza europea
- senso di appartenenza all’UE dei formatori; - incidenza del FSE su individui, famiglie e comunità;
- coinvolgimento e contributo degli operatori al processo di cittadinanza comunitario; - stereotipi e pregiudizi presenti negli allievi e nella società;
- valori e modelli di riferimento per accrescere il senso di appartenenza europea; - iniziative per incrementare la conoscenza delle azioni del FSE.
All’indagine hanno partecipato le seguenti agenzie formative: - AFP COLLINE ASTIGIANE
(Agenzia di Formazione Professionale delle Colline Astigiane - AT) - AFP
(Azienda Formazione Professionale di Cuneo, Dronero e Verzuolo - CN) - APRO FORMAZIONE PROFESSIONALE
(Agenzia Professionale - Formazione Professionale - CN)
- ASSOCIAZIONE SCUOLE TECNICHE SAN CARLO (TO) - CFP CEBANO MONREGALESE
(Centro Formazione Professionale Cebano Monregalese - CN) - CIAC (Consorzio Interaziendale Canavesano - TO) - CNOS - FAP - PIEMONTE
(Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale - CN) - ENAIP - PIEMONTE
(Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale - TO) - FORAL FORMAZIONE PROFESSIONALE
(Consorzio per la Formazione Professionale nell’Alessandrino - AL)
114 Il software è disponibile all’indirizzo http://www.farnt.unito.it/trinchero/qgen/elenco.asp. Alcuni formatori si
sono resi disponibili a rispondere alle domande del questionario direttamente all’intervistatore.
115 V. questionario allegato in calce al capitolo.
In particolare, sono stati intervistati 19 formatori: 12 maschi e 7 femmine, la cui età media si attesta intorno ai 44-45 anni e coinvolge docenti più giovani tra i 28 e i 35 anni, fino ad arrivare ad alcuni formatori con esperienze di più lungo corso, nati nella seconda metà degli anni ’50.
La maggior parte delle persone che ha risposto al questionario svolge l’incarico di docente all’interno delle agenzie di Formazione Professionale; quasi tutti – in formula esclusiva o in affiancamento al ruolo di insegnante o altre mansioni – si occupano (o si sono occupati) di attività di tutoraggio dei corsi (tutor) o di progettazione, coordi- namento, realizzazione e monitoraggio dei progetti, a livello di singola agenzia o come responsabile/referente per l’ente di formazione.
Infine, la quasi totalità degli operatori possiede una laurea116, mentre alcuni hanno
conseguito una qualifica professionale o un diploma inerente alle attività di docenza in laboratorio o agli incarichi ricoperti nella propria agenzia.
13.2. Esperienze di viaggi/studio in Europa
I formatori intervistati hanno partecipato a progetti di mobilità strutturati all’interno dell’ampio quadro del Programma d’azione comunitaria nel campo dell’apprendimento
permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), che riunisce tutte le iniziative di
cooperazione europea nell’ambito dell’istruzione e formazione negli anni 2007-2013117.
Tale Programma raggruppa le azioni concrete messe in atto dall’Unione Europea per realizzare gli obiettivi strategici di Lisbona (2000) e dal processo di Copenhagen avviato nel 2002 (Allulli, 2010), fino ad arrivare al lancio del Programma Istruzione e Formazione 2020 (sigla: ET2020) (ISFOL, 2012). Le iniziative non si rivolgono solamente a stu- denti e allievi, ma anche a insegnanti, formatori e a tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nel settore dell’istruzione e della formazione. L’obiettivo generale dichiarato è “quello di promuovere all’interno della Comunità gli scambi, la cooperazione e la mobi- lità tra i sistemi di istruzione e formazione in modo che essi diventino un punto di rife- rimento di qualità a livello mondiale” (G.U.U.E. n. 327 del 24/11/2006, art. 1, co. 2). In particolare, il programma LLP ha messo in opera quattro sotto-programmi118 che
finanziano progetti rivolti ai diversi livelli di istruzione e formazione:
- Comenius, rivolto a tutte le persone coinvolte nell’istruzione pre-scolastica e scolastica (fino al termine degli studi secondari superiori);
- Leonardo da Vinci, destinato a tutte le persone coinvolte nell’istruzione e formazione professionale (non di terzo livello);
- Erasmus, indirizzato all’ambito dell’istruzione superiore (terzo livello); - Grundtvig, che contiene iniziative per promuovere l’educazione degli adulti.
116 Tra gli operatori, 15 hanno conseguito lauree triennali, magistrali o quadriennali vecchio ordinamento. Da
segnalare che qualche formatore (4 su 19) possiede titoli/studi ulteriori: una seconda laurea, un master univer- sitario o percorsi di specializzazione successivi.
117 Un formatore estende le sue testimonianze anche a esperienze di mobilità antecedenti a quel periodo. Nel
caso specifico, i riferimenti alle prime iniziative risalgono già intorno alla metà degli anni Novanta. Per mag- giori informazioni sul Programma europeo LLP e sul successivo programma “Erasmus+” (programmazione 2014-2020) si può consultare il sito: http://www.programmallp.it/llp_home.php?id_cnt=1; o le pagine del Pro- gramma dell’Unione Europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport all’indirizzo indice: http:// ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/index_it.htm, o ancora il sito italiano: http://www.erasmusplus.it/.
La quasi totalità dei formatori119 coinvolti nel questionario ha partecipato a una o
più iniziative di mobilità transnazionale inserite all’interno delle tre misure previste dal programma Leonardo da Vinci, e, nello specifico, a:
- tirocini in impresa o in istituti di formazione per persone in formazione professionale iniziale (IVT)120;
- tirocini transnazionali in imprese o organismi di formazione per persone disponibili sul mercato del lavoro (PLM);
- mobilità per professionisti nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale (VETPRO).
I progetti realizzati hanno consentito a quanti operano nel settore della formazione professionale di muoversi, studiare e sperimentare nuove realtà lavorative entro i confini dello spazio europeo.
In particolare, le mete di destinazione dei viaggi/studio transnazionale hanno visto coinvolti i seguenti Stati: Spagna, Francia, Irlanda, Regno Unito, Belgio, Germania, Finlandia, Polonia, Romania, Turchia121.
In termini generali, gli effetti attesi dallo strumento della mobilità temporanea sono correlati alla qualità delle azioni di progettazione e la durata dell’esperienza all’estero (Vitali, 2011).
L’impatto sugli insegnanti e sui membri delle agenzie è solitamente rilevante, poiché gli operatori sono generalmente partecipativi nei progetti europei, sia che si tratti di progettare i percorsi, sia di partecipare a sessioni formative con altri docenti/tutor o di accompagnare i ragazzi nei tirocini (Cimo, 2013).
Dai racconti dei formatori affiorano elementi significativi sugli aspetti socio-peda- gogici insiti nelle iniziative di viaggio/studio in un Paese straniero: gli operatori descri- vono le esperienze vissute in prima persona, ma anche le percezioni raccolte dagli allievi durante gli stage all’estero.
13.2.1. Punti di forza e criticità riscontrati nei progetti
L’impatto su coloro che hanno partecipano ai progetti di mobilità transnazionale sembra essere significativo e rilevante lungo le diverse sezioni dei sottoprogrammi LLP a cui i formatori hanno aderito.
118 Ad essi si devono aggiungere Il programma trasversale volto, in termini generali, ad assicurare un maggiore co-
ordinamento tra i diversi settori e l’azione Jean Monet, il cui scopo è quello di favorire la riflessione e il dibattito sull’integrazione europea. Cfr. la G.U.U.E. n. 327 del 24/11/2006.
119 Un formatore ha partecipato ad iniziative all’interno del sotto-programma Grundtvig; alcuni docenti/tutor
hanno anche partecipato a iniziative di viaggi-studio promossi da enti o fondazioni private. Nel caso dei forma- tori intervistati, i periodi di permanenza all’estero variano mediamente da una a quattro settimane.
120 In questo caso, i tutor hanno accompagnato gli allievi durante l’esperienza di stage all’estero.
121 Paese riconosciuto come candidato all’Unione Europea da ormai diversi anni. La Turchia ha presentato do-
manda di adesione nel 1987 ed è stata riconosciuta come Paese candidato nel 1999. L’UE ha avviato i negoziati di adesione con la Turchia nel 2005.
Dalle testimonianze, emergono fattori positivi sia per quanto riguarda le esperienze di formazione degli insegnanti-tutor, sia per i ragazzi che hanno accompagnato e affiancato lungo i tirocini. Di seguito, viene proposto un breve spaccato su quanto emerge dalle testimonianze, a partire proprio dai riscontri degli operatori nel ruolo di accompagnatori durante gli stage fuori dai confini nazionali.
Secondo le opinioni degli educatori, i risultati conseguiti dagli allievi a seguito di un’esperienza di viaggio-studio si collocano su almeno due dimensioni principali: in- nanzitutto quella educativa e formativa, rivolta alla crescita globale della persona, attra- verso il potenziale sviluppo di nuove competenze individuali, relazionali e di problem solving; e, in seconda battuta e in misura parzialmente minore, quella professionale, dello sviluppo delle competenze tecnico specifiche derivante dal confronto con realtà e prassi
lavorative differenti.
Molti formatori sottolineano che andare a fare un’esperienza all’estero è arricchen-
te dal punto di vista umano: incontrare nuove persone, […] affrontare nuove situazioni, conoscere altre culture, […] aiuta a conoscersi meglio […] e ad aprire la mente. Inoltre, contribuisce a far accrescere negli studenti la consapevolezza delle proprie capacità e ad
aumentare la sicurezza in se stessi.
In riferimento all’apertura mentale, un tutor che ha accompagnato gli studenti in Spagna, afferma che anche quelli che erano i più timidi e più “chiusi”, che non erano mai
stati all’estero, sono cambiati nel giro di un mese: anche loro hanno imparato a cavarsela maggiormente da soli, ad essere più indipendenti e a guardare la realtà in modo diverso. E sottolinea l’aspetto unico del progetto.
La possibilità di un soggiorno prolungato in un mondo che è diverso dal proprio e, in
molti casi, l’opportunità di alloggiare e di vivere, come ospiti, in altre famiglie, ha aiutato alcuni a rivedere il modo di gestire il proprio tempo […] e il modo di relazionarsi. Un formatore riferisce, in proposito, che alcuni ragazzi hanno dovuto imparare “come ci si comporta” in un contesto differente e han dovuto adattarsi. Secondo la sua testimonianza, specie le prime settimane han faticato un po’ ad abituarsi […], hanno dovuto “prendere le misure” ai diversi ambienti di vita e, talvolta, anche correggere certi atteggiamenti un po’ troppo “spavaldi”, come, ad esempio, il fatto di tenere [e non togliersi, come, in certi Stati, buon costume chiederebbe] il cappellino in testa quando si entra in un pub o in un locale,
[…] ma alla fine hanno capito come funzionano realtà differenti e si sono adeguati. La dimensione transnazionale risulta essere utile, poi, anche dal punto di vista lavorativo, per la conoscenza di realtà occupazionali differenti da quelle italiane.
I formatori attestano che i ragazzi hanno avuto l’opportunità di fare un confronto tra le realtà produttive viste e sperimentate durante gli stage in Italia e le aziende presenti sul mercato del lavoro di un Paese estero. Gli allievi si sono trovati di fronte a mentalità,
modi di lavorare e ritmi di lavoro, che sono differenti rispetto a quelli italiani e si sono dovuti adeguare. La testimonianza di un tutor riporta un esempio in tal senso: Le allieve dei corsi per parrucchiere e le estetiste trovavano incredibile il fatto che, pur avendo poca esperienza pratica, le titolari dei saloni le mettessero già a lavorare direttamente con i clienti. In Italia non succede. […] Prima che ti mettano a lavorare sulle clienti, anche se fai lo stage, passa del tempo. Loro in Spagna venivano messe direttamente a contatto con le clienti. Arrivata una cliente, il titolare diceva loro “Bene, adesso fate la piega” […] e c’era
sempre la titolare presente che […] le seguiva. Questo alle ragazze è piaciuto moltissimo. Le estetiste mi dicevano che in Italia loro lavoravano sempre su loro stesse e sulle compagne. Lì ti fanno lavorare direttamente sulle clienti. [Sono state sorprese anche dalle] mance. In Italia praticamente non esistono, mentre in Spagna sì e questo ha gratificato le ragazze.
Molti dei punti di forza espressi in queste testimonianze sembrano nascere proprio dal valore del confronto e dallo scambio di buone prassi:
vedere, toccare con mano, nonché riflettere su modelli e realtà differenti, aiuta ad allargare gli orizzonti del proprio modo di pensare e procedere. In questo senso, anche per i
formatori stessi si è trattato di un momento unico e molto utile che ha permesso di “rimet-
tere in gioco” un po’ di se stessi e di quanto si è appreso negli anni. Un docente racconta,
al riguardo, il suo ruolo di mediatore tra diverse istanze:
Era la prima volta che accompagnavo i ragazzi all’estero con la scuola professionale. Ero anche un po’…“spaventato”.[…] È stato interessante per me dal punto di vista della lingua, ma anche per il confronto con la situazione sociale e culturale diversa: […] il fatto di essere in famiglia, di stare con la gente del posto (eravamo sistemati in case, con famiglie diverse), pienamente immersi nella vita quotidiana, nelle abitudini alimentari122, nei ritmi,
costumi, etc.. Ho imparato molto. […] anche per il contatto coi titolari delle aziende: par- lare con loro, confrontarmi. […] è stato anche un po’ più complesso per la lingua, fare da mediazione, capire i problemi dei ragazzi, etc.[…] Interessante anche gestire la parte della valutazione: […] capire che cosa mi dicevano i titolari, […] raccogliere i loro feed-back sui ragazzi e la loro preparazione, al di là della scheda di valutazione. […] Le aziende sono state molto disponibili123.
Stare all’estero per un certo periodo di tempo, inoltre, costituisce occasione per visitare realtà istituzionali nuove e per affrontare, da altri punti di vista, tematiche e questioni inerenti la formazione professionale. Molti operatori sottolineano il valore aggiunto dello scambio fra culture diverse:
I punti di forza risiedono nella possibilità offerta ai formatori, progettisti, addetti ai servizi per il lavoro e direttori di confrontarsi con realtà estere che rappresentano buone prassi nell’erogazione dei singoli servizi quali corsi di formazione, trasparenza delle certificazioni e delle qualifiche professionali, compresi gli aspetti gestionali. L’opportunità di scambio e di studio offerta consente di individuare possibili strumenti di armonizzazione dei sistemi formativi e di coordinamento di attività formative transnazionali supportate sia dal FSE, sia da altri programmi comunitari.
[Ho avuto] l’opportunità di visitare realtà istituzionali che si occupano di pari opportunità
in Spagna. Abbiamo incontrato i sindacati, un’azienda che ci ha presentato le sue iniziative in rapporto alle pari opportunità.
122 Alcuni formatori parlano di qualche “difficoltà” di adattamento al cibo.
123 Nelle risposte, diversi formatori elogiano la disponibilità delle aziende e, soprattutto, delle agenzie formative part- ner all’estero.