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Il terzo Piano Strategico nasce per dare una risposta locale a sfide e opportunità di natura globale, e a una crisi economica europea che ormai si rileva strutturale in Italia e in Piemon-te. Costruendo coalizioni, strategie e azioni si vuole rafforza-re, rinnovare e posizionare il territorio torinese riportandolo a pari livello delle città metropolitane europee di maggior suc-cesso e che presentano caratteristiche simili.

Questa fase storica presenta opportunità imperdibili a livello locale, legate alla possibilità di coinvolgere, nella costruzio-ne delle visioni, una leadership urbana più ampia rispetto al passato: i Comuni della Città Metropolitana per fare sistema attraverso strategie di collaborazione e integrazione di politi-che, servizi e funzioni; gli attori privati (imprese profit e attori dell’economia sociale) per la costruzione dell’agenda economi-ca; il mondo dell’università, della ricerca e della formazione per garantire le migliori condizioni di creazione di capitale umano qualificato e di innovazione.

Il terzo Piano Strategico si è concentrato sul territorio ricono-scibile come l’area conurbata di Torino, che include i 38 Comu-ni caratterizzati da un alto grado di integrazione con il capo-luogo. Questo territorio costituisce il più importante motore di sviluppo dell’area vasta. Esso produce metà del PIL regionale. Qui si trovano le principali funzioni strategiche regionali e si realizzano molte innovazioni di carattere economico, sociale e culturale.

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Scelte di campo del piano

L’area metropolitana torinese del Piano Strategico “Torino Metropoli 2025” I 38 Comuni inclusi nei lavori del Piano sono: Alpignano, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo, Bruino, Cambiano, Candiolo, Caselle Torinese, Castiglione Torinese, Chieri, Collegno, Druento, Gassino Torinese, Grugliasco, La Loggia, Leinì, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto Torinese, Pianezza, Pino Torinese, Piossasco, Rivalta di Torino, Rivoli, Rosta, San Gillio, San Mauro Torinese, San Raffaele Cimena, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Villarbasse, Vinovo, Volpiano, Volvera.

Piossasco

Volvera Candiolo Vinovo La Loggia Moncalieri Trofarello Cambiano Chieri Pecetto Torinese Rivalta di Torino Venaria Reale Caselle Torinese Settimo Torinese Gassino Torinese Castiglione Torinese San Raffaele Cimena Leinì Volpiano Brandizzo Borgaro Torinese Pino Torinese Baldissero Torinese San Mauro Torinese Nichelino Orbassano Beinasco Villarbasse Rivoli Rosta Grugliasco Collegno Torino 1 3 4 5 6 7 8 9 2 10 Pianezza Alpignano San Gillio Druento Mappano Bruino

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L’istituzione della Città Metropolitana quale aggregazione di Città sollecita di continuare a lavorare ad una pianificazione strategica capace di connettere le politiche di sviluppo dell’area metropolitana – Torino e la sua corona – con le aree esterne (come il Pinerolese, la Val di Susa, il Canavese, il Carmagnole-se, l’EporedieCarmagnole-se, il Chivassese) in una visione capace di offrire opportunità a tutti i territori della nuova Città Metropolitana. Oltre ai Comuni metropolitani, i protagonisti della prossima fase di trasformazione dell’economia metropolitana dovranno essere gli attori privati, gli imprenditori, i professionisti, i ta-lenti e i creativi del territorio torinese. Gli attori privati, con la loro conoscenza del mercato locale, nazionale e interna-zionale, possono infatti proporre nuovi indirizzi e progetti, e mettersi in gioco quali leader urbani attivi. Il coinvolgimento e l’ empowerment degli attori locali privati ha voluto innescare rapporti, ambienti e meccanismi virtuosi d’innovazione ne-cessari in questa fase di globalizzazione, di grande mobilità di capitale e di talenti.

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Scelte di campo del piano

Il mondo delle Università, della formazione, dell’innova-zione e della ricerca è il terzo insieme di attori che viene chiamato dal Piano Strategico a svolgere un ruolo attivo nel contribuire al processo di rilancio economico del ter-ritorio. La contaminazione tra le competenze, le capacità di innovazione e ricerca di questo mondo e il sistema eco-nomico locale è uno straordinario fattore di competitività. Riconoscendo la scarsità di finanziamenti pubblici e pri-vati, è inoltre fondamentale proporre strategie e progetti a basso costo o a “costo zero”, soprattutto per l’amministra-zione pubblica, in particolare per gli enti territoriali. La scelta del Piano è stata quindi di concentrarsi sul software, ossia sui fattori abilitanti che insieme creano le condizioni per rinvigorire l’imprenditorialità e la produttività. Alcuni progetti implicano un ruolo di assistenza e accompagna-mento da parte del settore pubblico o la costituzione di partenariati pubblico-privato, ma in generale l’uso delle ri-sorse pubbliche potrà servire solo per la “leva” di sviluppo che produce, per i processi auto-sostenibili di investimento e di crescita che innesca. Molte delle innovazioni passeran-no invece dalle riforme nella gestione della cosa pubblica, che richiedono investimenti in tecnologia, ingegnerizza-zione di processi, organizzaingegnerizza-zione, formaingegnerizza-zione, riforme in genere non molto costose, ma capaci di produrre rapida-mente risparmi.

Lo sviluppo e l’inclusione sociale - obiettivo primario di una società che si fonda su un modello di sviluppo equo e sostenibile – sono centrali alla missione del terzo Piano Strategico. Questo tema, così come quello della sostenibili-tà ambientale, sono considerati trasversali a ogni obiettivo e azione proposta. Nel terzo Piano l’inclusione sociale vie-ne dunque innanzitutto integrata interamente vie-nella grande sfida di far ripartire il motore economico dell’area metro-politana, collocando il territorio ed i suoi attori economici al centro per creare le basi per un sistema in grado di dare opportunità e sostegno a tutte le fasce sociali.

Infine il terzo Piano Strategico è, per sua natura, forte-mente selettivo, non omnicomprensivo. Si concentra sui temi su cui è più urgente l’innovazione di sistema. Inoltre, adottando un approccio concertato, rispecchia le priorità e le competenze degli attori coinvolti, che sono stati molti e diversi, ma necessariamente non tutti. Esistono quindi ovviamente altre strategie, azioni e attori con risorse si-gnificative, da coinvolgere ulteriormente per rafforzare il quadro concettuale, operativo e finanziario, in primis la Regione.

La città delle

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