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A casa di Elizaveta Jakovlevna.

ESFIR’: Ma cosa fa, pazzo, cosa fa? Gli ho trovato una tale ragazza! É oro, non una ragazza! Un brillante puro! Che cosa c’è in lei che possa non

77 andargli bene? Lui non vale neanche un sua unghia! Vuoi che ti mostri che lettera mi ha lasciato?

ELIZAVETA: Come, anche a te?

ESFIR’: Ma cosa pensi? Sa benissimo che sua madre sarebbe uscita di testa se lui se ne fosse andato senza dire una parola. Sta mattina presto arrivo da casa tua e vedo sul tavolo in cucina queste due lettere. All’inizio le avevo nascoste ma poi ho capito che era necessario dargliela. L’ho messa sul tavolo. Sono corsa a chiamare dal telefono pubblico quel maledetto Tolja: questo è opera sua, è un suo intrigo! Quella canaglia la conosco già da molto tempo. Nessuno va bene. Pensi che abbia agito cosi, contro di lei? No! Lui si è follemente innamorato di lei, di questo sono certa! Come può un uomo non innamorarsi di una ragazza del genere? Ho lavorato per quarant’anni in teatro e ne capisco molto di queste cose. Cos’altro potrebbe essere? Cosa?! È lui che si è inventato tutto contro di me! Ecco, ascolta cosa mi scrive: «Cara mamma! È evidente che io abbia commesso un grande errore a non essere uscito di casa al momento giusto. Non posso sopportare le tue continue costrizioni». Ma lo senti? Figlio di un cane, è lui che sopporta me? Ma ecco ancora: «Ti voglio molto bene e ti stimo ma non posso più vivere con te sotto lo stesso tetto». Il mio tetto non gli piace! Interessante, le camicie pulite, il pranzo sul tavolo e la biancheria che non ho mai mandato in vita mia in lavanderia gli piacevano però! Pensa Liza! Lui pensa che io gli corra dietro! Non mi da’ il suo indirizzo così non lo riesco a trovare subito! Pensa di poter fare con me questi giochetti! Ho riposto tutta la mia vita in lui! Sicuramente ti ricordi Liza quanto è stato difficile. Nemmeno un giorno l’ho portato all’asilo. Ero responsabile della sartoria dei costumi di scena: sono passata al lavoro a cottimo così potevo stare con lui e cucivo di notte! E ogni estate l’ho portato a quella maledetta Sudak107 e stavo là per tre mesi e lui non conosceva la parola «no»! E

quando morì Veniamin lui aveva solo quattro anni e io da quel momento non ho più guardato nemmeno un uomo. E non pensare Liza, mi corteggiavano in molti! Vladimir Antonovič direttore della parte scenica, e un altro anche molto interessante. Ho dato tutta la mia vita a mio figlio ed ecco la sua riconoscenza! Mi ascolti Liza?

ELIZAVETA: Firočka calmati. Mi sembra che in questo momento tu ti stia sbagliando.

ESFIR’: In che senso? Come?

ELIZAVETA: Non avresti dovuto insistere affinché sposasse Sonečka.

78 ESFIR’: Io ho insistito? Io non ho proferito parola! Lui di sua iniziativa le ha fatto la proposta e l’ha portata in comune!

ELIZAVETA: Beh, non è andata proprio così.

ESFIR’: Vorresti dire che sono stata io a portarcelo per mano? Ma guardalo! Liza! È un caso patologico! Con cosa ha cominciato? A sedici anni si è messo con Lidka, e per dieci anni non sono riuscita a staccarlo da lei. Se l’avessi vista! Una vecchia! Aveva venticinque anni ed era stata sposata due volte. Che befana! La nonna Roza neanche come cuoca l’avrebbe presa! Gli occhi come piattini, e che testa aveva! E ed era alta come una scala antincendio; si definiva pittrice. Il mio Lëva le faceva comodo! Svergognata! Ma ora andiamo avanti, non appena si libera di lei, penso: grazie a Dio! E invece no, altro che grazie a Dio! È un tipo patologico lui! Di nuovo si è trovato una vecchia! Se non fosse stato per me lui si sarebbe sposato con tutte loro, questo te lo posso assicurare! E ora che gli ho trovato una fidanzata cosi, è scappato! Non so, può essere che voglia la figlia di uno zar come Iosif Prekrasnyi108. Ma lascia allora che tenga

conto di una cosa: io non avrò altra nuora se non Sonja! ELIZAVETA: E se non tornasse?

ESFIR’: Come se non tornasse? Questa poi non è mai successa. Mai.

ELIZAVETA: Fira, non scaldarti. Forse bisognava fare in un modo un pò più diplomatico?

ESFIR’: Beh ma, mi hai preso per una completa stupida? Assomiglio ad una stupida? Ti ricordi come il nonno Natan prese il bastone e picchiò Sëma quando voleva sposarsi con Marusija Puzakova? Fu la prima volta nella sua vita che il nonno urlò: se ti sposi con una russa non entrerai mai più in casa mia!

ELIZAVETA: Ma nonostante tutto si sposò con Marusija! ESFIR: E quindi? Dopo un mese cominciò la guerra!

ELIZAVETA: Vorresti dire che se Sëma non si fosse sposato con Marusija, la guerra non sarebbe mai cominciata?

ESFIR’: No, voglio dire un’altra cosa. Sëma morì e anche tutti i nostri. E ancora prima la nonna Roza, il nonno Natan e il mio primogenito Il’j, e tutti in un solo giorno. Morirono i Kaganovskij, e Tonečka Šapiro con i bambini, i Vinaver, tranne Sima e gli Echelevič. E io voglio che mio figlio abbia dei figli con Sonija Vinaver e non con Dio solo sa chi! E che a tavola

79 sieda una famiglia numerosa. Voglio che le loro figlie assomiglino alla nonna Roza e a Sima Vinaver; mentre i figli al mio defunto marito Veniamin e al cugino Sëma! Voglio che il mo sangue non muoia nella terra! E se lui è uno stupido che nel cervello non ha nulla se non la fisica, se non compie la mia volontà non è mio figlio!

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Atto Secondo