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5. Il modello geomeccanico

5.2. Scenari di rottura

I rilievi di campagna hanno accertato che le faglie locali con immersione verso SSE (set J7 in Fig. 4.4C) prevalgono nella parte occidentale dello sperone calcareo, mentre nella parte orientale sono predominanti le faglie che immergono verso W (set J3 in Fig. 4.4C). Considerando la geometria tri-dimensionale del versante, la maggior parte dei blocchi secondari individuati sono parzialmente o totalmente delimitati dalle superfici di faglia. Sulla base dell’orientazione e persistenza delle discontinuità principali che attraversano

l’ammasso roccioso e della condizione strutturale dei blocchi secondari, sono stati identificati tre diversi scenari di rottura (Figg. 5.1, 5.2).

Scenario di rottura 1 (BLOCCO1)

Lo scenario di rottura 1 è associato al potenziale collasso del solo BLOCCO1, che coincide col blocco

superiore dello Sperone W. Il BLOCCO1 è delimitato alla sua base da due piani piuttosto continui. Il piano basale occidentale coincide con la faglia F4 (165/45), mentre il piano basale orientale (260/40) coincide con una faglia appartenente al fascio individuato nella porzione orientale dello sperone calcareo (Figg. 5.1A, 5.2A). Questi due piani basali formano una linea di intersezione (217/32) che affiora alla faccia occidentale

del versante di poco sopra alla nicchia di distacco del crollo parietale del Marzo 2013 (Figg. 3.7, 5.2A). L’immersione della linea di intersezione dei due piani basali è prossima all’immersione della scarpata occidentale (220°), determinando quindi un tipico cinematismo di rottura a cuneo (Fig. 5.1B, 5.2A). Le faglie

del Passo della Morte e del Rio Scluses rappresentano gli svincoli laterali/posteriori del BLOCCO1. Il volume calcolato di questa parte instabile superiore dello Sperone W è di circa 110000 m3.

Fig. 5.1 (A) Individuazione delle faglie che delimitano i blocchi secondari che compongono il versante del Passo della

Fig. 5.2 Superfici di rottura 3D ipotizzate all’interno del versante instabile e associate al collasso di (A) BLOCCO1, (B)

Scenario di rottura 2 (BLOCCO1-2-3)

Lo scenario di rottura 2 coinvolge una porzione più grande e profonda dello sperone, formata dall’assemblaggio di: BLOCCO1, BLOCCO2 e BLOCCO3. Come per lo scenario 1, le faglie del Passo della

Morte e del Rio Scluses sono gli svincoli laterali/posteriori di questo multi-blocco instabile. La superficie di scivolamento basale ha una geometria complessa, multi-planare, e non è completamente formata. Infatti, questa parte instabile di versante è delimitata alla base da tre faglie locali che non affiorano al piede del versante (Figg. 5.1A, 5.2B). Sul lato occidentale, la faglia F2 (180/60) delimita il multi-blocco instabile nella

sua parte più interna, mentre sul lato orientale sono stati identificati due piani basali: uno superiore (260/50) e uno inferiore (faglia F7: 260/35). Le faglie F2 e F7 terminano in corrispondenza del BLOCCO2 al piede del versante, senza tuttavia affiorare alla faccia occidentale del versante (Fig. 5.1A). Tale evidenza di superficie è confermata dai dati dell’inclinometro I22, il quale non ha rilevato la presenza di una superficie di rottura in profondità. Di conseguenza, la potenziale superficie di rottura del multi-blocco non è completamente formata

e il BLOCCO2 rappresenta una parte resistente di ammasso roccioso al piede del versante. Il collasso può avvenire solo attraverso la formazione di una nuova superficie di rottura all’interno del BLOCCO2. Il volume del multi-blocco coinvolto nello scenario 2 (BLOCCO1-2-3) è stato stimato prendendo in considerazione una superficie di rottura 3D completamente formata definita da due possibili piani di rottura nella parte più

esterna del BLOCCO2. Il volume instabile è stato valutato in 200000 m3. La geometria complessa della superficie di scivolamento basale determina un cinematismo di rottura a cuneo. Considerando l’orientazione delle faglie pre-esistenti e dei piani di neo-formazione, la direzione principale di scivolamento è 205/22, la quale risulta ancora una volta prossima a quella della scarpata occidentale dello sperone (Figg. 5.1B, 5.2B).

Scenario di rottura 3 (BLOCCO DOLOMITICO)

Lo scenario di rottura 3 considera una potenziale rottura di versante retrogressiva che coinvolge un blocco costituito da calcare dolomitico massiccio (BLOCCO DOLOMITICO) che si trova alle spalle dello Sperone W (Fig. 5.1). Infatti, il possibile crollo dello sperone calcareo determinerebbe una brusca modifica nella geometria del versante. Considerando la presenza di faglie continue (F5 e F6 in Fig. 3.7) che possono agire da svincoli a tergo, la perdita del contributo resistente al piede offerto dallo Sperone W potrebbe causare

una destabilizzazione di un blocco retrostante. A causa della morfologia del versante, la potenziale rottura retrogressiva potrebbe avvenire per entrambi gli scenari di rottura che coinvolgono lo sperone calcareo, cioè

sia per il collasso del BLOCCO1, sia per quello del multi-blocco (BLOCCO1-2-3). A causa delle difficili condizioni di operatività in sito, la geometria 3D del BLOCCO DOLOMITICO è stata determinata sulla base della morfologia del versante e dell’assetto strutturale delle scarpate rocciose costituite da calcare dolomitico

massiccio (Figg. 5.1A, 5.2C). Questo blocco potenzialmente instabile è delimitato a tergo dalla faglia di San Lorenzo (190/80; F6 in Fig. 3.7); mentre lo svincolo laterale orientale è rappresentato da un macro-giunto che attraversa l’ammasso roccioso adiacente alla nicchia di distacco della frana del Clap di Lavres (Fig. 5.1A). Il limite laterale occidentale è costituito da una superficie libera in direzione dell’impluvio del Rio Scluses.

Sebbene non sia stato possibile identificare con certezza la superficie basale di scivolamento, questa è stata assunta al fine di massimizzare il volume del crollo retrogressivo. Quindi, la superficie di scivolamento basale è rappresentata da un giunto di strato in calcare dolomitico massiccio che ha la stessa orientazione (175/45) di un piano di strato effettivamente misurato nella nicchia di distacco ad est dello Sperone W. La faglia di Caprera (F5 in Fig. 3.7) suddivide l’intero blocco instabile in due sotto-blocchi adiacenti. Il limite orientale del

BLOCCO DOLOMITICO rappresenta un vincolo cinematico che determinerebbe un cinematismo di rottura a cuneo particolarmente asimmetrico (Figg. 5.1B, 5.2C). La potenziale direzione di scivolamento coincide con la linea di intersezione tra il piano basale e il limite orientale (220/36). Il volume della potenziale rottura retrogressiva è stato stimato in 135000 m3.

Le condizioni strutturali del BLOCCO4 sono tali da non suggerire un suo possibile coinvolgimento in un fenomeno di crollo: il suo grado di danneggiamento è modesto e non sono state individuate possibili superfici di rottura alla base. Lo scenario di rottura meno gravoso è lo scenario 1, coincidente al collasso del solo BLOCCO1. Lo scenario di rottura peggiore è invece associato ad una rottura retrogressiva a due stadi che coinvolge un collasso iniziale del BLOCCO1-2-3 seguito dal collasso del BLOCCO DOLOMITICO. In questo

caso, il volume complessivo di frana ammonta a 335000 m3.