CAPITOLO TRE – Il simbolismo di Shinkai Makoto
3.7 Kotonoha no niwa
3.7.1 Scenografia come narratore etero diegetico
Lo studio della concezione della natura affrontato nell’analisi di Hoshi o ou kodomo offre le basi per capire il ruolo che questa svolge nelle opere di Shinkai: il paesaggio, nei suoi lavori, non viene sfruttato per esigenze di trama (come ad esempio accade nei film di Miyazaki, dove la sua rappresentazione è di vitale importanza al fine di veicolare il messaggio ecologista dell’animatore), ma assume un ruolo passivo rispetto alle vicende dei protagonisti: gli elementi naturali mantengono la loro autonomia e imprevedibilità intrinseca durante tutto l’arco della narrazione, indifferenti alle vicende narrate e ai travagli emotivi dei personaggi. Allo stesso tempo, però, sono in grado di fornire informazioni e punti di vista non percepibili attraverso il dialogo: non a caso, come già accennato, raramente i personaggi vengono rappresentati in maniera dettagliata, spesso anzi sembrano fondersi nell’ambiente stesso, mentre i dialoghi sono ridotti a pochi monologhi introspettivi o brevi scambi di battute.
In quest’opera, quindi, è il paesaggio a raccontare una storia d’amore. Il racconto è ambientato a Shinjuku, nel 2013: Takao, studente delle scuole superiori e aspirante calzolaio, nei giorni di pioggia salta le lezioni per rifugiarsi nel verde dell’immenso parco al centro della città e disegnare scarpe, passione che lo caratterizza fin dalla più tenera età. In un giorno di pioggia incontra una ragazza più grande di nome Yukino. Di lei si sa poco o nulla fino alla fine del film, quando rivela di essere un’insegnante della stessa scuola frequentata da Takao in procinto di licenziarsi a causa di alcuni problemi con gli studenti: la donna è fragile, e nelle mattine di pioggia la vediamo perciò saltare il lavoro e passare la giornata a bere birra e mangiare cioccolata in compagnia di un libro, lontano dalle responsabilità lavorative. La pioggia, quindi, è la protagonista dell’intera storia e il fattore che permette ai due giovani di conoscersi l’un l’altro e, nel tempo, di innamorarsi nonostante la differenza d’età. Perciò, al contrario di quanto accade in Byōsoku go
senchimētoru, in questo film la natura veste i panni della coincidenza positiva e
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incontrarsi ad ogni giorno piovoso, e proprio per questo motivo Shinkai presta moltissima attenzione alla sua rappresentazione grafica e al simbolismo visivo presente in ogni scena. Il finale che propone Shinkai, tuttavia, ha nuovamente il sapore dolce-amaro: dopo aver scoperto la vera identità di Yukino, Takao decide di dichiararle i suoi sentimenti; la differenza d’età e il loro status sociale, però, si dimostra essere un ostacolo, e nonostante ricambi l’interesse, la ragazza lo rifiuta confessandogli che a breve ritornerà nello Shikoku, dai suoi genitori.
3.7.2 Simbolismo
L’evolversi della relazione fra Yukino e Takao, perciò, è narrato attraverso un romantico intreccio fatto di inquadrature ricercate e simbolismo naturale: l’intensità della pioggia, il rumore del vento tra le foglie, e il tranquillo ondeggiare dei rami degli alberi influiscono quasi attivamente sul ritmo della narrazione, offrendo allo spettatore un ulteriore punto di vista sulla storia.
In una delle prime scene di apertura troviamo infatti l’immagine di alcuni rami di un albero che sfiorano appena la superficie dell’acqua (Fig. 28). Ad un primo sguardo quest’inquadratura delicata potrebbe sembrare una semplice ripresa foto realistica della natura che avvolge la scena, tuttavia ciò che essa rappresenta è la relazione stessa dei due protagonisti: il contatto fra i due è esitante e fugace, dato da un interesse appena nato.
Figura 28 Kotonoha no niwa, Shinkai Makoto, 2013
Con il proseguire della narrazione, Shinkai ripropone lo stesso frame più volte, ma attraverso effetti diversi: vediamo per esempio i rami affondare nell’acqua spinti dal peso
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della pioggia, il collante e la causa degli incontri fra Takao e Yukino; ogni mattina, infatti, i due sperano nel cattivo tempo, in modo da poter stare insieme per qualche ora. È evidente perciò che il rapporto fra i due è di intimità e complicità: con il passare del tempo entrambi aprono il loro cuore all’altro e confessano sogni e insicurezze più profonde, senza tuttavia rivelare mai troppo. Ed è proprio all’apice della loro storia che avviene la separazione. La stagione delle piogge cessa, e il sole prende il sopravvento sulla scena, metaforicamente prosciugando la scusa che sfruttavano per incontrarsi.
In un frame in particolare vediamo Takao rivolto verso il gazebo dov’era solito trascorrere il tempo con Yukino; lei, però, non si trova lì: con un magistrale gioco di luci Shinkai fa in modo che i raggi del sole filtrino fra il fogliame e avvolgano l’interno della struttura, di fatto illuminando lo spazio vuoto all’interno del gazebo per sottolineare la solitudine di Takao e il ruolo di antagonista che il bel tempo incarna (Fig. 29).
Figura 29 Kotonoha no niwa, Shinkai Makoto, 2013
Anche Yukino si reca più volte al parco nella speranza di incontrare il giovane, ma senza successo. Il loro incontro quindi è una casualità, letteralmente un fulmine a ciel sereno: proprio mentre Takao confessa di aver scoperto l’identità della ragazza, rispondendo ad un
tanka che lei stessa aveva citato all’inizio del film, un tremendo acquazzone travolge la
scena: Yukino e Takao, cadute tutte le illusioni, sono costretti ad uscire dal mondo segreto rappresentato dal parco per rifugiarsi a casa della ragazza.
Qui vi è la svolta. Takao confessa il suo amore all’insegnante: ma è un sentimento immaturo, dettato forse dalla disperazione nella quale entrambi avevano vissuto fino a quel momento, e Yukino lo ridimensiona, consapevole anche che di lì a poco sarebbe
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dovuta partire per tornare nello Shikoku: il ragazzo lascia perciò l’appartamento, ferito e deluso. Di lì a poco la ragazza, però, lo segue: è questa la scena madre, dove Takao riversa tutta la delusione dettata dal rifiuto attraverso parole amare e lacrime, e Yukino, piangendo lei stessa, confessa che nonostante tutto è proprio grazie al ragazzo che ha trovato la forza di andare avanti. In quel momento, come se le lacrime avessero sostituito la pioggia, spunta il sole: un fenomeno che in giapponese chiamato tenkiame (天気雨,
pioggia improvvisa a ciel sereno). Secondo la tradizione nipponica, fra le montagne due kitsune (狐, volpe), demoni- spirito dalle molteplici capacità, si uniscono in matrimonio
quando piove con il sole. Per questo motivo il tenkiame è anche chiamato kitsune no
yomeiri (狐の嫁入り, matrimonio delle volpi) ed è simbolo di buon auspicio. Sia Yukino
che Takao infatti hanno aperto i loro cuori e a loro si prospetta un nuovo futuro.
Al termine del film, ritroviamo lo stesso albero dell’inizio, ora spoglio e immobile nel freddo invernale, mentre Takao siede nel gazebo mentre legge una lettera di Yukino: i due ragazzi ora sono lontani, ma l’esperienza vissuta li ha resi più forti. Takao si ripromette, un giorno, di andarla a trovare.
Figura 10 Kotonoha no niwa, Shinkai Makoto, 2013