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Scienze geologiche

LEON M . LEDERMAN, DAVID N . SCHRAMM, Dai quark al cosmo,

Zani-chelli, Bologna 1991, ed. orig. 1989, trad. dall'inglese di Sylvie Coyaud, pp. 244, Lit 39.000.

Questo testo di divulgazione è il racconto di un'impresa che ormai da anni coinvolge numerosi ricercatori in tutto il mondo: si tratta del tenta-tivo di costruire una teoria unitaria dei fenomeni fisici collegando co-smologia e fisica delle particelle ossia relatività e meccanica quantistica. Gli autori ripercorrono le tappe che hanno portato ai più recenti tentativi di realizzare una sintesi coerente di queste due descrizioni della realtà, tanto importanti per la fisica del No-vecento quanto apparentemente in-conciliabili tra loro. Per realizzare questo scopo bisogna esaminare i

pri-missimi istanti di vita dell'universo quando si ritiene che le forze della natura non fossero ancora distinte. Questo libro, restando fedele allo sti-le della collana di cui fa parte, riesce a spiegare i concetti fondamentali della fisica in maniera elementare e senza fare uso della matematica. Gli autori si soffermano anche su aspetti metodologici, spesso trascurati in questo genere di letteratura, riflet-tendo sul rapporto tra teoria ed espe-rimento e sui legami tra scienza e tec-nologia. Viene dato largo spazio al funzionamento e all'evoluzione degli strumenti di cui si servono e si sono serviti i fisici, particolarmente nella ricerca sulle particelle elementari. Parte dell'epilogo è dedicata ad aspetti estetici delle teorie fisiche e ad una discussione sul principio an-tropico. Il lettore non preparato a questi argomenti potrà farsi un'idea abbastanza chiara dello stato dell'ar-te in questa branca della fisica; unico

I D E I L I B R I D E L M E S E |

APRILE 1992 - N. 4, PAG. 36/XII neo è l'impressione che danno gli au-tori che tutte le ricerche d'avanguar-dia si svolgano negli Usa il che, parti-colarmente in questo campo della fi-sica, è ben lungi dall'essere vero.

Gianalherto Ummatino

J A M E S E . GORDON, Strutture sotto sforzo, Zanichelli, Bologna 1991, ed.

orig. 1988, trad. dall'inglese di Niccolò Guicciardini, pp. 213, Lit 39.000.

Il libro offre una panoramica sulle proprietà meccaniche di materiali e strutture che sono di fondamentale importanza sia per l'esistenza degli organismi viventi, sia per un'efficace progettazione delle opere tecnologi-che costruite dall'uomo in ogni epo-ca. Nonostante il ruolo fondamenta-le giocato da tali proprietà, il loro studio è stato generalmente

trascura-to dagli addetti alle scienze "pure". Solo da pochi anni, come risultato della collaborazione interdisciplinare tra ingegneri, medici e biologi, si stanno muovendo i primi passi nella biomeccanica, una nuova scienza che studia il comportamento meccanico di materiali e strutture viventi. La novità di questo approccio concet-tuale sta consentendo di iniziare a sviluppare materiali nuovi, basati su modelli biologici, e secondo l'autore dovrebbe avere effetti rivoluzionari sulla tecnologia delle costruzioni, dei veicoli e dei macchinari. James E. Gordon, professore emerito di tec-nologia dei materiali alla Reading University, è autore di vari libri in questo campo, già tradotti in Italia

(La scienza dei materiali resistenti,

Mondadori, 1976, e Strutture, ovvero

perché le cose stanno in piedi, Monda-dori, 1979). Questo volume, tra gli ultimi comparsi nella collana divul-gativa "Nuovi classici della

scien-za", è suddiviso in otto capitoli, di cui i primi cinque sono dedicati all'e-sposizione dei concetti fondamentali della scienza dei materiali, il sesto e il settimo (I tessuti molli degli animali e

Alcuni materiali biologici rigidi) costi-tuiscono un'introduzione alla bio-meccanica, analizzando la struttura e le caratteristiche quali elasticità, rigi-dezza, comportamento sotto sforzo, ecc. di diversi materiali biologici. L'ultimo capitolo (I nuovi materiali

artificiali) è incentrato su genesi e ca-ratteristiche dei materiali artificiali (plastiche, superfibre, materiali com-positi) che hanno rivoluzionato la nostra epoca e l'impostazione inge-gneristica tradizionale. Il libro è scritto in modo chiaro e scorrevole, ed è completato da un gran numero di disegni, tabelle e fotografie.

Delfina Bersano

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Sul determinismo. La filosofia della scienza oggi, a cu-ra di Krzysztof Pomian, Il Saggiatore, Milano 1991, pp. 253, Lit 42.000.

Il dibattito sul determinismo che ha caratterizzato la scienza e la filosofia della scienza francesi degli ultimi cent'anni ha coinvolto pensatori e teorici come René Thom, Edgar Morin, Ilya Prigogine, Henri Atlan. Il vo-lume curato da Pomian raccoglie gli interventi più signifi-cativi di quel dibattito. L'introduzione storica con cui lo stesso Pomian illustra le variazioni semantiche e filosofi-che del concetto di determinismo, dagli stoici al XX seco-lo, dimostra efficacemente come ognuna di tali variazio-ni comporti "un riaggiustamento del sapere nel suo insie-me, con la comparsa di nuovi modelli di teoria e di prati-ca intellettuale" (p. 43). In questo senso il dibattito verte sulla "natura" del mondo e della conoscenza scientifica. E in questo senso il libro concede di esqminare un aspetto fondamentale della filosofia della scienza

contempora-nea.

Le posizioni dei contendenti sono abbastanza rigide. Da un lato, Thom sostiene che la negazione del determi-nismo corrisponda a un 'ipostatizzazione del caso priva di fondatezza scientìfica. Dall'altro, Morin e Prigogine illu-strano come vi siano aspetti della realtà "di imprevedibi-lità e di indeterminazione, e forse di inconcepibiimprevedibi-lità" (p. 69) che sono incompatibili con una concezione determi-nìstica della realtà. La caratteristica di queste opinioni è di coniugare la conoscenza scientifica con l'argomenta-zione filosofica. Un aspetto che acquisisce merito, in que-sto periodo di attività scientifica priva di riflessione filo-sofica, ma che, d'altra parte, nega la possibilità di chiude-re il dibattito con la vittoria della posizione più "vera" (dalpunto di vista scientifico). Alla questione della natu-ra deterministica del mondo non si può dare una risposta esclusivamente scientifica, e questo emerge chiaramente proprio dall'ìnconclusivìtà delle argomentazioni di carat-tere scientifico espresse dagli interlocutori.

Il libro è diviso in due parti. La prima illustra le posi-zioni dei protagonisti della controversia, mentre la secon-da concede più spazio alla riflessione, ad opera di studiosi (David Ruelle e Jean Petitot tra gli altri) meno diretta-mente coinvolti e più disponibili al confronto. È proprio in queste pagine, decisamente meno originali e talvolta troppo compilative, che viene "smascherato" il meccani-smo argomentativo usato dai contendenti principali. Ov-vero quella tendenza a rivestire le premesse filosofiche con ì panni della "certezza " dei risultati scientifici. È un artificio retorico che garantisce un elegante rafforzamen-to delle posizioni, ma impedisce l'analisi e la discussione delle stesse tesi filosofiche, e questo è quanto più merite-rebbe il concetto di determinismo.

Il volume si chiude con un'utile bibliografia, dedicata alla storia del determinismo e all'odierna discussione.

Marco Segala

Scienze geologiche

B A R R Y CONRAD M I L N E B U T L E R , JOHN

D. BELL, Lettura e interpretazione delle carte geologiche, a cura di

Elvi-dio Lupia Palmieri e Maurizio Perot-to, Zanichelli, Bologna 1991, ed. orig. 1988, trad. dall'inglese di Paola Fredi, pp. 307, Lit 48.000.

Le carte geologiche sono uno degli strumenti di base, denso di informa-zioni, per la gestione del territorio, e devono essere lette da specialisti che operano sull'ambiente con prepara-zione geologica assai differenziata. Scritto per chi studia la geologia per la prima volta, questo volume inse-gna l'interpretazione delle carte

geo-« • • • • • • H 9 I H

logiche a partire da numerosissimi esempi reali. Questa consiste nella comprensione della geometria dei corpi rocciosi, dei rapporti fra di essi e nella ricostruzione dell'evoluzione storica e paleogeografica che ha por-tato alla loro formazione. Successi-vamente, a partire da ciò, è possibile ad esempio valutare le risorse mine-rarie o idriche di una certa zona o la sua propensione al dissesto. Secondo gli autori, universitari di Oxford, i terreni riportati su una carta vanno sempre visti come il risultato di una successione continua di ambienti dal passato ad oggi. Quindi, tra i vari problemi proposti e risolti, spazio viene dato al calcolo della velocità in cui si sono verificati i processi geolo-gici e alla loro correlazione con gli

Cresce

uh modo nuovo di fare

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