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CAPITOLO 3 “MANGIARE È UN ATTO AGRICOLO”

3.2 PICCOLI SEMI, GRANDI SFIDE

3.2.3 SCONFIGGERE LA BIOPIRATERIA

Alla domanda di Lionel Astruc “Quali sarebbero allora i vantaggi di un ritorno a un’economia senza brevetti, per esempio nell’agricoltura?”, Vandana Shiva risponde facendo notare che il brevetto è un contratto vero e proprio tra il suo proprietario e la collettività, cioè lo Stato ed essendo un contratto dovrebbe comportare dei benefici ad entrambe le parti componenti. In realtà si verifica che agli agricoltori, ai consumatori e alla società nel senso più ampio, non viene attribuito nessun beneficio. Quando i brevetti non esistevano o non erano così diffusi, i contadini godevano di autonomia nelle decisioni riguardanti i sistemi di coltivazione, la diversità delle varietà vegetali e la qualità dei prodotti. Senza brevetti si può rispondere in modo efficace ai bisogni della popolazione e contrastare i problemi climatici ed economici277.

Shiva precisa che in un’economia come quella indiana, in cui centinaia di migliaia di persone sono impegnate nella piccola vendita al dettaglio, il controllo del settore agro-alimentare da parte delle multinazionali porterà al disastro.

Quando il TRIP (Trade Related Intellectual Property Rights Agreement) è stato imposto ai vari paesi, durante l’Uruguay Round del GATT del 1995, non sono stati presi in considerazione diversi problemi di interesse dal punto di vista etico, ecologico ed economico legato al principio della “brevettibilità della vita”278. Nel documento sottoposto

al Consiglio del TRIP l’India aveva dichiarato: “I brevetti sulle forme di vita presentano due dimensioni problematiche. Prima di tutto si pone la questione etica di quanto la proprietà

276 SHIVA V., India spezzata, op. cit., p. 98

277 SHIVA V., La terra ha i suoi diritti., op. cit., p. 126

278 SHIVA V., Campi di battaglia. Biodiversità e agricoltura industriale (Tomorrow’s Biodiversity), Edizioni

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privata possa estendersi alle forme di vita. In secondo luogo, ci si deve domandare come utilizzare il concetto di IPR – come inteso nel mondo industrializzato – e quanto esso sia appropriato rispetto alla più ampia questione dei diritti alla conoscenza, alla proprietà, all’uso, al trasferimento e alla diffusione. I sistemi informali, come lo shrutis e lo smritis della tradizione indiana, e i medicamenti degli avi utilizzati in tutto il mondo, godono di scarsa considerazione. Creare sistemi che dimenticano questo aspetto potrebbe portare a conseguenze gravi per tutta l’umanità, compresa forse l’estinzione279”.

Infatti, come hanno dimostrato anche i due casi di biopirateria descritti precedentemente, una delle conseguenze principali dei brevetti sui prodotti in agricoltura è quello di annullare il sapere, le conoscenze dei contadini, delle donne. “Se l’unico valore che viene preso in considerazione è quello economico, la rielaborazione tecnologica diventa essenziale per accrescere il valore. Allo stesso tempo il valore è sottratto alla sua stessa fonte (le risorse biologiche e il sapere degli indigeni), che viene ridotta a materia prima280”.

Fa notare come esistano tre cartelli che interagiscono tra di loro: il cartello sui semi e gli agenti chimici, il cartello sul commercio e il cartello che sta distruggendo le culture alimentare locali e le sta rimpiazzando con il sistema dell’industria dei cibi spazzatura. Tutto ciò rende impossibile la sopravvivenza delle economie alimentari locali, distrugge i processi decisionali, distrugge la stessa scienza tanto che si parla del perché certi veleni, brevetti, cartelli esistano a causa del libero commercio.

Ci è stato fatto credere che la globalizzazione sia un normale processo con i suoi accordi di libero scambio, ma i fatti hanno dimostrato che lo scambio è libero soltanto per le grandi imprese che espandono i loro mercati illimitatamente. L’economia globale, controllata dalle grandi multinazionali, è la nuova forma di colonizzazione che spinge i poveri di questo paese oltre il livello della loro stessa povertà.

La biopirateria è l’ultima avanguardia della globalizzazione che ha dato luogo al processo di privatizzazione delle risorse dei poveri tra acqua, semi e terra annullando qualsiasi possibilità di sopravvivere. La privatizzazione altro non è che un furto o come dice Vandana Shiva, “una forma di patrocinio primitivo”. Inoltre, come sostiene nel libro intervista con Carlo Petrini, fondatore dell’associazione Slow Food, “il sistema globale ci ha convinti che i

279 ibidem, p. 90

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prodotti importanti siano soltanto quattro o cinque, giusto quelli che rappresentano le

commodities principali nel commercio mondiale e invece, esistono centinai di varietà di

riso, di grano e dei suoi derivati, di legumi, fagioli, etc. Gli OGM e i prodotti chimici sono tutti figli di errori del passato e di un sistema globale molto, troppo, centralizzato281”.

Infatti, come scrive nel suo libro Biopirateria, Vandana sostiene che il protocollo sui TRIPs agisce in modo che i diritti di proprietà intellettuale siano dei diritti privati, non collettivi e quindi non condivisibili282.

Vandana Shiva mette in luce una questione di particolare importanza soprattutto per le società del nostro tempo in cui il ruolo dell’informazione rappresenta un elemento decisivo. La nostra attenzione è catturata da informazioni veloci e sensazionalistiche che creano coscienze di breve durata. Dobbiamo andare oltre a questo, conoscere a fondo le situazioni e i problemi lavorando per soluzioni a lungo termine. Per i problemi che la popolazione mondiale deve affrontare come la perdita di biodiversità, l’erosione del suolo, la deforestazione e la desertificazione, la sicurezza alimentare, etc. la prima possibile soluzione è capirne le cause e mettere in campo azioni quotidiane e concrete. Ad esempio, se il brevetto ostacola la libertà dei semi, dei contadini, delle donne, un’azione possibile partendo dal basso, è ad esempio creare la banca dei semi comuni da cui possiamo ottenere quelli resistenti alle alluvioni, alla siccità e quelle tollerate dalla terra.

Sta quindi a noi pensare a nuove regole partendo dalle singole persone per poi coinvolgere gli stati e i loro governi283.

“Uno dei più piccoli paesi del mondo una ragione montuosa delle Ande, ha lanciato un’iniziativa al governo boliviano: invece di focalizzarsi sul diritto del distruttore e dell’inquinatore, ma focalizziamoci sui diritti della Terra Madre e questa dichiarazione è stata firmata da 50.000 persone: la terra ha i suoi diritti dobbiamo difenderli, riconoscerli e rispettati. Dai diritti della Terra verranno rispettati anche i diritti dell’uomo ma dev’essere il cittadino, il singolo il vero cambiamento284”.

281 PETRINI C., Voler bene alla Terra. Dialoghi sul futuro del pianeta., GIUNITI Slow Food Editore, 2014,

Firenze, p. 16

282 SHIVA V., Biopirateria, op. cit., p. 150

283 https://www.youtube.com/watch?v=7cjeJP2cu_w, ultima consultazione il 20/05/2018 284 http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ddb0dfd3-3bf4-4d14-a624-

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Vandana Shiva è un modello di questo approccio perché è riuscita a mettere in pratica i suoi principi attraverso i movimenti per la libertà del seme che prevedono la creazione delle banche dei semi per conservare la biodiversità.

Il suo progetto di biodiversità e la sua azione concreta di un’economia locale si manifesta con la fondazione di Navdanya) nel 1991: “la creazione di banche comuni, che riproducono varietà di semi che sono state coltivate per millenni e le rende accessibili, contrasta il monopolio delle multinazionali che si appropriano di semi e conoscenze grazie ai brevetti285”.

Si tratta quindi di mettere in campo azioni per recuperare il legame che si è rotto con la Terra e la diversità a livello ecologico, economico e sociale e come lei stessa afferma “conservare la biodiversità, a livello più fondamentale, significa riconoscere dal punto di vista etico che le altre specie e culture hanno dei diritti il cui valore non discende dal puro sfruttamento economico da parte di alcuni individui privilegiati. La brevettabilità del vivente è, sul piano etico, l’affermazione di un credo diametralmente opposto286

Leggendo i libri di Vandana Shiva o ascoltando le sue interviste, è immediato capire le cause della crisi legata al mercato globale dell’alimentazione controllata dalle multinazionali287:

1.Sfruttamento eccessivo del suolo e delle risorse idriche e diffusione dell’uso di pesticidi e sostanze tossiche;

2.Crisi dei piccoli produttori e degli agricoltori che si vedono il divieto d’accesso alle risorse naturali a causa dei brevetti;

3.Aumento vertiginoso della fame nel mondo

Occorre guardare a questa crisi in modo interdisciplinare e quindi non solo dal punto di vista alimentare ma anche da quello economico, ecologico, politico, sociale e culturale e mettere in atto promuovendo delle economie che apportano alla vita.

285 SHIVA V., Ritorno alla terra., op. cit., p. 191 286 SHIVA V., Biopirateria., op. cit., p.152

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