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scritto da CARONTE

Nel documento Tipografia Ambrogio Porro, Via Agnello, 7 (pagine 51-61)

I.

Le prime

illusioni.

Chiconoscel’amore?....ognunolosente nelmattino dellavita, allorchéspuntanlerosedelle‘illusionia profumar l’atmosfera dell’esistenza,

ma

niuno puòdefinirlo:ognunoloprova senza sa-perlo evolerlo,elavolontà n’è quasisempre impossentea re-spingerlo....Volere èpotere,scrisseLessona,

ma

più spesso il volererivaleggiacolpotere,comesi verifica pollo sventurato checade enon puòpiù rialzarsi perchèil destino l’opprime

pelpoveroche vorrebbe arricchire e, per quanto lavori,sarà sempre poverosenonl’aiutilafortuna olacolpa, pella disgra-ziatache cade per seduzione e vorrebberiabilitarsi,-ma noi può, perchèun

mondo

ingiustolacalpesta continuamente, comepel professoredigiurisprudenza che insegnaiprecetti della giustizia umana,eglisiniegacontinuamente giustiziaallesue fatiche, comeildocente dieconomiapubblicache ammaestranel

modo

concuisicreano esidistribuisconolericchezze, ementre vor-rebbeegliapprofittarediqueimodi,glimancanoicapitalienon può, edevevivere,morireed esseresepolto come un povero maestro.

L’amoreèdunquevolere enon poterepiù spesso;che seognun potesseritrarreatempoilpiede dal sentierocheconduceai giar-dinidiquel cieconume,certosiregistrerebbero tantiinfelicie tanti suicidii di

meno

,perchè l’amore èprofumoche inebria ed asfissia:

Chi metteilpièsu l’amorosa pania, Cerchiritrarlo,enonv’inveschil’ale, Che nonèinsomma amorsenoninsania

A

giudiziode’saviiuniversale.

-

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-Cosi c’insegnava Ariosto, enoi aggiungeremo che coll’amore sicorredifolliainfollìa,e visicorrea tuttamacchinae non soltantoin

Tramway

Ciò fuesperimentatoda dueinfelici,Arturoed Amalia, in Milano.

Arturoera giovane pienodifantasia,sortoinmezzoalpopolo, pienodiillusioninellavita,di fedenell'avvenire:

amò Emma

Malasera,vagafanciulla dallosguardo traditoree dalla parola mendace,laquale giurò, spergiurò perArturoeterna fede, in-vocandolatestimonianzadiDio a suepromesseechiamandole folgoricelestisullasuaesistenza se avesse amancare.

11giuramentodelmattinomorìalla sera.Arturonon era in posizionedisposarlasubito,ed

Emma

accolseledorate proposte diun vedovoveneziano, attempato econ figli,che gli presen-tava subitola

mano

disposo edunacospicua sostanzadicuiera proprietario.

Emma

lasciòilgiovaneardente, pienodi vita, di in-gegnoediillusioni,per gittarsi all’uomo maturo, vedovo con figliedicarattere speculatore: eraunnegoziante. Chi era costui?

Lo vedremoinappresso.

Amalia,l’altrainfelicedanoicitata,eraunavispa ragazzuccia del popolo,bella,bionda,dai denti d’avorio e dal petto rigoglioso:

contavaquindici annienon aveva maiprovato amore: eppure aveva animapienadifuoco,mentericcadiidee,fantasia^dacui eruttavano migliaia d’infuocateimmagini, comelava dall’Etna o

dal Vesuvio. .

Amaliaera però povera, e fu collocata pressounasartoria fem-minile a lavorare.

Un uomo

suiquarantannis’incontrò por via in Amalia, e fu sorpreso della sua bellezza:pedinò lasartina mentreessasirecavaa scuola,legittòsguardiinfuocati,indile siavvicinò,le

mormorò

qualche dolce parola, efini col farleuna aperta dichiarazione d’amore,con promessadimatrimonio, ac-compagnatadagli inseparabiligiuramentidieternafede.

Quest'uomo chiamavasi GustavoOliva, assicurò essere celibe e liberodisèstesso,eniunarelazioneamorosavincolarlo adonna qualsiasi,promesse; ma,vergineancoranelleillusionie ardente dicarattere,cominciòa sentir nel cuore un’emozioneed a pro-varnellamentelaseduzionediunavvenirebrillante,e concesse

un

appuntamentoaGustavoinvia delle Ore.

Sorvoliamosugli episodiidiunasettimana:in queltempoA.malia sierainnamorata perdutamente: avevafinitocol prestare intera fede a Gustavo, edopodiecigiorni dalprimoincontro essa era fuggita dalla casa paterna inViaArena, orasi rifugiata inun ele-ganteappartamentinosulCorsoVittorioEmanuele, avevagettate da unaparteleumili vestedicotone per indossare sfarzosiabiti diseta

Non

dimenticò per altro suo padreesua madre, e

sa-—

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pendoche essinon avrebberoricevutodenaro da unafiglia col-pevole,conisquisita delicatezzalefece tenere a loro in diverse ripresecomediprovenienzadellaCongregazionediCarità.

GustavocontinuavaadassicurareAmaliache l’avrebbe sposata,

ma

doverdilazionaredialcunimesiper ragioni d’interesse della propria famiglia, edesprimevaeglitalicose con tanta franchezza dilinguaggio econaccento tanto appassionato,cheAmalia non potetteche prestarvifede.

Intantodigiorno in giorno,disettimana in settimana erano passati settemesidiamorosarelazione,senzachòall’Ufficiodello Statocivilesifossefattaalcuna dichiarazionedimatrimonio, e Amaliasitrovava gestantedasettemesi]

Gustavo, ripeteva essadicontinuo all’uomo del suocuore;

Gustavo, vediinquale statoiomitrovo,e tunonpensiancora aripararea questo tuofattochepuò disonorarmipertutta la vita!...

E

intantoponevalesue bianchemanineno’capellidell’amato, econlanguidosguardoe affettuoso accento, cercava sollecitare l’oraavventuratain cuidovevansiaccenderele facid’Imene.

— Non

cipensare,Amalia

rispondevaGustavo

in

meno

chetu noi pensiioavròprovvedutoatutto.

Grazie,miocaro!...

E

Gustavosioccupòa provvedere....

ma

come?

II.

II

disinganno.

Al N. 80 sul corsodiPorta....abitava

Emma,

l’amante,come vedemmo,d’Arturo.

Una

bellaseradiGiugnoritrovavansi radu-nati inunsalottodiquellacasa,

Emma

sua madreedaltre si-gnore, e pocodopo sopravvenne unnotaio etestimoni ed un’a-micadi

Emma.

Dovevasistendere1’attomatrimoniale diquella giovanecon quell’uomo.

L’amicadisseadunorecchiodi

Emma:

Hairottaogni relazioneconArturo?

Chevuoi,miacara amica,Arturoè studente all’Università, non puòsposarmiora,non halericchezzediquesto signore,e...

comprenderaicheieillusionipassano,larealtà rimane, e coll’oro

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siacquista quellafelicitàchevanamentesicrede poter avere nei doratied effimeri sognidiunapassioneamorosa.

Un

tremito colpì l’amica e soggiunse:

— Ma

Arturo potràmorirnedidolore....

— Me

nerincresce molto,

ma

chevuoich’iofaccia?... cheio trascuriilsorridente avvenire,chemisipresenta,peramoredi

un

terzochenonpotrebbeprocurarmelo?

L’amicagittòuno sguardofulmineodisprezzo ad

Emma,

com-presecomeincerteanimesisprofondiilprecipiziodell’egoismo chetuttoingoia,enauseataditanta nequizia? salutò tuttiese n’andò.

L’atto matrimoniale fu stipulato:lenozzefissate,aunmese.

Chi era quell’uomo?

Era GustavoOliva.

L’uomocheavevafattetantepromesse ad Amalia,la povera figliadelpopolo,el’aveva sedotta e abusatodellainesperienza diessa per disonorarla,quest’uomocalpestava e insudiciava pro-messe, giuramenti, dichiarazioni,memorie,tutto, perunirsi ad altradonnachenon appartenevaalpopolo.

Iltempodellenozzeintanto avvicinavasi:Gustavocominciòa mostrarsi freddoconAmalia, chepiangevaa quel repentino cam-biamento, e incalzato da continue,insistenti,calorose domande della giovane,eglifinìcol dichiararlelo stato delle cose, pro-mettendole del restodicontinuare asoccorrerla anche dopoil

suomatrimonio.

Soccorrermi?... gridò dispettosamentelaragazza.... Si soc-corronoimendicanti chenonvogliono lavorare,

ma

non una donna chesihacollapiùneraperfidia,conincredibile nequizia sedotta, perduta!... Io cedetti ate,perchèmi promettestila tua

mano:

del tuo oronon

me

necale...L’oronon ricompra1’onore per-duto, etu...

E

quicaddeindeliquio.

Riavutasi,sitrovò colla cameriera; riandò colle ideesu quanto era passato;lesiaffacciò terribilel’immaginazione delsuostato presente,

ma

unastilladipiantonontrovaron piùlesue pupille concui inumidirsi.Ella taciturna, cupa,ed ilsuo gnardo lan-guido e dolcedivennefissoefiero.Ellaavevadelineatoun ter-ribiledisegno.

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III.

La colpa

si

copre

callacolpa.

Correvaemetàilmesedilugliodell’anno.. .

,

edunacarrozza entrava nelcortile delPalazzoMarinoinMilano,dacuiscendeva

un uomo

edunagiovane,cheentravanonella saladicelebrazione dei matrimoni.

Eranodessi

Emma

eGustavo.

Celebratoilmatrimonioenon avendoglisposipotuto trovare

un

appartamentodiloro aggradimeuto,essideliberaronodi pas-sareigiorni dellalunadimiele nella casa cheoccupava Gustavo primadel matrimonio,e che era situata in via Passarella, vicino alcorso incuiabitaval’infeliceAmalia, non prendendosi però servitùpelmomento.

Alla sera dellenozzeglisposi recaronsia teatro;sidivertirono molto,indipassaronoalcaffè Biffi,ovetrovarono amici, bevettero insieme, sibrindòallafelicitàdeglisposi,eallegrie accompa-gnati daifestantiamiciGustavoed

Emma

sidiressero a casa....

Eraun’oradopomezzanotte:laportaera chiusa, eGustavo sa-lutògliamicie,presalachiave dellosportello, l’aperse,accese unfiammiferodicera,salilo scalecolla sposa, apersel’uscio dell’abitazione e insiemesidiresseroallacamera daletto.

In quellacamera Gustavo avevalasciataaccesa unalampada, laqualespandeva unafiocae vacillanteluce sugliallegrisposi.

Emma

siaccostòalletto,viposòlacoronadifioricheornava lesuetempia,e ritornò sorridente pressoilmarito che stava re-golandolalampadaamaggiorluce.

E

lamaggiorluce illuminòsu Emma.... Gustavod’un tratto impallidì,retrocesse spaventato,respingendola

mano

della sposa, emandando ungridoditerrore.... Quella luce rischiarava mac-chiedisanguesullemanie sul candido abitodi

Emma.

LosciaguratoGustavosiprecipitò allora versoilletto:le co-perte eran rialzate edisegnavano unavaga forma umana: con

mano

tremantealzòlecoperte, eviscorseuncadaveresfigurato.

La

vistadiquell’uomo vacillava, ottenebratadaqueltremendo spettacolo;macchinalmeuteafferròilcadavere e sforzossidi ri-levarlo;essoavevailcapo quasi separato dal busto e presentava unapiaga spaventosa, da cuisgorgavailsangueinabbondanza...

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Gustavogittòunterribileurlo,e lasciòricadereil cadavere sulletto,e,comecolpito dal fulmine,cadde su quellasalma mor-morando: VendettadiDio!

ErailcadaverediAmalia.

Emma

era caduta a terra in isvenimento.

IV.

§e;re<o

«lei

dramma.

Come

erasipotuto rappresentareunatragedia tantosanguinosa?

Chin'eranogliattori?

...

Il

modo

concuiavvenneilfattoera statosemplicissimo ela solaAmaliaviera statal’attrice.

Sin dai primi tempi della relazioneamorosa conGustavo,Amalia aveva avuta unaseconda chiave delladiluiabitazione: quando lepratichedimatrimoniodiquell’uomocon

Emma

furono inta-volate,eglirichiedetteconun sotterfugio larestituzionedella chiave,

ma

lagiovanenon avevavoluto,pergelosia,ridargliela.

D’allorainpoiGustavononcipensòpiù,occupatacom’eralasua mentedelnuovo amore con

Emma.

La povera Amaliaabbandonata, deliberò trarreprofitto diquella chiave per turbarelaprimanotte degli sponsali dell’amante.Essa sivesti dimessamente,e versoleore undici e mezza di notte andòallacasadiGustavoinViaPassarella.I portinai non gli volsero parola, essendo conosciutadalorocome sorella di Gu-stavo(cosiavendoeglidichiarato)allorchéin precedenza vi si era recata. Solitarieeranlescale,solo rischiaratoda una fioca lucediunalampada,non un rumore rompeva la monotomiadi quel luogo deserto ediquell ora tarda.Amaliasali alprimopiano, apersel’usciod’abitazionediGustavo, vi entrò, vi sirinchiuse dentro,levandonedalla toppalachiave,siportò nellacamera da lettodell’uomo che l’avevatradita,siinginocchiò avanti1

imma-ginediuna Madonnaappesa, pregò per cinque minuti,inli, rial-zatasi,andòauncassettone,viestrasse un affilatorasoio che sapevatrovarvisi,indisispogliò,sicoricò sulletto nuziale, si copersecollecoltri,esottodiessecolrasoiositagliò lagolacon un'energia eduna fermezzastraordinaria, e senza emettere

un

gemito....Eral’eroismo della disperazionediunavirtù morente....

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V.

Ultimo

atto«Iellatragedia.

AllorchéGustavosiriavette,essoavevaperdutol’usodella ra-gione,eandava conistupidosguardo sciamando:

— Come

staAmalia1?

Non

viene a trovarmi?

È

dispiacenteche 10miammogli?...

Ma

ioglielodiceva per burla,non avendo punto intenzionediprendermoglie....

E

quel disgraziato fu collocato inunacasadisalute,ove non riebbedipoicheinparteilsenno.

E

di

Emma

cheneavvenne?

Da

primaessa fu colpita fortementedaquelsanguinoso

dramma,

e,pellospavento, assalitadaunfortissimoaccessodi delirio, gri-dava adogni istante volersi tagliareilcollocol rasoio, perchè mancavaieildenaroso marito, rinchiuso in un’infermeria, e ra-manteaffettuosodiungiorno,che oralasprezzava.

Ma

a poco apoco ritornòlacalmanelleidee,lapace nel cuore, e l’affetto diamanteedisposasiscolori,lememoriedelpassatosi dile-guarono, secondogliusi deimodernitempi,

Chènel

mondo

mutabile e leggero Costanzaè spessoilvariar pensiero.

comecantò Tasso, ed essa pensò all’avvenire.

Mortale in queltempolamadre,ellaritrovòun nuovo amante, vecchio e signore,triviale

ma

compiacente,chesecoleicondivise 11talamo nuziale,pagandonelespese....eandò conluia riabi-tareilN.80 sul corsodiPorta....

Essa divennemantenuta!...

Arturo,l’anticoamante,aveva abbandonatoMilano, era corso adarruolarsi,e sulcampodellepatriebattaglielasciòvita, do-lorie memorie....

Eccolastoriadiduecolpevoli edidueinfelici: possailloro esempioesserediammaestramentoagliinespertigiovanichesi abbandonanotroppo incautamente all’amore, escenda questo ri-cordocomerimorso nel cuorediquegliabbietticaratteriche

mu-tanoaffettocolloscorrere delleore,e per queiperfidichesi di-lettano nel sedurre e tradire vergini cuori.

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Sirammenti ognuno chelacolpanonallietanès’asconde sem-preallosguardodelmondo,

ma

presto otardi fruttapene ed ontae pubblico sprezzo per chi n’è autore. Si ricordiognunodi quantodisse Ariosto:

Miserchimal oprandosiconfida Ch’ognorstardebbailmalefìcioocculto;

Ch’èquandoogni altrotaccia,intorno grida L’aria elaterra stessainche è sepulto:

E

Diofaspesso che’lpeccato guida Ilpeccator, poi ch’alcundiglihaindulto, Chesèmedesmo,senz’altruirichiesta, Inavvedutamentemanifesta.

Nel documento Tipografia Ambrogio Porro, Via Agnello, 7 (pagine 51-61)

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