I.
Le prime
illusioni.Chiconoscel’amore?....ognunolosente nelmattino dellavita, allorchéspuntanlerosedelle‘illusionia profumar l’atmosfera dell’esistenza,
ma
niuno puòdefinirlo:ognunoloprova senza sa-perlo evolerlo,elavolontà n’è quasisempre impossentea re-spingerlo....Volere èpotere,scrisseLessona,ma
più spesso il volererivaleggiacolpotere,comesi verifica pollo sventurato checade enon puòpiù rialzarsi perchèil destino l’opprime—
pelpoveroche vorrebbe arricchire e, per quanto lavori,sarà sempre poverosenonl’aiutilafortuna olacolpa, pella disgra-ziatache cade per seduzione e vorrebberiabilitarsi,-ma noi può, perchèun
mondo
ingiustolacalpesta continuamente, comepel professoredigiurisprudenza che insegnaiprecetti della giustizia umana,eglisiniegacontinuamente giustiziaallesue fatiche, comeildocente dieconomiapubblicache ammaestranelmodo
concuisicreano esidistribuisconolericchezze, ementre vor-rebbeegliapprofittarediqueimodi,glimancanoicapitalienon può, edevevivere,morireed esseresepolto come un povero maestro.L’amoreèdunquevolere enon poterepiù spesso;che seognun potesseritrarreatempoilpiede dal sentierocheconduceai giar-dinidiquel cieconume,certosiregistrerebbero tantiinfelicie tanti suicidii di
meno
,perchè l’amore èprofumoche inebria ed asfissia:Chi metteilpièsu l’amorosa pania, Cerchiritrarlo,enonv’inveschil’ale, Che nonèinsomma amorsenoninsania
A
giudiziode’saviiuniversale.-
38-Cosi c’insegnava Ariosto, enoi aggiungeremo che coll’amore sicorredifolliainfollìa,e visicorrea tuttamacchinae non soltantoin
Tramway
Ciò fuesperimentatoda dueinfelici,Arturoed Amalia, in Milano.
Arturoera giovane pienodifantasia,sortoinmezzoalpopolo, pienodiillusioninellavita,di fedenell'avvenire:
amò Emma
Malasera,vagafanciulla dallosguardo traditoree dalla parola mendace,laquale giurò, spergiurò perArturoeterna fede, in-vocandolatestimonianzadiDio a suepromesseechiamandole folgoricelestisullasuaesistenza se avesse amancare.
11giuramentodelmattinomorìalla sera.Arturonon era in posizionedisposarlasubito,ed
Emma
accolseledorate proposte diun vedovoveneziano, attempato econ figli,che gli presen-tava subitolamano
disposo edunacospicua sostanzadicuiera proprietario.Emma
lasciòilgiovaneardente, pienodi vita, di in-gegnoediillusioni,per gittarsi all’uomo maturo, vedovo con figliedicarattere speculatore: eraunnegoziante. Chi era costui?Lo vedremoinappresso.
Amalia,l’altrainfelicedanoicitata,eraunavispa ragazzuccia del popolo,bella,bionda,dai denti d’avorio e dal petto rigoglioso:
contavaquindici annienon aveva maiprovato amore: eppure aveva animapienadifuoco,mentericcadiidee,fantasia^dacui eruttavano migliaia d’infuocateimmagini, comelava dall’Etna o
dal Vesuvio. .
Amaliaera però povera, e fu collocata pressounasartoria fem-minile a lavorare.
Un uomo
suiquarantannis’incontrò por via in Amalia, e fu sorpreso della sua bellezza:pedinò lasartina mentreessasirecavaa scuola,legittòsguardiinfuocati,indile siavvicinò,lemormorò
qualche dolce parola, efini col farleuna aperta dichiarazione d’amore,con promessadimatrimonio, ac-compagnatadagli inseparabiligiuramentidieternafede.Quest'uomo chiamavasi GustavoOliva, assicurò essere celibe e liberodisèstesso,eniunarelazioneamorosavincolarlo adonna qualsiasi,promesse; ma,vergineancoranelleillusionie ardente dicarattere,cominciòa sentir nel cuore un’emozioneed a pro-varnellamentelaseduzionediunavvenirebrillante,e concesse
un
appuntamentoaGustavoinvia delle Ore.Sorvoliamosugli episodiidiunasettimana:in queltempoA.malia sierainnamorata perdutamente: avevafinitocol prestare intera fede a Gustavo, edopodiecigiorni dalprimoincontro essa era fuggita dalla casa paterna inViaArena, orasi rifugiata inun ele-ganteappartamentinosulCorsoVittorioEmanuele, avevagettate da unaparteleumili vestedicotone per indossare sfarzosiabiti diseta
Non
dimenticò per altro suo padreesua madre, esa-—
39—
pendoche essinon avrebberoricevutodenaro da unafiglia col-pevole,conisquisita delicatezzalefece tenere a loro in diverse ripresecomediprovenienzadellaCongregazionediCarità.
GustavocontinuavaadassicurareAmaliache l’avrebbe sposata,
ma
doverdilazionaredialcunimesiper ragioni d’interesse della propria famiglia, edesprimevaeglitalicose con tanta franchezza dilinguaggio econaccento tanto appassionato,cheAmalia non potetteche prestarvifede.Intantodigiorno in giorno,disettimana in settimana erano passati settemesidiamorosarelazione,senzachòall’Ufficiodello Statocivilesifossefattaalcuna dichiarazionedimatrimonio, e Amaliasitrovava gestantedasettemesi]
—
Gustavo, ripeteva essadicontinuo all’uomo del suocuore;Gustavo, vediinquale statoiomitrovo,e tunonpensiancora aripararea questo tuofattochepuò disonorarmipertutta la vita!...
E
intantoponevalesue bianchemanineno’capellidell’amato, econlanguidosguardoe affettuoso accento, cercava sollecitare l’oraavventuratain cuidovevansiaccenderele facid’Imene.— Non
cipensare,Amalia—
rispondevaGustavo—
inmeno
chetu noi pensiioavròprovvedutoatutto.—
Grazie,miocaro!...E
Gustavosioccupòa provvedere....ma
come?II.
II
disinganno.
Al N. 80 sul corsodiPorta....abitava
Emma,
l’amante,come vedemmo,d’Arturo.Una
bellaseradiGiugnoritrovavansi radu-nati inunsalottodiquellacasa,Emma
sua madreedaltre si-gnore, e pocodopo sopravvenne unnotaio etestimoni ed un’a-micadiEmma.
Dovevasistendere1’attomatrimoniale diquella giovanecon quell’uomo.L’amicadisseadunorecchiodi
Emma:
—
Hairottaogni relazioneconArturo?—
Chevuoi,miacara amica,Arturoè studente all’Università, non puòsposarmiora,non halericchezzediquesto signore,e...comprenderaicheieillusionipassano,larealtà rimane, e coll’oro
—
40siacquista quellafelicitàchevanamentesicrede poter avere nei doratied effimeri sognidiunapassioneamorosa.
Un
tremito colpì l’amica e soggiunse:— Ma
Arturo potràmorirnedidolore....— Me
nerincresce molto,ma
chevuoich’iofaccia?... cheio trascuriilsorridente avvenire,chemisipresenta,peramorediun
terzochenonpotrebbeprocurarmelo?L’amicagittòuno sguardofulmineodisprezzo ad
Emma,
com-presecomeincerteanimesisprofondiilprecipiziodell’egoismo chetuttoingoia,enauseataditanta nequizia? salutò tuttiese n’andò.L’atto matrimoniale fu stipulato:lenozzefissate,aunmese.
Chi era quell’uomo?
Era GustavoOliva.
L’uomocheavevafattetantepromesse ad Amalia,la povera figliadelpopolo,el’aveva sedotta e abusatodellainesperienza diessa per disonorarla,quest’uomocalpestava e insudiciava pro-messe, giuramenti, dichiarazioni,memorie,tutto, perunirsi ad altradonnachenon appartenevaalpopolo.
Iltempodellenozzeintanto avvicinavasi:Gustavocominciòa mostrarsi freddoconAmalia, chepiangevaa quel repentino cam-biamento, e incalzato da continue,insistenti,calorose domande della giovane,eglifinìcol dichiararlelo stato delle cose, pro-mettendole del restodicontinuare asoccorrerla anche dopoil
suomatrimonio.
—
Soccorrermi?... gridò dispettosamentelaragazza.... Si soc-corronoimendicanti chenonvogliono lavorare,ma
non una donna chesihacollapiùneraperfidia,conincredibile nequizia sedotta, perduta!... Io cedetti ate,perchèmi promettestila tuamano:
del tuo oronon
me
necale...L’oronon ricompra1’onore per-duto, etu...E
quicaddeindeliquio.Riavutasi,sitrovò colla cameriera; riandò colle ideesu quanto era passato;lesiaffacciò terribilel’immaginazione delsuostato presente,
ma
unastilladipiantonontrovaron piùlesue pupille concui inumidirsi.Ella taciturna, cupa,ed ilsuo gnardo lan-guido e dolcedivennefissoefiero.Ellaavevadelineatoun ter-ribiledisegno.—
41—
III.
La colpa
sicopre
callacolpa.Correvaemetàilmesedilugliodell’anno.. .
,
edunacarrozza entrava nelcortile delPalazzoMarinoinMilano,dacuiscendeva
un uomo
edunagiovane,cheentravanonella saladicelebrazione dei matrimoni.Eranodessi
Emma
eGustavo.Celebratoilmatrimonioenon avendoglisposipotuto trovare
un
appartamentodiloro aggradimeuto,essideliberaronodi pas-sareigiorni dellalunadimiele nella casa cheoccupava Gustavo primadel matrimonio,e che era situata in via Passarella, vicino alcorso incuiabitaval’infeliceAmalia, non prendendosi però servitùpelmomento.Alla sera dellenozzeglisposi recaronsia teatro;sidivertirono molto,indipassaronoalcaffè Biffi,ovetrovarono amici, bevettero insieme, sibrindòallafelicitàdeglisposi,eallegrie accompa-gnati daifestantiamiciGustavoed
Emma
sidiressero a casa....Eraun’oradopomezzanotte:laportaera chiusa, eGustavo sa-lutògliamicie,presalachiave dellosportello, l’aperse,accese unfiammiferodicera,salilo scalecolla sposa, apersel’uscio dell’abitazione e insiemesidiresseroallacamera daletto.
In quellacamera Gustavo avevalasciataaccesa unalampada, laqualespandeva unafiocae vacillanteluce sugliallegrisposi.
Emma
siaccostòalletto,viposòlacoronadifioricheornava lesuetempia,e ritornò sorridente pressoilmarito che stava re-golandolalampadaamaggiorluce.E
lamaggiorluce illuminòsu Emma.... Gustavod’un tratto impallidì,retrocesse spaventato,respingendolamano
della sposa, emandando ungridoditerrore.... Quella luce rischiarava mac-chiedisanguesullemanie sul candido abitodiEmma.
LosciaguratoGustavosiprecipitò allora versoilletto:le co-perte eran rialzate edisegnavano unavaga forma umana: con
mano
tremantealzòlecoperte, eviscorseuncadaveresfigurato.La
vistadiquell’uomo vacillava, ottenebratadaqueltremendo spettacolo;macchinalmeuteafferròilcadavere e sforzossidi ri-levarlo;essoavevailcapo quasi separato dal busto e presentava unapiaga spaventosa, da cuisgorgavailsangueinabbondanza...—
42—
Gustavogittòunterribileurlo,e lasciòricadereil cadavere sulletto,e,comecolpito dal fulmine,cadde su quellasalma mor-morando: VendettadiDio!
ErailcadaverediAmalia.
Emma
era caduta a terra in isvenimento.IV.
§e;re<o
«leidramma.
Come
erasipotuto rappresentareunatragedia tantosanguinosa?Chin'eranogliattori?
...
Il
modo
concuiavvenneilfattoera statosemplicissimo ela solaAmaliaviera statal’attrice.Sin dai primi tempi della relazioneamorosa conGustavo,Amalia aveva avuta unaseconda chiave delladiluiabitazione: quando lepratichedimatrimoniodiquell’uomocon
Emma
furono inta-volate,eglirichiedetteconun sotterfugio larestituzionedella chiave,ma
lagiovanenon avevavoluto,pergelosia,ridargliela.D’allorainpoiGustavononcipensòpiù,occupatacom’eralasua mentedelnuovo amore con
Emma.
La povera Amaliaabbandonata, deliberò trarreprofitto diquella chiave per turbarelaprimanotte degli sponsali dell’amante.Essa sivesti dimessamente,e versoleore undici e mezza di notte andòallacasadiGustavoinViaPassarella.I portinai non gli volsero parola, essendo conosciutadalorocome sorella di Gu-stavo(cosiavendoeglidichiarato)allorchéin precedenza vi si era recata. Solitarieeranlescale,solo rischiaratoda una fioca lucediunalampada,non un rumore rompeva la monotomiadi quel luogo deserto ediquell ora tarda.Amaliasali alprimopiano, apersel’usciod’abitazionediGustavo, vi entrò, vi sirinchiuse dentro,levandonedalla toppalachiave,siportò nellacamera da lettodell’uomo che l’avevatradita,siinginocchiò avanti1
imma-ginediuna Madonnaappesa, pregò per cinque minuti,inli, rial-zatasi,andòauncassettone,viestrasse un affilatorasoio che sapevatrovarvisi,indisispogliò,sicoricò sulletto nuziale, si copersecollecoltri,esottodiessecolrasoiositagliò lagolacon un'energia eduna fermezzastraordinaria, e senza emettereun
gemito....Eral’eroismo della disperazionediunavirtù morente....
—
43—
V.
Ultimo
atto«Iellatragedia.AllorchéGustavosiriavette,essoavevaperdutol’usodella ra-gione,eandava conistupidosguardo sciamando:
— Come
staAmalia1?Non
viene a trovarmi?È
dispiacenteche 10miammogli?...Ma
ioglielodiceva per burla,non avendo punto intenzionediprendermoglie....E
quel disgraziato fu collocato inunacasadisalute,ove non riebbedipoicheinparteilsenno.E
diEmma
cheneavvenne?Da
primaessa fu colpita fortementedaquelsanguinosodramma,
e,pellospavento, assalitadaunfortissimoaccessodi delirio, gri-dava adogni istante volersi tagliareilcollocol rasoio, perchè mancavaieildenaroso marito, rinchiuso in un’infermeria, e ra-manteaffettuosodiungiorno,che oralasprezzava.
Ma
a poco apoco ritornòlacalmanelleidee,lapace nel cuore, e l’affetto diamanteedisposasiscolori,lememoriedelpassatosi dile-guarono, secondogliusi deimodernitempi,Chènel
mondo
mutabile e leggero Costanzaè spessoilvariar pensiero.comecantò Tasso, ed essa pensò all’avvenire.
Mortale in queltempolamadre,ellaritrovòun nuovo amante, vecchio e signore,triviale
ma
compiacente,chesecoleicondivise 11talamo nuziale,pagandonelespese....eandò conluia riabi-tareilN.80 sul corsodiPorta....Essa divennemantenuta!...
Arturo,l’anticoamante,aveva abbandonatoMilano, era corso adarruolarsi,e sulcampodellepatriebattaglielasciòvita, do-lorie memorie....
Eccolastoriadiduecolpevoli edidueinfelici: possailloro esempioesserediammaestramentoagliinespertigiovanichesi abbandonanotroppo incautamente all’amore, escenda questo ri-cordocomerimorso nel cuorediquegliabbietticaratteriche
mu-tanoaffettocolloscorrere delleore,e per queiperfidichesi di-lettano nel sedurre e tradire vergini cuori.—
44—
Sirammenti ognuno chelacolpanonallietanès’asconde sem-preallosguardodelmondo,
ma
presto otardi fruttapene ed ontae pubblico sprezzo per chi n’è autore. Si ricordiognunodi quantodisse Ariosto:Miserchimal oprandosiconfida Ch’ognorstardebbailmalefìcioocculto;
Ch’èquandoogni altrotaccia,intorno grida L’aria elaterra stessainche è sepulto: