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Gli scrittor

Nel documento UN NUOVO MODO DI FARE TURISMO: LA VESPA. (pagine 62-66)

VIAGGIARE A DUE RUOTE La Vespa esploratrice

4.2 Gli scrittor

Il più grande esploratore e viaggiatore a bordo della Vespa è senza dubbio Giorgio Bettinelli. Bettinelli è stato un attore, musicista e scrittore italiano, diventato famoso soprattutto per i suoi viaggi intorno al mondo, affrontati e portati a compimento in sella ad una Vespa. A suo dire, il tutto è cominciato un po’ per gioco quando, in Indonesia, gli regalarono una vecchia Vespa scassata, e con la scusa di dover uscire dal paese per questioni legate al visto, decise di partire. Da quel momento non si fermò più. Andò dall’Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo e poi dal Cile alla Tasmania, attraverso Americhe, Siberia, Europa, Africa, Asia e Oceania. Durante uno dei suoi viaggi, Bettinelli fu anche rapito da un gruppo di guerriglieri in Congo, e per varie volte si ammalò di malaria. Ma questo non spense il suo spirito e la sua voglia di viaggiare, e di raccontare le sue avventure.

Il primo viaggio fu da Roma a Saigon. Partì nel luglio del 1992 e arrivò nel marzo del 1993 compiendo più di 24.000 km. Per sette lunghi mesi viaggiò a cavallo di una Vespa di 125cc di cilindrata, lungo l’Europa e l’Asia per arrivare, nel marzo del 1993, a Saigon. Grazie all’aiuto organizzativo e al supporto logistico della Piaggio che lo ha aiutato con il rilascio dei visti in molti paesi, Bettinelli ha percorso e vissuto intensamente il suo viaggio che lo ha portato ad attraversare la Grecia, la Turchia, l’Iran, il Pakistan, l’India, la Birmania, la Tailandia, il Laos e il Vietnam.2 Questo suo primo viaggio è raccontato con passione nel suo libro In Vespa. Da Roma a Saigon nel quale non si limita a un semplice reportage o non si dilunga in particolari descrizioni motociclistiche, ma cerca di dare priorità al lato umano della sua avventura, scrivendo delle diverse culture e dei paesi attraversati.

Il secondo viaggio lo portò dall’Alaska alla Terra del Fuoco, dal maggio del 1994 al febbraio del 1995 attraversando le Americhe da Nord a Sud per trentaseimila chilometri, percorrendo tutta la costa occidentale degli Stati Uniti, il Messico e gli stati dell’America Centrale, la Colombia, il

Venezuela, l’Ecuador, il Perù, la Bolivia, il Paraguay e l’Argentina. In questo viaggio non solo il supporto della Piaggio divenne totale ed economico, ma cominciarono ad affiancarsi anche molti altri sponsor dei quali Bettinelli attaccava gli adesivi sulla scocca bianca della sua Vespa. 3

Non stanco, partì subito per il suo terzo viaggio dall’Australia al Sud Africa. Lasciò Melbourne nel settembre del 1995 e arrivò nel settembre del 1996 a Città del Capo collezionando 52.000 km. Le foto di questo viaggio sono tutte raccolte nel libro In Vespa oltre l’orizzonte4, uscito nel 1997.

Il quarto viaggio fu un vero e proprio giro del mondo e, non per niente, viene chiamata da lui stesso “Worldwide Odyssey”. Durò tre anni, dall’ottobre 1997 al marzo 2001 e toccò tutti e cinque i continenti. Partito da Città del Capo, Bettinelli percorse l’America da sud a nord toccando gli stati non visitati nel suo secondo viaggio e visitando anche la costa est degli Stati Uniti. Dall’Alaska ha attraversato lo stretto di Bering ed è arrivato in Siberia, dopo aver percorso mezza Europa arrivando fino a Capo Nord è entrato in Africa per lo stretto di Gibilterra e l’ha costeggiata tutta fino a Gibuti, passando ancora per Città del Capo. Attraversò, poi, tutta l’Asia meridionale dallo Yemen all’Indonesia fino ad arrivare in Australia e quindi alla destinazione finale: la Tasmania.5 Questo fu il progetto più ambizioso che avesse mai pensato da quando la Vespa del suo amico indonesiano era entrata nella sua vita e anche il più difficile, non solo per la complessità di organizzare l’itinerario badando bene di non arrivare nel continente sbagliato con la stagione sbagliata, ma anche perché mentre era in Congo fu rapito da dei ribelli che lo rinchiusero per qualche tempo in una cella puntandogli addosso un kalashnikov e derubandolo di tutto ciò che aveva. Questo viaggio, insieme al secondo e al terzo, sono raccontati nel suo libro Brum brum. 254.000 chilometri in Vespa che riesce a proiettare ogni vespista sul sellino del suo PX in giro per il mondo.

L’ultimo viaggio si svolse nel 2006 tutto in un solo paese, l’unico che fino ad allora non aveva percorso: la Cina, di cui tocca tutte le trentatré realtà geografiche che lo compongono. Bettinelli si era sposato qualche anno prima con una donna conosciuta in Nepal, Ya Pei, trasferendosi con lei in Cina sulle rive del fiume Mekong, ma la vita sedentaria non faceva per lui. Questo viaggio lo portò dai minuscoli villaggi di provincia agli immensi cantieri cittadini, dalle strade sconnesse ai modernissimi snodi autostradali, dai deserti sconfinati agli shopping malls all’occidentale. In quei diciotto mesi, raccontati nel suo libro

La Cina in Vespa incontrò nuovi ricchi e contadini, burocrati

e donne bellissime, vecchi e giovani, assaporò gli infiniti

3 G. Bettinelli, Brum Brum, 254.000 chilometri in Vespa, Milano, Feltrinelli, 2002

4 Quest’ultimo libro è ormai da diversi anni difficile da reperire, infatti è stato pubblicato in una sola edizione nel 1997 dalla casa editrice Rusconi che a seguito di una crisi economica ha dovuto cessare la produzione.

5 G. Bettinelli, Brum Brum, 254.000 chilometri in Vespa, Milano, Feltrinelli, 2002 Figura 23. Giorgio Bettinelli in Cina. Foto tratta

sapori e colori, i suoni e i silenzi che cadenzano la vita di tutti i giorni nei territori dell’antico Impero Celeste. 6 Percorse 39.000 km sempre a bordo della sua fidata Vespa, la compagna di viaggio dalla quale non si separò mai.7

Bettinelli morì nel 2008 a Jinghong, in Cina, all'età di 53 anni, per un malore improvviso. Non sono tanti quelli che, come lui, hanno avuto il coraggio di lasciare tutto e vivere di viaggi, ma è proprio questo il sogno di ogni vespista, girare il mondo in compagnia della sua più grande passione: la Vespa.

Prima di Bettinelli, altri vespisti hanno affrontato lunghe imprese degne di nota. Lunghi viaggi in altri continenti che però non hanno avuto la stessa eco di Bettinelli, ma soprattutto non hanno percorso pari chilometri. Tra questi vespisti spicca un nome conosciuto nell’ambito motociclistico: Roberto Patrignani. Patrignani prima di essere uno scrittore, è stato un pilota di moto; negli anni cinquanta e sessanta prese parte a varie competizioni del Campionato Italiano Velocità, del Motomondiale, oltre a due Milano-Taranto, due motogiri e due Tourist Trophy. La sua unica vittoria fu ottenuta al circuito internazionale di Bourg-en-Bresse, in Francia, nel 1963, con una Moto Morini 250.8 Tuttavia, seppur un buon pilota Patrignani è e sarà ricordato come scrittore e giornalista (Motociclismo, Motosprint, Giorno Motori, Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e altre riviste hanno riportato la sua firma). Tra i tanti libri a soggetto motociclistico scritti da Roberto Patrignani sono due quelli in cui si parla di Vespa. Entrambi narrano la medesima storia: il racconto del suo viaggio In Vespa da Milano a Tokyo, che dà anche il titolo del primo di questi libri. Questo viaggio, datato 1964, venne realizzato in occasione dei Giochi Olimpici organizzati in quell’anno nel paese del Sol Levante.

Il suo secondo libro Pane e chilometri esce invece nel 2004, a quarant’anni di distanza, ed è una raccolta dei diari di viaggio dell'autore.

Non solo la Vespa è stata protagonista dei suoi viaggi; nel 1966 attraversò l’Africa, da Città del Capo ad Asmara, a bordo di un Moto Guzzi Dingo 50 e nel 1980 portò a termine un coast to coast negli Stati Uniti, da Charleston a Los Angeles, in sella a un ciclomotore Garelli.

Nel suo primissimo libro “In Vespa da Milano a Tokyo”, racconto del suo primo viaggio intorno al mondo a bordo di un mezzo a due ruote, Patrignani spiega perché scelse una Vespa per compiere un viaggio lungo 13.000 chilometri.

Perché scegliere una motocicletta per un viaggio del genere? Perché da appassionatissimo motociclista trovo questo veicolo il più idoneo al turismo per chi è giovane e sano: si viaggia sportivamente a cavallo, si è tutto il giorno liberi all’aria aperta con piena visuale del paesaggio che si attraversa e – bandendo forzatamente le mollezze – si tempra il fisico e lo spirito. Perché, tra le motociclette, uno scooter? Perché lo scooter, con la sua carrozzeria, è più protettivo per il guidatore e meglio preserva gli organi meccanici dagli

6 G. Bettinelli, La Cina in Vespa, Milano, Feltrinelli, 2013

7 La Vespa originale di Bettinelli è ora conservata all’interno del Museo Piaggio di Pontedera (PI)

agenti esterni; si presta a una razionale sistemazione del bagaglio e monta ruote di piccolo diametro che, oltre al grande vantaggio di poterne così portare una di scorta, sono intercambiabili e facilmente sostituibili. Perché, tra gli scooters, la Vespa? Perché in qualità di utente di due Vespa, in passato, sapevo di poter contare pienamente sulla sicurezza di questo scooter; inoltre la Piaggio ha una organizzazione mondiale di assistenza che avrebbe potuto tornare utile nel corso del viaggio; infine perché oltre a tutti i vantaggi propri degli scooters, la Vespa ha la trasmissione diretta tra cambio e ruota motrice, senza catene e organi intermedi e io tengo in rispetto la massima: “In un motore tutto quello che non c’è non si rompe…”9

Siamo nel 1964 ed il motivo per cui i temerari vespisti esploratori scelgono di effettuare lunghe imprese a bordo di Vespa anche ai giorni nostri è sempre lo stesso: la Vespa è semplice, lenta e permette di assaporare il paesaggio.

Dopo Patrignani, un altro nome di grande rilievo tra i Vespisti viaggiatori è Giorgio Càeran. Càeran ha scritto due libri a tema Vespa; il primo si intitola La via delle Indie in Vespa, scritto nel 1983 racconta del suo raid che nel 1977 lo portò fino in India. Vent’anni dopo Càeran pubblica un altro libro,

Giramondo libero - In viaggio con la Vespa o con lo zaino, una raccolta di racconti di viaggi compiuti in

diverse zone del mondo nell’arco di venticinque anni, sia bordo di Vespa sia a piedi, facendo l’autostop.

Càeran è un viaggiatore ma incarna gli ideali del turista alternativo; è un turista slow perché: a viaggiare veloci si diventa come dei pacchi postali, mentre il vero viaggio va assaporato con lentezza. Il piacere della scoperta del mondo va sorseggiato piano e non trangugiato tutto in un colpo. 10

È un turista esperienziale perché:

Programmare un viaggio, perfino nei particolari, non è un’abitudine dei veri viaggiatori, come non è loro abitudine vedere tutto frettolosamente per mancanza di tempo. È questo il punto: per me aspettare ore per ottenere un passaggio sui più scalcinati mezzi locali non è perdere tempo, ma al contrario mi aiuta ad approfondire le mie conoscenze sulla realtà del luogo… anche se a volte può non essere piacevole. In ogni caso, si sussurra che sapere aspettare vuol dire sapere pensare. Giusto. Quando si hanno pochi giorni a disposizione si rischia di fare gli ingordi, correndo come matti nevrotici, schiavi della superficialità prodotta dal consumismo occidentale. In questi casi ci si muove pure all’avventura, però con i portafogli grossi così, senza di cui non ci si sposterebbe di un metro. Ho l’impressione che oggigiorno si viaggi (mi riferisco a tanti ruspanti connazionali) più per dovere e per vanteria, che per avere contatti con i nativi. E per contatti intendo quelli con la gente comune del luogo, e non certo con gli albergatori, gli agenti di viaggio, le guide odiosamente saputelle, eccetera... eccetera...11.

Anche per Càeran, il motivo che spinge a compiere i suoi viaggi a bordo di una Vespa, rinunciando a viaggi organizzati tanto comodi, a voli charters, ai transatlantici, ai buoni hotels, ai viaggi in

9 R. Patrignani, In Vespa da Milano a Tokio, Milano, Edisport, 2000

10 G. Càeran, Giramondo libero. In viaggio con la Vespa o con lo zaino, Nada, 2006 11 Ibidem

automobile (apparentemente più sicuri) è solo uno: «perché mi piace cavalcare il vento, libero in quel poco di libertà che ancora rimane nell’essere umano.»12

Nel documento UN NUOVO MODO DI FARE TURISMO: LA VESPA. (pagine 62-66)