PROGRAMMA SVOLTO Anno Scolastico 2021/2022
SECONDA PROVA D'ESAME Indirizzo: LIB6 – ARTI FIGURATIVE
Tema di: DISCIPLINE PITTORICHE
Luce e ombra
“A venticinque anni ho intuito che la luce e l’ombra sono i lati opposti della medesima cosa, che il luogo illuminato dal sole viene sempre raggiunto dall’ombra. Ecco cosa penso ora, a trent’anni: più
profonda la gioia più intensa è la tristezza, più è grande il piacere più acuta è anche la sofferenza. Se si tenta di separarli si perde se stessi. Se si prova a disfarsene crolla il mondo”
Natsume Soseki, Guanciale d’erba, BEAT Edizioni, Trebaseleghe (PD), 2014
noto che nelle arti plastiche la luce svolge un ruolo fondamentale perché, con le ombre, rende percettibile la tridimensionalità volumetrica e la profondità spaziale. Una luce diffusa attenua i volumi, una luce direzionata li drammatizza e le sue variazioni rendono instabile la percezione. Se si pensa al ruolo della luce nella scultura di Medardo Rosso, agli effetti chiaroscurali nelle forme di Henry Moore o alla delicatezza impalpabile delle forme di Jean Arp ci rendiamo conto che il contrasto luce/ombra diventa per l’artista un elemento imprescindibile della sua opera. Ma nell’arte dell’Otto e del Novecento l’ombra assume spesso anche un significato fortemente simbolico; in Van Gogh, Munch, Kirchner, Gauguin e in molti altri artisti avanguardisti, l'ombra diventa metafora del mistero, della inesplorata realtà interiore dove si annidano le visioni dell'inconscio.
Partendo da queste riflessioni e traendo ispirazione da artisti e opere a lui congeniali, il candidato delinei un proprio progetto basato sul rapporto dialettico luce/ombra, che dia prova della sua capacità interpretativa ed espressiva e delle sue competenze tecnico-artistiche.
Sulla base delle metodologie progettuali e laboratoriali proprie dell’indirizzo di studi frequentato e in coerenza con il suo percorso artistico, il candidato scelga il linguaggio espressivo a lui più congeniale e progetti un’opera grafico-pittorica illustrandone il percorso ideativo. In fase progettuale il candidato definirà, liberamente, le dimensioni dell’opera proposta ed eventualmente il contesto nel quale essa dovrebbe essere collocata.
Si richiedono i seguenti elaborati:
- schizzi preliminari e bozzetti con annotazioni;
- progetto esecutivo con misure dell’opera ed eventuali tavole di ambientazione;
- opera originale 1:1 o particolare dell’opera in scala eseguito con tecnica libera;
- relazione illustrativa con specifiche tecniche e descrizione delle peculiarità dell’opera e, eventualmente, del luogo prescelto per accoglierla.
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Durata massima della prova: 3 giorni (6 ore per ciascun giorno)
N.B.: Nei primi 2 giorni il candidato può lasciare la sede degli esami prima che siano passate 6 ore dall’inizio della prova solo se la prova stessa è conclusa. È consentito l’uso dei materiali e delle attrezzature, informatiche e laboratoriali (esclusa INTERNET), degli archivi digitali e dei materiali cartacei presenti in biblioteca disponibili nella istituzione scolastica.
− consentito l’uso del dizionario della lingua italiana.
− consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
Firma Prof. Francesco Paolo Di Cuia
Prof. Vanessa Crescenzi Storia dell'Arte
V Liceo Artistico a.s. 2021/2022
Finalità del corso
Finalità primaria dell'insegnamento della storia dell'arte è promuovere il rispetto del patrimonio artistico attraverso la sua conoscenza.
Sensibilizzare gli studenti ai temi della conservazione, valorizzazione e tutela del patrimonio storico-artistico e paesaggistico.
Sviluppare la consapevolezza che lo studio della storia dell'arte si pone come una struttura disciplinare in grado di costruire di continuo interazioni con le altre materie.
Contribuire allo sviluppo di un'autonomia critica e una sensibilità estetica.
Apprezzare l’arte come espressione privilegiata del bisogno comunicativo umano nel corso dei secoli.
Raggiungere la consapevolezza che il ruolo della storia dell'arte non sia soltanto disciplinare e accademico ma anche sociale e civile.
Obiettivi
Acquisire confidenza con i linguaggi specifici delle discipline artistiche (pittura, scultura, architettura).
Comprendere la relazione che lega le opere d’arte, gli autori e gli stili con il contesto storico, la destinazione, le funzioni, il pubblico e la committenza.
Saper osservare, descrivere, analizzare una testimonianza figurativa nei suoi aspetti formali, tecnici e simbolici, con attenzione al lessico specifico.
Capacità di collegare le opere al loro contesto storico-geografico e culturale.
Abitudine a comparare opere di civiltà ed epoche diverse, evidenziandone le relazioni e le varianti.
Acquisire un metodo di studio autonomo.
Far comprendere l'importanza di un confronto bibliografico come scoperta di diversi punti di vista su di uno stesso argomento.
Rielaborare in modo autonomo e critico i contenuti appresi.
Obiettivi raggiunti
Gli studenti, tenendo conto delle capacità del singolo, sono riusciti a far propri gli obiettivi prefissati dal docente sviluppando e mettendo in campo, nella maggior parte dei casi, un discreto senso critico sostenuto da un lessico adeguato, capacità di confronto e di collegamento tra diversi artisti e le loro opere e, in alcuni casi specifici, con le altre discipline.
Verifiche e valutazione
Le tipologie di verifica utilizzate nel corso dell’anno scolastico sono sostanzialmente due:
verifica scritta e orale. Nel corso delle verifiche scritte è stato chiesto agli studenti di analizzare due opere di autori diversi trattate durante il corso delle lezioni (in alcuni casi è stato anche chiesto loro di analizzare un’opera d’arte non trattata ma di cui si conosce bene l’autore) e, attraverso l’analisi della stessa, ripercorrere il pensiero dell’artista e ciò che emerge nella corrente di appartenenza. Particolare rilievo è stato dato, all’interno delle verifiche, alla trattazione multidisciplinare delle opere e degli autori, spesso con buoni risultati.
Le verifiche orali seguono gli stessi principi di quelle scritte ampliando però il numero di collegamenti e informazioni seguendo le richieste del docente.
La valutazione prescelta è quella numerica, nel corso della didattica on line si è scelto di dare particolare rilievo ad interventi e approfondimenti da parte degli studenti.
Programma
Il programma svolto nel corso dell’anno scolastico si è posto l’obiettivo di mostrare agli studenti come alcuni grandi temi affrontati dagli artisti tra l’Ottocento e il Novecento abbiano subito interessanti trasformazioni proprio a partire dal contesto storico e culturale nel quale sono emersi. La trattazione di questi grandi temi chiaramente è stata portata avanti senza mai tralasciare la complessità che caratterizza ciascun artista considerato e la sua produzione. La trasformazione del rapporto tra l’uomo e la natura, ad esempio, è stato considerato a partire dal contesto romantico in cui la natura si pone come il mezzo che consente all’uomo di giungere all’assoluto (Friedrich), altrimenti intesa come imprevedibile e non curante del genere umano (Turner), in perfetta armonia con esso come nelle opere di Constable o ancora intesa come mezzo attraverso il quale parlare di sé e delle proprie inquietudini profonde come avviene nelle opere di Van Gogh. La natura invece viene messa in secondo piano dai futuristi che oscurano la luce naturale della luna con quella di un lampione elettrico, etc..
Altro tema affrontato è quello della figura femminile che in ambito artistico, per secoli, è stata rappresentata sempre ricoprendo un ruolo etichettato, privo di sfaccettature e subordinato:
venere, vergine, prostituta etc con il passaggio dall’Ottocento al Novecento invece la figura femminile si emancipa, proprio a partire dal contesto culturale e sociale, e tale innovazione trova riscontro anche nelle arti. La donna allora viene raccontata tenendo in considerazione la sua complessità, i suoi desideri, il suo ruolo sociale e la sua emancipazione che, non accettata dai più, porta molti artisti a darne una lettura negativa e impietosa (simbolismo, secessioni etc). Questa nuova concezione della figura femminile sfida, dal punto di vista stilistico, anche i consolidati canoni classici impiegati per la sua rappresentazione (il concetto di bello e di bellezza subisce importanti trasformazioni).
La città è il riflesso dei tempi che cambiano infatti alcuni impressionisti (Renoir) la raccontano come il luogo della mondanità e del divertimento, della gioia di vivere altri invece, come Degas, non si lasciano ingannare dalle apparenze e raccontano la Parigi dei sobborghi, delle stiratrici o dei bevitori di assenzio soli ed emarginati, i futuristi la esaltano dipingendola come la “Citta che sale” che non si ferma, che è impossibile arrestare accecata dalla luce elettrica che invade le strade e ampliata dai cantieri, Kirchner e Munch invece la raccontano come il palco nel quale si consuma la tragedia umana etc.
Quanto più si accentua la concezione della soggettività quanto più sembra impossibile comunicare con l’altro, il tema dell’incomunicabilità accompagnerà la produzione di molti artisti a cavallo tra i due secoli (Degas, Kirchner, Munch, Picasso - del periodo blu e rosa- ne sono soltanto alcuni esempi etc). L’incomunicabilità, l’isolamento, l’alienazione,
l’emarginazione, la frustrazione, la perdita di senso, la perdita dei valori sono determinati dalla veloce modernizzazione delle metropoli europee che crea sempre più divario e conflitto tra le diverse classi sociali e dagli sconvolgenti conflitti mondiali che si susseguono nella prima metà del Novecento.
Il tempo nell’opera d’arte, a cavallo tra i due secoli, è un altro dei temi trattati. Il tempo, nell’arte del passato, corrisponde all’istante, coincide con il momento della scena rappresentata, con le Avanguardie Storiche invece si racconta un tempo dilatato, fatto di tanti momenti mostrati in modo sequenziale (Balla) o simultaneamente (Boccioni e Picasso) e si racconta anche di un tempo che condiziona lo spazio. Il tempo, nelle opere di Dalì, diventa invece “molle” non più misurabile con gli strumenti tradizionali e al tempo esterno dunque viene accostato quello interiore, soggettivo, il tempo della memoria e dell’inconscio che ciascuno percepisce a suo modo.
Dal dato reale, colto oggettivamente (realismo Courbet, Patini etc), si giunge al desiderio da parte di alcuni artisti di rappresentare l’apparenza, l’attimo che fugge, quello che resta impresso sulla retina dell’occhio prima che venga decodificato dal cervello (impressionismo), fino alla necessità di comprendere e rappresentare, superando l’esteriorità, la cosa in sé (l’essenza che non muta) sempre partendo dal dato reale come dimostrato da Cezanne e Picasso.
Kandisky invece dichiara che l’oggetto nuoce alla pittura dando vita ad un’arte fatta di forme pure nella quale viene a decadere, in via definitiva, l’elemento figurativo e riconoscibile, la profondità spaziale dell’opera e la sua gerarchia interna. Si fa spazio ad una concezione autonoma dell’arte, tutta mentale che non ha più legami con la realtà e che segue soltanto le sue leggi interne.
Il caso giudiziario Brancusi con la scultura “Uccello nello spazio” avvenuto negli Stati Uniti nel 1926 è stato il punto di partenza per capire come alcuni paradigmi legati al mondo dell’arte e consolidati nei diversi secoli con le Avanguardie dei primi anni del novecento siano venuti a mancare. L’opera d’arte non è più identificabile come un oggetto che rappresenta la realtà.
Inoltre con il dadaismo e in particolare modo con Duchamp l’opera d’arte non rappresenta più il frutto del lavoro materiale dell’artista e del suo ingegno ma una sua scelta che coincide con un oggetto già fatto (ready made), presistente. L’opera d’arte dunque perde la sua aurea sacrale, la sua unicità e non è più il frutto della creazione dell’artista. La nascita dell’opera d’arte diventa un processo mentale e l’artista diviene prima di tutto un intellettuale. Questa nuova concezione dell’arte alimenterà le correnti della seconda metà del Novecento come il Noveau Realisme (Piero Manzoni), l’arte concettuale (Joseph Kossut) e l’arte povera (Michelangelo Pistoletto).
E’ stato costantemente chiesto agli studenti di mostrare attenzione, nel corso delle lezioni, ad argomenti e temi che mostrano punti di contatto con le altre discipline.
Altro tema al quale si è prestato particolare attenzione è quello relativo alla figura dell’artista e a come cambia in base al momento e al contesto storico e geografico: l’artista genio, anticipatore e sensibile tipico del romanticismo, all’artista che racconta e documenta i soprusi
e le ingiustizie sociali, all’artista pronto a sviscerare la sua interiorità e le sue inquietudini fino a giungere ai territori inesplorati dell’inconscio, l’artista che vuole raccontare l’essenza delle cose e dunque si fa portavoce di una visione oggettiva della realtà. L’artista che si fa portatore del suo disagio e di un disagio che riconosce anche al di fuori di sé e che diventa manifestazione di un epoca. L’artista che documenta e stravolge i paradigmi dell’arte anticipando quelle che saranno le correnti artistiche della seconda metà del Novecento.
L’artista che non si sente più compreso ma che viene emarginato e deriso.
Nella parte in cui descrivo nel dettaglio il programma svolto ogni argomento è introdotto da un cappello che specifica ulteriormente questi e altri temi trattati.
Recupero della parte del programma non svolto nel corso dell’anno scolastico 2021/22
Un confronto tra l’esuberanza della scultura barocca e la misura neoclassica partendo dalle opere più importanti di Gian Lorenzo Bernini e Antonio Canova.
Bernini: Ratto di Proserpina, David, Apollo e Dafne Canova: Amore e Psiche, Paolina Borghese
Programma relativo all'anno scolastico in corso Neoclassicismo
Caratteristiche generali della pittura neoclassica attraverso l'analisi approfondita dell'opera il Giuramento degli Orazi di J. L. David
Tra Illuminismo e Romanticismo
Francisco Goya tra psicologia, ragione e follia.
Francisco Goya, artista a cavallo tra illuminismo e romanticismo, è stato un attento narratore del suo tempo.
L'artista nella corte di Carlo IV di Borbone: ritrattista capace di far emergere, attraverso la sua pittura, la banalità e la vacuità insita in alcuni personaggi della corte spagnola: analisi approfondita dell'opera La famiglia di Carlo IV.
Il sonno della ragione genera mostri da un'incisione nei Capricci, raccolta del 1797: la frase mette in chiaro quelle che sono le conseguenze di chi agisce nel mondo mettendo a tacere la ragione, questa frase trova riscontro anche in un'altra importante opera dell'artista dal titolo Saturno che divora i suoi figli (tratto dalle pinture negre che l'autore realizza nella Quinta del Sordo, 1819-23) e anche 3 Maggio, 1808, (conosciuto anche come) la fucilazione del 1814.
L'artista denuncia gli orrori derivanti dal mancato ricorso all'uso della ragione: la frase comparsa nei Capricci supera lo spazio e il tempo nel quale è stata pronunciata e può servire ad introdurre, in modo generale, la follia che ha scatenato le grandi guerre e le dittature di
tutti i tempi. Goya sostiene di contro che l'unica categoria umana che può mettere a tacere la ragione, per scopi puramente creativi, è quella dell'artista.
Rapporto uomo natura nella pittura romantica
Il complesso rapporto tra l'uomo e la natura nella pittura romantica tedesca e inglese.
William Turner, artista inglese, ci mostra nei suoi dipinti una natura violenta e aggressiva (tempeste, bufere ed incendi) che non si cura dell’uomo e, rispetto alla quale, quest’ultimo, sente di essere infinitamente piccolo e inerme: concezione sublime del paesaggio. Lo stesso artista rinnova la pittura dal didentro lasciandola in bilico tra figurazione e astrazione e mettendone in discussione le coordinate spaziali alle quali l'arte precedente ci aveva abituati.
Opere analizzate: Bufera di neve, Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi, 1812;
Tempesta di neve, 1842; Pioggia, vapore e velocità, 1844.
Caspar D. Friedrich, artista tedesco, nelle sue opere tratta i temi dell'infinito, del sublime, del divino e dell’errabondo. L'uomo in Friedrich, attraverso la contemplazione della natura, compie un viaggio dentro sé stesso e si unisce all'assoluto. L'uomo coglie il suo senso di imperfezione rispetto all'immensità della natura (del creato) ma attraverso la ragione e l'intelletto riesce, in qualche modo, a dominare quella stessa natura che inizialmente lo atterrisce. Opere analizzate: Monaco sulla spiaggia, 1808; Le bianche scogliere di Rugen, 1818; Viandante sul mare di nebbia, 1818.
Il rapporto di armonia tra l'uomo e la natura nella pittura inglese.
Caratteristiche del paesaggio pittoresco attraverso l'analisi di alcune opere dell'artista inglese John Constable.
Il paesaggio dipinto da Costanble è un paesaggio reale, dipinge, come lui stesso avrà modo di dichiarare negli scritti, quello che vede esattamente come lo vede (gli artisti della scuola di Barbizon, i realisti e gli impressionisti nel loro lavoro partiranno proprio dai suoi assunti rendendo la pittura en plein air un aspetto imprescindibile del fare pittura). I paesaggi di Costanble, che ritraggono la realtà della contea di Flatford dove l'artista nacque, vogliono far emergere il rapporto di armonia tra l'uomo e la natura. Ciò che realmente interessa l'artista inglese è cogliere la fuggevole luce atmosferica attraverso la realizzazione di bozzetti all'aria aperta che firmava e datava in modo preciso e costante, fondamentale e innovativo sarà il suo studio delle nuvole. Opere analizzate: Il mulino di Flatford, 1817, Il carro da fieno, 1821, Studio di nubi, 1822.
Pittura romantica in Francia: l'uomo e la storia.
Nei primi decenni dell'Ottocento la pittura romantica sposta la sua attenzione dalla celebrazione dei grandi personaggi della storia, a soggetti umili e popolari che lottano per il raggiungimento della libertà. Le tele di grande formato, esposte nelle accademie e nei musei, raccontano dunque delle imprese compiute dal popolo. E' stato chiesto agli studenti di
confrontare le tele realizzate in questo contesto storico/culturale con le opere celebrative realizzate dal pittore neoclassico J.L. David (L'incoronazione di Napoleone, 1807) e sottolinearne le forti differenze sia nel contenuto che nello stile. Il confronto è stato proposto anche con la Fucilazione di Goya. Artisti come Gericault danno estrema importanza al dato reale dipingendo fatti realmente accaduti e dando spazio anche al racconto della malattia e della follia. Opere analizzate: T. Gericault, La zattera della medusa, 1819 e la serie degli Alienati, 1822-23; E. Delacroix, Il massacro di Scio, 1823-24 e La libertà che guida il popolo, 1830. Dallo studio di Delacroix è emerso anche il suo amore per l’oriente la cui lettura iniziale risulta essere poco realistica e con forti tratti romanzati come testimoniato dall’opera Il massacro di Scio fino a giungere ad un racconto più fedele e autentico, come in Donne di Algeri, 1834 reso possibile dal suo viaggio in nord Africa.
Altro tema emerso è l’attrazione che gli artisti tra l’Ottocento e il Novecento nutrono per le tradizioni artistiche di altri continenti, si pensi anche alla pittura giapponese, in particolare modo le stampe, per gli artisti impressionisti e post impressionisti (Manet, Monet, Van Gogh, Gauguin soltanto per citarne alcuni) o la scultura tribale africana per gli artisti delle avanguardie storiche (Picasso, Kirchner etc.).
Gustave Courbet e il Realismo francese.
Courbet eredita da Gericault l’attenzione per il dato reale e il bisogno di narrare le vicende dei più poveri lasciati per lungo tempo fuori dalla storia. L’arte si fa narrazione oggettiva e anche lo stile pittorico si semplifica per divenire più immediato, la pittura in atelier si alterna a quella en plein air. Courbet sospende il giudizio e si limita a fotografare la vita degli operai e dei contadini, Damiuer utilizza la sua pittura invece come denuncia dello sfruttamento delle classi sociali meno abbienti e Millet racconta la vita dei contadini con estrema dignità esaltandone la dimensione “sacra” e la profonda dignità. Opere analizzate: G. Courbet: Gli spaccapietre, 1849, Funerale ad Ornans, 1849, L’Atelier dell’artista, 1855; H. Daumier, Il vagone di terza classe, 1862; J.F. Millet, l’Angelus, 1858-59, Le spigolatrici, 1857.
I esposizione universale, Londra, 1851 II esposizione universale, Parigi, 1855 Padiglione del Realismo, G. Courbet, 1855
Il contrasto tra la nuova arte e quella promossa dalle Accademie Teofilo Patini e la trilogia di denuncia sociale.
Questo artista abruzzese si muove nell’ambito del realismo sociale. “I miei quadri sono la pura e semplice manifestazione di un vero che mi circonda” dichiara l’artista. L’intento dei suoi lavori era proprio quello di «urtare i nervi delicati di chi porta guanti e calze di seta». La sua è una rappresentazione profondamente oggettiva della realtà.
L’erede, 1880
Vanga e latte, 1883-84 Bestie da soma, 1886
Pre-impressionismo
Eduard Manet (tra realismo e impressionismo) con la sua pittura scandalizza i benpensanti:
dipinge uomini dipendenti dall’assenzio ed emarginati dalla società, ritrae una prostituta nuda che guarda con sguardo fisso l’osservatore, un gruppo di borghesi in un prato tutti vestiti tranne una (per la prima volta in pittura la narrazione si interrompe, subentra il nonsenso nell’opera d’arte ripreso poi da alcune delle avanguardie storiche), una barista triste e pensierosa che vorrebbe trovarsi altrove. Apre la pittura a nuovi temi spesso scandalosi che spingono lo spettatore a porsi domande profonde, semplifica la pennellata dipingendo in modo veloce e poco definito l’ambiente (influenzerà la pittura impressionista) nel quale i suoi personaggi si trovano, semplifica le forme e i corpi rifacendosi alle stampe giapponesi, raccontando quelli che sono i vizi, le illusioni e le contraddizioni della società parigina della
dipinge uomini dipendenti dall’assenzio ed emarginati dalla società, ritrae una prostituta nuda che guarda con sguardo fisso l’osservatore, un gruppo di borghesi in un prato tutti vestiti tranne una (per la prima volta in pittura la narrazione si interrompe, subentra il nonsenso nell’opera d’arte ripreso poi da alcune delle avanguardie storiche), una barista triste e pensierosa che vorrebbe trovarsi altrove. Apre la pittura a nuovi temi spesso scandalosi che spingono lo spettatore a porsi domande profonde, semplifica la pennellata dipingendo in modo veloce e poco definito l’ambiente (influenzerà la pittura impressionista) nel quale i suoi personaggi si trovano, semplifica le forme e i corpi rifacendosi alle stampe giapponesi, raccontando quelli che sono i vizi, le illusioni e le contraddizioni della società parigina della