Durante la Seconda Guerra Mondiale le economie occidentali si erano incentrate sull’industria bellica e sulle produzioni necessarie a fronteggiare i conflitti armati. Al termine della guerra iniziò la riconversione e la ricostruzione del sistema industriale e infrastrutturale. Inoltre la necessità di promuovere sia lo sviluppo economico che la pace tra le nazioni, aveva gettato le basi per un più coeso assetto istituzionale internazionale. Con la Conferenza di Bretton
Woods del 1944 vennero create il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e il General Agreement on Tariff and Trade, come istituzioni
incaricate di stabilizzare il sistema economico internazionale.
In questo generale processo di ricomposizione e rinnovamento delle strutture economiche e politiche dei diversi paesi, gli Stati Uniti giocarono un ruolo determinante. Grazie all’ampiezza del loro sistema economico e alla capacità di esportare beni di consumo e capitali, l’America si presentava come la nazione alla guida dell’economia mondiale. Da una parte gli aiuti americani concessi con il “Piano Marshall” furono determinanti nel favorire una più rapida ripresa economica in Europa, dall’altra il sistema di cambi fissi predisposto con la Conferenza di Bretton Woods, ancorava le valute internazionali al valore del dollaro, riducendo notevolmente l’autonomia dei paesi nella definizione della politica monetaria. Questi elementi mostrano come la supremazia economica degli Stati Uniti a livello mondiale fosse pressoché indiscussa.
In quel periodo inoltre la leadership americana non si impose solamente a livello economico. Con l’inizio della guerra fredda, alla fine degli anni ’40, anche sul piano militare gli Stati Uniti assunsero tra le economie di mercato il ruolo di principale potenza in grado di contrapporsi al regime comunista di Mosca.
In questo ambito, l’obiettivo degli Stati Uniti di coltivare la superiorità militare a livello globale, come deterrente per i rivali che volessero intraprendere un conflitto armato, non fu ovviamente privo di effetti sul sistema industriale nazionale. Come era accaduto nel corso della Prima e della Seconda Mondiale,
73
durante i quarant’anni della guerra fredda, che ricompresero anche la Guerra di Corea (1950-53) e la Guerra del Vietnam (1960-75), l’investimento del governo atto a promuovere un settore degli armamenti tecnologicamente avanzato, sosteneva in modo rilevante lo sviluppo dell’intero sistema industriale americano.38
In primo luogo la spesa del governo nel settore della difesa costituiva una importante domanda pubblica di beni e servizi al settore privato. Questo favoriva le imprese americane che, al riparo dalla competizione straniera, si trovavano a fornire al Dipartimento della Difesa enormi volumi di produzione, sviluppando economie di scala e di apprendimento. In secondo luogo l’attività di ricerca e sviluppo condotta per scopi militari, finanziata pubblicamente, era in grado di produrre innovazioni e tecnologie dual-use che potevano essere utilizzate e commercializzate in ambito civile. 39 In questo quadro il dipartimento della Difesa costituiva quindi uno dei principali centri attraverso cui veniva implementata la politica industriale americana. Accanto a questo Dipartimento altre agenzie di governo ricoprivano poi un ruolo analogo, quali ad esempio la NASA, il National Institute of Health e la National Science
Foundation.
Si possono citare diversi casi di industrie che in quegli anni beneficiarono di una relazione “privilegiata” con il governo.
L’industria dei chip di memoria utilizzati nella produzione di processori ad esempio vide il proprio sviluppo grazie alla crescente domanda da parte dell’Air
Force, che utilizzava il prodotto nella costruzione di missili. Anche la NASA,
attraverso il Programma Apollo degli anni ’60 e ’70, finalizzato all’esplorazione dello spazio, giocò per il settore dei chip un ruolo del tutto simile a quello dell’Air Force (Di Tommaso M. R., Schweitzer S. O., 2013).
Un’altra industria civile che ebbe enormi vantaggi dagli investimenti in ambito militare fu quella dei software e computer. La quantità di computer domandati nel corso degli anni ’50 e ’60 dal Dipartimento della Difesa, dall’Air Force, dall’
38 Si consideri che alla fine degli anni ’60 la spesa del governo nel settore della difesa sfiorò il
9% del PIL americano.
39 Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale la spesa pubblica degli Stati Uniti in
74
Army Signal Corps, dall’Atomic Energy Commission, dalla NASA, dal U.S. Weather Bureau (l’attuale National Center for Atmospheric Research), dal National Institute of Health e dalla Social Security Administration, incentivò le
imprese private del settore a sviluppare nuovi prodotti e nuove tecnologie godendo della protezione dalla concorrenza estera. Nel corso degli anni ’60 inoltre, l’Advanced Research Projects Agency (ARPA), successivamente rinominata Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), finanziò la ricerca che condusse alla realizzazione della connessione internet (Di Tommaso M. R., Schweitzer S. O., 2013).
Dinamiche del tutto analoghe accaddero per lo sviluppo dell’energia nucleare utilizzata in ambito civile, grazie al proseguimento degli investimenti in ricerca e sviluppo condotti per realizzare le bombe atomiche utilizzate nella Seconda Guerra Mondiale. Come per l’energia nucleare, anche lo sviluppo dell’industria delle biotecnologie godette del supporto pubblico durante la presidenza di Richard Nixon, che decise di finanziare la conversione del programma nazionale per la costruzione di armi biologiche nella ricerca biomedica destinata al mercato civile (Di Tommaso M. R., Schweitzer S. O., 2013). Il ruolo del governo americano e del Dipartimento della Difesa fu quindi di primo piano, non solo come settore pubblico finalizzato ad accrescere le capacità di intervento armato, ma come traino dell’economia americana nel suo complesso.
2.5 L’amministrazione Carter e il dibattito di politica industriale degli