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Dal secondo dopoguerra agli anni cinquanta: l’Archivio Storico d’Arte Contemporanea ed il senso di una fototeca d’arte del moderno

Capitolo secondo

2. Dal secondo dopoguerra agli anni cinquanta: l’Archivio Storico d’Arte Contemporanea ed il senso di una fototeca d’arte del moderno

2.1 Strategie per una fototeca

“[…] In occasione della ripresa delle manifestazioni della Biennale si è dato nuovo impulso all’Archivio Storico d’Arte Contemporanea, affidandone la direzione al critico Umbro Apollonio, che ha validamente collaborato con il prof. Pallucchini alla preparazione e conduzione delle esposizioni. Questo Archivio, in cui trovano posto una Biblioteca, una Emeroteca e una Fototeca, che raccolgono tutta la documentazione che interessa la cultura moderna sulle arti figurative, sulle manifestazioni in genere indette dalla Biennale, è un istituto fra i meglio attrezzati e uno strumento di ricerca critica tra i più completi che esistano oggi in Europa per lo studio dell’arte moderna: come tale esso deve rispondere sempre meglio alla sua funzione non solo nei confronti della preparazione della Biennale, ma prima di tutto nel campo degli studi […].” 250

Si potrebbe tracciare così, con le parole di Giovanni Ponti – commissario straordinario dell’Ente Autonomo La Biennale di Venezia – la funzione culturale dell’Archivio Storico d’Arte Contemporanea, emanazione diretta della Biennale che, dopo sei anni d’interruzione, usciva dalla stasi provocata dal Secondo conflitto mondiale, rinnovando quello stesso indirizzo proclamato al mondo nel 1895: “tale mostra internazionale dovrà attirare maggiormente il pubblico con la fama degli illustri stranieri che concorreranno; porgerà a tutti gli intelligenti, che non sono in grado di intraprendere lunghi viaggi, il modo di conoscere e di paragonare gli indirizzi estetici più diversi, ed arricchirà il patrimonio intellettuale dei giovani artisti.” 251

PONTI (1951) p. 15. Giovanni Ponti era nato a Venezia il 19 gennaio 1896. Laureato in lettere all’Università di 250

Padova, ordinario di Lettere italiane al Liceo Marco Foscarini di Venezia, fu sindaco della Città lagunare dalla Liberazione all’aprile 1946. Deputato dell’Assemblea Costituente, membro della Camera dei Deputati, democristiano, fu presidente dei Civici Musei e della Procuratia di Venezia, nonché presidente della Biennale Internazionale d’arte della Città di Venezia. Dati ricavati da: foglio volante, “Profilo di Giovanni Ponti”, (s.d.) in ASAC, Fondo Storico, attività, serie Arti Visive, sottoserie 4.6.3, miscellanea 1928-1978, busta 6; Giovanni Ponti, allora Sindaco di Venezia, fu nominato dal Comitato Nazionale di Liberazione e dall’Amministrazione della Biennale commissario straordinario della Biennale nel 1945 e, con tale incarico, rimase fino al 1951 allorché fu nominato presidente dell’Ente, vedi anche

Sinossi dello sviluppo dell’Ente Biennale dal 1895 al 1958, in BAZZONI (1962). Ponti, a seguito della nomina a

Ministro segretario dello Stato nel 1954, rassegnò le dimissioni dalla carica di presidente. Con il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 10 dicembre 1954, al suo posto, venne nominato presidente dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia Esposizione Internazionale d’Arte” il Comandante Massimo Alesi, fino al 9 aprile 1955, data di scadenza del quadriennio. Giovanni Ponti tornerà alla Biennale con nomina provvisoria a commissario straordinario, con Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 1957 “Scioglimento del Consiglio di amministrazione dell’Ente Autonomo «La Biennale di Venezia-Esposizione internazionale d’Arte» e nomina del Commissario Straordinario”, in BAZZONI (1962), pp. XXVI-XXVII.

PONTI (1951), p. 1. 251

Gli stessi principi dunque, tra tutti il carattere squisitamente moderno e l’internazionalità, che saranno suggellati con la Biennale della rinascita del 1948 . 252

Se la mostra internazionale d’arte era chiamata a registrare quei processi artistici mondiali, taluni dei quali oscurati ed obliati durante il Ventennio, l’archivio ritornava in auge ispirato alla stessa missione di diffusione del moderno. Non risulti ora superfluo riprendere un passo dell’intento programmatico: “conoscere e paragonare gli indirizzi estetici più diversi” . 253

Il segretario generale Rodolfo Pallucchini , alfiere del processo di formazione ed elaborazione di 254

un “pensiero critico sull’arte contemporanea e di un suo linguaggio scritto” , nella sua 255

corrispondenza epistolare con Domenico Varagnolo, in data 22 aprile 1948, fornisce una preziosa testimonianza di quello che fu lo sforzo congiunto per riportare l’archivio storico alla piena efficienza. Scriveva Pallucchini:

“Ente Autonomo La Biennale di Venezia Venezia, lì 22 aprile 1948 Caro Varagnolo,

faccio seguito alla mia del 30 marzo u.s. ed al colloquio che ho avuto con te alcuni giorni fa, per farti presente, in correlazione alla ripresa dell’attività della Biennale, al nuovo forte impulso che sta prendendo, al prestigio che sta riconquistando in campo internazionale come si rende assolutamente indispensabile e indilazionabile il potenziamento del nuovo Archivio. Non si può attendere oltre per provvedere a colmare i vuoti di cui soffre e che più tardo non si potrebbero riparare.

Ti do qui di seguito alcuni suggerimenti, alla cui realizzazione pratica ti prego di provvedere con sollecita cura.

È opportuno anzi tutto che l’Archivio inizi un’opera di collegamento con tutti quegli enti italiani e stranieri che organizzano mostre o che comunque interessano l’arte moderna.

Controllare se tutte le gallerie italiane inviano regolarmente i cataloghi delle loro mostre: ti sarà facile seguire le varie attività in questo senso attraverso i ritagli dell’Eco della Stampa.

Seguire le mostre d’arte italiana all’estero.

Si ravvisa necessaria qualche nota bibliografica sulla prima Biennale del dopoguerra: oltre al catalogo della 252

manifestazione: LA BIENNALE DI VENEZIA (1948), “Ulisse”, vol. II, fasc. IV. luglio 1948, ARGAN-APOLLONIO- FALDI-MARCHIORI-VENTURI (1948), pp. 691-756, lo speciale di “Emporium”, vol. CVIII, anno LIV nn. 7-8, luglio-agosto 1948, APOLLONIO (1948), BARTOLINI (1948), BRANZI (1948), PODESTÀ (1948), VERGANI (1948), ALLOWAY (1968), BELLI (1995), BUDILLON PUMA (1995), BANDERA (1999), Venezia 1950-59 catalogo della mostra (1999), MALBERT (2009), NEGRI (2011), La continuità della Biennale di Venezia, pp. 226-227.

PONTI (1951), p. 1. 253

Rodolfo Pallucchini fu chiamato a reggere la Segreteria della Biennale nell’estate del 1947. Egli ricoprì l’incarico di 254

segretario generale della Biennale dal 1947 al 1957.

CASTELLANI (2010), p. 182. Per approfondire il ruolo di Rodolfo Pallucchini alla Biennale di Venezia si veda il 255

saggio di BANDERA (2012). Dello stesso autore si veda il saggio in “Arte Documento”: collezione di Storia e tutela dei Beni Culturali, cfr. BANDERA (2001). Si veda inoltre BANDERA (1999). Merita una nota di attenzione il volume a cura di Giuliana Tomasella: Rodolfo Pallucchini: scritti sull’arte contemporanea, in particolare il saggio: “Rodolfo

Pallucchini e l’arte contemporanea”. Cfr. TOMASELLA (2011), pp 17-87. Sul Pallucchini contemporaneista si vedano

inoltre: NONVEILLER (1999b), TOMASELLA (2007a), TOMASELLA (2012), TOMASELLA (2013), DAL CANTON (2001), DAL CANTON (2012). Sulla figura dello studioso si vedano pure SALVAGNINI (2006),

Pallucchini l’antichista, pp. 321-323. Rimando il lettore al numero di “Arte Documento”: Una vita per l’arte veneta. Scritti in onore e ricordo di Rodolfo Pallucchini, cfr. PILO (2001), la tesi di RODELLA (1991-1992).

Per esempio è da richiedere il catalogo della mostra dell’800 italiano a Lugano.

Ti prego poi di prendere contatto con il Museum of Modern Art di New York, il West 53rd Street (cui richiedere il catalogo del Museo e tutta la ricca serie di pubblicazioni che esso edita), con il Museo comunale di Amsterdam, diretto da Uhr. B.J..H.B. Sandberg, Paulus Potterstraat 13, (il quale organizza magnifiche mostre d’arte moderna con splendidi cataloghi), con il Museo d’arte moderna di Parigi, con il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, con la Kunsthalle di Basilea (direttore il dr. Lichtenhan), con il Kunstmuseum di Berna, con il Kunstmuseum di Zurigo (che ha aperto in questi giorni una grande mostra su Rouault) con il Louvre stesso, con il The Art Istitute of Chicago (Chicago 3, Illinois), con il The Cleveland Museum of Art (Cleveland 6, Ohio), il quale edita “The Journal of Aesthetic and Art Criticism”, con il The Detroit Istitute of Art di Philadelphia (cui si deve un ottimo volume su Corot), ecc.

A questi istituti ed enti sarà bene indirizzare una lettera chiedendo l’invio di cataloghi e informazioni in genere. Soltanto prendendo questi contatti sarà possibile aggiornare continuamente la biblioteca con quelle pubblicazioni fondamentali per la conoscenza dell’arte moderna e per tener vivo il nostro istituto.

Tu stesso potresti essere aggiornato sulle varie attività artistiche e sulle pubblicazioni d’arte più importanti d’Europa e d’America mediante la lettura del periodico “Arts”, che è veramente una miniera di informazioni d’ogni genere. Anzi, sarebbe bene poter provvedere a fare la raccolta completa di questo periodico.

Già da alcuni mesi si era concordato l’elenco completo delle riviste che sembrano necessarie per la nostra biblioteca, ma alcune di quelle non le ho mai viste arrivare, per esempio “Les Arts Plastiques” di Bruxelles. Ora, se le librerie cui hai dato l’incarico di provvedere all’abbonamento, non riescono a soddisfare la richiesta, possiamo noi stessi passare l’ordinazione.

Tra le riviste che ricordo ti segnalo: “Arts News”, “Art on exhibit”, “Art et Style” (che ha ultimamente dedicato un numero a Bonnard, e di cui bisognerebbe vedere di completare la raccolta). La raccolta dei “Cahiers d’art” è completa? “Stile” e “Domus” giungono regolarmente?

Sarà bene infine ordinare e fare la raccolta di “Das Kunstwerk”, rivista d’arte edita dal Woldemar Klein Verlag di Baden Baden. Ti ricordo poi alcuni libro che ti pregai di procurare: René Caffè, “De Chirico le Voyant” (Ed. La Boétie, 44 rue de Loxum, Bruxelles); Newton, British sculture 1944-46 (John Tiranti Ltd.. 72 Charlotte Street, London w.l.), Van Katachalam “Contemporary Indian Painters” (Ed. David Marlowe), D. Cooper, “Juan Gris”, (Ed. Lund Humphries, London), Hoffman “Grosz” (Ed. Nicholson e Watson), un Gauguin edito da Lindsay Drummond di Londra, e poi due libri su Seurat, di cui ho perduto l’indicazione bibliografica.

Tra le riviste è importante provvedere fin d’ora affinché il Ministero della Pubblica Istruzione ci invii gratuitamente il suo bollettino d’arte di imminente pubblicazione, mediante una lettera al Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti.

Ti allego poi un ritaglio di giornale che riguarda il Museo di Belle Arti di Berna: utile per chiedere catalogo ed informazioni.

Questi che ti do sono degli appunti, degli orientamenti, e ti sarò molto grato se mi aiuterai a completarli con tutte le altre informazioni che potrai raccogliere. Al caso potrai sempre farti aiutare da Apollonio che è bene aggiornato su tutte le questioni bibliografiche.

Sarà opportuno, allo scopo di pesare un po’ sugli istituti e di indurli facilmente a esserci generosi d’aiuto, che le lettere portano anche con la mia firma come Segretario Generale della Biennale, a fianco della tua.

Per richiedere i cataloghi alle gallerie citate su “Arts” si potrebbe forse studiare una lettera ciclostilata. Ti prego infine di raccogliere in una cartella tutte le fotografie che gli artisti invitati o partecipanti attraverso giuria ti avessero mandato. […]

Prof. Rodolfo Pallucchini” 256

Lo storico dell’arte era fermamente convinto che la ripresa dei contatti con le nazioni straniere fosse un passo imprescindibile e di grande utilità al fine di colmare il debito culturale accumulato con la progettazione di mostre di ricapitolazione storica , “per l’aggiornamento di un pubblico e di una 257

critica che con ritardo si stavano accorgendo di quanto era avvenuto al di là delle Alpi.” 258

Mai come nel secondo dopoguerra fu tanto forte l’esigenza di un’istruzione artistica nei settori vitali e nei processi produttivi della politica, della cultura, dell’informazione e della pubblicità, rispetto ad un “bisogno di un servizio pubblico come quello di uno Stato moderno che non ha rinunciato ad «educare» istruendo.” 259

Ed è nella succitata parola di Pallucchini la determinazione di un disegno preciso anche per l’archivio della Biennale. I richiami, come si desume dalla lettura di questo documento, sono tutti rivolti alla volontà “indispensabile e indilazionabile” di potenziare l’Archivio Storico d’Arte 260

Contemporanea e sono diretti alla formulazione di un indirizzario di contatti con tutti quegli istituti italiani e stranieri che avevano avuto particolari compiti nella diffusione della cultura figurativa moderna. Le acquisizioni per incrementare il patrimonio librario della biblioteca – annota ancora lo storico dell’arte – dovevano essere indirizzate all’acquisto di cataloghi:

Lettera di Rodolfo Pallucchini a Domenico Varagnolo del 22 aprile 1948, ASAC, Fondo Storico, Uffici, Archivio 256

Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.1, corrispondenza 1927-1949 (ASAC 1), busta 13: “Varagnolo 1948-1949”. Tra i volumi segnalati da Pallucchini figuravano: “H. Graber, Pisarro, Sisley, Monet, Nach eigenen und freunden Zeugnisse, Bâle, 1943”, dettaglio rinvenuto nelle successive lettere di corrispondenza con Domenico Varagnolo, in particolare nella lettera di Rodolfo Pallucchini a Domenico Varagnolo del 7 maggio 1948, e successive del 24 settembre 1948 e 27 dicembre 1948 in ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.1, corrispondenza 1927-1949 (ASAC 1), busta 13: “Varagnolo 1948-1949”. Elenchiamo con dovizia di particolari altre pubblicazioni segnalate da Pallucchini: Londra, Tate Gallery Esposizione di Louis David; Bruxelles, Palais des Beaux Arts: Mostra di Leonor Fininger; Parigi, Galerie Bernier: Exposition de Lontreuil, Zurigo, Salon d’art Wolpsberg: L’estampe française du XXme siècle; Filadelfia, Museum of fine arts: Mostra di Matisse; Londra, Tate Gallery: Paul Nash; Londra, Galleria Wildenstein: Vuillard; Parigi, Museo d’Arte Moderna: Permeke, Suzanne Valadon; Parigi, Museo Galliera: Huit siècles de vie britannique à Paris, Orangerie: David, Palais de New York: Salon des Tuileries; Zurigo, Kunstmuseum: Marquet, Rouault, Klee; Berna, Kunsthalle: Paula Modersohn und die Brüke, Lembruch, Marc, Make, André Marchand, Berna, XXI Exposition de la Societé Suisse des peintres et sculptures, IBIDEM. Sebbene l’archivio avesse dato nuovo impulso alla politica di acquisto per la biblioteca dall’agosto del 1947, ricordo che lo stesso Istituto aveva ripreso le normali funzioni nel settembre del 1948, la fonte è una lettera di Domenico Varganolo indirizzata a Rodolfo Pallucchini datata 10 settembre 1948 nella quale si apprende che: “vi sono parecchie pubblicazioni portate in visione dai librai che attendono le decisioni relative”, in ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.1, corrispondenza 1927-1949 (ASAC 1), busta 13: “Varagnolo 1948-1949”

Sono del 1948 la grande mostra dell’impressionismo, le mostre personali dei maggiori maestri (Kokoschka, Picasso, 257

Klee, Turner, Moore, Braque, Rouault, Chagall, Wotruba, Schiele, Auberjonois), la collezione Guggenheim. PALLUCCHINI (1960), p. 181.

258

BELLONI (1952), p. 1. 259

Lettera di Rodolfo Pallucchini a Domenico Varagnolo del 22 aprile 1948 in ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio 260

Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.1, corrispondenza 1927-1949 (ASAC 1), busta 13, “Varagnolo 1948-1949”.

“[…] di mostre di estrema importanza per l’arte contemporanea. Dato l’orientamento che il nostro Comitato ha voluto dare all’esposizione veneziana, è necessario che l’archivio sia uno strumento di informazioni precise ed aggiornate; al momento di organizzare mostre di stranieri è assolutamente indispensabile avere a disposizione i cataloghi, onde ritrovare indicazioni di opere e di proprietari. Mi permetto ancora di insistere che codesto archivio si metta subito al corrente per ottenere i cataloghi che ho indicato. […]” 261

Ma è espresso, sottotraccia, anche il ruolo direttivo del segretario generale per la vita artistica dell’archivio e, allo stesso tempo, viene formulato un indirizzo preciso per la configurazione di una fototeca (e della sua progressiva istituzionalizzazione) cominciata, essenzialmente, come “serbatoio visivo” per illustrare l’arte moderna.

In questa visione, sempre contigua alla storia dell’istituzione veneziana, è possibile scorgere altresì certuni intendimenti del magistero di Pallucchini e della sua governance tesa a dare impulso ad una “politica delle immagini” dell’archivio; intendimenti riconducibili tutti alla funzione educativa della Biennale, e più in generale delle mostre a carattere internazionale e nazionale, nell’intento – riprendendo le sue parole – di “accertate la cultura figurativa oggi in pieno rigoglio.” 262

Un’ulteriore sollecitazione per una corretta genesi di una fototeca d’arte contemporanea nel seno della Biennale ci pare di cogliere in un altro passo di Pallucchini riportato da Giuliana Tomasella nel suo studio sul rapporto tra lo storico dell’arte e il contemporaneo. Infatti il commento di 263

Rodolfo Pallucchini sul ruolo dei musei (il segretario generale proponeva una netta distinzione di funzione tra una galleria d’arte moderna e un museo d’arte antica) parrebbe attagliarsi assai bene al nostro ragionamento se, sul piano ideale, estendessimo il concetto di “fruizione” anche all’archivio: “una raccolta d’arte contemporanea deve limitarsi ad una funzione d’archivio per lo storico, ad un’antologia varia e disinvolta per l’artista, ad una fonte d’insegnamento per la persona di cultura e per il pubblico.” 264

Lettera di Rodolfo Pallucchini a Domenico Varagnolo del 2 ottobre 1948, ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio 261

Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.1, corrispondenza 1927-1949 (ASAC 1), busta 13: “Varagnolo 1948-1949”. La Commissione per l’arte figurativa, presieduta da Giovanni Ponti era composta da Nino Barbantini, Caro Carrà, Felice Casorati, Roberto Longhi, Marino Marini, Giorgio Morandi, Rodolfo Pallucchini, Carlo Ludovico Ragghianti, Pio Semeghini, Lionello Venturi, da “Presidenza e comitato direttivo dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia” in LA BIENNALE DI VENEZIA (1948) Catalogo dell’esposizione. L’interesse per i fatti d’archivio e la richiesta di una continua rendicontazione sull’attività di ingresso di patrimonio librario sarà, per Pallucchini, una costante, anche sotto la direzione di Umbro Apollonio: “Caro Apollonio, ti sarò grato se vorrai farmi avere in visione, oltre che le riviste e i cataloghi che arrivano, anche i libri che sono acquistati dall’Archivio, in modo che io possa essere a conoscenza di tutto il materiale che entra nell’Archivio stesso. Io sarei sempre dell’idea di tener esposti nella sala dell’Archivio, in un luogo idoneo, almeno per una settimana i libro e i cataloghi entrati, in modo che anche il pubblico che frequenta l’Archivio si possa fare un’idea del materiale esistente nell’Archivio. Cordialità Rodolfo Pallucchini”. Lettera di Rodolfo Pallucchini a Umbro Apollonio, Venezia, 5 gennaio 1951, ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.2, corrispondenza 1949-1972 (ASAC 2), busta 1. Rendo noto che la biblioteca personale di Pallucchini (acquistata dall’Università di Udine nel 1990 e ivi conservata) è stata oggetto di studio da parte di Alessandro Del Puppo. Cfr. DEL PUPPO (2012).

PALLUCCHINI (1951), p. 19. 262

TOMASELLA (2011), Rodolfo Pallucchini e l’arte contemporanea, pp. 17-87. 263

PALLUCCHINI (1938), in TOMASELLA (2011), cit. p. 21. 264

Secondo Pallucchini il pubblico aveva, grazie alle manifestazioni artistiche della Biennale, oltreché il diretto confronto con l’arte più aggiornata, anche la possibilità di “informarsi”. Nel 1950 sarà lo stesso Pallucchini, nell’argomentare i criteri fondamentali cui si era attenuta la Commissione, a dichiarare per punti programmatici, con un articolo intitolato Sguardo alla Biennale del 1950 scritto per la rivista “Produzioni d’Arte”, la stessa funzione educativa della Biennale d’arte:

1) massimo rigore nella scelta dell’arte italiana d’oggi, in modo che essa possa sostenere degnamente il confronto con quella straniera;

2) informazione critica e storica, nei riguardi del pubblico italiano, dello svolgimento dell’arte contemporanea, dall’impressionismo ai nostri giorni.

Uno degli scopi appunto per il quale nacque nel 1895 la Biennale fu quello informativo: in una città così carica di passato si ebbe il coraggio di indire una mostra rivolta alla conoscenza dell’arte contemporanea. Si volle offrire cioè la possibilità agli artisti, agli studiosi ed al pubblico di essere al corrente di quanto avveniva dovunque nel campo delle arti figurative.” 265

Ritornando alle disposizioni archivistiche, centrali per il nostro ragionamento, il segretario generale si era rivolto a Domenico Varagnolo esprimendo il desiderio di “raccogliere in una cartella tutte le fotografie che gli artisti invitati o partecipanti attraverso giuria” avessero spedito all’archivio 266

storico.

È dunque plausibile affermare che molto di più che un mero indirizzo di metodo (troviamo, del resto, enunciati mansioni e doveri nel “Regolamento Organico” allora vigente ), abbia legato la 267

presenza di Pallucchini all’archivio della Biennale. E lo si può infatti riscontrare nella

PALLUCCHINI (1950c) p. 30. 265

PALLUCCHINI (1938), in TOMASELLA (2011), cit. p. 21. 266

Risaliva ai tempi del regime totalitario il “Regolamento Organico” (1939) ancora in vigore. Questo conferiva al 267

segretario generale la “responsabilità sulla conduzione tecnica dell’attività dell’Ente, della quale rispondeva sia al Presidente che al Consiglio di Amministrazione”, informazioni ricavate da una lettera di Rodolfo Pallucchini indirizzata a Giovanni Ponti e Giovanni Piccini, rispettivamente presidente della Biennale di Venezia e direttore amministrativo della Biennale d’Arte di Venezia, Venezia, 10 novembre 1952, in ASAC, Fondo Storico, uffici, Archivio Storico delle Arti Contemporanee, serie 3.6.2.2, corrispondenza 1949-1972 (ASAC 2), busta 1. Si veda anche: LA BIENNALE DI VENEZIA (1942). Sempre il Regolamento Organico per gli impiegati e i salariati Deliberato dal Consiglio

d’Amministrazione nell’adunanza del 15 novembre 1939 - XVIII, riporta all’Art. 8 punto b che per l’Archivio Storico

d’Arte Contemporanea spettavano al segretario generale e al direttore Amministrativo, a seconda che si trattasse di problemi di carattere artistico o amministrativo, compiti di: “dare le direttive per quanto concerne lo sviluppo di esso e della fototeca; sorvegliarne il funzionamento; sovrintendere alla compilazione del Bollettino “L’Arte nelle Mostre italiane” edito dall’archivio stesso”; mentre il conservatore dell’Archivio Storico d’Arte Contemporanea provvede: “al funzionamento, incremento e buona conservazione dell’Archivio e delle pubblicazioni che lo riguardano; alla compilazione del bollettino “L’Arte nelle Mostre Italiane”; alla compilazione dei cataloghi delle Biennali e delle Mostre d’arte italiana all’estero; alla raccolta di tutte le notizie e dati necessari per l’organizzazione delle suddette mostre; alla tenuta del catalogo ed all’ordinamento della biblioteca e della fototeca. Per l’acquisto di pubblicazioni ha facoltà di