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Segnalazioni e colloqui

Nel documento Relazione delle attività Anno 2020 (pagine 34-39)

3. Attività svolte negli Istituti penitenziari e nelle REMS in Emilia-Romagna

3.1. Segnalazioni e colloqui

L’ufficio del Garante nell’anno 2020 ha ricevuto e gestito complessivamente 204 (di cui 5 non riconducibili direttamente a luoghi di privazione della libertà) richieste di intervento, lo scorso anno ne aveva ricevute 210. Se l’andamento delle istanze si conferma in linea con i numeri degli anni scorsi, sotto un profilo non esclusivamente quantitativo occorre, quest’anno, soffermarsi su alcuni aspetti rilevanti:

le aperture di fascicoli per iniziativa dell’ufficio e il profilo dei segnalanti.

Il Garante ha aperto 28 fascicoli d’ufficio. Di questi:

▪ 4 riguardano approfondimenti relativi ai fatti accaduti durante le rivolte del marzo 2020 nelle Case circondariali di Modena e Bologna;

▪ 12 fascicoli sono stati aperti a seguito di decesso della persona detenuta;

▪ 5 riguardano approfondimenti relativi alla situazione sanitaria e alle condizioni detentive in applicazione dei protocolli Covid-19;

▪ 4 aperti a seguito di notizie apprese a mezzo stampa;

▪ 3 aperti a seguito di notizie acquisite direttamente dal Garante.

Hanno inviato una segnalazione all’ufficio del Garante:

▪ 22 Avvocati;

▪ 11 operatori penitenziari, sanitari, volontari;

▪ 11 Garanti regionali e Garanti locali di altre regioni;

▪ 30 famigliari (genitore, figlio, convivente o coniuge della persona detenuta).

I detenuti che hanno scritto personalmente all’ufficio sono stati circa 100.

La distribuzione delle segnalazioni per istituto è suddivisa come rappresentato in figura:

Fig. 4 - Segnalazioni pervenute all’Ufficio del Garante distinte per Istituto

Dalla Casa circondariale di Reggio Emilia e dagli Istituti penali di Parma sono pervenute il maggior numero di segnalazioni; a seguire troviamo le Case circondariali di Bologna, Modena, Piacenza e Forlì.

Rilevante anche il dato delle segnalazioni provenienti da Istituti fuori regione da parte di persone detenute trasferite a seguito delle rivolte di marzo 2020, che segnalano problemi relativi al parziale o mancato recapito dei propri beni ed effetti personali, oppure la richiesta di ritorno in un istituto della propria regione.

I contenuti delle segnalazioni, in questo anno molto difficile, sono stati molteplici poiché ai temi che venivano segnalati con maggiore ricorrenza (art. 54 O.P., problemi di carattere sanitario, vitto, trasferimenti, lavoro, rapporti con la Magistratura di Sorveglianza) si sono aggiunte sia le preoccupazioni di carattere sanitario e le difficoltà interne agli istituti in termini di riduzione degli spazi e delle attività di socialità, sia il maggiore impatto che queste stesse problematiche hanno rivestito in questo anno.

Prova ne sono le diverse segnalazioni ricevute, anche per il tramite di associazioni, dai famigliari della persona detenuta per esprimere preoccupazione sulle condizioni di salute o timori di contagio e per riferire situazioni di salute ritenute incompatibili con le condizioni detentive.

Molti i casi di lamentele e richieste di informazioni per visite ed esami medici posticipati, spesso a data da definirsi o con tempi di attesa molto lunghi.

Diverse segnalazioni, sempre da parte di famigliari, hanno poi riguardato le difficoltà o l’assenza di comunicazioni telefoniche o video, in particolare durante il periodo di quarantena obbligatoria per i nuovi ingressi. Quasi tutti gli interventi del Garante al riguardo hanno trovato un immediato riscontro da parte delle Direzioni dei diversi istituti che hanno provveduto a risolvere il problema evidenziato.

Altro tema che ha caratterizzato l‘attività dell’ufficio di questo anno 2020 è stato quello legato ai trasferimenti: da e verso altre regioni, per motivi di salute (soprattutto negli IIPP di Parma) e a seguito delle rivolte di marzo a Bologna e Modena.

I trasferimenti successivi alle rivolte hanno determinato un intenso scambio di corrispondenza tra l’ufficio del Garante regionale e i vari Garanti delle altre regioni.

Il tema, invece, dei trasferimenti su istanza del detenuto per avvicinamento alla famiglia è stato più volte oggetto di segnalazioni all’ufficio a causa delle restrizioni ai trasferimenti determinati dall’emergenza Covid- 19. L’Amministrazione penitenziaria ha sostanzialmente ridotto i trasferimenti dei detenuti ai soli casi determinati da motivi di sicurezza o giudiziari.

Le segnalazioni ricevute vengono gestite dall’ufficio per l’apertura del relativo fascicolo e, in base all’oggetto, vengono classificate per materia. Di seguito si riportano i macro-argomenti che caratterizzano i fascicoli, precisando che la segnalazione non si esaurisce quasi mai in un unico argomento perché quasi sempre rappresenta diverse problematiche.

Nel caso, poi, della richiesta di colloquio presentata su Mod. 393 (la c.d. “domandina”) quasi mai viene specificato l’argomento che si vuole portare all’attenzione del Garante.

Fig. 5 - Segnalazioni per materia

Quest’anno si è verificata una forte frammentazione delle problematiche segnalate dalle persone detenute. Sebbene temi comuni e trasversali fossero poi riconducibili alle preoccupazioni per la condizioni detentive in periodo Covid-19, ai rapporti con la Magistratura di Sorveglianza, ai tempi di attesa delle visite e degli esami clinici esterni, alle richieste di trasferimento, ecc… vi è comunque stata una fortissima diversificazione dei problemi rappresentati e delle specifiche situazioni giuridiche delle persone detenute.

Molti casi sono stati ripetutamente segnalati, oltre che dai famigliari, da avvocati o associazioni ed indirizzati anche al Garante Nazionale e alle Istituzioni; conseguenza invitabile di questa fase pandemica che ha amplificato ogni singola questione.

I problemi e le preoccupazioni di carattere sanitario hanno riguardato diversi ambiti: dalle condizioni di salute del detenuto che, soprattutto per certi istituti, è aggravata da un’età media elevata, la necessità di cure quotidiane e la gestione del rischio Covid-19, agli appuntamenti per visite ed esami esterni saltati o riprogrammati in periodi successivi, ai problemi di disagio psichico.

In riferimento alla voce Rapporti con la Magistratura di Sorveglianza si rilevano le consuete richieste di risposte in tempi più brevi.

Quant’anno, per evidenti ragioni, la criticità nelle condizioni detentive sono state un riferimento ricorrente nella gestione di diversi fascicoli. Sotto tale voce occorre distinguere:

▪ la corrispondenza con le Istituzioni e quella con singole persone detenute relativamente al periodo successivo alle rivolte negli istituti di Modena e Bologna, situazioni che il Garante ha costantemente monitorato;

▪ diverse anche le richieste pervenute all’ufficio da parte di famigliari e conviventi delle persone

detenute per chiedere notizie e ripristinare contatti dopo i trasferimenti nei giorni successivi alle rivolte dell’8 e 9 marzo;

▪ i decessi in carcere, sui quali vi sono in corso accertamenti della Magistratura.

Per quanto riguarda i trasferimenti vi è stata un’evidente netta diminuzione delle possibilità di vedere accolte le domande dei detenuti motivate da avvicinamento ai famigliari.

Problemi con area educativa, direzione e personale di custodia. Questa è una casistica soggettiva, dove ciascun detenuto lamenta una specifica richiesta non accolta o una criticità in corso.

L’ufficio, riportando qui solo alcuni esempi, ha gestito problemi relativi alle richieste di vitti speciali per motivi culturali; lamentele per i tempi lunghi di gestione della corrispondenza e dei pacchi nei casi di disposizione del controllo della corrispondenza (art. 18 ter O.P.); lamentele per spostamenti di sezioni da una parte ad un’altra dell’istituto.

In questo contesto di difficoltà dei rapporti tra personale e persone detenute occorre rilevare che nel marzo scorso è stato in diversi casi e in alcuni periodi disposto il regime chiuso, cui è seguita, in tempi diversi una progressiva riapertura. Vi sono state sospensioni o riduzioni delle attività lavorative e scolastiche e dell’ingresso dei volontari. Inoltre, i funzionari giuridico pedagogici, da sempre in numero esiguo rispetto alle dimensioni degli istituti, hanno dovuto rimodulare la loro organizzazione del lavoro.

Infine, sotto le voci:

lavoro sono state gestite richieste di informazioni sulle pensioni di invalidità; richieste di possibilità di accesso ad agevolazioni contributive per l’impiego di persone detenute o internate;

rapporto con altro; casi gestiti: preoccupazione per imminente fine pena e mancanza di supporti esterni; richiesta informazioni su ruolo del Garante; richiesta informazioni su Regolamento d’istituto e altre disposizioni interne sui materiali per l’igiene e la pulizia personale;

rapporto con la famiglia; casi gestiti: preoccupazioni per situazione di indigenza della famiglia; numero delle telefonate e video chiamate.

Le richieste di colloquio ricevute dal Garante sono state complessivamente 72, mentre i colloqui e i video colloqui effettivamente svolti sono stati 55, come rappresentati dalla fig. 6. I colloqui non svolti, per una minima parte, sono motivati da scarcerazione o trasferimento del richiedente, in un paio di occasioni la persona detenuta ha poi rinunciato al colloquio. Negli altri casi, invece, il Garante regionale ha interessato il Garante locale o è intervenuto con un’altra modalità per la soluzione del problema direttamente presso la Direzione dell’Istituto, l’Area sanitaria o altri soggetti.

Fig. 6 - Colloqui effettuati dal Garante per Istituto

Nel 2020 il Garante ha ricevuto diverse richieste di colloquio e ha gestito un numero maggiore di fascicoli relativi a persone detenute in regime di 41 bis O.P., anche per effetto dell’art.2-sexies del Decreto-legge 28/2020 che definisce la competenza dei Garanti regionali, di effettuare colloqui monitorati e con il

“vincolo della riservatezza” con i detenuti sottoposti a tale regime restrittivo.

Dal momento che questi colloqui possono essere svolti dal Garante regionale solo in presenza e non con video colloquio, date le attuali restrizioni e precauzioni di carattere sanitario, i tempi tra la richiesta di colloquio e l’organizzazione del colloquio stesso tendono ad allungarsi.

Quest’anno i colloqui ordinari sono stati effettuati quasi esclusivamente a mezzo video (Skype, Teams, ecc..) e come sempre sono stati svolti dal Garante, da solo o affiancato da personale dell’ufficio.

Questa nuova modalità di gestire i colloqui ha certamente accorciato i tempi per soddisfare le richieste di colloquio da parte della persona detenuta, permettendo di effettuare anche un solo video colloquio per volta o di sentire in un'unica giornata persone detenute in diversi istituti regionali.

Resta comunque necessario tornare al colloquio visivo, casomai in alternanza secondo i casi al video colloquio, poiché resta centrale il ruolo di garanzia di questo Ufficio regionale che si espleta attraverso la vigilanza, le visite in istituto e la verifica diretta delle condizioni delle persone detenute.

3.2 Monitoraggi effettuati nel corso del 2020 negli IIPP della Regione

Nel documento Relazione delle attività Anno 2020 (pagine 34-39)